martedì 4 ottobre 2011

"Guerra sui dazi". Pechino minaccia Washington

PECHINO- La Cina ha avvertito Washington di essere "nettamente contraria" al progetto di legge Usa che punta a obbligare Pechino a rafforzare la sua moneta, dicendo che questa mossa porterebbe a una guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo. In una risposta coordinata, la Banca centrale cinese e i ministri del commercio e degli affari esteri hanno accusato Washington di "politicizzare" le questioni monetarie. La bozza di legge che deve essere discussa negli Usa questa settimana, ha detto il ministero degli Esteri, viola le regole del World Trade Organization e, forzando l'apprezzamento dello yuan, potrebbe indebolire gli sforzi comuni per rilanciare l'economia globale. "Utilizzando la scusa del cosiddetto 'squilibrio monetario', porterà a una escalation del tema dei tassi di interesse utilizzando una misura protezionistica che viola gravemente le regole del Wto e danneggia seriamente le relazioni commerciali ed economiche tra Cina e Stati Uniti", ha detto il portavoce del ministro degli Esteri Ma Zhaoxu in una nota pubblicata oggi sul sito ufficiale del governo (www.gov.cn). "La Cina esprime la sua più chiara opposizione". I senatori Usa hanno votato ieri l'avvio di una settimana di discussioni sull'Atto di riforma dei tassi di cambio del 2011, che potrebbe permettere al governo Usa di imporre imposte compensative sui prodotti provenienti da paesi che sostengono le proprie esportazioni svalutando le proprie valute. I politici Usa, con gli occhi alle elezioni del 2012, dicono che la svalutazione della valuta cinese è costata posti di lavoro americani e che un tasso di cambio più equo potrebbe aiutare a ridurre un deficit commerciale annuo di 250 miliardi di dollari. Ma Zhaoxu ha invitato i legislatori Usa a "partire da una più ampia visione della cooperazione commerciale e economica tra Cina e Stati Uniti" e a "rinunciare al protezionismo". Il portavoce ha ribadito la posizione di Pechino secondo cui la Cina continuerà a cambiare gradualmente la sua politica valutaria "rafforzando la flessibilità del tasso di cambio dello yuan".

Usa:si allarga protesta indignados

Usa:si allarga protesta indignados

NEW YORK - La protesta degli 'indignados' dilaga in America. Dopo l'assedio a Wall Street e l'occupazione del ponte di Brooklyn, manifestazioni e cortei all'insegna della satira sono gia' partiti in molte altre metropoli degli Stati Uniti, da Boston a Chicago a Los Angeles. Mentre a New York gli attivisti non mollano il presidio centinaia di persone hanno preso di mira il City Hall di Los Angeles, la sede della Fed di Chicago e il Financial District di Boston.

Russia, 24 attivisti opposizione arrestati in protesta contro Putin

Russia, 24 attivisti opposizione arrestati in protesta contro Putin

MOSCA - La polizia russa ha disperso con la forza una protesta a Mosca contro il primo ministro Vladimir Putin terminata con l'arresto di 24 attivisti dell'opposizione. Lo riferisce il portavoce della polizia, Gennady Bugachyov. Agenti in tenuta antisommossa sono intervenuti per sedare la manifestazione fuori da una stazione della metropolitana. I dimostranti hanno formato una catena umana, scandito slogan contro Putin e mostrato striscioni con critiche alle prossime elezioni parlamentari e presidenziali. I poliziotti hanno preso violentemente i manifestanti per le braccia e li hanno costretti a entrare in alcuni furgoncini. Il supporto popolare per i gruppi liberali di opposizione è minima in Russia, dove le autorità vietano o disperdono regolarmente le loro proteste. Secondo gli analisti, Putin vincerà le presidenziali e potrebbe quindi prolungare la sua politica autoritaria fino al 2024.

Somalia: salgono a 70 i morti in esplosione a Mogadiscio

Somalia: salgono a 70 i morti in esplosione a Mogadiscio

MOGADISCIO - È salito a 70 il numero delle persone morte nell'esplosione di un'autobomba a Mogadiscio, la capitale della Somalia. Lo ha fatto sapere Ali Muse, a capo del servizio di ambulanze della città, aggiungendo che altre 42 persone sono rimaste ferite. Le autorità hanno precisato che l'ordigno non era nascosto in un'automobile, come riferito inizialmente, ma in un camion. L'esplosione è avvenuta davanti al ministero dell'Istruzione.

Assad: il M.O. a ferro e fuoco in 6 ore se la Siria verra' attaccata

Assad: il M.O. a ferro e fuoco in 6 ore se la Siria verra' attaccata
DAMASCO - L’agenzia irachena al-Nakhil citando un esponete arabo, sotto anonimato - ha rivelato nuovi dettagli sorprendenti dell'incontro avvenuto di recente tra il presidente siriano Bashar al-Assad e il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu. Secondo l’agenzia Fars News citando la al-Nakhil in risposta al ‘messaggio’ che Davutoglu, in veste di inviato dei paesi occidentali, ha consegnato al capo di stato siriano, quest’ultimo ha affermato che con il primo missile che viene lanciato contro la Siria, tutto il Medio Oriente si trasformera’ in sole 6 ore in un campo di battaglia. “Nelle prime tre ore colpiremo Israele mentre nella seconda fase tutta la regione verra’ messa a ferro e fuoco”. Sono le parole di Bashar al-Assad. “Per rispondere a qualsiasi azione ostile abbiamo bisogno solo di tre ore per puntare centinaia di missili contro Israele e colpire direttamente Tel Aviv. Per loro sarebbe un vero e proprio inferno. E poi – ha proseguito- le navi degli Stati Uniti verrebbero colpite nel Golfo Persico per non parlare degli obiettivi americani che diventerebbero bersagli in tutto il mondo”.

Castelli contro Napolitano "Vuole reprimere le Padania"

Il viceministro ai Trasporti: "E' un attacco alla mia libertà ed è un avvertimento poichè non credo che il capo dello Stato parli senza pensare a ciò che dice". "Ha ancora in mente la repressione perchè una certa mentalità esiste ancora"

ROMA - "Napolitano che dice che il popolo padano non esiste mi offende e mi fa paura. Si vede che per lui non esisto e sono un ectoplasma. Questo è molto inquietante". Ai microfoni di Radio 24, il leghista Roberto Castelli, viceministro ai trasporti, entra in rotta di collisione con il Colle che aveva bollato come 'grottesco' il solo pensare a uno stato lombardo-veneto 1. "E' un attacco alla mia libertà ed è un avvertimento - continua l'ex ministro della giustizia - poichè non credo che il capo dello Stato parli senza pensare a ciò che dice, secondo me sottintendeva: 'se tirate fuori certi argomenti che a noi non piacciono vi scateniamo addosso la magistratura e vi mettiamo in galera. Ho 65 anni e la mia vita l'ho fatta. Sarebbe una meraviglia finire come martire della padania e poter avere un monumento in simil-bronzo nella piazza della mia frazione". Per Castelli il presidente della Repubblica "ha ancora in mente la repressione in Ungheria" perché "una certa mentalità esiste ancora". "Ricordo- aggiunge Castelli - che qualche anno fa Violante voleva mandarci i carri armati. Anche Napolitano ha questa mentalità". Immediata la replica del Pd e dell'Idv. "Io ho paura di uno che ambisce ad avere un monumento come martire della Padania" afferma l'europarlamentare del Pd Debora Serracchiani. Mentre per la dipietrsiat Silvana Mura "è davvero sconcertante che nessuno dei membri del governo abbia nulla da dire sul fatto che il presidente della Repubblica venga accusato di intimidazione e fatto oggetto di paragoni storici improponibili, solo per aver ribadito un elementare principio costituzionale, ovvero che la Repubblica è unica e indivisibile. A meno che questo silenzio tombale non sia la moneta con cui pagare il voto delle Lega sulle intercettazioni".

Reggio Calabria, ordigno a palazzo di Giustizia

Una bomba a basso potenziale contro il giudice Lombardo. ennesimo tentativo di intimidazione nella città calabrese

di GIUSEPPE BALDESSARRO REGGIO CALABRIA - Hanno piazzato una bomba nei parcheggi del Palazzo di Giustizia. Ci hanno messo accanto la fotografia del Pm della Dda Giuseppe Lombardo. E poi se ne sono andati indisturbati, come se nulla fosse. In pieno giorno (erano da poco passate le 13), nell'edificio più controllato della città. Senza preoccuparsi dei sistemi di video sorveglianza, ne dei militari dell'Esercito che in assetto da guerra presidiano l'intero isolato e le sue vicinanze. L'ordigno, sia pure a basso potenziale, se innescato avrebbe potuto fare danni seri. Anche alla luce del fatto che è stato lasciato in un'area di sosta utilizzata da dipendenti e dal pubblico che ogni giorno si reca in Tribunale. Una sorta di grossa bomba carta, scoperta da un uomo della stessa scorta di Lombardo che stava per entrare in servizio. L'ordigno insomma avrebbe potuto far male. Cosa che in ogni caso è avvenuta, sia pure non dal punto di vista fisico. I clan della 'ndrangheta hanno infatti dimostrato, ancora una volta, di poter colpire chiunque, ovunque e in qualsiasi momento.
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Nonciclopedia-Vasco è pace fatta. Il sito chiede scusa al rocker e lui ritira la querela

Roma, 4 ott. (Adnkronos) - Pace fatta tra Vasco Rossi e Nonciclopedia. I ragazzi responsabili del sito si sono scusati con il rocker per i contenuti giudicati diffamatori e il Blasco ha deciso di ritirare la querela nei loro confronti. Il sito Nonciclopedia, che era stato chiuso dagli stessi responbili dopo la querela del cantante, riapre dunque i battenti. Nella lettera di scuse, pubblicata sia su Nonciplopedia che sul sito e sul profilo Facebook di Vasco, si legge: "Cari lettori, ringraziandovi per il caloroso sostegno, vogliamo innanzitutto chiarire che ci dissociamo dalla violenza con cui il web ha reagito alla nostra decisione di oscurare il sito. Il nostro intento non è mai stato quello di incitare l'utenza contro Vasco quanto quello di informarla dei fatti avvenuti. Ci scusiamo se i contenuti della pagina di Vasco Rossi sono sembrati diffamatori, non c'è mai stata l'intenzione di offendere il cantante. Aggiungiamo che non abbiamo responsabilità sulle presunte versioni della pagina su Vasco Rossi che circolano in rete, non corrette in quanto non presenti sul nostro sito".
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Governo: Benigni scherza, Berlusconi ha le orge contate

Firenze, 4 ott. - (Adnkronos) - "Matteo Renzi sara' il prossimo presidente del Consiglio anche perche' l'attuale presidente Silvio Berlusconi ha le orge contate". Cosi' Roberto Benigni ha scherzato sull'attualita' presentando a Firenze, insieme ad illustri dantisti "La Commedia di Dante Alighieri" con il commento dello studioso americano Robert Hollander, monumentale opera in tre volumi pubblicata dall'editore Olschki.

Mogavero: "Berlusconi deve dimettersi" Il vescovo di Mazara chiede un passo indietro

"Sarebbe la prima volta che fa qualcosa per il bene del Paese", dice in un'intervista a Famiglia cristiana. "Bagnasco non può dirlo, ma singoli vescovi come cittadini italiani sì". E sui laici cattolici: "Non brillano per audacia"

ROMA - Silvio Berlusconi "deve dimettersi punto e basta. Sarebbe la prima volta che fa qualcosa che giova al paese". Parole senza se e senza ma pronunciate da monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, intervistato dalla versione online di Famiglia Cristiana. Per il presule - che già in passato aveva preso posizioni nette nei confronti del governo - il cardinal Angelo Bagnasco e la Cei "non hanno titolo per chiedere a un presidente del consiglio di fare un passo indietro. Ma i singoli vescovi come cittadini italiani lo possono fare e io sono un cittadino italiano". Monsignor Mogavero ha scritto un libro-intervista, "La chiesa che non tace". E spiega: "Di fronte agli scandali in cui è coinvolto il premier, da parte della chiesa si avvertiva un disagio: troppo silenzio a livello ufficiale, quasi fosse approvazione di comportamenti che invece la nostra gente sente come assolutamente impropri". Per il vescovo, da ora in poi "sarà difficile giustificare le coperture che qualche esponente ecclesiastico ha dato, per altro non richiesto, al presidente del consiglio, come se si dovesse custodire in qualche modo l'uomo della provvidenza del terzo millennio". "Ho espresso - continua - opinioni di cittadino e non amo nasconderle per convenienze ecclesiastiche, anzi mi dispiace, per essere ancora più chiaro, che tanti italiani si riconoscano politicamente in Silvio Berlusconi". Mogavero parla anche della crisi. Delle inchieste, aggiunge, "ho perso il conto, come tutti, ma ciò che avverto è l'assoluta mancanza di strategia per occupazione e famiglie. Pagano sempre i poveri, mentre chi evade il fisco, chi porta capitali all'estero è premiato". Il vescovo bacchetta anche il "timore di non uscire allo scoperto" dei laici cattolici che in questa stagione "non brillano certo per franchezza e audacia". Né basterà, per correggere, il richiamo di Bagnasco al "nuovo soggetto" dei cattolici, interlocutore della politica: "Ho l'impressione che si cerchi di ricondurli dentro lo steccato, organizzando una nuova falange offensiva. La tentazione della scorciatoia del partito unico dei cattolici è dietro l'angolo, resistere non è semplice".

Capelli bianchi addio. Con una pillola

L’estratto di un frutto sarebbe in grado di impedire che la chioma diventi grigia

George Clooney,
George Clooney,
MILANO - C'è chi con la chioma canuta (o quantomeno brizzolata) ha aumentato il proprio fascino, come Richard Gere o George Clooney, e chi come Victoria Beckham è scoppiata a piangere alla vista del primo capello bianco. Senza contare milioni di donne e uomini che ogni anno spendono cifre iperboliche per nascondere gli effetti del passare del tempo, almeno per quanto riguarda i capelli. Ora dai laboratori di L'Oreal arriva un annuncio che certamente non piacerà ai parrucchieri: i ricercatori della casa cosmetica francese hanno dichiarato infatti di avere individuato nell'estratto di un frutto, rigorosamente coperto dal segreto, l'antidoto all'incanutimento e promettono di mettere in commercio nel 2015 un preparato in grado di mantenere intatto il colore della capigliatura.

CAPELLI BIANCHI - I nostri capelli tendono a decolorarsi progressivamente con il passare degli anni e la perdita del colore originario va imputata ai melanociti, cellule che secernono la melanina (il pigmento che caratterizza il colore della pelle e la cui produzione viene stimolata dalla luce solare dando luogo all'abbronzatura). I melanociti sono posti all'interno del follicolo capillare e provvedono alla colorazione dei capelli. L'età media della comparsa dei primi capelli bianchi è attorno ai 30 anni ed è indicativa di una diminuzione dell'attività dei melanociti. Secondo i ricercatori francesi le cellule che secernono melanina non vengono tutte distrutte dall'invecchiamento e quelle superstiti entrano in una fase di quiescenza, insomma smettono di esercitare la propria funzione. «Questo è molto importante - ha dichiarato Bruno Bernard, a capo della ricerca - perché fintanto che alcune di queste cellule sopravvivono, noi possiamo riattivarle e fermare il processo di incanutimento».

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http://www.corriere.it/salute/11_ottobre_04/capelli-bianchi-addio_0cd26c2e-ee8d-11e0-a09e-1525768cac3d.shtml

Condannati i vigili che picchiarono Bonsu

Tre anni, a Parma, fa aggredirono il ragazzo mentre andava a scuola. Ora la sentenza: 39 anni e 135mila euro

Emmanuel Bonsu in una foto del 2008, subito dopo il «pestaggio» (Ansa)
Emmanuel Bonsu in una foto del 2008, subito dopo il «pestaggio» (Ansa)
MILANO - Pugno di ferro in tribunale contro i vigili urbani che a Parma tre anni fa, durante un'operazione antidroga del nucleo di sicurezza della municipale, aggredirono un ragazzo di colore, Emmanuel Bonsu, scambiandolo per il palo di un pusher, pestandolo. Bonsu stava andando a scuola quando venne placcato e colpito dai vigili senza motivo: una volta in caserma venne anche minacciato e insultato con epiteti razzisti.

IN POSA - Agli otto agenti della polizia municipale imputati nel processo di primo grado sono state comminate pene per oltre 39 anni complessivi. La pena più pesante è stata comminata a Pasquale Fratantuono, condannato a 7 anni e 9 mesi: l'uomo aveva anche posato per una "foto ricordo" con Bonsu, all'epoca 17enne, originario del Ghana. Simona Fabbri, all'epoca vicecomandante, è stata condannata a 7 anni e 6 mesi, Stefania Spotti a 6 anni e 8 mesi, Andrea Sinisi a 4 anni e 9 mesi, Giorgio Albertini a 4 anni e 7 mesi, Mirko Cremonini a 3 anni e 6 mesi, Marco De Blasi a 3 anni e 4 mesi, Graziano Cicinato a 2 anni. A quest'ultimo al pena è stata sospesa.

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http://www.corriere.it/cronache/11_ottobre_03/parma-vigili-condannati-aggressione-bonsu_45c42cec-eddf-11e0-8721-690dea02417b.shtml

Condannati i vigili che picchiarono Bonsu

Tre anni, a Parma, fa aggredirono il ragazzo mentre andava a scuola. Ora la sentenza: 39 anni e 135mila euro

Emmanuel Bonsu in una foto del 2008, subito dopo il «pestaggio» (Ansa)
Emmanuel Bonsu in una foto del 2008, subito dopo il «pestaggio» (Ansa)
MILANO - Pugno di ferro in tribunale contro i vigili urbani che a Parma tre anni fa, durante un'operazione antidroga del nucleo di sicurezza della municipale, aggredirono un ragazzo di colore, Emmanuel Bonsu, scambiandolo per il palo di un pusher, pestandolo. Bonsu stava andando a scuola quando venne placcato e colpito dai vigili senza motivo: una volta in caserma venne anche minacciato e insultato con epiteti razzisti.

IN POSA - Agli otto agenti della polizia municipale imputati nel processo di primo grado sono state comminate pene per oltre 39 anni complessivi. La pena più pesante è stata comminata a Pasquale Fratantuono, condannato a 7 anni e 9 mesi: l'uomo aveva anche posato per una "foto ricordo" con Bonsu, all'epoca 17enne, originario del Ghana. Simona Fabbri, all'epoca vicecomandante, è stata condannata a 7 anni e 6 mesi, Stefania Spotti a 6 anni e 8 mesi, Andrea Sinisi a 4 anni e 9 mesi, Giorgio Albertini a 4 anni e 7 mesi, Mirko Cremonini a 3 anni e 6 mesi, Marco De Blasi a 3 anni e 4 mesi, Graziano Cicinato a 2 anni. A quest'ultimo al pena è stata sospesa.

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Trenitalia, appalti truccati Sedici arresti, 42 indagati

Nell'ultimo anno e mezzo sono otto gli appalti finiti nel mirino della procura di Firenze: 56 perquisizioni in tutta Italia. Sotto accusa la manutenzione.

FIRENZE - Appalti truccati per i servizi Trenitalia, 16 arresti e 42 indagati in tutta Italia. Nove persone sono finite in carcere e sette ai domiciliari. In carcere sono finiti imprenditori e dipendenti dell'azienda campana di trasporto pubblico Sepsa. Ai domiciliari funzionari di Trenitalia e imprenditori. L'operazione della polizia, denominata «Espresso» è scattata alle prime luci dell'alba.

GLI APPALTI TRUCCATI - Nell'ultimo anno e mezzo sono otto gli appalti finiti nel mirino della procura di Firenze. Cinquantasei le perquisizioni in corso in tutta Italia. Secondo gli investigatori della squadra mobile di Firenze e della Polfer toscana, funzionari e dipendenti di società a partecipazione pubblica e imprenditori concorrenti avevano formato un'organizzazione finalizzata a falsificare le gare d'appalto: venivano realizzate turbative d'asta attraverso «cartelli» tra imprese finalizzati da un lato ad aumentare le probabilità di aggiudicarsi l'offerta, dall'altro a ridistribuire all'interno della cordata il lavoro aggiudicato ad una delle società del gruppo.

MANUTENZIONE DEI TRENI - Sono gare relative alla fornitura di accessori per la manutenzione dei treni, quelle finite nel mirino degli investigatori. Il valore di ogni singola gara oscilla tra i 500.000 e i tre milioni di euro. Secondo quanto spiegato, gli appalti in questione riguardavano, tra l'altro, forniture di schede elettriche per la riparazione dei convertitori, accessori per la riparazione di unità frenanti, bobine per motori elettrici, collettori, bobine per locomotrici, accessori per la riparazione di piccole macchine rotanti.

LA POSIZIONE DI TRENITALIA - Ferrovie dello Stato Italiane rende noto che già in data 15 febbraio 2010 le strutture di security e audit del Gruppo FS avevano formalmente segnalato, nel massimo riserbo, alla Polizia Ferroviaria di Firenze, di essere venute a conoscenza di presunte attività illecite condotte da proprio personale nell’affidamento e gestione di appalti, assicurando nel contempo ogni disponibilità e collaborazione alle indagini. Il successivo 17 febbraio, nel corso del convegno ''La prospettiva dopo l'aggiornamento dell'Intesa Generale Quadro tra Governo e Regione Toscana'', tenuto a Firenze presso il Palazzo Medici Riccardi, lo stesso amministratore delegato del Gruppo FS, Mauro Moretti, aveva pubblicamente denunciato l’assenza di trasparenza nelle attività svolte dalla struttura tecnica di Trenitalia di viale Spartaco Lavagnini, parlando espressamente di un “cancro da estirpare”.

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http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2011/4-ottobre-2011/trenitalia-appalti-truccati-sedici-arresti-42-indagati-1901714746668.shtml

Ecco i promossi e i bocciati che la Gelmini voleva tenere nascosti

I dati sulla maturità che il Ministero non faceva uscire sono finalmente pubblici

In partenza sembrava una polemica sterile, ma piano piano si è ingrossata. E oggi i dati sulla maturità del Ministero ci mostrano numeri che raccontano una storia diversa dalla linea dura che viale Trastevere aveva dichiarato essere in atto negli esami finali. Salvo Intravaia su Repubblica pubblica i dati. E si scopre che i bocciati sono in calo del 2% dal 2008 al 2011, alla faccia del “no pasaran” annunciato da Maria Stella Gelmini.

È dal 2008 che il Miur non ha più pubblicato ufficialmente, ovvero sul sito del ministero, i risultati integrali degli scrutini di fine anno limitandosi a stringati comunicati stampa. Adesso si scopre che negli anni del Governo Berlusconi non c’è mai stata alcuna crescita dei bocciati alle medie superiori: niente pugno di ferro dei professori contro gli studenti riottosi e pelandroni. È una storia travagliata e piena di censure quella degli scrutini di fine anno ai tempi della Gelmini. L’ultima pubblicazione completa e senza errori sugli esiti di fine anno risale al luglio del 2007, quando a Palazzo della Minerva sedeva Giuseppe Fioroni.

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http://www.giornalettismo.com/archives/154399/ecco-i-promossi-e-i-bocciati-che-la-gelmini-voleva-tenere-nascosti/

“Berlusconi pedofilo!”: Paolini in diretta sulla Cnn

Eh, so’ soddisfazioni. Non tutti i giorni capita di essere chiamato “pedofilo” su un canale internazionale, durante la cronaca successiva all’assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, quindi seguitissima. Non tutti i giorni succede di poterlo fare, e di provare a dare una simil-dignità alla propria atttività di “disturbatore”. Gabriele Paolini sulla Cnn, per voi.

Vasco parla di libertà e lo coprono di fischi

Dopo la chiusura di Nonciclopedia, il cantante tenta una difesa a colpi di citazioni Caro Blasco, dalla padella alla brace. Dopo essere diventato untrend mondiale su Twitter con l’hashtag #vascomerda, Vasco Rossi si arrampica sugli scivolosi vetri di Facebook per riconquistarsi l’amore dei fan infuriati.

COLTE CITAZIONI - Dopo aver fatto chiudere il sito satirico Nonciclopedia per “calunnie” nei suoi confronti, Vasco tenta di nobilitare la propria immagine in picchiata parlando di libertà, convinzioni e resistenza. Lo fa tramite le parole del filosofo, politologo e diplomatico britannico Sir Isaiah Berlin, teorico di un liberalismo inteso soprattutto come limitazione dell’ingerenza statale nella vita sociale, economica e culturale dei singoli e delle comunità. La citazione è la seguente:

L’essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolari, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La verà libertà è questa, e senza di essa non c’è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l’illusione di averla.

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http://www.giornalettismo.com/archives/154587/vasco-parla-di-liberta-e-lo-coprono-di-fischi/

Stop a caldo, arriva 'tempesta autunno'

(ANSA) - ROMA - Stop al caldo estivo. Arriva la prima tempesta d'autunno. E' la previsione del meteorologo Mario Giuliacci, secondo cui "dopo due mesi quasi ininterrotti di tempo estivo nel fine settimana è previsto l'arrivo su tutta Italia di temporali" con "un brusco e sensibile calo delle temperature fino a sconfinare nel freddo". Secondo Giuliacci ci saranno forti venti settentrionali sui mari e il 7 ottobre venti di Fohen sul nord-ovest, con nevicate "fino a 1.000 metri sulle Alpi centro-occidentali".

Autobomba a Mogadiscio, almeno 65 morti L'attacco rivendicato da al-Shabaab

(Xinhua)
Mogadiscio, 4 ott. (Adnkronos/Xinhua) - Una attacco suicida ha sconvolto questa mattina Mogadiscioprovocando almeno 65 morti. Lo ha riferito all'agenzia Dpa Ali Muse Sheikh, capo del servizio di ambulanze della capitale somala, aggiungendo che i feriti al momento sono 60. Tra di essi anche due membri del governo transitorio somalo.

L'attentato è stato eseguito da un kamikaze a bordo di un camion imbottito di esplosivo e ha colpito un compound sede di diversi ministeri, che si trova tra il quarto e il quinto chilometro della strada che conduce dal centro della capitale fino all'aeroporto. Secondo Mo'awiye Mudey, operatore della radio somala, sarebbero oltre 100 i cadaveri sul terreno. Si tratta in buona parte di studenti chiamati a sostenere un esame proprio in quell'edificio che ospita anche gli uffici del ministero dell'Educazione.

L'attacco è stato rivendicato da un portavoce del gruppo islamista al-Shabaab, legato ad al Qaeda. Per la tv araba 'al-Jazeera', si tratta dell'"attacco più violento degli ultimi tempi condotto dai Giovani Mujahidin somali contro il governo di Mogadiscio". Secondo quanto riferisce l'inviato della tv qatariota, nella deflagrazione è stato colpito il ministro per la Pianificazione, Abdullah Gooda Barre, e un vice ministro della Salute.