lunedì 19 dicembre 2011

Crisi/ Grecia, raddoppiati suicidi


Crisi/ Grecia, raddoppiati suicidi
ATENE- Solo fino a tre anni fa la Grecia era il paese europeo col più basso livello di suicidi, 2,8 su 100mila abitanti.
La crisi finanziaria, però, ha capovolto la macabra classifica, portando in testa proprio Atene, con una percentuale raddoppiata di persone che si tolgono la vita. Anche l'analisi specifica dei casi di suicidio conferma la relazione con la crisi economica: a uccidersi sono persone disperate per le loro condizioni economiche.

Lezione di storia di 'Maestro' e 'Frankenstein'

Iraq, ritiro militari Usa. A Baghdad, pero', imarranno 15mila funzionari ...

Berlusconi: forse servirà altra manovra Marina? Se si candida la diseredo


L'ex premier a ruota libera nel giorno del processo Mills: mai parlato di staccare la spina. Frequenze tv? Nessun interesse.


Silvio e Marina Berlusconi
MILANO - «Tutte le manovre hanno questo difetto: inducono alla recessione». L'ex premier Silvio Berlusconi è a Milano, in una pausa dell’udienza nel processo Mill, e parla a ruota libera: dal governo ai rapporti con la Lega, fino alla manovra e alla figlia Marina su cui scherza: «Se si candida la diseredo».

Mai parlato di staccare la spina al governo. «Non ho mai parlato di staccare la spina e davvero non credo che ci sia nessuno che responsabilmente possa fare una previsione sulla durata di questo governo. C’è un governo, tanti auguri, facciamolo lavorare, lasciamolo lavorare».

Può darsi si debba fare un’altra manovraPotrebbe essere necessaria un’altra manovra correttiva dei conti pubblici. «Il problema non è italiano, è un problema europeo. Se non riusciremo ad avere una Banca centrale che possa dare garanzie per i debiti sovrani non credo che riusciremo a risolvere i problemi dettati da questa crisi». In particolare «può darsi che si debba arrivare a una manovra, ma comunque tutte le manovre hanno questo difetto: inducono alla recessione. È un cane che si morde la coda». Berlusconi, inoltre, ha voluto ricordare che «per quanto ci riguarda, con il mio governo siamo riusciti a tenere i conti in ordine senza imporre nuove tasse, soltanto con il taglio delle spese», mentre «qui si è cambiata strada, si sono tagliate poche spese e si è proceduto nell’imposizione di nuove tasse e nell’incremento della pressione fiscale». Le parole di Passera che smentisce una seconda manovra? «Vedremo».
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Italia: summit anti-iraniano a Roma


Italia: summit anti-iraniano a Roma
ROMA - Domani a Roma i rappresentanti dell’11 paesi, compresi i membri del gruppo dei 7 paesi industrializzati del mondo, dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi, della Corea del sud e dell’Australia si riuniscono per decidere ulteriori sanzioni contro l’Iran, onde ostacolare il suo programma nucleare.Secondo quanto ha riferito il Wall Street Journal, durante la riunione gli Stati Uniti e i suoi alleati europei e arabi discuteranno sugli evenutali modi di porre sanzioni sul petrolio iraniano che porti il minimo danno al mercato globale del petrolio.

L'intensificazione delle pressioni contro l'Iran, l’imporre ulteriori sanzioni sul suo greggio e l'interruzione dei rapporti finanziari con le banche iraniane sono al centro di questo summit di Roma.

Gli Stati Uniti hanno inoltre chiesto ai loro alleati arabi e produttori dell'oro nero di garantire l’aumento delle loro esportazioni in Europa ed in Asia in caso di porre nuove sanzioni al petrolio iraniano e di interrompere i rapporti bancari con Teheran.

L'Iran è il quarto maggiore esportatore mondiale di petrolio e produce circa 2 milioni di barili al giorno. Il 18% delle esportazioni iraniane va verso l'Europa. Secondo fonti ufficiali, dall'inizio del 2011, l'Iran avrebbe esportato nei diversi paesi europei, circa 800 barili di greggio al giorno, in particolare in Italia, Spagna, Grecia, Germania e Francia.

Secondo il rapporto mensile dell'Agenzia Internazionale per l'Energia, nuove sanzioni al petrolio iraniano causerebbero un rialzo dei prezzi del petrolio e permetterebbero alla Cina e agli altri paesi asiatici di approvvigionarsi da Teheran a prezzi di favore.
Anche il segretario dell''Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), Abdallah el-Badri, ha auspicato che non ci sara' un embargo dell'Unione europea sul petrolio iraniano perche' - ha spiegato - sarebbe effettivamente molto difficile rimpiazzare le centinaia di migliaia di barili di petrolio importati ogni giorno dall'Europa dall'Iran.
Il 4 dicembre il portavoce degli esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, aveva messo in guardia americani ed europei: «Il prezzo del petrolio raddoppierà per raggiungere i 250 dollari al barile se l'Occidente metterà in atto un embargo sulle importazioni di petrolio iraniano».

Iran-Russia: mega-accordo sul petrolio


Iran-Russia: mega-accordo sul petrolio
MOSCA – Grande accordo del valore sino a un miliardo di dollari raggiunto tra la Repubblica islamica e la Russia per sviluppare il giacimento petrolifero di Zagheh nel sud dell'Iran. Lo riferisce la PressTv. L'accordo e' stato firmato tra la Tatneft, uno dei maggiori produttori petroliferi russi, e l'iraniana Petroleum Engineering and Development Company (Pedec), una sussidiaria della National Iranian Oil Company (Nioc). La capacita' produttiva del giacimento dovrebbe raggiungere i 55 mila barili al giorno nella seconda fase.

Iran/ comandante esercito: piano Usa per una lunga presenza nella regione


Iran/ comandante esercito: piano Usa per una lunga presenza nella regione
TEHERAN - Secondo il comandante delle forze di terra dell'esercito iraniano, il generale Ahmadreza Pourdastan, il ritiro delle forze americane dall'Iraq è l'esito dei cambiamenti avvenuti nei piani strategici degli Stati Uniti nella regione. “Il mantenimento delle basi militari americane in Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Qatar, la permanenza delle loro truppe in Afghanistan e il trasferimento delle loro forze da Iraq in Kuwait indicano che Washington e' intenzionata a restare per un lungo periodo in questa regione”. Il generale ha inoltre sostenuto che gli Usa ritirano le proprie forze dall'Iraq solo a causa dell’accordo raggiunto nel 2008 con il governo iracheno (lo Status of Forces Agreement, ndr) e quindi "sono stati costretti a rispettarlo per salvare la propria figura", ha proseguito Pourdastan, citato dall’IRNA. "Ma a Bagdad rimarranno circa 15mila funzionari dell'ambasciata statunitense per non parlare di quelli dei consolati di Bassora e Mosul, affiancati da un esercito di mercenari (contractors privati) per mantenere l'influenza americana in Iraq".
L’ambasciata Usa a Bagdad è la più grande ambasciata del mondo: una vera e propria città nella città, con propri generatori e pozzi d’acqua autonomi, vasta quasi quanto l’intera Città del Vaticano e sei volte di più del complesso delle Nazioni Unite a New York. Una fortezza protetta da almeno 5mila contractors, che, rimarranno in Iraq anche dopo il 31 dicembre.

Israele: morte silenziosa in Dimona


Israele: morte silenziosa in Dimona
TELAVIV - I 44 dei dipendenti del sito nucleare israeliano Dimona hanno denunciato il centro nucleare per essere stati contaminati e malati dalle radiazioni emessi di nascosto da questo centrale. Essi che lavoravano tra gli anni 60-70 nell’impianto atomico Dimona venivano esposti a diversi dosi di radiazione senza saperlo. Lo scorso mercoledì Dan Litai, un responsabile addetto alla sicurezza del centrale Dimona parlando durante l’udienza del Tribunale ha svelato che nella parte fredda dell' impianto c’era un recipiente che apparentemente non emetteva le radiazioni ma in realtà conteneva le particelle radioattive. E coloro che ci lavorano non sapevano niente del pericolo che esisteva. La costruzione del centrale Dimona cominciò in modo segreto nel 1958, con l'aiuto della Francia. Fin ora Tel Aviv ha tenuto ben chiuse le porte di Dimona alle ispezioni dell'Aiea.

Chiesa cattolica, quanto mi costi? Oltre 6 miliardi


Il tema dei costi della Chiesa cattolica è diventato di attualità in seguito all’attenzione che i mass media hanno dedicato alle esenzioni di cui gode la Chiesa per quanto riguarda il pagamento dell’Ici. Risulta pertanto di notevole interesse l’iniziativa dell’Uaar(Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) che ha realizzato un sito denominatowww.icostidellachiesa.it, per effettuare una stima dei costi, a carico di tutti gli italiani, derivanti dal sostegno alla Chiesa cattolica. L’Uuar in una nota spiega i motivi e le caratteristiche dell’iniziativa. Scrive fra l’altro: “Nessuno è al corrente dell’entità dei fondi pubblici e delle esenzioni di cui, annualmente, beneficia la religione che ne gode incomparabilmente più delle altre, la Chiesa cattolica nelle sue articolazioni (Santa Sede, Cei, ordini e movimenti religiosi, associazionismo, eccetera). Non la rendono nota né la Conferenza Episcopale Italiana, né lo Stato. È per questo motivo che l’Uuar ha deciso di dar vita alla piattaforma ‘I costi della Chiesa’: l’obiettivo è di presentare una stima di massima che sia la più attendibile e accurata possibile, citando estesamente le fonti e utilizzando metodologie trasparenti”.
Secondo quanto sostiene l’Uuar, la stima aggiornata dei costi annui della Chiesa è 6.086.565.703. Le spese più significative che determinano quell’importo complessivo di oltre 6 miliardi di euro sono le seguenti (i valori sono espressi in milioni di euro):
  • Riduzione Ires 100
  • Riduzione Irap 100
  • Esenzione Iva 100
  • Insegnamento della religione cattolica nelle scuole 1.500
  • Contributi statali alle scuole cattoliche 261
  • Contributi delle amministrazioni locali alle scuole cattoliche 400
  • Utilizzo dei fondi strutturali europei 107
  • Cambi di destinazione d’suo 150
  • Altri contributi erogati dalle Regioni 242
  • Servizi appaltati in convenzione ad organizzazioni cattoliche 150
  • Convenzioni pubbliche con la sanità cattolica 167
  • Altri contributi erogati dai Comuni 257
  • Benefici concessi da fondazioni e società a partecipazione pubblica 200
L’iniziativa dell’Uuar mi sembra molto importante. Infatti, a mio avviso, è più che opportuno conoscere con precisione l’entità dei costi pubblici derivanti dal sostegno alla Chiesa cattolica come alle altre religioni, per valutare se tali costi siano troppo elevati oppure no, soprattutto in un periodo come quello attuale nel quale si considera come obiettivo prioritario la riduzione del deficit dello Stato. Anche per rispondere a una domanda più che legittima: le spese pubbliche a favore della Chiesa devono contribuire al raggiungimento di quell’obiettivo? Io penso proprio di sì.

Dopo Berlusconi e Minzolini crolla anche Signorini. La fine di un impero?


Mala tempora currunt. Dopo la detronizzazione forzata di Silvio Berlusconi, la dipartita dal tg1 di Augusto Minzolini tocca ad Alfonso Signoriniregistrare il proprio tramonto. Il suo show Kalispera!In onda in prima serata venerdì scorso è stato un clamoroso flop. Il direttore di Chi ha infatti deliziato davanti alla TV solamente 2.341.000 spettatori. Numero ben lontano dalle medie a cui può aspirare la rete ammiraglia Mediaset. 
Sono lontani (ma nemmeno troppo) i tempi in cui il volto buono e tollerante del berlusconismo incantava l’opinone pubblica a suon di gossip. Fu lui il cantore della storia della novella Maria Goretti in arte Ruba Rubacuori finita tra le grinfie dei giudici “comunisti” e salvata dal Cavaliere di Arcore. Verità poi trasportata, votata e quindi accolta anche dal parlamento Italiano.
C’è stata un epoca in cui il programma dell’esecutivo italiano era rintracciabile tra le pagine del settimanale Chi, in cui Signorini vestiva non solo il ruolo di direttore ma anche di Ministro della Propaganda con licenza di spargere miele su tutti gli aspetti impresentabili del berlusconismo governante.
Frotte di cittadini accorrevano al desco o meglio alla poltrona di Alfonso per conoscere l’unica verità o la contro-verità sui fatti italiani. Contro le calunnie che si mormoravano in giro. 
Per tre anni Silvio Berlusconi e forse l’intera destra italiana avevano scelto il viso dell’anti-superuomo di dannunziana memoria per contrastare gli attacchi della stampa nemica come Repubblica. Se Sallusti, Feltri e Belpietro facevano il lavoro sporco muovendo le truppe d’assalto, Signorini portava avanti la sua indispensabile opera dalle retrovie. Come una crocerossina rassicurante, che entrava senza troppo rumore nelle case degli italiani disorientati.
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Nessuno può dire quanto durerà il governo ...


Ancora Calcioscommesse, 17 arresti Doni in manette, Gip: agiva per la società


L'ex capitano ha tentato la fuga. Ombre su 3 partite di B e alcune di A. La base dell'organizzazione a Singapore

Cristiano Doni, ex capitano dell'Atalanta
ROMA - L'ex capitano dell'Atalanta Cristiano Doni è stato arrestato dalla Polizia nell'ambito dell'inchiesta sul calcio scommesse. Al centro dell'inchiesta tre partite del campionato di Serie B delle stagioni 2009-2010 e 2010-2011 e alcune partite di Serie A. L'operazione è la continuazione dell'inchiesta della procura di Cremona "Last bet", che a giugno scorso ha portato in carcere 16 persone, tra cui l'ex giocatore della Nazionale, Beppe Signori e altri calciatori come Paoloni, Sommese e Micolucci.

L'arresto. Doni avrebbe tentato la fuga all'alba quando i poliziotti sono andati ad arrestarlo. Dopo aver aperto la porta agli agenti, avrebbe provato a di raggiungere il suo garage ma è stato bloccato. Per lui e gli altri giocatori arrestati il Gip di Cremona Guido Salvini ha disposto il divieto di colloquio con i legali per cinque giorni.

Per conto della società. Secondo i magistrati Cristiano Doni «interferiva o tentava di interferire» sul risultato delle partite dell'Atalanta «anche per conto» della società. Lo scrive il Gip Guido Salvini nell'ordinanza con cui ha disposto l'arresto dell'ex capitano nerazzurro, chiamando di fatto in causa direttamente anche la società bergamasca. Il capitano dell'Atalanta, scrive Salvini, «agendo, anche per conto di imprecisati dirigenti della squadra, che aspirava alla promozione in Serie A, utilizzando il supporto costante di un suo "gruppo di Cervia", interferiva o cercava di interferire, con interventi anche corruttivi, al fine di procurarsi illegittimamente i proventi delle scommesse, sui risultati di molteplici partite della sua squadra». Gli investigatori sono convinti che le combine di Doni sono andate in porto almeno in occasione di Ascoli-Atalanta del 12 marzo 2011, Atalanta-Piacenza del 19 marzo 2011 e Padova-Atalanta del 26 marzo 2011 .

L'antefatto. Doni era già stato sospeso per tre anni dalla giustizia sportiva dopo che la prima fase dell'indagine della procura di Cremona, a giugno scorso, aveva portato alla luce un suo coinvolgimento.
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Un silenzioso scandalo finanziario di portata intergalattica?


134.5 miliardi di dollari dimenticati. Il più grande sequestro della storia. L'organizzazione segreta della Famiglia del Dragone. Una citazione in giudizio presentata a New York in cui si fanno i nomi di Berlusconi, del segretario generale dell'ONU, di esponenti della Guardia di Finanza, del World Economic Forum. La P2, i Templari, gli Illuminati e il Vaticano in 111 pagine che fanno tremare.
David Wilcook è un personaggio singolare, tipica espressione delle culture alternative nordamericane degli ultimi decenni. Docente a contratto, film-maker e ricercatore di storia antica, esperto di “consciousness science” e di nuovi paradigmi dell'energia e della materia, ha una sua bizzarra teoria: sostiene l'esistenza di un Cosmo Divino, in base al quale tutta la vita sulla terra è unita in un “campo di coscienza” che influirebbe sulla mente di tutto il genere umano. Comunque la si pensi, il suo libro, Source Field Investigation, nel quale espone le sue tesi, è un best seller negli USA ed attualmente occupa il 18° posto della classifica redatta dal New York Times.
Alcune delle teorie di Willcook non potranno non affascinare i lettori della migliore Science Fiction. Secondo la teoria del Cosmo Divino: le leggi che governano la formazione della vita sulla terra governano anche il comportamento della materia nel cosmo; il genere umano è compreso nel disegno della nostra galassia ed è un pezzo (bit) dell'intero universo; in passato altri esseri umani, molto più sviluppati di noi (la prova starebbe nelle maggiori dimensioni dei loro teschi), hanno colonizzato la terra ai tempi di Atlantide; questi esseri sarebbero tutti scomparsi a causa di una guerra nucleare tra colonie rivali che ha distrutto tutto; i sopravvissuti hanno costruito le piramidi in Egitto per rimettere in asse la terra con l'universo; gli architetti delle piramidi erano a conoscenza del ciclo naturale di ogni pianeta abitato attraverso tutto un processo che interessa i quanti ed il loro movimento nello spazio ed erano consapevoli del fatto che le percezioni extrasensoriali sono attivate da questo ciclo naturale; questi esseri erano a conoscenza che il ciclo naturale di questa galassia di pianeti abitati avrebbe un punto terminale, misurabile in 25,920 anni per ogni pianeta; etc.
Insomma, a quanto pare gli extraterrestri saremmo proprio noi e la prova dell'esistenza di questa "scienza", posseduta sin dall'antichità, troverebbe riscontro in decine di miti conosciuti fin dall'origine delle scritture. Ovviamente chi vuole approfondire questi argomenti può visitare il suo sito e magari acquistare il libro.
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L’evasore con social card. 15 mln di italiani senza un conto corrente - di Warsamé Dini Casali


ROMA – Sono 15 milioni gli italiani che dichiarando zero attività finanziarie, di qualsiasi tipo, nell’80% dei casi ricorrono ai servizi sociali e di assistenza agevolati. Zero attività finanziarie va inteso alla lettera: non un conto corrente, non un buono del tesoro, non un libretto di risparmio, non un deposito qualunque. Niente di niente. Fenomeno curioso, se non fosse che l’elevatissimo numero di dichiarazioni mendaci, false, pesano drammaticamente sui conti pubblici. Secondo i dati della Banca d’Italia il 90% delle famiglie possiede almeno un conto corrente. Qualcuno mente, quindi: non è un povero bisognoso, ma un evasore fiscale chi oltre ad occultare le proprie entrate gode senza diritto di prestazioni erogate gratuitamente o con larghi segmenti di esenzione dallo Stato.
Questo spiega i risultati di un’inchiesta della Guardia di Finanza: su14 mila famiglie che usufruiscono di tali prestazioni perché bisognose, più di un terzo non lo è affatto. L’unico criterio certo per accedere a quei servizi si è dimostrato, per 4 mila famiglie, il ricorso a false autocertificazioni. False dichiarazioni all’Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente) per ottenere social card, assegni per nuclei familiari con più di tre figli minori, assegni di maternità per madri indigenti, fornitura gratuita e semigratuita di libri di testo, borse di studio. Questo a livello nazionale. La truffa, perché di questo si tratta, vale a livello locale, in misura anche maggiore.
Dichiarando il falso non si pagano gli asili nido e altri servizi per l’infanzia. Si mangia gratis alla mensa scolastica. Non si scuce un euro per servizi socio sanitari a domicilio, in ospedale, in day-hospital. Sottraendo risorse materiali e finanziarie a chi ne ha davvero bisogno. Per non parlare dell’esenzione completa del ticket sanitario in Sicilia, dei contributi per i canoni d’affitto, per ottenere una casa popolare, per viaggiare gratis sui mezzi pubblici, per pagare meno le tasse sui rifiuti, per arrivare più in alto nelle graduatorie dei concorsi pubblici.
La manovra Monti e la necessità di reperire risorse ovunque si trovino, specie quelle celate dagli evasori (120 miliardi l’anno), costringerà a una salutare stretta fondata su controlli mirati e dati finalmente incrociati attraverso le informazioni in possesso. L’Isee sarà potenziato: consente una lettura convergente su reddito e casa, mobili ed immobili di ogni singolo contribuente. La fine del segreto bancario e la possibilità di confronto con le movimentazioni di soldi sui conti correnti incoraggerà la “capacità selettiva” negli accertamenti. E la costituzione di una banca dati delle prestazioni sociali agevolate forse metterà fine a scandalose situazioni. Ricordiamo che a Crotone il 70% dei cittadini dichiara di essere bisognoso, a Reggio Calabria il 65,8%, a Palermo il 64%, a Napoli il 64,8.

Draghi: "Prospettive economia incerte" Gb rifiuta contributo fondo salvataggio euro


Il presidente della Bce in Commissione. "Inflazione sopra al 2% per diversi mesi. Prese misure per assicurare liquidità alle banche, ma nessun dubbio su irreversibilità euro". E sulle pensioni: "Fare di più per evitare squilibri"

BRUXELLES - Le "prospettive economiche" nell'Eurozona "sono soggette ad alta incertezza" e l'inflazione resterà sopra il 2% ancora per alcuni mesi, ma sulla forza e l'irreversibilità dell'euro "nessun dubbio". A parlare è il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso di un'audizione davanti alla Commissione ECON del Parlamento europeo. Draghi ha lanciato l'allarme sul fatto che ''se la Francia perderà la sua tripla A anche altri Paesi subiranno un downgrade'', e ci saranno ripercussioni anche sul Fondo salva-stati Efsf. E proprio in merito al fondo Fmi, secondo Skynews, la Gran Bretagna ha rifiutato di contribuire per il salvataggio dell'euro. 

Liquidità e banche
. Se il 2011 è stato un anno difficile per le banche, lo stesso avveel 2012: "Le banche stanno sperimentando un'elevata ristrettezza sui canali di finanziamento, è stato un anno difficile e vogliamo evitare una severa restrizione del credito che può indurre a un rallentamento ulteriore dell'economia arrivando alla recessione". Quello che "vogliamo evitare" con le misure sulle liquidità decise la scorsa settimana è una eventuale "grave restrizione" sull'erogazione di credito "che potrebbe peggiorare ulteriormente l'indebolimento della crescita economica", ha aggiunto il presidente.  ''Stiamo facendo del nostro meglio - ha aggiunto - per evitare un 'credit crunch' (o restrizione del credito, ndr) che potrebbe generarsi dalla mancanza di liquidità. Non sappiamo quanti Bond sovrani compreranno le banche" in seguito alla 'facilty' di liquidità della Bce, ma "è importante che le banche prendano decisioni autonome sulla base delle loro strategie di investimento" e riattivino il circuito di credito a imprese e famiglie.

Sicuro della forza dell'euro
. "Non ho dubbi di sorta sulla forza e sull'irreversibilità dell'euro - ha detto Draghi, secondo il quale sono elevati i costi delle "elucubrazioni" sulla fine dell'Euro: "penso che sia necessaria un'analisi dell'enorme costo che elucubrazioni di questo tipo comportano", ha detto riferendosi alla sua intervista al Financial Times, intitolata "Draghi mette in guardia sui pericoli di una rottura dell'Euro", il presidente Bce ha osservato che "il titolo non l'ho scelto io, ma il giornale". "Per ripristinare la fiducia dobbiamo avere fiducia nell'Eurozona, nei suoi partecipanti, e anche i cittadini devono avere fiducia nei loro governanti".

Dalla Bce nessun prestito di denaro
. Ancora una volta il presidente della Bce respinge le ipotesi che l'istituzione monetaria possa mettersi a finanziare i debiti pubblici dei Paesi dell'area euro, acquistando massicciamente titoli di Stato. I trattati costitutivi dell'Unione europea dicono "molto chiaramente quale sia il nostro compito: garantire la stabilità dei prezzi e ci vieta di finanziare i debiti pubblici". Assumere "qualunque comportamento che violasse i trattati europei danneggerebbe la credibilità della nostra istituzione", ha affermato draghi durante una audizione al parlamento europeo. "Non penso che farebbe bene a mercati".
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http://www.repubblica.it/economia/2011/12/19/news/draghi_prospettive-26880813/?ref=HREC1-5

Berlusconi: "Necessaria altra manovra" E attacca l'asta delle frequenze


L'ex premier parla in una pausa del processo Mills. Critica l'ipotesi di rivedere il metodo del beauty contest per il sistema televisivo: "Nessuno è interessato". Ma rassicura il governo: "Mai detto di voler staccare la spina"

ROMA - E' un Silvio Berlusconi combattivo e a tutto campo quello che incontra i giornalisti nel corso di una pausa del processo Mills. "Non credo che ci sia nessuno particolarmente interessato a un investimento per ottenere una frequenza", dice l'ex premier in riferimento all'intenzione di archiviare il cosiddetto "beaty contest"annunciata ieri dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera 1. Il metodo, voluto dall'ex ministro Paolo Romani, di fatto avvantaggerebbe Mediaset e Rai, ma per il Cavaliere è l'unico possibile.

"Io sono fuori - afferma - ma non ne ho parlato nemmeno una volta con qualcuno a Mediaset o in Rai. Sky ha detto di non essere interessata, prevedo quindi non ci sia nessuno che possa portare dei fondi importanti", in quanto le frequenze tv non sono "un bene che ha mercato. In tutta Europa è così, non sono sottoposte a pagamento". Sky in realtà nei giorni scorsi avveva chiarito di non essere interessata al beauty contest 2, in quanto volto a favorire le due aziende concorrenti, e non di non essere interessata alle frequenze.    
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La Lega medita la disobbedienza fiscale "Giusto non pagare Imu-Ici nel Nord"


Da esponenti leghisti nelle municipalità una mozione per applicare al minimo la nuova tassa, senza escludere l'invito a non pagarla del tutto. Salvini: "Soldi che vanno a Roma". Maroni: "La manovra si combatte meglio sul territorio". Calderoli: "valuterà il Parlamento Padano". L'ex alleato Berlusconi: "Strano, l'Imu era prevista nel federalismo fiscale". Rosy Bindi: "Eversione diabolica"

ROMA - Far pagare al minimo l'Imu, la nuova tassa che con il federalismo fiscale avrebbe inglobato anche la vecchia Ici. Ma non escludere un'azione radicale di disobbedienza civile: invitare i cittadini del Nord a non pagare il tributo sulle proprietà immobiliari. Questa l'iniziativa portata avanti dalla Lega, che già come opposizione in Parlamento, la scorsa settimana, aveva subìto l'espulsione di due deputati durante i lavori sulla manovra perché avevano esposto cartelli dal chiaro contenuto: "No Ici". 

L'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni, spiega che la Lega può contrastare meglio la manovra sul territorio, piuttosto che in Parlamento. Per questo "merita un approfondimento tecnico" la possibilità di una "rivolta fiscale" nelle municipalità del Nord in merito all'Ici. Ma l'ex alleato Berlusconi ricorda alla Lega: "Strano, l'Imu era prevista nel federalismo fiscale". 
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http://www.repubblica.it/politica/2011/12/19/news/lega_non_pagheremo_ici-26873819/