mercoledì 7 settembre 2011

Somalia nella morsa della fame. Rischiano di morire 750 mila persone

L'allerme dell'Onu. E' la sesta regione somala ad entrare nel tragico elenco delle aree colpite dalla carestia. La zona è controllata dagli Shabaab, gli integralisti legati ad al Qaida che spesso si oppongono agli aiuti internazionali

Una carestia senza precedenti, che aveva già messo in ginocchio gran parte del paese, ora va a colpire anche la regione meridionale del Corno d'Africa. Entro fine anno l'intera zona del Bay sarà colpita dalla siccità. E senza una risposta adeguata alla crisi umanitaria 750 mila persone moriranno. È questo il nuovo allarme lanciato dall'Onu. "Se il livello di risposta attuale continua così, la fame avanzerà ancora" - avverte il centro di analisi per la sicurezza alimentare dell'Onu - decine di migliaia di persone sono già morte, di queste oltre la metà erano bambini". Bay è la sesta regione somala ad entrare nel tragico elenco stilato dalle Nazioni Unite, con un tasso di malnutrizione tra i bambini che raggiunge il 58%. "L'intera regione - ha dichiarato il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, Mark Bowden - è stata dichiarata area colpita dalla carestia". In una Somalia dilaniata dalla guerra, la carestia ora si spinge sempre più a sud. Nella zona, controllata dagli Shabaab, gli aiuti internazionali, già insufficienti, faticano ad arrivare proprio a causa dell'opposizione degli integralisti legati ad al Qaida. Secondo le agenzie umanitarie infatti ad impedire che i generi di prima necessità arrivino a chi ne ha più bisogno sono proprio i miliziani Shabaab. Gli aiuti sono riusciti a raggiungere solo un milione di persone. E in ogni caso non basterebbero comunque, visto che il Pam, il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, ferocemente osteggiato dai ribelli qaedisti, ha reso noto di aver ricevuto dai paesi donatori 550 milioni di dollari di aiuti rispetto all'ammontare richiesto di 1,06 miliardi. La catastrofe umanitaria del Corno d'Africa continua ad allargarsi. Nei principali siti somali, come Mareeg e Shabelle, l'allarme siccità è in primo piano. A questo si aggiungono le ultime notizie sugli Shabaab che hanno imposto il coprifuoco in località come Elasha-Biyaha e Afgoye, a qualche decina di chilometri da Mogadiscio. La carestia, che per ora ha colpito le regioni del Basso Shabelle e il sud di Bakol, oltre che i 400.000 sfollati dei campi di Afgoye, quelli della capitale somala, i distretti di Ballad e Adale, nella regione del Medio Shabelle, ha delle cifre ben precise: almeno il 20% delle famiglie sono colpite da una grave penuria alimentare, il 30% della popolazione è in uno stato di grave malnutrizione e c'è un tasso di mortalità quotidiano di 2 persone su 10 mila. In totale, l'Onu ha stimato in quattro milioni di somali, il 53% della popolazione, le persone a rischio deficit alimentare. A peggiorare la situazione le piogge attese in ottobre, che non riusciranno per ora a far crescere i raccolti, ma aumenteranno il rischio di malattie come colera e malaria

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