Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
giovedì 22 settembre 2011
SPAZIO: PROT. CIVILE SU FRAMMENTI SATELLITE, NON PREVEDIAMO EVACUAZIONI
Malattie renali piu' rischiose di cancro
Lo sposo all'altare: "No, il perchè lo sanno lei e il testimone"
Francia: 4 agenti suicidi in due ore
Morto anziano investito da scippatore
Governo: Economist, Berlusconi e Bossi come nel finale di Butch Cassidy
Norvegia: deputato multato per visita a bordello in Lettonia
Ahmadinejad critica Obama su Palestina
NEW YORK - Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha criticato il suo omologo americano per il suo intervento alla 66esima Assemblea generale dell'Onu sul riconoscimento di stato palestese.
Nel suo discorso Barack Obama ha detto che il riconoscimento dello Stato della Palestina potra' giungere solo attraverso i negoziati con Israele, e non attraverso "dichiarazioni e risoluzioni alle Nazioni Unite". Parlando ai giornalisti a New York, il presidente Ahmadinejad ha detto: "Perche' essi (gli americani) pongono delle condizioni ad un popolo (palestinese) che vuole ottenere la sua indipendenza proprio all’interno dei suoi confine? Perche’ un popolo, per essere riconosciuto dall’Onu, dovra’ prima riconoscere un regime oppressore (Israele) che ha occupato il suo paese? Questo significa la giustizia? Credo di no".
Gb, governo pronto a risarcire famiglie vittime Bloody Sunday
LONDRA - Il ministero della Difesa britannico si è dichiarato pronto a risarcire le famiglie dei 13 dimostranti irlandesi uccisi dai propri soldati nella famosa 'Bloody Sunday' del 1972. Nel 2010 un'inchiesta durata 12 anni stabilì che i soldati britannici sono stati gli unici responsabili del massacro, avvenuto a Londonderry, in Irlanda del Nord. Il primo ministro David Cameron dichiarò che il rapporto aveva provato che quelle morti erano state "ingiustificate e ingiustificabili". La Bloody Sunday inquiry, autorizzata dal governo britannico nel 1998, fu vista come un passo per ricucire i rapporti con l'Irlanda del Nord, dopo una guerra durata 40 anni e che costò la vita a oltre 3.700 persone.
Rai, rinviato pacchetto nomine Cdr Tgr Lombardia denuncia Minzolini
In cda discusso anche il calo di ascolti del Tg1. Polemica per la cancellazione della terza edizione del tg regionale
ROMA - Il cda della Rai ha rinviato l'intero pacchetto di nomine previsto oggi. All'ordine del giorno c'erano la direzione di Rai3, del Tg2, di Gr e Rai Parlamento e di Rai Gold. I consiglieri di maggioranza, Antonio Verro, Giovanna Bianchi Clerici, Guglielmo Rositani e Alessio Gorla sono usciti al momento del voto, facendo mancare il numero legale. Era assente Angelo Maria Petroni. La decisione - spiegano ambienti del cda - è statapresa perché i consiglieri di opposizione non hanno concesso la deroga per la presentazione dopo le previste 48 ore prima della riunione dell'integrazione del pacchetto di nomine con le condirezioni di Giorgio Giovannetti a Gr Parlamento e Simonetta Faverio a Rai Parlamento. I curricula erano infatti stati presentati dal dg Lorenza Lei solo 24 ore prima del voto. Il no dei consiglieri non ha consentito al presidente Paolo Garimberti di mettere le condirezioni al voto. «Ancora una volta purtroppo motivi esogeni hanno prevalso sull'interesse dell'Azienda», ha detto Garimberti. «È la stessa logica - ha proseguito - per la quale quando si critica la qualità o gli ascolti di un telegiornale o di un approfondimento immediatamente si alza il fuoco di sbarramento dei difensori politici d'ufficio. La Rai non può più permettersi di essere paralizzata da giochi e giochini di parte». «In un momento in cui - come è stato illustrato e documentato oggi in cda dal vicedirettore generale Antonio Marano - c'è la necessità e l'urgenza di migliorare la competitività della Rai nel mercato televisivo - sostiene ancora Garimberti - è stata fatta una scelta di impedire le nomine di canali e testate prive di direttori nonostante il direttore generale avesse con coerenza confermato le sue proposte. È una scelta che indica come ragioni altre, o come suol dirsi le logiche della lottizzazione, siano più importanti di quelle che presiedono a una sana gestione di un'azienda». «È la stessa logica - ha concluso il presidente - per la quale quando si critica la qualità o gli ascolti di un telegiornale o di un approfondimento immediatamente si alza il fuoco di sbarramento dei difensori politici d'ufficio. La Rai non può più permettersi di essere paralizzata da giochi e giochini di parte». Si è discusso anche del calo di ascolti di Rai1 e del Tg1 nel corso del cda di oggi. Secondo quanto si apprende, Marano avrebbe presentato dati di ascolto particolarmente negativi per Rai1 e, nell'ambito della rete, anche per il Tg1. Il dg avrebbe prospettato l'ipotesi di ascoltare in consiglio il direttore di Rai1 Mauro Mazza e il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, per approfondire il tema del calo degli ascolti.
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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=163933&sez=HOME_INITALIA
Terremoto Abruzzo, truffa da 12 milioni due in manette e tre indagati
Nell'inchiesta anche una fondazione di cui facevano parte i vertici della Curia
ROMA - Due persone sono state arrestate dai carabinieri del Noe dell'Aquila con l'accusa di truffa ai danni dello Stato: avrebbero tentato di distrarre 12 milioni di euro destinati alle popolazioni delle aree terremotate abruzzesi, per la realizzazione di interventi urgenti nel sociale. Gli arrestati sono il direttore del "Sistema qualità montagna" del disciolto Ente italiano della montagna, Fabrizio Traversi, 62 anni, di Roma, e il medico aquilano Gianfranco Cavaliere (36), entrambi agli arresti domiciliari. Nell'ambito dell'inchiesta altre tre persone sono finite nel registro degli indagati. Le indagini erano state avviate nel maggio del 2010 dalla procura della Repubblica dell'Aquila; gli arresti sono stati disposti dal gip. L'operazione è stata denominata "Attenti a quei due" perché nelle intercettazioni telefoniche i due arrestati si paragonavano ai protagonisti del serial televisivo. I carabinieri hanno avviato perquisizioni a Roma e nel Comune di San Demetrio ne' Vestini (L'Aquila). Nel pomeriggio gli interrogatori di garanzia dei due arrestati. L'azione della procura dell'Aquila, resa nota con un comunicato firmato dal procuratore capo, Alfredo Rossini, tocca palazzo Chigi visto che Traversi è un dipendente della presidenza del Consiglio dei ministri. Il giovane medico Gianfranco Cavaliere è figlio di un consigliere comunale dell'Aquila del Pdl Raffaele, già al centro di un'altra inchiesta per una presunta assegnazione illecita di un alloggio del progetto C.a.s.e. L'ordinanza di custodia cautelare è composta da 150 pagine gran parte delle quali dedicate alle intercettazioni telefoniche. Secondo l'accusa i due sarebbero responsabili di un tentativo di truffa ai danni dello Stato finalizzata a distrarre le somme previste per la popolazione del "cratere" nell'ambito della legge numero 77 di conversione del "decreto Abruzzo", approvato dal Consiglio dei ministri all'indomani del terremoto del 6 aprile 2009. Sempre stando all'accusa, per la realizzazione di questo disegno sono stati coinvolti numerosi soggetti istituzionali, ingannati o inconsapevolmente strumentalizzati da Traversi e Cavaliere che avevano costituito una serie di onlus collegate tra loro con l'intenzione di accaparrarsi i contributi pubblici.
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Tarantini, Laudati quattro ore al Csm per difendersi: «Non mi dimetto»
Ricatto al premier, il gip di Napoli boccia la richiesta del pm: il caso non è di nostra competenza. Atti trasmessi a Roma.
ROMA - Il gip di Napoli, Amelia Primavera, ha respinto la richiesta della Procura di annullare la propria precedente ordinanza con cui affermava l'incompetenza territoriale dell'autorità giudiziaria partenopea nell'inchiesta per il presunto ricatto ai danni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Intanto oggi la Procura di Napoli ha trasmesso ai colleghi di Roma tutti gli atti riguardanti l'inchiesta sul presunto ricatto al premier, in ottemperanza a quanto aveva stabilito, nei giorni scorsi, il gip Primavera. Gli atti sono sul tavolo del procuratore di Roma, Giovanni Ferrara. In ogni caso, la questione della competenza territoriale non è ancora conclusa: in merito potrebbe pronunciarsi nei prossimi giorni il Tribunale del Riesame, davanti al quale i pm hanno evidenziato che, allo stato, non è possibile ancora determinare il luogo esatto della commissione del presunto reato. Laudati al Csm: no dimissioni. Oggi, intanto, è stato ascoltato al Csm il procuratore capo di Bari Antonio Laudati, accusato dall'ex pm Giuseppe Scelsi di aver ritardato l'inchiesta sul giro di escort portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze del premier Berlusconi. Durante l'audizione, durata quattro ore e mezza, Laudati si è difeso dalle accuse senza preannunciare sue possibili dimissioni. Laudati avrebbe presentato ulteriore documentazione alla prima commissione del Csm che, in base all'esposto di Scelsi e alla sua audizione di lunedì scorso, dovrà decidere su un eventuale trasferimento d'ufficio del procuratore capo di Bari per incompatibilità ambientale. Laudati è indagato dalla procura di Lecce con le ipotesi di reato per abuso d'ufficio, favoreggiamento e tentata violenza privata. «Sono molto tranquillo e molto soddisfatto» ha detto Laudati ai giornalisti prima di lasciare palazzo dei Marescialli.
La questione palestinese, una storia lunga mezzo secolo
È dal secondo dopo guerra che si discute la questione palestinese. Ecco le date principali che hanno segnato la storia dei palestinesi in vista della creazione del loro Stato.
29 nov. 1947 L'Assemblea generale dell'Onu adotta la risoluzione 181 per la spartizione della Palestina - fino ad allora sotto mandato britannico - e la creazione di due Stati, uno ebreo e l'altro arabo, stabilendo la tutela internazionale su Gerusalemme. La risoluzione è respinta dai Paesi arabi.
28 maggio 1964 Creazione dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) durante una riunione del Congresso nazionale palestinese (Cnp, parlamento). Adozione di una carta che rivendica il diritto all'autodeterminazione e alla sovranità per i palestinesi e rifiuta la creazione di Israele.
1-9 giugno 1974 L'Olp accetta l'idea di una autorità nazionale su «tutte le parti liberate della Palestina».
22 novembre 1974 L'Assemblea generale riconosce il diritto dei palestinesi all'autodeterminazione e all'indipendenza e accorda all'Olp lo statuto di osservatore
6-9 settembre 1982 La Lega araba adotta il piano di Fez, che riprende quello presentato nell'agosto 1981 dal principe ereditario saudita Fahd. Il piano riconosce implicitamente il diritto di Israele a esistere "in pace e sicurezza" e prevede la creazione di uno Stato palestinese e il ritiro israeliano da tutti i territori occupati nel 1967.
15 novembre 1988 Proclamazione ad Algeri dello Stato palestinese indipendente, accettazione delle risoluzioni 242 e 338 dell'Onu che chiedono il ritiro israeliano dai territori occupati nel 1967 e una soluzione negoziata
13 settembre 1993 Dopo sei mesi di negoziati segreti a Oslo, Israele e l'Olp si riconoscono reciprocamente e sottoscrivono a Washington una Dichiarazione di principi per un'autonomia transitoria palestinese di cinque anni. Il premier israeliano Yitzhak Rabin e il leader dell'Olp, Yasser Arafat sono protagonisti di una storica stretta di mano.
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R.E.M. si sciolgono: "La fine dell’adolescenza"
I R.E.M. si sciolgono e il mondo rimane attonito. E’ di ieri la notizia che il gruppo, unito da 31 anni di carriera e 15 album si divide concludendo il loro sodalizio.
L’annuncio viene dato sul loro sito intenet ufficiale con queste parole "To our Fans and Friends: As R.E.M., and as lifelong friends and co-conspirators, we have decided to call it a day as a band. We walk away with a great sense of gratitude, of finality, and of astonishment at all we have accomplished. To anyone who ever felt touched by our music, our deepest thanks for listening." R.E.M.
Le donne devono andare in pensione prima degli uomini: le ragioni tecniche
Mandare in pensione le donne che lavorano alla stessa età degli uomini è tecnicamente un furto.
Ci sono ampie ragioni perchè vadano prima in pensione, tecniche, sociali, di interesse pubblico
1. Le pensioni delle donne sono poco reversibili.
Le donne che lavorano ed hanno lavorato, in grandissima maggioranza, sopravvivono ai mariti, o non hanno mariti a carico (o perché non ci sono mariti o perché i mariti hanno un loro reddito) per cui la loro pensione rarissimamente ha la probabilità di essere reversibile. Quindi normalmente la pensione delle donne lavoratrici si estingue con loro. Tecnicamente la durata media delle loro pensioni è inferiore a quella media degli uomini, che, in grande maggioranza, diventa reversibile Di questo occorerebbe tener conto; ma il legislatore attuale vuole solo tagliare per usare i soldi dei contributi da altre parti.
2. La donna lavoratrice ha una attesa di vita inferiore anche di 5 anni alla donna di pari età che non abbia lavorato.
Passiamo alle ragioni sociali e di interesse pubblico:
- la maggioranza delle donne, per effetto delle assenze per maternità e per le politiche discriminatorie seguite negli anni non fa carriera. Rimane in incarichi faticosi e alienanti, a basso salario. Le loro pensioni sono più basse di quelle degli uomini.
- le donne sono elemento di stabilizzazione della famiglia, e tengono insieme il tessuto sociale, sia da mamme, sia da nonne, sia da zie. Libere dal lavoro in azienda, producono una infaticabile attività sociale di protezione e sviluppo, fanno crescere i figli più sani. La presenza attiva di una donna in famiglia è fattore di ricchezza complessiva, e un grande risparmio di risorse sociali.
- le donne hanno generalmente avuto più vite lavorative, una in azienda, una come madre, una come moglie, una come casalinga ecc... Sono generalmente più stanche attorno ai 55/60 anni, dei coetanei maschi, con l'aggravante che al loro orizzonte non c'è gestione di potere, ma solo faticosi incarichi marginali.
Conclusione, tenere le donne al lavoro fino a tarda età, è un furto tecnico, e uno spreco di risorse sociali insostituibili.
Ed è pure una ingiustizia grave, voluta da questo liberismo avido, che non ha nessun riguardo per chi merita, come le mamme, il massimo riconoscimento dalla società.
L'avidità è la vera misura delle politiche previdenziali attuali.
Se fossimo più saggi, riconosceremmo almeno 2 anni di anticipo età per ogni figlio, e terremmo almeno una differenza di tre anni fra maschi e femmine, nel limite di età.
La società tutta ne avrebbe enormi vantaggi. E non dovremmo vergognarci di fronte alle nostre mamme, alle nostre mogli, alle nostre figlie, che abbiamo lasciato massacrare nei loro diritti previdenziali da politici corrotti, e sindacalisti opportunisti, avidi e ipocriti.
Trapani, crisi al Comune il sindaco azzera la giunta
La decisione dopo la rottura con Udc e Mpa. "È venuto meno il rapporto fiduciario con le componenti politiche che hanno designato gran parte degli assessori", ha detto il primo cittadino Girolamo Fazio
Girolamo Fazio
Scuole paritarie, salta tetto minimo Pochi alunni, insegnanti in nero
Con una circolare, il ministero dell'Istruzione autorizza l'apertura di corsi con meno di 8 alunni. La normativa della scuola statale impone limiti molto più rigidi. E così nelle private si avalla di fatto l'utilizzo di docenti sottopagati
A Sky e Mediaset i diritti tv fino al 2015 La Lega incasserà 800 milioni l'anno
Al gruppo di Rupert Murdoch l'esclusiva per la tramissione satellitare di tutta la Serie A, al Biscione le partite delle migliori 12 squadre. Assegnazione a tempo di record, ma resta l'incognita del terzo operatore
di GIULIANO BALESTRERIAtene paralizzata dallo sciopero dei trasporti, migliaia di turisti bloccati
“Berlusconi è come Nerone”
Il Financial Times usa una similitudine già dell’Economist per parlare dell’Italia
L’italia, scrive oggi il Financial Times, ha bisogno di riforme ma Berlusconi non è in grado di realizzarle. “In meno di tre mesi, l’Italia è cambiata. Da un paese in cui il regime fiscale ed economico erano difficili ma non impossibili da curare è diventata un paese il cui sistema politico, atrofizzato ed egoista, rischia di distruggere l’intera eurozona”.
COME NERONE - Molti, dice il quotidiano, sono i “colpevoli” di una simile “allarmante situazione”; “tuttavia la responsabilità principale è di Silvio Berlusconi, il primo ministro che come Nerone suona la lira mentre Roma brucia, e della sua coalizione di centrodestra, sempre più disfunzionale”. Ripercorrendo le vicende degli ultimi mesi, con le richieste della banca Centrale Europea al governo di Roma, il Financial osserva: “nel piano approvato la settimana scorsa dal parlamento italiano…le riforme strutturali…sono assenti e in modo evidentissimo. Il piano del governo – con aumenti di tasse troppo pesanti e tagli alla spesa troppo lievi – “potrebbe addirittura aggravare il problema e, peggio ancora, soffocare la crescita economica essenziale per la stabilità del sistema finanziario italiano per l’economia del paese”.
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http://www.giornalettismo.com/archives/150675/berlusconi-e-come-nerone/
Caso Fassino-Consorte, la Procura chiede il processo per Berlusconi e Belpietro
Berlusconi è indagato per rilevazione di segreto d’ufficio in relazione all’intercettazione dell’ex segretario Ds
Il giornalista Maurizio Belpietro, in qualità di direttore del quotidiano Il Giornale, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milanocon l’accusa di omesso controllo e di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio in relazione alla pubblicazione della telefonata fra Piero Fassino eGiovanni Consorte. Lo comunica con una nota il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati.
INDAGATI BELPIETRO E BERLUSCONI - Era stato il gip Stefania Donadeo a ordinarne l’iscrizione. Lo stesso gip aveva respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pmMaurizio Romanelli nei confronti del premier Silvio Berlusconi. Per Silvio Berlusconi la Procura chiede il processo. L’accusa per il premier è quella di rivelazione di segreto di ufficio. Il reato contestato al capo del Governo, concorso in rivelazione di segreti d’ufficio, si prescriverà nel giugno del 2013, quello contestato a Belpietro nel gennaio 2012.
REATO AUTONOMO - La posizione dell’ex direttore del Giornale che pubblicò l’intercettazione è stata stralciata dai magistrati milanesi rispetto alla posizione del premier. Se per il presidente del Consiglio il passaggio obbligato, dopo il provvedimento della Donadeo, è la richiesta di rinvio a giudizio, per il giornalista gli inquirenti intendono fare attività d’indagine e convocare lo stesso Belpietro in Procura prima di decidere se chiederne il rinvio a giudizio oppure l’archiviazione. La Donadeo che ha indicato per lui un reato “autonomo”, cioè l’omesso controllo del direttore, non in concorso con altri.
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