martedì 6 settembre 2011

Tbc, il Codacons accusa il Gemelli: contagio nato nell'ospedale nel 2005

La procura indaga per epidemia colposa e omissione di atti di ufficio. Renata Polverini: i magistrati faranno chiarezza.

Il Policlinico Gemelli

ROMA - Mentre la procura di Roma indaga per i reati di epidemia colposa e omissione di atti d'ufficio nei confronti dei vertici del Policlinico Gemelli, il Codacons annuncia che è stato lo stesso ospedale, nel 2005, all'origine del contagio. Secondo il Codacons un bambino nato il 2 gennaio scorso sarebbe risultato positivo ai test sulla tubercolosi. Circostanza che secondo l'associazione impone di ampliare i controlli anche ai bimbi nati nel mese di dicembre 2010. Se la contagiosità, infatti, rientra nelle 48 ore, al 31 dicembre 2010 il reparto neonatale poteva risultare già contaminato. La Regione Lazio deve assolutamente estendere i test, al fine di escludere con certezza matematica la possibilità di contagi in periodi antecedenti il mese di gennaio - dice il Codacons. Secondo l'associazione non sarebbe stato il marito dell'infermiera in servizio al reparto neonatale del Gemelli a scatenare l'emergenza Tbc e i successivi contagi, ma lo stesso ospedale nel 2005. Già decine di famiglie hanno dato incarico al Codacons di agire legalmente, mentre l'associazione attende ancora una risposta ufficiale dal Pontefice, cui ha inviato sabato una lettera. Epidemia colposa e omissione di atti d'ufficio sono le ipotesi di reato per le quali la Procura procede. L'omissione di atti d'ufficio è riferita alla possibilità che nel reparto di neonatologia non siano stati svolti i periodici controlli sanitari obbligatori al fine di scongiurare ogni possibile insorgere di infezioni. Oggi il procuratore aggiunto Leonardo Frisani ha disposto una maxi consulenza che dovrà chiarire in primo luogo se c'è un nesso tra la malattia della donna e l'unico bambino nato nel reparto ammalatosi di tbc, dimesso oggi dal Bambino Gesù. I periti dovranno accertare, inoltre, se «la positività alla tbc equivalga alla malattia» e «se c'è un nesso di causalità tra la malattia della donna e quella dell'unica bambina risultata ammalata». Gli esperti dovranno, inoltre, chiarire se sono «state adottate idonee terapie a scongiurare il contagio», «se sono stati effettuati controlli idonei» e «se la signora si è ammalata per il contatto con il marito (anche egli affetto da tbc) o con altri soggetti». Per la perizia gli inquirenti hanno dato un margine di sessanta giorni ma in tempi brevi dovrebbe giungere a piazzale Clodio una relazione preliminare dei periti. Al momento sono 122 i bambini risultati positivi ai test effettuati.

Continua ...

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