ROMA - Venticinque deputati del Popolo della libertà hanno depositato una proposta di legge costituzionale per introdurre il limite della spesa pubblica al 45% del Pil e il vincolo al pareggio di bilancio. Il testo della proposta riprende quello dell'analogo disegno di legge presentato al Senato da Nicola Rossi ed è stato depositato in vista della presentazione di una proposta del governo sulle stesse materie. «Avremmo preferito indicare il 40% del Pil come limite massimo della spesa pubblica - hanno detto i deputati - ma in considerazione del fatto che oggi la spesa pubblica è giunta all'abnorme livello del 52%, anche il 45% può essere un limite ragionevole, soprattutto perchè abbiamo fissato il suo raggiungimento nel 2020, e dunque prevediamo una riduzione di un punto percentuale all'anno». L'elenco dei firmatari è aperto da Antonio Martino, Isabella Bertolini, Giorgio Stracquadanio, Santo Versace, Enrico Costa, Alessio Bonciani che già la scorsa settimana avevano annunciato la proposta di legge, a cui si sono uniti Maria Teresa Armosino, Sandro Biasotti, Giuliano Cazzola, Manuela Di Centa, Jole Santelli e altri. Accanto a questo disegno di legge, gli stessi parlamentari si accingono a presentare un disegno di legge ordinaria che prevede lo spacchettamento del ministero dell'Economia in due, Finanze e Tesoro, e che mette in capo al presidente del Consiglio la politica di bilancio. Il gruppo di Italia dei valori intanto ha brandito in aula al Senato lo Statuto dei lavoratori nel corso della discussione sulla manovra economica. «Questo è quello che avete ignorato», ha detto il capogruppo Felice Belisario rivolto ai banchi della maggioranza mentre i colleghi del gruppo sventolavano il volume dello Statuto. «Voteremo no sapendo che sarà una delle ultime volte perchè presto andrete a casa», ha aggiunto il capogruppo a Palazzo Madama dell'Idv. Mentre il leader dell’Api, Francesco Rutelli, alza la voce durante il suo intervento. Un tema «politicamente colossale» della manovra e che «il governo vuole nascondere» è che «si chiude la stagione delle vostre promesse sul taglio delle tasse: è tutto finito e per sempre». Rutelli intervenendo in dichiarazione di voto in aula a palazzo Madama, ha proseguito: «Il governo ha fatto ricorso a un diluvio di tasse», con l'aumento dell'Iva che «colpisce le fasce più deboli e le piccole imprese». Per Rutelli si tratta del «fallimento del vostro governo» che sarà costretto a «presentare presto» una nuova manovra. Rutelli ha concluso citando una frase dell'ex capo della Procura di Milano, Francesco Saverio Borrelli: «Berlusconi pensa di salvarsi con la frase usata dai giudici di Milano poco amati: resistere, resistere, resistere. Non credo che andrà lontano»
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