Maurizio Gasparri accusa l’esponente del Pd in una nota sul caso Penati. E lui lo querela
Catfight tra Walter Veltroni e Maurizio Gasparri. Il presidente dei senatori PdL accusa l’esponente Pd di tangenti in relazione al caso Enimont. E lui lo querela
LA NOTA - Ecco la nota di Gasparri sul caso Penati:
“Si scrive Penati si legge Bersani. Il sistema di potere dei Ds-Pd emerge con chiarezza dalle vicende di Sesto San Giovanni. Appare come la continuazione delle tradizionali vicende che hanno visto il principale partito della sinistra al centro di un sistema finanziario ricco di risorse e povero di trasparenza, per non dire altro”. ”Non e’ un caso che in difesa del modello Sesto sia scesa in campo anche la vecchia guardia dell’ex Pci sui propri giornali poco riformisti – aggiunge -. Non sara’ il soccorso giudiziario che vorrebbe far scattare la prescrizione a cancellare questo gigantesco scandalo. Le cifre enormi, i rapporti tra Gavio, Fassino e Bersani, proseguiti nell’acquisto superpagato delle azioni della Serravalle da parte di Penati, fanno immaginare che le risorse illecitamente pagate non servissero per singoli corrotti, ma per alimentare un sistema. E Bersani spera di farla franca come capito’ ai suoi predecessori graziati dal Di Pietro magistrato che cosi’, salvati dalla tangente Enimont i capi Pds D’Alema, Veltroni, Fassino ecc., si avvio’ verso la carriera ministeriale insieme alla sinistra a cui aveva garantito immeritata impunita’. Dall’Enimont e dalle coop al metodo Sesto gestito da Penati braccio destro di Bersani la storia non pare diversa. Serve una campagna di verita’ – conclude la nota di Gasparri -. E’ questo il vero e illecito costo della politica. Bersani non si illuda di sfuggire alle sue colpe politiche e morali. Cosi’ come Penati e i compagni di Sesto non potranno evitare la realta’. C’e’ tutta una storia da riscrivere. Dalla Napoli degli anni ottanta all’area Falck”.
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