martedì 6 dicembre 2011

Il piano di Berlusconi per tornare in alto


Il Cavaliere avrebbe in mente un progetto: spaccare il Terzo Polo
Perché mentre i suoi colonnelli ne dicono peste e corna, Silvio Berlusconi è così accomodante con Mario Monti? Una domanda a cui ha cercato di rispondere Lina Palmerini sul Sole 24 Ore. Partendo da quanto temono i parlamentari del Popolo delle Libertà:
C’è un sospetto che gira tra alcuni parlamentari del Pdl. Un dubbio alimentato da un Silvio Berlusconi troppo tranquillo e poco battagliero su questa manovra di Monti che molte frecce punta contro il suo partito, a cominciare dalle nuove tasse. E questo alimenta quel sospetto: cioè, che il Cavaliere stia lavorando a un patto con Mario Monti e soprattutto con Corrado Passera per entrare anche lui nella scomposizione dei poli che si prepara.
Ovvero? Ovvero, secondo il quotidiano della Confindustria, il piano del Cavaliere sarebbe più o meno questo:
Sembra che Berlusconi si sia convinto della possibilità che il Pdl si spacchi – specularmente al Pd – per entrare in quel nuovo centro a cui sta lavorando Casini magari affidando la premiership a Passera. E che l’ex premier non voglia affatto star fuori dai giochi ma punti invece a creare quella sua “famosa” lista (obiettivo il 15% dei voti) per allearsi in futuro con quel polo cattolico-moderato ricostruito con spezzoni del Pd e del Pdl.
Con il nuovo partito, il Cavaliere potrebbe sì dover abbandonare i sogni di gloria a Palazzo Chigi, ma in cambio potrebbe diventare l’ago della bilancia di un futuro governo. Con tutto il potere di ricattabilità che ne consegue.
«Lasciamo lavorare Monti», sono state quelle parole di Berlusconi pronunciate qualche giorno fa a trasformare il sospetto dei pidiellini in qualcosa di più solido visto che già si parlava di patrimoniale, di Ici e di misure sulla tracciabilità. Insomma, un Cavaliere troppo suadente. Certo, ci si aspetta qualche sparata delle sue nelle prossime ore ma non c’è proprio l’aria delle barricate. Ecco dunque l’idea che l’ex premier abbia capito, più di tutti, che nulla sarà più come prima. E che il bipolarismo, da lui fondato, andrà reinterpretato secondo i nuovi tempi e il nuovo linguaggio impresso da Monti e dal ministro dello Sviluppo Passera che Berlusconi conosce e stima.
E lo stimerebbe di più se riuscisse a farlo arrivare fino al Quirinale, ci scommettiamo.

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