martedì 6 settembre 2011

Manovra, Cdm chiede la fiducia Rialzo dell'Iva al 21%. Pensioni, aumento età per donne dal 2014

(Adnkronos)
Roma, 6 set. - (Adnkronos/Ign) - Sulla manovra il governo punta a chiedere la fiducia . Il Consiglio dei ministri e' stato convocato oggi a palazzo Chigi, alle 18, per autorizzare il voto di fiducia sulla manovra economica.

La decisione dell'esecutivo è arrivata dopo un vertice di maggioranzache si è svolto nella residenza del premier Silvio Berlusconi a cui hanno partecipato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il sottosegretario Gianni Letta, il ministro della Semplificazione normativa Roberto Calderoli, il capogruppo alla Camera dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto e quello dei senatori Maurizio Gasparri, oltre al capogruppo della Lega al Senato, Federico Bricolo.

''Il Governo intende porre la fiducia sul testo commissione della manovra, con le seguenti aggiunte: aumento di un punto iva, dal 20 al 21%, con destinazione del maggior gettito a miglioramento dei saldi del bilancio pubblico; fino al pareggio di bilancio, contributo del 3% sopra i 500.000 euro; adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014" comunica una nota di Palazzo Chigi.

Giovedi' inoltre il Consiglio dei Ministri approvera' l'introduzione in Costituzione della ''regola d'oro'' sulpareggio di bilancio e l'attribuzione alle Regioni delle competenze delle Province.

Per quanto riguarda l'iter della manovra, il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, ha annunciato che il Senato darà il suo via libera domani, con il voto di fiducia.

Afghanistan: WikiLeaks, Italia pagò talebani per proteggere proprie truppe

Afghanistan: WikiLeaks, Italia pagò talebani per proteggere proprie truppe
LONDRA – Nuovi cablo diffusi dal sito di WikiLeaks rivelano ancora una volta che l’Italia avrebbe raggiunto un accordo segreto con i talebani per salvaguardare le proprie truppe in Afghanistan. Secondo Press TV, l’Italia aveva accettato di pagare i talebani ed ottenere in cambio la fine degli attacchi di questi contro le sue truppe. Gli americani, rivelano i cablo, scoprirono l’accordo solo nel 2008 e incaricarono l’ambasciatore a Roma Ronald P. Spogli di esprimere la preoccupazione di Washington. Spogli incontrò al tempo Silvio Berlusconi che negò la questione, ma non escluse nemmeno che l’accordo fosse stato stipulato dal suo predecessore con i talebani. Nel 2009 il The Times di Londra riportò un articolo in cui il comandante talebano Mohammad Ismayel confermava di aver ricevuto da ufficiali italiani migliaia di dollari per garantire la sicurezza delle forze italiane stanziate a Sarobi, ad est della capitale Kabul. L’ambasciatore Spogli, rivela WikiLeaks, scrive nell’Ottobre 2008 una lettera a Bush per dire che la reputazione degli italiani è sempre più rovinata dai rapporti che parlano di un loro accordo con i talebani per non combattere. A confermare il probabile accordo tra italiani e talebani vi fu il fatto che quando Sarobi venne affidata ai francesi, in poco tempo, in una regione che era stata sempre calma, ci furono molteplici attacchi talebani che uccisero 10 soldati francesi.

Massimo De Santi all'IRNA: il governo della Francia e` un pericolo per la pace mondiale

Massimo De Santi all'IRNA: il governo della Francia e` un pericolo per la pace mondiale

ROMA- Il professor Massimo De Santi, direttore del Comitato Internazionale di Educazione per la Pace ha dichiarato che le ambizioni del governo francese di far rinascere il colonialismo ed il potere nucleare, sono pericolose per la pace mondiale. Il professore De Santi, parlando all'agenzia IRNA, ha aggiunto che Nikolas Sarkozy, ha intenzione di prendere il posto degli Stati Uniti nel medioriente. Le ultime vicende in Africa rivelano l’intervento di Parigi nella rivoluzione in Tunisia e in Libia e la provocazione dei gruppi armati. Egli ricordando l’interferenza francese nella questione libica, ha ribadito che la Francia cerca di raggiungere il petrolio che ha perso dal 1969 in segiuto alla nazionalizzazione del petrolio del paese. Lo studioso italiano ha aggiunto che la Francia prima di minacciare l’Iran-un paese che ha annunciato tante volte di approffittare dell’energia atomica per scopi pacifici- dovrebbe distruggere tutte le proprie armi nucleari. Egli ha dichiarato: “La Francia deve rivedere le sue politiche internazionali. Io spero che la nazione francese, si risvegli e reagisca contro i deliri di Sarkozy".

DOSSIER - Cablegate 2: non è colpa di WikiLeaks

Il 2 settembre WikiLeaks ha pubblicato integralmente i 251 mila cablo della diplomazia statunitense in suo possesso senza interventi editoriali ("unredacted"), cioè non omettendo i nomi di collaboratori e attivisti la cui esistenza ora, accusano in molti, sarebbe a repentaglio. Diversi commentatori, anche molto autorevoli, hanno parlato di una decisione scellerata da parte dell’organizzazione di Julian Assange. Micah Sifry, per esempio, ha paragonato quest’ultimo a Icaro, volato talmente in alto da finire bruciato. Tom Watson, ma non solo, ha parlato di "fine di WikiLeaks". Gli ex media partner, Guardian, New York Times, Der Spiegel, El Pais e Le Monde hanno addirittura emanato un duro comunicato congiunto che, dopo aver condannato l’"innecessaria" pubblicazione dei dati integrali, ha scaricato interamente la colpa su Assange: la decisione sarebbe stata "sua e solamente sua".

Ma le cose non stanno a questo modo. E se WikiLeaks non può del tutto dirsi estranea a quanto accaduto, le vere colpe stanno altrove. E, più precisamente, nella decisione del giornalista delGuardian David Leigh di pubblicare nell’intestazione del capitolo 11 del suo libro WikiLeaks: Inside Julian Assange’s War on Secrecy (Febbraio 2011) e di nuovo alle pagine 138 e 139 la passwordconsegnatagli da Assange a luglio 2010. Una password che secondo Leigh gli sarebbe stata presentata come "temporanea" dallo stesso Assange e che avrebbe aperto un file crittografato con il sistema PGP (Pretty Good Privacy) che Assange aveva precedentemente creato (il 9 giugno) e caricato sul server di WikiLeaks.

La pubblicazione il 25 agosto da parte di Der Freitag, confermata da Der Spiegel il 29 dello stesso mese, di un articolo in cui si rivela che quella password, a sette mesi di distanza, apra ancora un file, z.gpg, contenente una versione completamente "unredacted" dell’intero set dei cablo (cables.csv) circolante in rete dopo essere stata diffusa, insieme con tutti gli altri file posseduti da WikiLeaks, su BitTorrent dai sostenitori dell’organizzazione in seguito all’attacco al suo sito di fine novembre – inizio dicembre 2010.

Cioè quando i primi 220 cablo sono stati pubblicati proprio dai suoi mediapartner. Non si capisce ancora chi abbia rivelato a Der Freitag che era possibile mettere insieme password e file criptato, e come farlo. Molti (WikiLeaks, ma non solo – Der Spiegel, per esempio) hanno immediatamente pensato a Daniel Domscheit-Berg, ex numero due dell’organizzazione e ora suo acerrimo rivale. Non sarebbe infatti un caso che Der Freitag sia un media partner della sua piattaforma di leaking digitale OpenLeaks (rivale di quella di Assange) né che il caso sia scoppiato a pochi giorni di distanza dalla sua espulsione dal Chaos Computer Club e dalla conseguente feroce polemica per la distruzione da parte del tedesco di 3.500 file appartenenti a WikiLeaks.

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http://www.agoravox.it/DOSSIER-Cablegate-2-non-e-colpa-di.html

Forze speciali USA in Europa pronte per Sigonella. Cablo segreto di WikiLeaks

Il Pentagono chiede di trasferire nella base siciliana di Sigonella il Comando per le operazioni speciali USA in Europa (SOCEUR) e alcuni dei suoi reparti d’élite con più di 6.000 uomini ospitati sino ad oggi in Germania e Gran Bretagna. Un piano strategico descritto in uno dei cablogrammi dell’ambasciata USA in Italia appena rilasciati da Wikileaks. Finalizzato a ridisegnare gli assetti delle forze armate statunitensi in Europa in vista di una maggiore proiezione in Africa e Medio oriente.

Inviato a Washington il 5 gennaio 2005, il cablogramma classificato “secret” riferisce di un meeting del gruppo di lavoro italo-statunitense per la “revisione della postura globale in tema di difesa”, tenutosi a Roma il 7 dicembre 2004. A comporre la delegazione USA, i direttori generali del dipartimento di Stato e della difesa, Kara Bue e Barry Pavel, il comandante di SOCEUR Alan Bridges, il rappresentante del Comando delle forze statunitensi in Europa (EUCOM), Brian Bruckbauer, il comandante della stazione aeronavale di Sigonella, Chris Kinsley, e alcuni funzionari dell’ambasciata USA a Roma. La parte italiana è rappresentata invece dall’ambasciatore Claudio Bisogniero, vicedirettore generale per gli Affari politici multilaterali del Ministero degli affari esteri (dal 2007 Segretario generale della Nato a Bruxelles), Giovanni Brauzzi (responsabile dell’ufficio Nato del Mae), Felice Soldano del CESIS e dall’ammiraglio Giovanni Gumiero, futuro comandante della forza marittima “Atalanta” dell’Unione Europea impegnata nelle operazioni anti-pirateria in Corno d’Africa. “Nel corso dell’incontro si è discusso sui cambiamenti della visione strategica globale USA e più dettagliatamente sul lavoro per rivedere la nostra presenza militare in Italia”, scrive l’Ambasciata. “I direttori Bue e Pavel, in particolare, hanno fornito ulteriori elementi su quanto è proposto per Sigonella, inclusa l’estensione dei livelli delle forze, delle attività di addestramento e della tipologia delle missioni.

Attualmente le unità che compongono le forze speciali USA in Europa (SOF) sono dislocate in sette basi: quelle aeree a Mildenhall (Gran Bretagna); le componenti terrestri a Stoccarda (Germania) e due unità SEAL della marina militare in Germania e a Rota (Spagna). Il consolidamento di queste forze in Italia consentirà migliori opportunità di addestramento (comune, bilaterale ed in ambito NATO) e significative riduzione dei costi”. Continua ...

Tbc, il Codacons accusa il Gemelli: contagio nato nell'ospedale nel 2005

La procura indaga per epidemia colposa e omissione di atti di ufficio. Renata Polverini: i magistrati faranno chiarezza.

Il Policlinico Gemelli

ROMA - Mentre la procura di Roma indaga per i reati di epidemia colposa e omissione di atti d'ufficio nei confronti dei vertici del Policlinico Gemelli, il Codacons annuncia che è stato lo stesso ospedale, nel 2005, all'origine del contagio. Secondo il Codacons un bambino nato il 2 gennaio scorso sarebbe risultato positivo ai test sulla tubercolosi. Circostanza che secondo l'associazione impone di ampliare i controlli anche ai bimbi nati nel mese di dicembre 2010. Se la contagiosità, infatti, rientra nelle 48 ore, al 31 dicembre 2010 il reparto neonatale poteva risultare già contaminato. La Regione Lazio deve assolutamente estendere i test, al fine di escludere con certezza matematica la possibilità di contagi in periodi antecedenti il mese di gennaio - dice il Codacons. Secondo l'associazione non sarebbe stato il marito dell'infermiera in servizio al reparto neonatale del Gemelli a scatenare l'emergenza Tbc e i successivi contagi, ma lo stesso ospedale nel 2005. Già decine di famiglie hanno dato incarico al Codacons di agire legalmente, mentre l'associazione attende ancora una risposta ufficiale dal Pontefice, cui ha inviato sabato una lettera. Epidemia colposa e omissione di atti d'ufficio sono le ipotesi di reato per le quali la Procura procede. L'omissione di atti d'ufficio è riferita alla possibilità che nel reparto di neonatologia non siano stati svolti i periodici controlli sanitari obbligatori al fine di scongiurare ogni possibile insorgere di infezioni. Oggi il procuratore aggiunto Leonardo Frisani ha disposto una maxi consulenza che dovrà chiarire in primo luogo se c'è un nesso tra la malattia della donna e l'unico bambino nato nel reparto ammalatosi di tbc, dimesso oggi dal Bambino Gesù. I periti dovranno accertare, inoltre, se «la positività alla tbc equivalga alla malattia» e «se c'è un nesso di causalità tra la malattia della donna e quella dell'unica bambina risultata ammalata». Gli esperti dovranno, inoltre, chiarire se sono «state adottate idonee terapie a scongiurare il contagio», «se sono stati effettuati controlli idonei» e «se la signora si è ammalata per il contatto con il marito (anche egli affetto da tbc) o con altri soggetti». Per la perizia gli inquirenti hanno dato un margine di sessanta giorni ma in tempi brevi dovrebbe giungere a piazzale Clodio una relazione preliminare dei periti. Al momento sono 122 i bambini risultati positivi ai test effettuati.

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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=162048&sez=HOME_ROMA

Expo, Pisapia: «Un muro contro la mafia»

Il sindaco rilancia la commissione: «Misure speciali»

Giuliano Pisapia alla festa del Pd di Milano (Fotogramma)
Giuliano Pisapia alla festa del Pd di Milano (Fotogramma)
MILANO - Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia rilancia sulla commissione Antimafia. Suo cavallo di battaglia in campagna elettorale, è stato poi momentaneamente accantonata per far fronte ad altre emergenze. Ora però ritorna d'attualità, tanto che il primo cittadino ne ha parlato ai microfoni di Rai News in un'intervista andata in onda lunedì sera: «Per evitare che la mafia possa mettere le mani sull'Expo 2015 - ha spiegato il sindaco - la giunta milanese sta prendendo una serie di misure preventive».

LE MISURE - «Abbiamo preso misure - ha detto il sindaco - in previsione dell'assalto che tenterà la mafia sull'Expo 2015. Avremo una commissione antimafia in consiglio comunale, abbiamo definito accordi con la direzione distrettuale antimafia, abbiamo una task force contro l'evasione fiscale e predisporremo una serie di controlli sui cantieri contro il lavoro nero e il riciclaggio». Il primo cittadino ha parlato chiaramente di una cortina di protezione: «Entro l'anno - ha concluso - avremo realizzato una cortina che potrà garantire che infiltrazioni mafiose e di corruzione sull'Expo 2015 non ci saranno».

Berlusconi sarà sentito a Palazzo Chigi

Nuove intercettazioni, Nicla a Lavitola: «Con questa storia delle escort succederà un altro putiferio»

Silvio Berlusconi (Epa)
Silvio Berlusconi (Epa)
MILANO - Berlusconi sarà sentito dai pm di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta estorsione subita da parte di Gianpaolo Tarantini, della moglie dell'imprenditore Angela Devenuto (detta Nicla) e del direttore dell'Avanti Valter Lavitola. Il premier sarà sentito come parte offesa a Palazzo Chigi. Berlusconi si avvarrà infatti della prerogativa concessa al presidente del Consiglio e alle altre alte cariche dello Stato di stabilire essi stessi la sede dove incontrare i magistrati. Non è stata invece ancora fissata la data in cui il premier sarà ascoltato.

L'INCHIESTA - Secondo i magistrati napoletani - il procuratore aggiunto Francesco Greco e i pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock - Tarantini, Devenuto e Lavitola hanno estorto ingenti somme di denaro al premier, ricattandolo per la vicenda delle escort che l'imprenditore avrebbe procurato per le serate a Villa Certosa e Palazzo Grazioli. Berlusconi, però, smentisce, sostenendo che il denaro dato a Tarantini (e finito invece in massima parte nella disponibilità di Lavitola) era solo il segno della sua generosità, in quanto aveva deciso di aiutare un amico in difficoltà. L'inchiesta è ancora in corso. I pm intendono ascoltare di nuovo Tarantini. Lavitola, invece, che si trova da alcuni mesi in Centro America, dichiara sul quotidiano Libero: «Presto rientrerò a casa e mi farò arrestare». Il direttore dell'Avanti aggiunge che le accuse nei suoi confronti sono «infondate». E sul motivo per cui non sia ancora rientrato in Italia, spiega: «Avevo lavori da sbrigare in Brasile. Dovevo vendere due barche». Quindi aggiunge di trovarsi ora «a Panama».

GHEDINI - Sulla vicenda interviene, inoltre, in prima persona Niccolò Ghedini, dichiarando in una nota la sua assoluta estraneità a «pagamenti, movimentazione di denaro o incontri». La comunicazione arriva in risposta a un articolo apparso martedì sul quotidiano La Repubblica in cui si sostiene che il parlamentare e avvocato del premier «sapeva dei pagamenti illeciti».

IL CASO ESCORT - Dagli atti dell'inchiesta emergono nuovi retroscena sulle modalità con cui fu portato avanti, secondo gli inquirenti, il progetto di estorcere denaro al premier. «Stammi a sentire a me, tu devi andare là solo ed esclusivamente se ti chiama lui, punto; e se loro vogliono fare il patteggiamento ti deve chiamare lui, se lui vuole che dici qualcosa in particolare, ti deve chiamare lui, stop!». Così Lavitola suggerisce a Tarantini di comportarsi con il premier a proposito del processo di Bari sulle escort e sulla scelta dell'imprenditore di patteggiare, in modo da non diffondere altre intercettazioni ritenute «catastrofiche» per Berlusconi. La telefonata è del 5 luglio scorso. Sempre secondo i pm, Tarantini avrebbe fatto pesare il suo consenso in modo da ottenere denaro e in questo si configurerebbe il reato di estorsione. «Il criterio è - consiglia Lavitola - : tu a lui non gli vuoi rompere i coglioni, punto. Ora "sono una persona leale, perbene, onesta, punto...Non voglio fare il patteggiamento, tant'è che non lo mettiamo proprio in discussione a questo punto il patteggiamento, punto...". Non lo devi neanche dire "se lo devo fare me lo deve dire lui" tu non devi menzionare. Se quelli ti dicono, tu dici no, se quelli ti dicono, tu dici no, se insistono tu dici no, poi dici: "vabbè, insistete proprio tanto tanto?"».

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http://www.corriere.it/cronache/11_settembre_06/tarantini-berlusconi-pm-palazzo-chigi_5a92914e-d850-11e0-b038-3e67ea432e86.shtml

Bocchino,Lavitola vuole colpire Fini

(ANSA) - ROMA - ''Sul caso Lavitola sarebbe opportuno che la magistratura approfondisse le ragioni della sua latitanza a Panama e del ruolo di collegamento che lo stesso ha tra il presidente panamense e il premier italiano''. Lo dice Italo Bocchino. ''Potrebbe scoprire - aggiunge - interessanti risvolti relativi al tentativo, avvenuto attraverso Panama, di costringere alle dimissioni Fini con la produzione e la propalazione di documenti anomali gestiti dallo stesso Lavitola e negoziati attraverso Panama''.

Cosa c'è dietro quelle porte? "Tutti i guai del rientro in classe"

I tagli moltiplicano le emergenze: presidenze vuote, vicepresidi in classe, bidelli ridotti all'osso, classi sovraffollate, "spezzatino" al posto del tempo-pieno all'elementare, disabili alla ricerca di un docente di sostegno, caro-libri. E ancora: scuole pericolose, rischio di un megavalzer di insegnanti, sempre meno ore di lezione per gli alunni, mense e servizi scolastici in forse e tredicesime a rischiodi SALVO INTRAVAIA

L'anno scolastico inizia tra proteste e scioperi della fame. In Sicilia hanno digiunato per giorni i precari di Ragusa e Palermo, mentre la Flc Cgil e i sindacati di base sono scesi in piazza contro la manovra. E le emergenze aumentano: a quelle determinate dai tagli degli anni precedenti se ne aggiungono altre: presidenze vuote, vicepresidi in classe, bidelli ridotti all'osso, classi sovraffollate, "spezzatino" al posto del Tempo-pieno all'elementare, disabili alla ricerca di un docente di sostegno, caro-libri. E ancora, edifici scolastici sempre più "sgarrupati", rischio di un megavalzer di insegnanti, sempre meno ore di lezione per gli alunni, mense e servizi scolastici in forse e tredicesime a rischio. Ecco lo scenario che si apre ad insegnanti, dirigenti scolastici e personale Ata, alunni e genitori per il prossimo anno scolastico. Bastano 12 mesi per fare allungare l'elenco delle emergenze nella scuola italiana. Alle difficoltà della mai accolta riforma Gelmini quest'anno si aggiungono le ricadute delle due manovre economiche varate nel giro di appena due mesi: la prima a luglio e la seconda ad agosto. Per una miscela che rischia di diventare esplosiva e potrebbe trascinare la scuola ancora più in basso. Non si verificava da decenni, ma a settembre metà delle scuole italiane non avranno un preside fisso. Più di duemila e 500 dirigenti scolastici, oltre quella in cui sono titolari, avranno in reggenza altrettante scuole. E saranno costretti a fare i pendolari tra tutti plessi delle due scuole. Per genitori ed alunni sarà da settembre difficile incrociare il capo d'istituto nei corridoi o potere rappresentare loro problemi e proposte. Una situazione aggravata dalla recente norma che non considera più sede di presidenza le scuole con meno di 500 alunni, 300 nelle piccole isole e nelle scuole di montagna. E sarà difficile conferire anche con i vicari, perché la stessa norma ha ridotto le possibilità per gli stessi di accedere all'esonero e al semiesonero per gestire la scuola. Ma, stando alle proteste dei dirigenti scolastici, il numero sempre minore di bidelli non consentirà adeguate condizioni di sorveglianza degli alunni, che potranno liberamente fare ciò che vogliono. L'Asal, l'Associazione delle scuole autonome del Lazio - in un comunicato di qualche settimana fa spiega la situazione in cui si verranno a trovare migliaia di plessi. "Facciamo un solo esempio: prendiamo il caso concreto di una scuola con 280 alunni di scuola dell'infanzia più 570 alunni di scuola primaria. Totale, 850 alunni, 700 dei quali a tempo pieno (40 ore a settimana) distribuiti in due edifici scolastici e in 8 corridoi diversi con due ingressi verso la strada. La scuola avrà a disposizione 9 bidelli che dovranno lavorare 36 ore a settimana ciascuno". Un caso per niente raro. Il preside per garantire la sorveglianza e la sicurezza dei piccoli dovrà piantonare i due ingressi con 2 bidelli, ma con un buco temporale di 4 ore. E posizionare 7 bidelli in otto corridoi, sempre con un buco temporale di quattro ore in ogni corridoio e un corridoio completamente scoperto.
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Scuola, la campanella della protesta L'anno parte all'insegna della mobilitazione

Dallo sciopero generale di oggi alla manifestazione nazionale del 7 ottobre contro la riforma. Dai dibattiti sui dieci anni dal G8 di Genova ai mercatini contro il caro libri. Alla ripresa delle lezioni, il mondo degli studenti è in fermento

di CARMINE SAVIANOI loro striscioni sui monumenti delle città italiane rappresentano uno dei simboli dello scorso anno. La Mole a Torino, il Colosseo a Roma. Poi le manifestazioni in piazza, l'occupazione delle aule e dei tetti delle università. Sono andati avanti per settimane, mesi, in una lunga e diffusa protesta contro la riforma Gelmini. E le associazioni studentesche, dopo un'estate passata a riflettere sul decennale del G8 di Genova, sono pronte a riprendere la lotta per le loro rivendicazioni. A partire dalla partecipazione allo sciopero generale di oggi 6 settembre alla battaglia sul caro libri. E confidando sempre più nello strumento principe della loro attività: la rete, il web, come veicolo di conoscenza di scambio di informazioni. Genova 2011. Una ferita. Le radici di un movimento. Un passato prossimo cui è necessario riferirsi. Il G8 del 2001, la zona rossa, gli scontri e la morte di Carlo Giuliani. A dieci anni da quei due giorni che cambiarono la percezione dei movimenti italiani, le organizzazioni studentesche hanno trascorso l'estate a interrogarsi e riflettere sulla portata di quegli avvenimenti. Le iniziative sono state tante, e tante ancora sono in cantiere. Tra le altre, quella organizzata dalla Rete Universitaria Nazionale a Torino, il 4 settembre. Un dibattito per "ridefinire i principi per cui stare assieme, su cui fondare la comunità". E "inventare una dimensione del tutto nuova della politica e dello Stato". Tutto per sottolineare l'attualità dei temi sollevati da Genova 2001 e messi in ombra dalla tragicità di quei giorni. "Genova irrompe nella nostra storia: i beni comuni, il capitale sociale, le persone e non gli individui, l'individualismo rampante, la solidarietà contro l'egoismo". Sciopero generale. Si annuncia come l'inizio di una lunga fase di proteste. Tutte le associazioni più rappresentative hanno aderito alla giornata di mobilitazione contro la manovra del governo Berlusconi indetta dal sindacato guidato da Susanna Camusso. Al centro, il disinteresse del governo nei confronti della situazione dei giovani italiani. Per la Rete della Conoscenza e l'Unione degli Universitari, "il governo sembra ignorare completamente le drammatiche condizioni in cui versano diritto allo studio e occupazione giovanile nel nostro Paese". Per Link, lo sciopero sarà l'avvio dell'autunno caldo del 2011. "Gli ultimi dati sulla disoccupazione giovanile in Italia - che sfiora il 30% per chi ha meno di 24 anni - sono solo una sfaccettatura della drammatica condizione che vive un paese in generale e una generazione particolare". Poi le rivendicazioni: "in primis una radicale inversione di rotta nelle politiche economiche, welfare e diritto allo studio e poi per avviare una grande mobilitazione europea e internazionale che durerà a lungo".
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MANOVRA BIS: TERMINATO VERTICE DI MAGGIORANZA DA BERLUSCONI

(ASCA) - Roma, 6 set - E' terminato intorno alle 16 il vertice di maggioranza con Silvio Berlusconi, tenutosi a Palazzo Grazioli, sulle modifiche da apportare alla manovra correttiva. All'incontro, durato circa due ore, hanno partecipato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, il presidente dei senatori Pdl e il suo vice, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, e il capogruppo del Carroccio al Senato, Federico Bricolo. Presenti anche i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, e il vicepresidente del Senato e responsabile del sindacato padano, Rosi Mauro. Alle 18 si riunira' il Consiglio dei ministri per porre la fiducia.

Il prigioniero torturato da Gheddafi che farà causa all’Inghilterra

Il caso “rendition to torture” scuote il Regno Unito

La prima pagina del Daily Mail di oggi è abbastanza riassuntiva del clima che si respira, in questi giorni, nel Regno Unito: “La vittima della tortura porterà l’Inghilterra in tribunale”. Il che è ovviamente non poco: si tratta del caso che sta scuotendo l’opinione pubblica inglese fin da ieri, quando la prima pagina del Guardian ha lanciato la notizia. Un documento segreto firmato dalla CIA e rinvenuto “in uno stabile abbandonato” a Tripoli dimostrerebbe come il servizio segreto inglese, il famigerato MI6, abbia aiutato i servizi segreti libici a prelevare un ricercato da Hong Kong e a riportarlo a Tripoli dove sarebbe poi stato torturato.

IL DOCUMENTO – Ecco le parole del documento, vergate dall’agenzia americana del servizio segreto civile.

I nostri servizi sono stati informati del fatto che lo scorso weekend il leader in seconda del Libyan Islamic Fighting Group, l’emiro Abu Munthir, sua moglie e i suoi bambini sono stati trattenuti ad Hong Kong per violazioni della normativa sull’immigrazione e i passaporti. Siamo inoltre stati informati che i vostri servizi hanno cooperato con gli inglesi per rendere effettiva la rimozione di Abu Munthir verso Tripoli, e che avevate un aereo pronto per questa esigenza alle Maldive.
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Il peggior paese dove essere un bambino malato

La classifica di Save The Children elenca gli stati in base alla disponibilità di medici, cure e vaccini

Il Ciad e la Somalia sono i paesi più rischiosi al mondo per un bambino ammalato. Svizzera e Finlandia i posti più sicuri. A stabilirlo è la classifica diSave The Children che elenca 161 diversi stati in base alla disponibilità di operatori sanitari. L’analisi mostra che nei paesi classificatisi agli ultimi venti posti, quelli in cui mediamente lavorano solo 2 operatori ogni mille abitanti, i bambini hanno una probabilità cinque volte superiore di morire rispetto ai nati negli stati con gli indici più alti. Si perde la vita per la malnutrizione, la diarrea, la malaria, la polmonite, e molte altre patologie tipiche delle popolazioni più povere del pianeta. C’è bisogno di cure, soprattutto. Ma in molti casi si muore per la semplice mancanza di un farmaco o di un integratore alimentare.

MANCANO FARMACI E VACCINI - Il ranking di Save The Children, rete di associazioni umanitarie nazionali che presta aiuti immediati alle comunità colpite da catastrofi naturali o da conflitti armati, è stata pubblicata martedì scorso in vista di una riunione delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili. Gli attivisti sperano di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni affinchè venga aumentato il numero di medici e infermieri impiegati nelle zone maggiormente compite da disastri e guerre. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima ne manchino almeno 3,5 milioni. La classifica è stata stilata tenendo in considerazione non solo il numero di operatori impegnati in ogni paese, ma anche della loro capacità di intervento. Save The Children ha considerato la percentuale di bambini che hanno ricevuto dosi di vaccino per difterite, pertosse, tetano, e il tasso di donne che partoriscono assistite da un operatore qualificato.

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http://www.giornalettismo.com/archives/145011/il-peggior-paese-al-mondo-per-essere-un-bambino-malato/