martedì 6 dicembre 2011

Navi da guerra Usa verso Siria Clinton: "Rimuovere Assad non basta"


Fanno parte della flotta presente nel Mar Rosso e hanno attraversato lo stretto di Suez, riferisce Youm7. Il segretario di Stato Usa incontra gli esuli siriani a Ginevra: "Il Paese deve diventare uno stato di diritto e garantire tutti i cittadini". Al Arabyia: 23 nuove vittime nel Paese

DAMASCO - Alcune navi da guerra americane che fanno parte della flotta presente nel Mar Rosso hanno da poche ore attraversato lo stretto di Suez, in Egitto, in direzione della Siria. Lo riferisce il sito egiziano 'Youm7'. Secondo 'Youm7', la flotta navale statunitense, guidata dalla portaerei USS George HW Bush, la nave più avanzata nell'arsenale americano, è entrata nelle acque del Mediterraneo per dirigersi verso la Siria, dove si trovano in rada nel porto di Tartus tre navi da guerra russe.

Parlando a Ginevra, dove ha incontrato i rappresentanti dell'opposizione siriana, il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha detto che per una transizione democratica in Siria non basta rimuovere il presidente Assad e che il Paese deve avviarsi verso uno stato di diritto, "proteggendo i diritti universali di tutti i cittadini senza considerare la loro etnicità o genere". 
 
L'ambasciatore Usa a Damasco, Robert Ford, tornerà in Siria questa sera, ha annunciato un funzionario del Dipartimento di Stato, spiegando che il diplomatico "ha completato le sue consultazioni a Washington". Ford era stato richiamato in patria il 24 ottobre dopo aver ricevuto "minacce credibili contro la sua incolumità". Poche ore dopo, la Siria aveva a sua volta richiamato il proprio ambasciatore a Washington, Imad Moustapha.
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http://www.repubblica.it/esteri/2011/12/06/news/navi_da_guerra_usa_varcano_suez_in_direzione_della_siria-26183895/?ref=HREC1-11

Benzina alle stelle l'aumento scatta subito


Salgono i prezzi di benzina, gasolio e GPL. E' questa la vera manovra sull'auto non il superbollodi VINCENZO BORGOMEO


Benzina alle stelle  l'aumento scatta subito
Altro che superbollo sulle auto da oltre 185 kW: la stangata sul mondo dell'auto arriva dal caro carburanti. Una morsa a tenaglia che è sfuggita ai più ma che - leggendo nelle pieghe del decreto "Salva Italia" - emerge in tutta la sua durezza. E stavolta non saranno solo i ricchi che comprano GT piene di cavalli a pagare queste tasse, ma tutta la povera gente.

Con la beffa che questo aumento non scatterà il prossimo primo gennaio ma subito visto che le nuove accise sui carburanti saranno in vigore dal momento di entrata in vigore del decreto-legge, e cioè presumibilmente già da oggi o domani, a seconda della data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Dal punto di vista pratico l'accisa sulla benzina aumenta quindi a 704,20 euro per mille litri, quella sul gasolio auto a 593,20 euro, quella sul Gpl auto a 267,77 euro per mille per mille chili (pari a 147,27 euro per mille litri) e quella sul metano auto a 0,00331 euro per metro cubo. Considerando anche l'effetto moltiplicatore dell'iva, l'impatto sui prezzi al consumo sarà di quasi 10 centesimi per la verde, di 13,6 centesimi per il gasolio e di 2,6 centesimi al litro per il GPL. Dal 1° gennaio 2013 poi ci sarà un ulteriore balzello solo su benzina e gasolio auto di 0,5 euro per mille litri. Quanto all'effetto sui prezzi alla pompa (per calcolare il quale bisogna aggiungere all'accisa l'Iva del 21%) per la benzina sarà di 9,9 centesimi al litro, per il gasolio di 13,6 centesimi al litro, 

Non solo: le Regioni potranno finanziare 
il trasporto pubblico locale con una accisa sui carburanti: più un cent al litro. Insomma, siamo solo agli inizi...

Il piano di Berlusconi per tornare in alto


Il Cavaliere avrebbe in mente un progetto: spaccare il Terzo Polo
Perché mentre i suoi colonnelli ne dicono peste e corna, Silvio Berlusconi è così accomodante con Mario Monti? Una domanda a cui ha cercato di rispondere Lina Palmerini sul Sole 24 Ore. Partendo da quanto temono i parlamentari del Popolo delle Libertà:
C’è un sospetto che gira tra alcuni parlamentari del Pdl. Un dubbio alimentato da un Silvio Berlusconi troppo tranquillo e poco battagliero su questa manovra di Monti che molte frecce punta contro il suo partito, a cominciare dalle nuove tasse. E questo alimenta quel sospetto: cioè, che il Cavaliere stia lavorando a un patto con Mario Monti e soprattutto con Corrado Passera per entrare anche lui nella scomposizione dei poli che si prepara.
Ovvero? Ovvero, secondo il quotidiano della Confindustria, il piano del Cavaliere sarebbe più o meno questo:
Sembra che Berlusconi si sia convinto della possibilità che il Pdl si spacchi – specularmente al Pd – per entrare in quel nuovo centro a cui sta lavorando Casini magari affidando la premiership a Passera. E che l’ex premier non voglia affatto star fuori dai giochi ma punti invece a creare quella sua “famosa” lista (obiettivo il 15% dei voti) per allearsi in futuro con quel polo cattolico-moderato ricostruito con spezzoni del Pd e del Pdl.
Con il nuovo partito, il Cavaliere potrebbe sì dover abbandonare i sogni di gloria a Palazzo Chigi, ma in cambio potrebbe diventare l’ago della bilancia di un futuro governo. Con tutto il potere di ricattabilità che ne consegue.
«Lasciamo lavorare Monti», sono state quelle parole di Berlusconi pronunciate qualche giorno fa a trasformare il sospetto dei pidiellini in qualcosa di più solido visto che già si parlava di patrimoniale, di Ici e di misure sulla tracciabilità. Insomma, un Cavaliere troppo suadente. Certo, ci si aspetta qualche sparata delle sue nelle prossime ore ma non c’è proprio l’aria delle barricate. Ecco dunque l’idea che l’ex premier abbia capito, più di tutti, che nulla sarà più come prima. E che il bipolarismo, da lui fondato, andrà reinterpretato secondo i nuovi tempi e il nuovo linguaggio impresso da Monti e dal ministro dello Sviluppo Passera che Berlusconi conosce e stima.
E lo stimerebbe di più se riuscisse a farlo arrivare fino al Quirinale, ci scommettiamo.

Chi controlla il controllore?


Chi c’è dietro le agenzie di rating che decidono la sorte degli Stati
Uno spettro si aggira per il mondo: lo spettro del giudizio. Il giudizio delle agenzie di rating, gli istituti di analisi dei conti di aziende, paesi sovrani, che colpisce in maniera implacabile i giganti e i piccoli attori del palco finanziario mondiale, è lo spauracchio di tutti: se Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch parlano, il mondo trema. E trema perché basta uno dei temuti downgrade, i ribassi dell’indice di credibilità che le agenzie assegnano ai paesi, per far muovere miliardi e miliardi sui mercati finanziari. Le agenzie di rating questo fanno: giudicano. Forniscono un parere che vuole essere massimamente autorevole per gli operatori finanziari: qui puoi andare, qui è meglio che lasci perdere, qui vendi di corsa che finisci rovinato.
DOWNGRADE MULTIPLI – Il giudizio di una delle tre sorelle del rating mondiale conta, e come: recentemente Standard & Poor’s ha fatto intendere che se la situazione europea non cambierà, nel Vecchio Continente saranno possibili bancarotte a catena. Proprio mentre scriviamo, la prima delle tre agenzie di rating ha messo “sotto osservazione” i conti pubblici di 15 paesi europei; il che sta a dire che il loro rating potrebbe essere a breve modificato.
Secondo Bloomberg i paesi dell’Eurozona sono sotto osservazione per un possibile downgrade del rating del loro debito a partire da oggi. Il credit watch negativo è un preludio all’abbassamento del rating. Standard & Poor’s mette sotto osservazione in particolare i rating di Germania e Francia, che rischiano la tripla A. Sotto la lente dell’agenzia internazionale anche il rating dell’Italia. Standard & Poor’s probabilmente rilascerà una dichiarazione in merito dopo la campanella di chiusura di Wall Street alle 4 di pomeriggio, ora americana. Mentre il downgrade dei paesi in possesso al momento della tripla A potrebbe avere un impatto molto forte su come i leader dell’Unione Europea possano affontare la crisi, un downgrade generale potrebbe mettere a durissima prova i tentativi di ripresa dell’eurozona. Questo potrebbe modificare l’attitudine dei leader nel risolvere la crisi, specie i più recalcitranti.La Germania potrebbe perdere due ‘scalini’ del suo attuale rating.
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 http://www.giornalettismo.com/archives/175719/chi-controlla-il-controllore/

«Cosentino referente dei Casalesi» Richiesta d'arresto bis per il deputato Pdl


Cosentino e Cesaro

Politici e banchieri, all'alba 50 arresti in tutta Italia
Indagato anche Cesaro, presidente della Provincia

NAPOLI - Antimafia e carabinieri in azione all'alba con un blitz in tutta Italia finalizzati all'arresto di boss, banchieri e politici ritenuti vicini al clan dei Casalesi: tra loro anche l'ex sottosegretario all'Economia e attuale coordinatore del Pdl campano Nicola Cosentino. La magistratura di Napoli ha chiesto a Montecitorio di autorizzare l'arresto del deputato, indagato per corruzione ed altri reati. La richiesta d'arresto è arrivata stamattina, martedì 6, in giunta per le autorizzazioni della Camera. Fa il paio con la prima che, rigettata nel novembre 2009 dalla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, provocò le dimissioni dell'allora sottosegretario. Il coordinatore del Pdl della Campania è definito nei capi di imputazione formulati dai pm «referente politico nazionale del clan dei Casalesi».
Nicola Cosentino: fotogallery
IMPRENDITORI ANCHE DEL NORD - I provvedimenti restrittivi colpiscono in particolare elementi riconducibili alle fazioni Schiavone e Bidognetti del clan dei Casalesi. Fra i destinatari anche esponenti politici di rilievo nazionale e locale, personaggi del mondo bancario ed imprenditoriale operanti oltre che in Campania, nel Lazio, in Toscana, nell’Emilia Romagna, in Lombardia ed in Veneto.
IL FINANZIAMENTO DI UNICREDIT - Tra gli indagati (ma non per camorra) c'è anche il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro. Il suo coinvolgimento sarebbe relativo al maxi finanziamento per la costruzione del centro commerciale «Il principe». Secondo l'accusa, Cesaro accompagnò Cosentino a Roma per sollecitare i vertici di Unicredit a concedere un credito a favore del clan, peraltro garantito da una falsa fidejussione.
Luigi Cesaro: fotogallery
  • Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli dal 2009
«Pochi giorni dopo tale intervento - è scritto in un comunicato della Procura - il finanziamento, che fino a quel momento aveva incontrato ostacoli e rallentamenti, veniva sbloccato». Il finanziamento ammontava a 5 milioni e mezzo di euro. All'epoca Cosentino era sottosegretario all'Economia.
GIP E PM - L'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Cosentino è stata firmata dal gip Egle Pilla, su richiesta dei pubblici ministeri Antonio ArdituroFrancesco Curcio eHenry John Woodcock, Giovanni Conzo, Cesare Sirignano.
LE ACCUSE - L'ordinanza riguarda anche un'altra cinquantina di persone,arrestati dai carabinieri con la Dia di Napoli. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione camorristica, riciclaggio, corruzione e falso. Secondo quanto si apprende l'inchiesta riguarda vicende di infiltrazioni del clan dei Casalesi nella pubblica amministrazione ed in particolare tra ex amministratori di Casal di Principe, roccaforte del clan dove il Comune viene sciolto in media ogni due anni. Gli indagati sono oltre settanta.
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