mercoledì 7 settembre 2011

Senato, lanci di bengala e mortaretti

In piazza Navona un presidio dei sindacati. Manifestanti lanciano petardi verso Palazzo Madama: Cariche.

MILANO- Scontri davanti al Senato. Circa cinquecento persone si sono avvicinate da piazza Navona, dove c'era un presidio dei sindacati di base contro la manovra, verso Palazzo Madama e hanno cercato di forzare i blocchi della polizia, tirando bengala e mortaretti. Ci sono state due cariche. La contestazione è stata contenuta dai poliziotti che presidiano il tratto di strada che collega corso Rinascimento a piazza Navona.

GLI SCONTRI- Così mentre in Aula si discute la manovra, all'esterno si inscena la protesta. Già da martedì in piazza Navona è in corso una mobilitazione di alcune rappresentanze sindacali come Usb e Fds. E intorno alle 19 alcuni manifestanti hanno cercato di avvicinarsi al Senato, forzando il blocco di transenne e polizia. Bengala, mortaretti, sassaiole, fumogeni. Gli agenti hanno caricato. E dopo pochi minuti la situazione sembra sia tornata alla calma.

Manovra blindata, stasera il voto Tafferugli davanti al Senato

Lancio di uova e fumogeni. Si allenta stretta sugli evasori, è scontro. Ridotti i tagli alle indennità dei deputati

Tremonti e Berlusconi

ROMA - «Il momento che attraversiamo ci vede vivere settimane difficili e amare». Lo dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, sottolineando «le sfide difficili che chi ha responsabilità è chiamato ad affrontare». La dichiarazione di Letta arriva mentre il Senato si appresta a votare la fiducia alla quarta versione della manovra. Il governo ha presentato infatti stamani il maxiemendamento nell'Aula del Senato e ha posto la fiducia sul nuovo testo che verrà votato stasera. Momenti di tensione in serata in piazza Navona dove dal presidio contro la manovra è partito un lancio di uova e fumogeni. Alcuni manifestanti hanno provato a forzare le transenne sistemate dalle forze dell'ordine proprio mentre il Senato stava votando la fiducia. Alcuni manifestanti appartenenti ai sindacati Usb hanno lanciato anche petardi e bengala verso palazzo Madama. La breve contestazione è stata contenuta dai poliziotti che presidiano il tratto di strada che collega corso Rinascimento, all'altezza di Palazzo Madama, a piazza Navona. La manovra, dopo il maxi-emendamento presentato all'Aula del Senato, vale per il 2013, l'anno in cui è fissato il pareggio di bilancio, 54.265 milioni di euro, come impatto sull'indebitamento netto. È quanto risulta sommando i 49.865,7 milioni di euro, indicati nella Relazione Tecnica al decreto del 13 agosto, sempre in relazione al deficit, ai 4.399,3 milioni indicati nella Relazione tecnica diffusa oggi e relativa al maxi-emendamento. Un vertice di maggioranza, ieri, ha rivoluzionato la manovra: l'Iva sale al 21 per cento, viene introdotto un contributo del 3 per cento per i redditi sopra i 300 mila euro, dal 2014 ci sarà l'adeguamento delle pensioni delle donne per il settore privato. Giovedì poi il Consiglio dei ministri approverà l'introduzione in Costituzione della "regola d'oro" sul pareggio di bilancio e l'abolizione delle Province (ma non come era stato promesso dal governo il dimezzamento dei parlamentari). Il maxi-emendamento impatta positivamente sul deficit per 4,342 miliardi di euro nel 2012, 4,399 mld nel 2013 e 4,389 mld nel 2014. Nel 2011 invece l'impatto sull'indebitamento netto è di 700 milioni. Quasi tutto il gettito aggiuntivo arriva dal ritocco dell'aliquota Iva dal 20 al 21%. L'innalzamento di un punto dell'aliquota porterà un maggiore gettito di 700 milioni di euro nel 2011 e di 4.236 dal 2012, si legge nella relazione tecnica al maxi-emendamento alla manovra. «A decorrere dal 1° gennaio 2011 e fino al 31 dicembre 2013 sul reddito complessivo» nel caso in cui sia «di importo superiore a 300.000 euro lordi annui, è dovuto un contributo di solidarietà del 3 per cento sulla parte eccedente il predetto importo». È quanto si legge nel maxi-emendamento, presentato all'Aula del Senato, che conferma la misura annunciata ieri. L'introito netto per la finanza pubblica del contributo di solidarietà ammonterà a 53,8 milioni di euro per il 2012 e di 144,2 nei successivi due anni. L'anticipo dell'allineamento dell'età pensionabile delle donne lavoratrici del settore pubblico a quello delle donne impiegate nel privato porterà risparmi per le casse dello Stato di 90 milioni nel 2105, che saliranno progressivamente a 720 nel 2021. La nuova versione della manovra prevede un anticipo sia dell'avvio (2014) che dell'entrata a regime dell'allineamento (2026).

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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=162164&sez=HOME_ECONOMIA

Prospettiva donna

MA SECONDO LEI........... :-)

“E’ la gente che spinge il referendum, non i partiti”

Il senatore Stefano Ceccanti rivendica i meriti dell’opinione pubblica nella raccolta delle firme per cambiare la legge elettorale. E ricorda la proposta del Pd

La raccolta firme per il referendum sulla legge elettorale va avanti. Abbiamo raggiunto telefonicamente uno dei firmatari, il senatore del Partito Democratico Stefano Ceccanti, costituzionalista esperto di sistemi elettorali, per tastare gli umori dei promotori. La consultazione, che mira alla reintroduzione del Mattarellum che fu in vigore dal 1993 al 2005, è stata pensata innanzitutto per innescare il dibattito e stimolare le forze a trovare una valida alternativa al Porcellum. Il parlamentare ci ricorda qual è la proposta del principale partito di opposizione.

Come procede la raccolta firme? Si aspettava da parte delle forze parlamentare una maggiore convergenza sul referendum anti-Porcellum?

Sento in giro una attenzione dell’opinione pubblica maggiore di quella che immaginavo. L’opinione pubblica sta reagendo in maniera più forte del previsto. E’ un dato politico rilevante.
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Manovra al Senato, tra poco il voto Rutelli: "Il governo vuole nascondere un tema colossale"

ROMA - Venticinque deputati del Popolo della libertà hanno depositato una proposta di legge costituzionale per introdurre il limite della spesa pubblica al 45% del Pil e il vincolo al pareggio di bilancio. Il testo della proposta riprende quello dell'analogo disegno di legge presentato al Senato da Nicola Rossi ed è stato depositato in vista della presentazione di una proposta del governo sulle stesse materie. «Avremmo preferito indicare il 40% del Pil come limite massimo della spesa pubblica - hanno detto i deputati - ma in considerazione del fatto che oggi la spesa pubblica è giunta all'abnorme livello del 52%, anche il 45% può essere un limite ragionevole, soprattutto perchè abbiamo fissato il suo raggiungimento nel 2020, e dunque prevediamo una riduzione di un punto percentuale all'anno». L'elenco dei firmatari è aperto da Antonio Martino, Isabella Bertolini, Giorgio Stracquadanio, Santo Versace, Enrico Costa, Alessio Bonciani che già la scorsa settimana avevano annunciato la proposta di legge, a cui si sono uniti Maria Teresa Armosino, Sandro Biasotti, Giuliano Cazzola, Manuela Di Centa, Jole Santelli e altri. Accanto a questo disegno di legge, gli stessi parlamentari si accingono a presentare un disegno di legge ordinaria che prevede lo spacchettamento del ministero dell'Economia in due, Finanze e Tesoro, e che mette in capo al presidente del Consiglio la politica di bilancio. Il gruppo di Italia dei valori intanto ha brandito in aula al Senato lo Statuto dei lavoratori nel corso della discussione sulla manovra economica. «Questo è quello che avete ignorato», ha detto il capogruppo Felice Belisario rivolto ai banchi della maggioranza mentre i colleghi del gruppo sventolavano il volume dello Statuto. «Voteremo no sapendo che sarà una delle ultime volte perchè presto andrete a casa», ha aggiunto il capogruppo a Palazzo Madama dell'Idv. Mentre il leader dell’Api, Francesco Rutelli, alza la voce durante il suo intervento. Un tema «politicamente colossale» della manovra e che «il governo vuole nascondere» è che «si chiude la stagione delle vostre promesse sul taglio delle tasse: è tutto finito e per sempre». Rutelli intervenendo in dichiarazione di voto in aula a palazzo Madama, ha proseguito: «Il governo ha fatto ricorso a un diluvio di tasse», con l'aumento dell'Iva che «colpisce le fasce più deboli e le piccole imprese». Per Rutelli si tratta del «fallimento del vostro governo» che sarà costretto a «presentare presto» una nuova manovra. Rutelli ha concluso citando una frase dell'ex capo della Procura di Milano, Francesco Saverio Borrelli: «Berlusconi pensa di salvarsi con la frase usata dai giudici di Milano poco amati: resistere, resistere, resistere. Non credo che andrà lontano»

Mafia, concessa protezione a Spatuzza

(ANSA) - ROMA - Gaspare Spatuzza, ex capomafia di Brancaccio, e' stato ammesso al programma di protezione del Viminale per i collaboratori di giustizia. La decisione del ministero dell'Interno arriva dopo che il Tar aveva annullato la precedente decisione della commissione che un anno fa aveva negato a Spatuzza il programma di protezione. Spatuzza ha iniziato a collaborare con la giustizia nell'estate del 2008. Ha parlato delle stragi e di presunti rapporti del boss Graviano con Dell'Utri e Berlusconi.

L’ultima offesa di Stracquadanio: Il lavoro precario è educativo

"Il lavoro precario è educativo e formativo, soprattutto per l’avvio di una professione. Non è necessario avere un contratto a tempo indeterminato, perché anche quello non salva dal fallimento di un'impresa". E' l'ultima delirante uscita dell'onorevoleGiorgio Stracquadanio (Pdl) a KlausKondicio, trasmissione che va in onda su Youtube. Il parlamentare del Pdl, già noto per aver dichiarato che "la sinistra vince su internet perché i lavoratori pubblici non fanno un c...", parla anche del lavoro notturno che non considera usurante: "Per il lavoro notturno continuativo – spiega Stracquadanio – non c’è un dato che dimostra una particolare usura. Molti scelgono il turno di notte per organizzare meglio la vita familiare. Non ha una caratteristica di maggior usura, semmai di maggior costo e quindi dovrebbe essere pagato di più il lavoro, non anticipata la pensione". Poi aggiunge: "Molti lavori sono considerati usuranti ma non lo sono affatto. Alcuni sono più difficili e rischiosi, ma il rischio si paga con più soldi, non con meno anni di lavoro. Le caratteristiche di un lavoro usurante dovrebbero essere determinate sulla base di concreti effetti sulla salute e dovrebbero essere pagati meglio. Se uno fa un lavoro più difficile, più faticoso, dovrebbe ricevere più soldi". La dura replica dell'Idv. "Se l’onorevole Stracquadanio voleva fare una battuta, è stata di cattivissimo gusto. Ma ciò che preoccupa è che non si sia trattato affatto di una battuta. Il parlamentare Pdl parlava probabilmente, sul serio, quando ha affermato che quello del camionista non è un lavoro stressante. Ciò significa non solo che il collega non ha alcun rispetto nei confronti di lavoratori seri ed indispensabili per la ripresa dell’economia, ma anche, cosa forse ancor più grave, che non ha colto minimamente il senso di quanto sta accadendo nel Paese". E' la dura replica di Antonio Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, all'ultima uscita dell'onorevole Stracquadanio. "La crisi è seria e dunque chi ha la fortuna di fare il parlamentare, con tutti i privilegi che ne conseguono, compreso il vitalizio garantito dopo soli cinque anni di lavoro – aggiunge Borghesi – non può permettersi, soprattutto in questo momento, di parlare in termini così poco rispettosi dei cittadini che dedicano al lavoro tante ore della propria giornata e lo fanno con impegno, serietà e fatica". Raffaele Emiliano

Il Csm boccia il processo lungo: "Dirompente" "Ha la capacità di rallentare a dismisura tutti i procedimenti"

Il documento che boccia il processo lungo e’ stato approvato con 18 voti a favore e 3 contrari dei laici del Pdl. Il no di questi ultimi e’ stato motivato dalla convinzione che il Csm non possa censurare un ddl all’esame del Parlamento.

Roma, 7 settembre 2011 - Il Csm lancia l'allarme: "Avra’ una portata dirompente sul sistema Giustizia il ddl Lussana sul 'processo lungo', approvato dal Senato a fine luglio", perche’ ‘’legittimando’’ le piu’ varie tattiche dilatorie da parte degli imputati avra’ la ‘’capacita’ di rallentare a dismisura la durata di tutti i procedimenti in corso’’.

Il documento che boccia il processo lungo e’ stato approvato con 18 voti a favore e 3 contrari dei laici del Pdl. Il no di questi ultimi e’ stato motivato dalla convinzione che il Csm non possa censurare un ddl all’esame del Parlamento, pena una interferenza nell’attivita’ delle Camere; non invece dalla condivisione del ddl Lussana, che presenta aspetti ‘’contestabili e non condivisibili’’, come hanno riconosciuto i laici del Pdl Niccolo’ Zanon e Bartolomeo Romano.

Il provvedimento - che consente alla difesa di portare in aula un numero illimitato di testimoni, cancellando il potere del giudice di escludere le prove superflue - va in ‘’direzione opposta’’, avverte il Csm, al principio costituzionale della ragionevole durata del processo e alle ‘’esigenze’’ della Giustizia italiana, la cui ‘’principale causa di criticita’’’ e’ la lunghezza dei processi. E se i suoi effetti si sommeranno a quelli del ddl sulla prescrizione breve, il risultato non potra’ che essere quello di ‘’negare le condizioni per pervenire ad un accertamento dei fatti oggetto delle imputazioni in tempi ragionevoli’’; il che vuol dire ‘’vanificare ogni tentativo di offrire un servizio di giustizia efficiente per i cittadini nel rispetto del principio di uguaglianza e legalita’’’. Nel documento si segnala anche ‘’la portata preoccupante’’ della norma transitoria che prevede l’applicazione delle nuove regole ai processi in corso in primo grado per i quali non sia chiuso il dibattimento: potra’ ‘’determinare la necessita’ - affermano i consiglieri di Palazzo dei Marescialli - di far ricominciare daccapo tutti i processi in corso in primo grado per consentire alle parti di avvalersi della nuova disciplina’’.

La Siria nell'occhio del ciclone. I sospetti russi sul dopo Libia

Intervista a Boris Dolgov, dell'Istituto di Studi Orientali di Mosca, che analizza la situazione in Siria e la posizione della Russia.

assadmedvedevdi Guy Delorme - infosyrie.fr.

Dottor Dolgov ci protrebbe dire, innanzitutto, le ragioni della sua presenza a Damasco e Hama?

Sono qui su invito del governo siriano, e sono uno dei 25 membri della delegazione russa, che comprende rappresentanti del mondo della cultura e del giornalismo, nonché rappresentanti delle associazioni di amicizia russo-siriana.

C'è la sensazione che l'attuale sostegno della Russia alla Siria ha valore di messaggio verso l'Occidente. Un messaggio che dice in sostanza: «Non siamo ingannati dalla vostra retorica sulla democrazia e sui diritti umani, che servono a legittimare le vostre interferenze e i vostri progetti di destabilizzazione». Lei che ne pensa?

In effetti si è già avuto questo scenario, questo approccio in Libia, è inaccettabile che questo si ripeta in Siria. In Libia, l'Occidente non sta lottando per la democrazia, ma incoraggia e interviene in una guerra civile. E la Russia non vuole che la Siria sia vittima delle stesse manovre.

In Francia, si pongono spesso in contrasto Medvedev e Putin, nel tentativo di dividere l'esecutivo russo. Il supporto per la Siria è oggetto di un consenso a Mosca, oppure ci sono delle divergenze?

Credo in realtà che ci siano due tendenze al Cremlino: una più filo-occidentale rispetto all'altra. Ma per ora, la linea ufficiale è quella del sostegno al regime siriano. Questa potrebbe cambiare in futuro, non lo so.

Non pensa che gli americani in Siria rifacciano quello che hanno provato a fare una volta alle porte della Russia, sostenendo le rivoluzioni "arancioni" in Ucraina e Georgia, attraverso le ONG?

Sì, è praticamente la stessa cosa. Alcune forze vorrebbero cambiare il regime di Damasco per installarne al suo posto uno più favorevole all'Occidente.

Sapete se il presidente Medvedev e il primo ministro Putin hanno frequenti contatti con Bashar al-Asad, in particolare dopo l'inizio della crisi?

Onestamente non lo so.

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http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/6735-la-siria-nellocchio-del-ciclone-i-sospetti-russi-sul-dopo-libia.html

Appello. Siamo indignati, costruiamo l'alternativa

indignados2011megaNoi siamo indignati. Siamo indignati contro i governi europei, che stretti tra la crisi e le politiche liberiste e monetariste imposte dalla Bce e dall'Fmi, accettano di essere esautorati delle funzioni democratiche per diventare semplici amministratori dei tagli della spesa sociale, delle privatizzazioni, della precarizzazione del mondo del lavoro e della costruzione di opere faraoniche, incuranti dell'ambiente e delle popolazioni. Siamo indignati perché le classi dirigenti continuano a proporci l'austerity per le popolazioni, mentre le rendite e i privilegi della finanza, dei grandi possidenti e della politica rimangono intonse, quando non crescono.

Siamo indignati in particolare contro il governo italiano, che ha deciso di rispondere alla crisi con una manovra i cui contenuti cambiano di ora in ora ma i cui pilastri restano sempre gli stessi: taglio ai servizi, privatizzazioni, attacco ai diritti dei lavoratori. Siamo indignati perché il governo ha deciso di abolire per decreto il diritto del lavoro, permettendo alle aziende di derogare ed eludere contratti e leggi, compreso l'art.18 dello Statuto dei lavoratrici e dei lavoratori, proseguendo sulla strada della cancellazione della libertà e della democrazia nei luoghi di lavoro. Siamo indignati perché in questo modo si elimina la democrazia nei luoghi del lavoro e si estende a tutti i lavoratori il ricatto della precarietà, e della clandestinità per i migranti, con cui negli ultimi due decenni si sono livellate verso il basso i diritti e le condizioni di vita di migliaia di giovani, esclusi dal sistema di welfare e da ogni orizzonte di emancipazione. indignatissimiSiamo indignati perché poco più di 2 mesi fa abbiamo votato, insieme alla maggioranza assoluta del popolo italiano, per la ripubblicizzazione dell'acqua e per le energie rinnovabili, e ora vediamo il nostro governo riproporre esattamente le vecchie ricette basate sulla svendita dei beni e su un modello di sviluppo energivoro. Siamo indignati perché si potrebbe fare altro; perché vorremmo uscire dalla crisi attraverso un grande processo di innovazione, attraverso al costruzione di un nuovo modello di sviluppo che colga la sfida della riconversione ecologica dell'economia e di uno sviluppo sociale partecipato, basato sulla centralità dei saperi e dell'innovazione. Invece il nostro governo continua a impoverire la scuola pubblica, l'università e la ricerca, ignorando i milioni di studenti, dottorandi, precari, ricercatori che si sono mobilitati negli scorsi mesi e preferendo ascoltare la voce delle rendite baronali e dei profitti aziendali. Siamo indignati perché i governi europei inseguono il dogma del pareggio di bilancio, cercando di far quadrare i conti della finanza, appesi come sono ai giudizi delle agenzie di rating o dei mercati di borsa, invece di fare i conti con le esigenze e i bisogni dei loro cittadini.

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Rai, nuovo stop per la Dandini

Serena Dandini

"Parla con me" a rischio. Ultimatum del dg Lei: si farà solo con produzione interna. La conduttrice: non c'è la volontà di realizzare il programma

Nuova battuta d'arresto per Parla con me, il programma di Serena Dandini ancora bloccato sul nodo produzione e che, a questo punto, rischia di non tornare sugli schermi di Raitre, o di farlo non prima di gennaio. Oggi il Cda ha affrontato il tema, spaccandosi tra chi - come la maggioranza e il Dg Lorenza Lei - ha mantenuto ferma la linea del rispetto della policy aziendale sull'uso di risorse interne per i programmi Rai e l'opposizione che ha ribadito la possibilità di superare lo scoglio per far partire il programma. E il Presidente, Paolo Garimberti, che ha sostenuto la linea di risolvere intanto il caso Dandini per definire poi la policy aziendale in un momento non caldo, e non su un caso specifico. Lei dunque non ha arretrato dalla posizione emersa negli ultimi giorni, che appare però rivista rispetto a quella espressa nell'ultimo Cda di agosto, quando il Dg informò il Consiglio sul fatto che erano cadute le obiezioni tecniche alla firma del contratto con Fandango, firma però rinviata a settembre. Motivo per cui oggi l'opposizione in Consiglio si chiede se il nodo non riguardi il programma stesso. Il rispetto della policy sull'uso di risorse interne per programmi della Rai, hanno ribadito oggi i consiglieri, non è un ostacolo reale perché si poteva seguire il criterio dell'infungibilità, o chiedere un piccolo 'sconto' a Fandango sui costi di produzione. E comunque, sottolinea Giorgio Van Straten, "il Cda non ha mai votato una policy aziendale". La maggioranza ha fatto invece quadrato su Lei. Spaccatura quindi in Consiglio, dove Garimberti ha invitato a 'codificare' una policy aziendale in un clima diverso, fuori dal caso specifico e in modo che si possa applicare a tutti. Di certo la nuova battuta d'arresto mette a rischio il programma, che per Dandini e Fandango la Rai non sembra realmente intenzionato a fare. Sulla carta Parla con me è in palinsesto, l'azienda aveva definito Dandini strategica, ma certo sugli ultimi sviluppi ha pesato anche la voce di una trattativa con La7: sarà nei prossimi giorni, confidano fonti di maggioranza, che si capirà se è reale (e allora davvero Fandango non accetterà la condizione delle risorse interne Rai) o meno. Secondo la Dandini non c'è intenzione di fare la trasmissione: «Non mi sembra che ci sia la volontà di fare il programma, lo dicessero e buonanotte». «E meno male che sono altamente strategica per l’azienda - ironizza la conduttrice -: mi hanno detto il primo agosto che avrei avuto risposte in 48 ore. Sono passati 40 giorni... La partenza del programma, prevista per il 27 settembre, è stata fatta saltare per inerzia... Mi sbaglierò ma non mi sembra che ci sia nessuna volontà ».

Evviva il cioccolato. Una ricerca lo promuove a pieni voti: "Fa bene: è uno scudo per il cuore"

www.italiainformazioni.com

(Dall'inviata dell'Adnkronos Salute Paola Olgiati) - E' ufficiale: il cioccolato e' uno 'scudo' per il cuore. Fondente o al latte, solido o liquido, in barretta o sotto forma di biscotto, ogni versione dell'alimento piu' amato dai golosi promette di ridurre di un terzo il rischio di infarto e ictus. Non si illuda, pero', chi pensa di avere un alibi per abbuffarsi: l'effetto protettivo si ottiene con soli 7,5 grammi al giorno, piu' o meno l'equivalente di un cioccolatino.

A promuovere il cioccolato e' una metanalisi presentata a Parigi, al congresso della Societa' europea di cardiologia (Esc). La ricerca, coordinata da Oscar Franco dell'universita' di Cambridge in Gb, e' pubblicata oggi sull'edizione online del 'British Medical Journal'. Le virtu' del cioccolato non sono certo nuove. Si sa che ha poteri antiossidanti e antinfiammatori, che riduce la pressione arteriosa e tiene lontana la resistenza insulinica, anticamera del diabete. Ora pero' il team britannico ha passato in rassegna i principali studi condotti sul tema. Sono stati esaminati 7 lavori, per un totale di oltre 100 mila persone coinvolte, sia sane che cardiopatiche. Per ogni studio, Franco e colleghi hanno confrontato tra loro i gruppi che consumavano le quantita' piu' alte e piu' basse di cioccolato. In 5 studi e' stato dimostrato che chi mangiava piu' cioccolato aveva un rischio cardiovascolare inferiore.

Complessivamente, al netto di possibili fattori confondenti, la probabilita' di attacchi cardiaci diminuiva del 37% e il pericolo di ictus del 29%. Nessuna associazione positiva e' stata invece riscontrata fra consumo di cioccolato e prevenzione dello scompenso cardiaco. Gli autori insistono sulla necessita' di ulteriori studi che possano verificare se e' davvero il cioccolato il responsabile di questi benefici, oppure esistono elementi non ancora identificati in grado di spiegare altrimenti il suo apparente effetto-scudo. Non solo. I ricercatori invitano anche a fare attenzione alle calorie: le diverse 'varianti' di cioccolato in commercio regalano circa 500 calorie ogni 100 grammi, quindi esagerare significa perdere ogni possibile vantaggio sotto i colpi di chili di troppo, diabete e cardiopatie. Da qui l'appello degli scienziati al mondo dell'industria: ''Bisogna trovare il modo di ridurre l'apporto di grassi e zuccheri fornito dai prodotti a base di cioccolato oggi sul mercato''.

Tbc al Gemelli, il Codacons: mezzo milione di danni per ogni bimbo positivo

Fazio: in Italia nessuna emergenza tubercolosi.

ROMA - Al via una serie di azioni giudiziarie a favore delle famiglie dei bambini coinvolti nella vicenda della Tbc al policlinico Gemelli di Roma: fra queste due class action, una per i piccoli risultati positivi al test della Tbc e una per quelli negativi, più una richiesta di risarcimento in sede civile per padri, madri e figli, ognuno dei quali colpiti da danni di vario genere, da biologico a morale, a esistenziale. Per quest'ultimo, la quantificazione provvisoria arriva a stimare un risarcimento di mezzo milione di euro per ogni bimbo risultato positivo alla Tbc. A organizzare le azioni il Codacons, che ha tenuto una conferenza stampa questa mattina a Roma. «Non esiste una emergenza per la tbc in Italia e i bambini coinvolti grazie alla profilassi non avranno conseguenza», assicura intanto il ministro della Salute Ferruccio Fazio durante il question time alla Camera. «In Italia l'incidenza della malattia è stata nel 2009 di 7 casi per 100 mila residenti, 4200 casi in totale, sotto il valore che indica i paesi a bassa prevalenza e questo dato è stabile da molti anni. Ritengo - ha detto Fazio - di potere veramente rassicurare i genitori sul fatto che i bambini coinvolti e già sottoposti a profilassi non avranno conseguenze e questo è forse l'aspetto principale da sottolineare». L'azione del Codacons. Il danno biologico, inteso come perdita di integrità psicofisica, per i piccoli risultati positivi è stimato dal Codacons in circa 72 mila euro, quello morale, che riguarda i patimenti psicologici sofferti dal bebè, in 36 mila (la metà del danno biologico) e quello esistenziale, appunto, fino a 500 mila euro. «Quest'ultimo tipo di danno - spiega l'avvocato Alessia Stabile all'agenzia Adnkronos Salute - è in pratica quello che insorge quando al bambino viene negato il diritto di nascere sano, per questioni derivate da terzi». A quantificarlo sarà comunque il giudice secondo principi di equità, precisa l'associazione. Per i genitori dei bimbi positivi, in preda a forte stress e preoccupazione, risarcimento per danno biologico di circa 47 mila euro, per danno morale pari alla metà e per danno esistenziale fino a 250 mila euro. Per i bimbi negativi il risarcimento per danno biologico è stimato in 51 mila euro, quello per danno morale nella metà e quello per danno esistenziale, da quantificare a seconda che il bimbo sia o non sia stato sottoposto a profilassi, fino a 100 mila euro. Infine, per i genitori dei bimbi negativi, risarcimento per danno biologico da valutare a seconda che il piccolo sia o non sia stato sottoposto a profilassi, per danno morale pari alla metà e per danno esistenziale fino a 100 mila euro.

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Ruby, il premier alla Camera: no all’uso delle intercettazioni

Ruby
di Cristiana Mangani

ROMA - Tre pagine firmate di suo pugno con le quali il presidente del Consiglio fa appello alla tutela della privacy e, soprattutto, a quella dei suoi ospiti. Sono state mandate ieri, in serata, alla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, e contengono la richiesta di inutilizzabilità delle intercettazioni relative al caso Ruby. Una richiesta che arriva a processo milanese giàavviato, e dunque appare inaspettata. Ma apre un fronte che, con molte probabilità, potrebbe condizionare anche l’imminente deposito degli atti dell’inchiesta barese su escort e prostituzione. Berlusconi, infatti, insiste su un punto in particolare, e cioè su come le orecchie dei magistrati abbiano potuto ascoltare dialoghi avvenuti nella casa di un parlamentare, senza averne l’autorizzazione. Agli atti del processo ci sono tabulati telefonici e registrazioni di conversazioni che si sono svolte ad Arcore. Le ragazze dell’Olgettina, ospiti del premier, parlavano spesso al cellulare, e la loro presenza nella grande casa lombarda è stata accertata dai tracciati delle celle telefoniche. Dunque, secondo la lettera inviata alla Giunta, non sono legittime e non possono essere usate nel processo. Nel centro destra viene spiegato che, in buona sostanza, si tratterebbe della memoria già depositata a Milano dai legali di Berlusconi Niccolò Ghedini e Piero Longo che, però, era stata respinta dai magistrati, i quali non hanno accolto proprio la possibilità che le conversazioni fossero inutilizzabili perché non autorizzate. Ora, si chiede l’opposizione, premier e avvocati ripresentano la stessa istanza alla Giunta «quasi fosse una sorta di appello». Ed è proprio per questo, sostengono, si tratta di una richiesta «irricevibile», viste anche le competenze della Giunta «estremamente limitate» e costituzionalmente «codificate». Un conto, si sottolinea, è individuare se ci sia stato o meno del fumus persecutionis nei confronti di un parlamentare, un altro «è intervenire in un processo sostituendosi di fatto alla magistratura». La lettera verrà letta ufficialmente nella seduta di oggi, nella quale si dovrà affrontare anche il caso Milanese, l’ex braccio destro di Giulio Tremonti, sul cui capo pende una richiesta di arresto da parte dei magistrati di Napoli. E in entrambe le vicende il voto degli esponenti della Lega risulterà vincolante (10 deputati dell’opposizione contro 11 della maggioranza). Il premier si augura che l'organismo presieduto da Pierluigi Castagnetti (Pd) si pronunci sulla questione che lo riguarda, rendendo di fatto inutilizzabile l'uso dei colloqui telefonici, anche se su persone terze. L’opposizione, però, insiste: «È un precedente gravissimo». E si capisce che già pensano a Bari e alla valanga di intercettazioni e atti che stanno per essere depositati, e che gli stessi indagati nell’inchiesta sulle escort a Palazzo Grazioli, hanno definito «scabrosi e mediaticamente devastanti per il premier». Lunghe chiacchiere fatte al telefono nei corridoi del palazzo da Patrizia D’Addario e socie.

Berlusconi nasconde in finanziaria legge ad personam per aggirare reato di evasione

Le tanto sbandierate misure contro l'evasione che dovrebbero aiutarci a risanare le finanze pubbliche? Lodevoli, se non celassero l'ennesima norma ad personam a favore del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

A denunciare la misura-scandalo è il senatore e avvocato dell'Italia dei Valori, Luigi Li Gotti: "Manette agli evasori! - ha dichiarato Li Gotti - Una presa in giro e un regalo ai grandi evasori. Il Governo prevede la sospensione della pena se l'evasione supera i tre milioni nonché superiore al 30% del volume d'affari.

Spieghiamo meglio: nel maxiemendamento sul quale il governo porrà la fiducia viene inserito un ulteriore elemento affinché scattino le manette per gli evasori. In sostanza, affinché si vada in carcere la somma evasa dovrà essere superiore ai 3 milioni di euro e contemporaneamente equivalere o essere superiore al 30% del volume d'affari. La notizia è confermata anche da un lancio di MF Dow Jones.

Quindi, evadendo una cifra inferiore al 30% del volume d'affari, anche se tale somma supera, e di molto, i 3 milioni di euro, si potrà tranquillamente beneficiare delle misure alternative alla galera. "Insomma - aggiunge Li Gotti - con un volume di 100 milioni, si evade per 29 milioni e pena sospesa. Primo beneficiario? Indovinate. Silvio Berlusconi".

Somalia nella morsa della fame. Rischiano di morire 750 mila persone

L'allerme dell'Onu. E' la sesta regione somala ad entrare nel tragico elenco delle aree colpite dalla carestia. La zona è controllata dagli Shabaab, gli integralisti legati ad al Qaida che spesso si oppongono agli aiuti internazionali

Una carestia senza precedenti, che aveva già messo in ginocchio gran parte del paese, ora va a colpire anche la regione meridionale del Corno d'Africa. Entro fine anno l'intera zona del Bay sarà colpita dalla siccità. E senza una risposta adeguata alla crisi umanitaria 750 mila persone moriranno. È questo il nuovo allarme lanciato dall'Onu. "Se il livello di risposta attuale continua così, la fame avanzerà ancora" - avverte il centro di analisi per la sicurezza alimentare dell'Onu - decine di migliaia di persone sono già morte, di queste oltre la metà erano bambini". Bay è la sesta regione somala ad entrare nel tragico elenco stilato dalle Nazioni Unite, con un tasso di malnutrizione tra i bambini che raggiunge il 58%. "L'intera regione - ha dichiarato il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, Mark Bowden - è stata dichiarata area colpita dalla carestia". In una Somalia dilaniata dalla guerra, la carestia ora si spinge sempre più a sud. Nella zona, controllata dagli Shabaab, gli aiuti internazionali, già insufficienti, faticano ad arrivare proprio a causa dell'opposizione degli integralisti legati ad al Qaida. Secondo le agenzie umanitarie infatti ad impedire che i generi di prima necessità arrivino a chi ne ha più bisogno sono proprio i miliziani Shabaab. Gli aiuti sono riusciti a raggiungere solo un milione di persone. E in ogni caso non basterebbero comunque, visto che il Pam, il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, ferocemente osteggiato dai ribelli qaedisti, ha reso noto di aver ricevuto dai paesi donatori 550 milioni di dollari di aiuti rispetto all'ammontare richiesto di 1,06 miliardi. La catastrofe umanitaria del Corno d'Africa continua ad allargarsi. Nei principali siti somali, come Mareeg e Shabelle, l'allarme siccità è in primo piano. A questo si aggiungono le ultime notizie sugli Shabaab che hanno imposto il coprifuoco in località come Elasha-Biyaha e Afgoye, a qualche decina di chilometri da Mogadiscio. La carestia, che per ora ha colpito le regioni del Basso Shabelle e il sud di Bakol, oltre che i 400.000 sfollati dei campi di Afgoye, quelli della capitale somala, i distretti di Ballad e Adale, nella regione del Medio Shabelle, ha delle cifre ben precise: almeno il 20% delle famiglie sono colpite da una grave penuria alimentare, il 30% della popolazione è in uno stato di grave malnutrizione e c'è un tasso di mortalità quotidiano di 2 persone su 10 mila. In totale, l'Onu ha stimato in quattro milioni di somali, il 53% della popolazione, le persone a rischio deficit alimentare. A peggiorare la situazione le piogge attese in ottobre, che non riusciranno per ora a far crescere i raccolti, ma aumenteranno il rischio di malattie come colera e malaria

Intervento del Quirinale contro Castelli "Ma quali boiardi? Paghiamo il contributo"

Una nota risponde al senatore leghista: "E' già applicato al personale del Colle la supertassa di solidarietà". Il politico del Carroccio aveva detto: "C'è una supercasta della presidenza della Repubblica che vuole conservare i privilegi"

ROMA - Il Quirinale non ci sta a passare per privilegiato rispetto alla manovra. E risponde, con una nota durissima, alle frasi pronunciate stamattina dal leghista Roberto Castelli. Questo il messaggio che arriva dall'ufficio stampa della presidenza della Repubblica: "In relazione alla dichiarazione del senatore Castelli, secondo cui non si sa quali super boiardi della presidenza della Repubblica sarebbero esclusi dal contributo di solidarietà, si rileva non solo che il Quirinale è estraneo alla formulazione della norma contenuta nel maxi-emendamento del Governo di cui Castelli fa parte, ma anche che a tutto il personale della Presidenza già si applica il contributo di solidarietà a suo tempo introdotto per la Pubblica Amministrazione". "Naturalmente - conclude la nota - ogni determinazione in materia può essere esplicitata dal Governo; è ad esso che spetta dare chiarimenti e indicazioni in proposito". Come dire, quel governo di cui Castelli fa parte. Ma ricordiamo cosa aveva detto Castelli: "C'è una super casta romana che non se ne vuole dare per inteso e vuole mantenere tutti i propri privilegi. Infatti nel maxi-emendamento del governo si può trovare una disposizione che esonera dal taglio delle indennità prevista per tutti gli organi costituzionali i super boiardi della corte costituzionale e della presidenza della repubblica". "In questo momento - aggiungeva Castelli - il maxi emendamento è all'esame delle commissioni e la fiducia verrà votata solo stasera. C'è ancora tempo per cambiare questo testo. Mi rivolgo al presidente della Repubblica affinchè intervenga a sanare questa...ciascuno la giudichi come crede". Subito dopo, arriva la correzione di rotta di Castelli, che prova a chiudere la polemica: "In primo luogo, non ho mai detto che la manovra sia stata ispirata dal Quirinale. In secondo luogo anche io non so quali e quanti siano i super boiardi che beneficeranno di questa norma". La Lega è una delle forze politiche più lacerate dalla manovra. E sono molti i segnali di nervosismo che arrivano dal Carroccio. Oggi l'organo di partito, La Padania, dopo aver per settimane insistito sulla difesa delle pensioni fatta dal Carroccio, ha evitato nel titolo qualsiasi riferimento al tema. Limitandosi a scrivere "Via libera alla manovra".

L’Europa all’Italia: “No al razzismo dei politici”

Il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa richiama il Belpaese. Con chi ce l’avrà?

Basta con gli slogan razzisti dei politici. E’ uno dei messaggi all’Italia inviato dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, nell’ultimo rapporto sul nostro paese, nel quale si sottolinea anche che pochi passi avanti, se non addirittura nessuno, sono stati fatti negli ultimi tre anni dalle autorita’ italiane nel garantire il rispetto dei diritti umani di rom e immigrati.

BASTA POLITICA - ‘E’ arrivato il momento per l’Italia – e’ scritto ancora nel rapporto – di sviluppare con vigore le disposizioni del codice penale relative ai reati di matrice razzista per arginare il continuo uso di slogan razzisti da parte dei politici’. Il rapporto si basa su quanto riscontrato durante la visita di Hammarberg in Italia il 26 e 27 maggio scorsi. La situazione dei rom e degli immigrati, afferma il Commissario, e’ una delle sfide piu’ urgenti che l’Italia deve affrontare per il pieno rispetto dei diritti umani. ‘Il trattamento riservato a queste minoranze costituisce una cartina di tornasole sull’effettivo rispetto degli standard del Consiglio d’Europa da parte dei paesi membri’ sottolineaHammarberg spiegando cosi la sua persistente attenzione per i rom e gli immigrati presenti in Italia. (ANSA)

Black Block: il film sulle violenze del G8

Il documentario su Genova a Venezia Si chiama Black Block e il titolo e’ volutamente provocatorio. ‘Testimonianze, filmati e ricostruzioni di quello che e’ accaduto 10 anni fa al G8 di Genova con la scelta precisa di dare voce solo ai manifestanti, al racconto delle parti offese. Racconti che sono stati fatti anche durante i processi, ma i media non l’hanno ripresi’, spiega Carlo A. Bachshmidt, regista del documentario presentato oggi in Controcampo italiano e rappresentante del Genova Legal Forum.

SCIOCCANTE - Il documentario ‘non è volutamente contraddittorio – aggiunge il produttore Domenico Procacci -: ogni tanto questi spazi vanno lasciati, specie se e’ un film’. L’intenso, anche scioccante, documentario sulle violenze durante il G8 di Genova 2001 con il blitz notturno alla scuola Diaz e le torture alla caserma di Bolzaneto, ‘e’ nato da un progetto collettivo di chi ha vissuto quei giorni e non ha mai perso il contatto’, ha proseguito Bachshmidt. Da li’ l’osmosi con il progetto cinematografico della Fandango, il film sulla Diaz che Daniele Vicari ultimera’ proprio domani. ‘Gli sceneggiatori del film hanno visto il materiale documentario che avrebbero poi dovuto trasformare narrativamente’, prosegue il produttore. Procacci, pero’, ammette: ‘sto vedendo i giornalieri del film, niente ha la stessa drammaticita’ delle immagini reali’.

Continua ...

http://www.giornalettismo.com/archives/145461/black-block-il-film-sulle-violenze-del-g8/