martedì 6 settembre 2011

Cosa c'è dietro quelle porte? "Tutti i guai del rientro in classe"

I tagli moltiplicano le emergenze: presidenze vuote, vicepresidi in classe, bidelli ridotti all'osso, classi sovraffollate, "spezzatino" al posto del tempo-pieno all'elementare, disabili alla ricerca di un docente di sostegno, caro-libri. E ancora: scuole pericolose, rischio di un megavalzer di insegnanti, sempre meno ore di lezione per gli alunni, mense e servizi scolastici in forse e tredicesime a rischiodi SALVO INTRAVAIA

L'anno scolastico inizia tra proteste e scioperi della fame. In Sicilia hanno digiunato per giorni i precari di Ragusa e Palermo, mentre la Flc Cgil e i sindacati di base sono scesi in piazza contro la manovra. E le emergenze aumentano: a quelle determinate dai tagli degli anni precedenti se ne aggiungono altre: presidenze vuote, vicepresidi in classe, bidelli ridotti all'osso, classi sovraffollate, "spezzatino" al posto del Tempo-pieno all'elementare, disabili alla ricerca di un docente di sostegno, caro-libri. E ancora, edifici scolastici sempre più "sgarrupati", rischio di un megavalzer di insegnanti, sempre meno ore di lezione per gli alunni, mense e servizi scolastici in forse e tredicesime a rischio. Ecco lo scenario che si apre ad insegnanti, dirigenti scolastici e personale Ata, alunni e genitori per il prossimo anno scolastico. Bastano 12 mesi per fare allungare l'elenco delle emergenze nella scuola italiana. Alle difficoltà della mai accolta riforma Gelmini quest'anno si aggiungono le ricadute delle due manovre economiche varate nel giro di appena due mesi: la prima a luglio e la seconda ad agosto. Per una miscela che rischia di diventare esplosiva e potrebbe trascinare la scuola ancora più in basso. Non si verificava da decenni, ma a settembre metà delle scuole italiane non avranno un preside fisso. Più di duemila e 500 dirigenti scolastici, oltre quella in cui sono titolari, avranno in reggenza altrettante scuole. E saranno costretti a fare i pendolari tra tutti plessi delle due scuole. Per genitori ed alunni sarà da settembre difficile incrociare il capo d'istituto nei corridoi o potere rappresentare loro problemi e proposte. Una situazione aggravata dalla recente norma che non considera più sede di presidenza le scuole con meno di 500 alunni, 300 nelle piccole isole e nelle scuole di montagna. E sarà difficile conferire anche con i vicari, perché la stessa norma ha ridotto le possibilità per gli stessi di accedere all'esonero e al semiesonero per gestire la scuola. Ma, stando alle proteste dei dirigenti scolastici, il numero sempre minore di bidelli non consentirà adeguate condizioni di sorveglianza degli alunni, che potranno liberamente fare ciò che vogliono. L'Asal, l'Associazione delle scuole autonome del Lazio - in un comunicato di qualche settimana fa spiega la situazione in cui si verranno a trovare migliaia di plessi. "Facciamo un solo esempio: prendiamo il caso concreto di una scuola con 280 alunni di scuola dell'infanzia più 570 alunni di scuola primaria. Totale, 850 alunni, 700 dei quali a tempo pieno (40 ore a settimana) distribuiti in due edifici scolastici e in 8 corridoi diversi con due ingressi verso la strada. La scuola avrà a disposizione 9 bidelli che dovranno lavorare 36 ore a settimana ciascuno". Un caso per niente raro. Il preside per garantire la sorveglianza e la sicurezza dei piccoli dovrà piantonare i due ingressi con 2 bidelli, ma con un buco temporale di 4 ore. E posizionare 7 bidelli in otto corridoi, sempre con un buco temporale di quattro ore in ogni corridoio e un corridoio completamente scoperto.
Continua ...

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