La bocca del lupo del carcere di Rebibbia inghiotte Salvatore Cuffaro. Salvatore Cuffaro è in carcere, a Rebibbia per aver favorito i boss di Cosa Nostra. L'ex governatore della Sicilia prega a lungo in attesa della sentenza della Cassazione che lo condanna in via definitiva a sette anni per favoreggiamento di esponenti di Cosa Nostra nel processo per le talpe alla Direzione Distrettuale Antimafia palermitana. Salvatore Cuffaro, ex presidente della della regione siciliana, è costretto alle dimissioni per la condanna in primo grado a Palermo che esclude l'aggravante mafiosa.
Nel complesso, la sentenza del Tribunale di Palermo del 18 gennaio 2008, infligge agli undici coimputati condanne più lievi. Totò Vasa Vasa cade su una foto che lo ritrae con una guantiera di cannoli freschissimi per festeggiare la condanna a quattro anni per favoreggiamento "semplice".
In appello, la condanna riconosce l'aggravante mafiosa, gli anni di reclusione diventano sette. Cuffaro si dice fiducioso del ricorso in Cassazione. Il procuratore generale sembra volergli dare ragione, chiede ancora una volta l'esclusione dall'aggravante mafiosa. Per la pubblica accusa in Cassazione non appare sufficientemente provato che l'ex governatore sapesse che il manager della Sanità Aiello ricevesse le sue confindenze nell'interesse di Cosa Nostra sulla presenza delle cimici dei carabinieri nella casa del boss Guttadauro.
La sentenza della seconda sezione della Cassazione, cancella ogni dubbio, ogni beneficio. Per Salvatore Cuffaro i guai giudiziari non finiscono qui: il 3 febbraio ricomincia, davanti al gup di Palermo, il rito abbreviato a carico dell'ex governatore, per concorso esterno in associazione mafiosa. La pubblica accusa chiede la condanna a dieci anni.
Totò Cuffaro all'ora di pranzo lascia la casa romana. Ai giornalisti dice: "Vado a costituirmi a Rebibbia" In effetti i carabinieri lo portano alla caserma Farnese. Lì gli notificano l'ordine di carcerazione faxato da Palermo. Prima di sparire tra le braccia degli investigatori del Ros, Cuffaro aggiune: "Mi appresto a scontare la mia pena con grande fiducia nelle istituzioni".
Quelle istituzioni che Cuffaro ha tradito raccogliendo notizie sull'inchieste a palazzo di Giustizia a Palermo, inducendo al tradimento impiegati e investigatori come spiega la sentenza che lo inchioda. Tant'è, i carabinieri del Ros di Palermo portano in carcere altri due condannati: un collega, l'ex maresciallo dei carabinieri Giorgio Riolo, concorso esterno in associazione mafiosa, 7 anni, 5 mesi, uno sconto di sei mesi dalla Cassazione che invece conferma a l'ex manager della sanità Michele Aiello 15 anni e mezzo di carcere. Riolo stanotte dorme nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, Aiello al Pagliarelli di Palermo. Totò Cuffaro stanotte riposa e medita in quel di Rebibbia a Roma. Ma l'attende il Pagliarelli nella natìa Sicilia, dove nessuno più è intoccabile.