NAPOLI – Tutto è iniziato da una serie di intercettazioni telefoniche, con lei, Marinella Brambilla, e lui, Valter Lavitola, che parlano di denaro. La prima, segretaria storica di Silvio Berlusconi; il secondo, imprenditore ed editore de ‘L’Avanti’, attualmente irreperibile perché all’estero. L’inchiesta riguardante il presunto ricatto ai danni del premier (per il momento sfociata nell’arresto dell’imprenditore Gianpaolo Tarantini e della moglie Angela Devenuto) è tutt’altro che in dirittura d’arrivo. Nel lavoro dei pm napoletani, che infatti prosegue a ritmo serrato, si va avanti con i testimoni.
Ed è così che i pm della Procura di Napoli, nel tentativo di fare ulteriore chiarezza sulla questione del pagamento materiale di denaro da parte del premier, hanno voluto ascoltare la sua segretaria come persona informata dei fatti. Proprio Marinella Brambilla, infatti, sarebbe stata l’addetta al pagamento dei soldi che Silvio Berlusconi sarebbe stato costretto a versare all’imprenditore pugliese, per scongiurare ulteriori conseguenze negative dalla vicenda delle escort (vicenda per la quale lo stesso Tarantini è indagato). È un giro vorticoso di intercettazioni telefoniche quelle sulle quali i pm sono a lavoro, con le prime, Tra Gianpiero Tarantini e Valter Lavitola, e le seconde, quelle tra Marinella Brambilla e di nuovo Valter Lavitola, che parlano di denaro, sia pure con un linguaggio criptico (dove “stampa delle foto” significava appunto “soldi”, secondo i magistrati).
Dalle stesse intercettazioni, infatti, emerge che sarebbe stata proprio la segretaria particolare di Berlusconi a consegnare materialmente le somme di denaro estorto a Berlusconi, attraverso Rafael Chavez, collaboratore di origine peruviana di Lavitola, che la Brambilla nelle telefonate chiama “Juannino”. Tutto questo sistema, ricordiamolo, sarebbe servito per spillare al premier oltre 500 mila euro destinati ai coniugi Tarantini (per far si che questi potessero tenere la bocca cucita sulla questione delle escort che l’imprenditore pugliese avrebbe procurato per le serate di Villa Certosa e Palazzo Grazioli), sui quali però Lavitola avrebbe fatto una “cresta” di ben 400 mila euro.
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