giovedì 27 ottobre 2011

Indignati, cento arresti a Oakland

La polizia usa lacrimogeni e manganelli, sgomberato anche il presidio di Atlanta

PAOLO MASTROLILLI

INVIATO A NEW YORK C’erano stati gli arresti a New York e Chicago, ma finora non avevamo visto immagini di guerriglia urbana, come quella scoppiata martedì notte nelle strade di Oakland. Gas lacrimogeni, manganelli, feriti e un centinaio di arresti, per gli scontri più violenti tra polizia e manifestanti dall’inizio della protesta «Occupy Wall Street». Nelle stesse ore, a dimostrazione di quanto stia salendo la tensione, gli agenti hanno sgomberato con la forza un parco ad Atlanta, in Georgia, mentre dal fronte delle disparità economiche continuano ad arrivare notizie che minacciano di incendiare ancora di più la piazza. I disordini in California sono cominciati nel pomeriggio di martedì. Il sindaco di Oakland Jean Quan aveva avvertito i manifestanti che dovevano sgomberare il parco di Frank Ogawa Plaza, davanti al municipio, perché la situazione igienica e la sicurezza non erano più sostenibili. Da questo momento in poi, le versioni divergono. Secondo il capo della polizia, Howard Jordan, i suoi uomini hanno cominciato l’evacuazione. Al principio non hanno incontrato resistenza, ma poi i dimostranti hanno iniziato a tirare pietre e vernice contro gli agenti, che hanno reagito sparando i gas lacrimogeni. La folla si è subito diradata, ma qualche ora più tardi un migliaio di manifestanti è tornato a marciare verso la piazza centrale della città. A quel punto la polizia è stata costretta ad intervenire ancora, facendo circa cento arresti. Due agenti sono rimasti feriti, ma non ci sono dati ufficiali sulle vittime dall’altra parte. I portavoce della protesta raccontano un’altra storia. Secondo Samsarah Morgan, 51 anni, «quello che è successo è incredibile. Spero che il governo della nostra città torni in sé e la smetta di trattarci come uno stato fascista». I manifestanti sostengono di non aver provocato i poliziotti, che li avrebbero attaccati con un uso della forza sproporzionato. Anche ad Atlanta le forze dell’ordine sono entrate in azione nel centro della città, facendo una cinquantina di arresti. Qui, oltre alle condizioni igieniche deteriorate, c’era stata anche una denuncia di violenza sessuale. Un uomo, poi, era stato avvistato mentre si aggirava tra i manifestanti con una pistola. Fermato, ha spiegato che era un contabile disoccupato, in disaccordo con «Occupy Wall Street» ma favorevole a difendere la libertà di espressione dei dimostranti.

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http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/426783/

Indignati: vescovo Londra propone dibattito con manifestanti

Londra, 27 ott. (Adnkronos) - Il vescovo anglicano di Londra, Richard Chartres, si e' offerto di organizzare un dibattito con gli indignati, a patto che questi sgomberino il campo che occupa il sagrato della cattedrale di St. Paul, secondo quanto riportato dal sito internet del quotidiano inglese "The Guardian".

Gli scontenti del PdL: “Silvio, vattene”

Una lettera chiede le dimissioni di Berlusconi

Dopo il si’ dell’Europa a Silvio Berlusconi le acque restano agitate nella maggioranza. Alcuni parlamentari del Pdl stanno lavorando ad una lettera-appello al premier, nella quale si chiede ancora a Berlusconi di fare un passo indietro e allargare la maggioranza, proprio per poter dar corso agli impegni assunti con l’Ue.

CARO PRESIDENTE – Gli ‘scontenti’ del Pdl nella lettera appello – che inizia con un ‘Caro presidente Berlusconi’ – rinnovano ancora la fedelta’ al premier, ne sottolineano i ‘grandi meriti politici’ e chiedono di poter continuare a sostenerlo, ma avvertono che senza un un cambio di passo no potranno piu’ garantire il loro sostegno. Per non finire ‘su un binario morto’ – scrivono – e’ tempo di ‘rilanciare l’azione politica, allargare la maggioranza parlamentare alle forze che tradizionalmente hanno fatto parte della nostra coalizione e dare una svolta all’azione di Governo’. Dell’appello, che ancora non si sa quante firme avra’ in calce – si è a lungo discusso nella riunione di ieri di una quindicina di senatori, ma anche nelle riunioni degli scajoliani e tra diversi altri esponenti del Pdl.

LEALTA’ E SINCERITA’ - ‘Ci sentiamo in dovere – si legge nella bozza del documento – con la lealta’ e la sincerita’ che ti abbiamo sempre dimostrato, di rappresentarti il nostro critico convincimento sulla situazione politica dell’attuale maggioranza parlamentare che sostiene il tuo Governo. Dobbiamo oggettivamente registrare che l’esIguita’ dei numeri, in particolare alla Camera, non consente a questo Governo di poter affrontare neanche l’ordinario svolgimento dei lavori parlamentari, e tanto meno quindi, di dare quelle risposte, anche molto impegnative sul piano del consenso sociale, che la drammatica situazione economico finanziaria richiede’, soprattutto dopo la lettera discussa ieri a Bruxelles dal premier.

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http://www.giornalettismo.com/archives/162279/gli-scontenti-del-pdl-silvio-vattene/

La fronda nel Pdl: "Berlusconi devi dimetterti"

La fronda nel Pdl: 'Berlusconi devi dimetterti'
ROMA - Sembra che i malumori nel Pdl aumentino giorno dopo giorno. Sono più di una le indiscrezioni che riferiscono di un Beppe Pisanu e di altri 10 senatori del Pdl che chiederanno a Berlusconi di fare il clasico passo indietro (praticamente di dimettersi) per poter allargare la maggioranza all'Udc ed andare avanti con un governo tecnico fino a fine legislatura. Lo faranno con una lettera-appello, in cui spiegheranno le loro ragioni. Altre indiscrezioni hanno portato gli scajolani a riunirsi, nel pomeriggio di oggi per prendere le loro decisioni. Ed anche loro sarebbero pronti a sostenere un governo tecnico, se il premier si dimettesse. Naturalmente non è per il benessere comune che è stata fatta questa scelta. Ci sono molti deputati e senatori che devono arrivare al settembre 2012 per incassare i loro vitalizi in caso di non rielezione (un caso molto probabile, dato che i sondaggi danno il Pdl sconfitto); e non saranno facilmente d'accordo a rinunciarci spontaneamente.

Il conto corrente del Cav dedicato al Bunga bunga

Venti ragazze hanno beneficiato di sostanziosi bonifici

di Gigi Paoli FIRENZE, 27 ottobre 2011 - Il conto corrente numero 129 della filiale di Segrate del Monte dei Paschi di Siena era il pozzo di San Patrizio. Da quel conto,intestato a Silvio Berlusconi, fra il gennaio 2007 e il giugno 2008 sono stati effettuati bonifici per 14.371.000 euro con ripetute causali "prestito infruttifero", uno per "regalia" e altri due — da 700mila e 100mila euro — senza alcuna motivazione.

I destinatari? Varie persone, fra le quali il senatore Marcello Dell’Utri e il Circolo delle Libertà, ma anche una ventina di ragazze più o meno già note alle cronache. E non solo. Da quel conto escono altri bonifici curiosi: a una concessionaria d’auto di Monza (il Cavaliere compra otto Mini per un totale di 236mila euro tra il febbraio 2007 e il maggio 2008) e a una nota gioielleria di Milano (sei bonifici per 337mila euro).

QUEL CHE accade sul conto corrente di Berlusconi tra il 2007 e il 2008 è il retroscena che si scorge fra i 64 faldoni dell’inchiesta della procura di Firenze sul Credito cooperativo fiorentino, la banca di cui erapresidente il coordinatore Pdl, Denis Verdini. Perché c’entra il conto del Cavaliere? Perché da lì parte il 22 maggio 2008 un bonifico da un milione e mezzo di euro per Dell’Utri sul suo conto al Ccf: il senatore Pdl entra per altri motivi nell’inchiesta sulle presunte appropriazioni indebite che coinvolgono la banca ed è per questo che i carabinieri del Ros acquisiscono i report sul conto di Berlusconi. Finora però erano noti i rapporti economici fra il premier e le ragazze solo dal 2009.

Nelle carte di Firenze, invece, questi "prestiti infruttiferi" partono addirittura dal 2007. E ci sono nomi di tutti i tipi, compresi quelli di alcune protagoniste delle notti di Arcore.

Evelina Manna, ad esempio, autrice di una telefonata intercettata col Cavaliere in cui lo minacciava di rivelazioni imbarazzanti, riceve 700mila euro in un solo bonifico il 17 gennaio 2007: comprando casa a Roma, dirà alla venditrice che i soldi le arrivavano da un amico ricco e potente.

Altre beneficiate fra il 2007 e il 2008? L’annunciatrice Rai, Virginia Sanjust (il cui marito aveva minacciato Berlusconi di rivelare i suoi rapporti con la moglie se non lo avesse aiutato a tornare nei servizi segreti), riceve 150mila euro; la modella Raissa Skorkina ,135mila euro (sua celebre dichiarazione: «A quell’uomo voglio un bene dell’anima, cioè provo proprio un amore»); l’attrice Isabella Orsini, 325mila euro in sei tranche (Berlusconi è stato suo testimone alle nozze con un principe del Belgio); le giornaliste Francesca Impiglia e Michelle Nouri, 50mila e 10mila; l’attuale europarlamentare Barbara Matera, 95mila in tre tranche; la modella Rasa Kulyte (oggi in Rai) 220mila euro; l’attrice Claudia Galanti, 10mila; la showgirl Natalia Bush, 20mila; l’«ape regina» Sabina Began, 50mila; Angela Sozio, già immortalata dai fotografi in braccio al Cavaliere nel 2007, 38mila euro; più altre già note «Papi-girls» come Albertina Carraro (300mila euro), Alessandra Sorcinelli (30mila), Sabrina Valentina Frascaroli, (40mila).. Correvano gli anni 2007 e 2008. Del «bunga bunga» ancora nulla si sapeva. E fino a oggi quelle notti si fermavano al 2009.

di Gigi Paoli

Gli scontenti Pdl sfidano Berlusconi "Silvio, adesso fai un passo indietro"

Fronda tra i parlamentari guidati da Sajola e Pisanu: "Allargare la maggioranza"

ROMA

Dopo il sì dell'Europa a Silvio Berlusconi le acque restano agitate nella maggioranza. Alcuni parlamentari del Pdl stanno lavorando ad una lettera-appello al premier, nella quale si chiede ancora a Berlusconi di fare un passo indietro e allargare la maggioranza, proprio per poter dar corso agli impegni assunti con l'Ue. Gli scontenti del Pdl nella lettera appello - che inizia con un «Caro presidente Berlusconi» - rinnovano ancora la fedeltà al premier, ne sottolineano i «grandi meriti politici» e chiedono di poter continuare a sostenerlo, ma avvertono che senza un un cambio di passo no potranno più garantire il loro sostegno. Per non finire «su un binario morto» - scrivono - è tempo di «rilanciare l'azione politica, allargare la maggioranza parlamentare alle forze che tradizionalmente hanno fatto parte della nostra coalizione e dare una svolta all'azione di Governo». Dell'appello, che ancora non si sa quante firme avrà in calce - si è a lungo discusso nella riunione di ieri di una quindicina di senatori con Beppe Pisanu, ma anche nelle riunioni degli scajoliani e tra diversi altri esponenti del Pdl. «Ci sentiamo in dovere - si legge nella bozza del documento - con la lealtà e la sincerità che ti abbiamo sempre dimostrato, di rappresentarti il nostro critico convincimento sulla situazione politica dell'attuale maggioranza parlamentare che sostiene il tuo Governo. Dobbiamo oggettivamente registrare che l'esiguità dei numeri, in particolare alla Camera, non consente a questo Governo di poter affrontare neanche l'ordinario svolgimento dei lavori parlamentari, e tanto meno quindi, di dare quelle risposte, anche molto impegnative sul piano del consenso sociale, che la drammatica situazione economico finanziaria richiede», soprattutto dopo la lettera discussa ieri a Bruxelles dal premier. La coalizione di maggioranza - si legge ancora - «non ha alcuna realistica possibilità di vittoria nei prossimi appuntamenti elettorali». «Da parte nostra - si conclude la bozza della lettera-appello -, la lealtà, il senso di disciplina e responsabilità che abbiamo finora dimostrato, sostenendo l'iniziative del Governo anche quando i provvedimenti non erano in sintonia con i nostri principi e i nostri programmi, non potrà da oggi essere più garantita in assenza di una forte discontinuità politica e di Governo».

“Mafia Spa”, indignados antimafia cercasi

Eccola, finalmente! Vi presento, in esclusiva per Micromega, la copertina del mio secondo libro, “Mafia Spa. Gli affari della più grande impresa italiana” (Editori Riuniti) che uscirà in tutte le librerie il 26 ottobre. Un libro a cui ho lavorato per quasi un anno e per il quale ho studiato una mole di documenti inediti o appena resi pubblici, come la relazione semestrale della Dia, il rapporto di Sos Impresa, quello di Legambiente ecc.
Un libro che si fregia della prefazione del procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Antonio Ingroia, che ha speso parole davvero generose per il mio lavoro e che ha compreso fino in fondo il senso di quest’ultimo.
“Mafia Spa”, per la prima volta, mette insieme tutti gli studi e le elaborazioni di vari organismi per restituire, in una forma accessibile a tutti, un panorama completo su tutti gli affari delle mafie, sugli investimenti e sulle infiltrazioni nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni che hanno azzoppato, forse irrimediabilmente, la nostra economia.
A scandire i temi tecnici del libro ho inserito storie “vere”, storie di vittime, di sopravvissuti, di vincitori. Troverete, tra le altre, le storie degli imprenditori Borsellino e di Franca De Candia, e quelle dei “cattivi”, come Pino Giammarinaro, sorvegliato speciale amico di Vittorio Sgarbi, Rosario Cascio, cassiere di Messina Denaro, ed altri diversamente onesti.
Ho voluto fortemente scrivere questo libro perché troppe persone non hanno nemmeno idea della mole di beni e capitali che le mafie ogni giorno sottraggono all’economia legale, e dunque ad ognuno di noi, a noi che dichiariamo fino all’ultimo centesimo delle nostre esigue ma pulitissime entrate.
Quando ognuno di noi saprà cosa ci sottrae sottostare alle regole di Mafia Spa, forse davvero partirà una rivoluzione contro questi uomini del disonore e contro i collusi che tradiscono giuramenti e mandati popolari.
Manovre economiche lacrime e sangue, macelleria sociale, tagli alla cultura, alla sanità e all’ambiente, mentre le mafie aumentano costantemente i propri profitti. Questo è quello che emerge alla fine del mio studio, ovvero un popolo tartassato da tagli e tasse e un’associazione criminale, ormai istituzionalizzata, che decide le nostre sorti. Questa è oggi l’Italia.
Si, ne sono convinto: dalla conoscenza partirà la reazione. Bisogna che gli italiani si indignino non soltanto per le banche, per i politici e per la finanza canaglia, ma anche per l’unica azienda che in Italia è sempre in attivo, ovvero Mafia Spa. Servono gli “indignados” antimafia e servono adesso.
Tratto da: “Mafia Spa”, indignados antimafia cercasi | Informare per Resistere http://informarexresistere.fr/2011/10/20/%e2%80%9cmafia-spa%e2%80%9d-indignados-antimafia-cercasi/#ixzz1c09iKqIu - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
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Italia-Germania, no scuse da Merkel a Berlusconi

Italia-Germania, no scuse da Merkel a Berlusconi

ROMA - Il portavoce di Angela Merkel ha smentito che il cancelliere tedesco si sia ieri scusato con il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi "perché non c'era niente di cui scusarsi". L'insolita smentita è venuta nel giro di poche ore e in modo alquanto informale: con un tweet sollecitato da un giornalista e blogger italiano, Filippo Sensi, lo stesso protagonista di numerosi altri casi internazionali come quello che solo poche settimane fa portò alle dimissioni del ministro inglese della Difesa Liam Fox. Tutto è iniziato ieri sera, poco prima di mezzanotte, quando il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con Porta a porta su RaiUno in una pausa del vertice Ue, ha rivelato: "La signora Merkel è venuta da me a scusarsi per la situazione che è stata provocata e mi ha detto in maniera esplicita che non aveva nessuna intenzione di denigrare il nostro Paese". Il riferimento era alle risate di scherno nei confronti della solidità degli impegni del governo italiano fatta solo domenica sera in una conferenza stampa congiunta della Merkel con il presidente francese Nicolas Sarkozy.

Tunisia/partito Ennahda: interruzione completa relazioni con Israele prima azione dopo vittoria ad elezioni

Tunisia/partito Ennahda: interruzione completa relazioni con Israele prima azione dopo vittoria ad elezioni
TUNISI – Uno dei leaders del partito tunisino Ennahda, la cui vittoria è ormai certa alle elezioni nel paese nordafricano, ha affermato che la completa interruzione delle relazioni con Israele e la chiusura dell’ambasciata di questo regime a Tunisi sarà la prima cosa che il suo partito farà dopo la vittoria allo scrutinio elettorale. Parlando al quotidiano Az-Zaman, Al-Munsif Ben Salem ha affermato: “Bisogna distruggere tutte le relazioni che l’ex dittatore Ben Ali ha stabilito con il regime sionista”. L’esponente del partito che finora si è aggiudicato 89 seggi su un totale di 217 ha spiegato che bisogna pure impedire l’ingresso in Tunisia dei prodotti israeliani e di licenziare tutti gli impiegati del Ministero degli Esteri del suo paese che hanno avuto un ruolo nelle relazioni con il regime di TelAviv.

Occupy Wall Street preoccupa Israele

Occupy Wall Street preoccupa Israele

TELAVIV – Il quotidiano israeliano Maariv ha scritto mercoledì che il movimento Occupy Wall Street ha profondamente preoccupato i responsabili del regime israeliano. Secondo Maariv, tra i protestanti di Occupy Wall Street aumentano sempre di più gli slogan e gli striscioni con messaggi anti-sionisti. Maariv scrive: “I video diffuse sulle proteste a Wall Street dimostrano che si stanno verificando fatti ai danni dell’ebraismo ed in queste proteste gli ebrei vengono presentati come responsabili degli squilibri nei mercati finanziari internazionali”. Maariv ammette che i dimostranti di Occupy Wall Street hanno scandito pure slogan contro le politiche del governo di TelAviv e soprattutto contro l’occupazione di Gaza. I protestanti di Occupy Wall Street, notando la supremazia delle lobby ebraiche sui media, sulle banche e su numerose grandi compagnìe Usa hanno contestato nei giorni scorsi il potere eccessivo di questa minoranza nella società americana.

Chi tocca Lady Bossi, è un uomo "morto"

Era successo altre volte, e ieri di nuovo. Come accade nelle migliori organizzazioni, chi tocca la donna del Capo è un uomo morto. A volte è la mamma, a volte è la bambola di turno, questa volta è la moglie: Manuela Marrone, in arte Lady Bossi.

Colei che dalle poche immagini pubbliche che la ritraggono, mi ricorda l’irresistibile mamma della “Banda Fratelli” del celeberrimo film I Goonies. La donna che secondo alcuni, dal giorno in cui Umberto Bossi fu colpito da un devastante ictus, ha preso sempre più potere nel movimento padano, imponendosi ai propri uomini, dettando la linea politica, decidendo alleanze e rapporti con il Governo.

Quella che, in sostanza, per garantire un futuro al figlio Renzo, pluri bocciato ed evidentemente non dotato di particolari meriti e qualifiche, lo ha fatto eleggere come Consigliere Regionale della Lombardia al fianco dell’ex fiamma di Silvio Berlusconi: Nicole Minetti. Tutto a spese, sia chiaro, del contribuente lombardo, italiano e pure padano.

E’ bastato che poche settimane fa “Panorama” scrivesse un ritratto al vetriolo di Manuela Marrone, definita “l’Imperatrice della Padania”, e “l’anima nera del movimento” perché nella Laga Nord montasse una rivolta contro chi aveva osato infangare il buon nome della Famiglia Bossi. Maroni e Calderoli furono costretti a chiedere spiegazioni direttamente a Silvio Berlusconi, che imbarazzato si dissociò dall’articoloprendendo in considerazione la rimozione del Direttore del settimanale di famiglia.

Martedì scorso il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha ricordato imprudentemente duranteBallarò come Lady Bossi sia andata in pensione all'età di 39 anni nel lontano 1992 , assumendo un caso celebre per spiegare come i pensionamenti “facili” del passato abbiano generato l’insostenibilità delsistema previdenziale odierno.

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http://www.agoravox.it/Chi-tocca-Lady-Bossi-e-un-uomo.html

La Chiesa cattolica fa soldi con il porno?

In Germania una casa editrice in mano al clero vende migliaia di prodotti a luci rosse

Una casa editrice posseduta al 100% dalla Chiesa cattolica tedesca fa lucrosi affari con l’erotismo e la pornografia. Weltbild, un’importante catena di librerie attiva anche sul mercato online, ha in catalogo migliaia di titoli inequivocabili, tra i libri che vende, e in più controlla per un terzo un portale dove vengono venduti Dvd pornografici. La notizia non è in realtà una novità, ma ha creato un piccolo grande scandalo al quale i vescovi tedeschi hanno risposto con un’indignazione più che sospetta.

AFFARI COL PORNOWeltbild è un’importante catena di negozi dove vengono venduti libri, dischi, film, ed è posseduta completamente dalla Chiesa cattolica tedesca. Le quote della societàsono suddivise tra numerose diocesi tedesche, che si dividono i discreti guadagni che Weltbild realizza. L’anno scorso l’azienda ha avuto un fatturato di un miliardo e seicento milioni di euro, una cifra importante che supporta i bisogni finanziari del cattolicesimo tedesco. Un investimento nell’editoria non è in sé strano per il clero, però ha creato scandalo la pubblicazione di quanti titoli a carattere erotico Weltbild avesse in catalogo. La notizia è stata fornita da una rivista cattolica, Pur, che ha evidenziato come più di 2500 titoli tra i libri venduti da Weltbild avessero contenuti erotici. Ma gli affari a luci rosse non finiscono qui: Weltbild controlla per un terzo un portale che vende materiale pornografico, e ha il 50% di una società che produce anche film per adulti. Un business del porno che rende più ricca la Chiesa cattolica, che già beneficia di un munifico finanziamento statale, ma che indigna i fedeli più conservatori.

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Per l’alluvione in Liguria piovono critiche perfino dalla Cina

Il disastro visto dai media esteri. Salgono a 7 le vittime causate dalla tragica inondazione che ha colpito Liguria e Toscana due giorni fa, molti i dispersi

Tra il 25 e il 26 ottobre le regioni della Toscana e della Liguria sono state travolte da un violento nubifragio. Dal cielo sono caduti 500 millilitri di pioggia. Paesi isolati per via di ponti e strade distrutte, soccorsi costretti a salvare cittadini e turisti solo via mare o con gli elicotteri. La provincia di La Spezia tra le zone più colpite. I giornali da varie parti del mondo raccontano del disastro che ha colpito il nord Italia da varie angolazioni. Fulcro degli articoli le vittime, la devastazione di luoghi patrimonio dell’umanità e le critiche ai tagli del governo.

TELEGRAPH -

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Berlusconi e Draghi, il buffone e l’uomo che può salvare l’euro

L’Economist parla di due italian particolari , due uomini agli antipodi

L’Economist torna a parlare del nostro Paese e racconta “la favola di due italiani: uno potrebbe condannare l’euro e uno potrebbe salvarlo”. Si parla di Berlusconi e di Draghi, due uomini agli antipodi.

I RETROSCENA - Citando l’editoriale dell’Economist, in uscita domani, tutto inizia quando ad agosto Silvio Berlusconi ha ricevuto una lettera agghiacciante: lo avvertiva che un intervento di pressing sulle autorità italiane era necessario per riconquistare la fiducia degli investitori. Ne è nato un piano per la privatizzazione e la liberalizzazione economica, esortando i tagli alla spesa pubblica per giungere al pareggio di bilancio nel 2013, l’anno pianificato in precedenza. Il diktat portava la firma di Jean­Claude Trichet, presidente della Banca Centrale Europea, e del suo successo italiano, Mario Draghi, che prende l’incarico a partire dell’1 novembre. La minaccia era chiara: la BCE avrebbe aiutato l’Italia solo se il primo ministro avesse reagito per diminuire il debito, troppo vasto. Berlusconi ha quindi preparato un budget di austerity (con cifre che lasciano dubbi), ma non ha fatto virtualmente nulla per accelerare la crescita italiana bloccata. Il 23 ottobre, al primo dei tre summit europei sulla crisi dell’euro, Germania e Francia gli hanno chiesto un piano di riforme credibile da presentare tre giorni dopo. Se l’Italia non si salva, l’euro cola a picco con lei. Se i leader europei sembrano non avere grande influenza in Italia, l’umiliazione sembra aver smosso le acque. L’Economist si riferisce alle risate della Merkel e di Sarkò, che tanto hanno scandalizzato i politici italiani, ma che hanno riscosso consensi all’estero. Nonostante ciò, secondo la prospettiva estera, neanche Berlusconi sembra prendersi sul serio. Si è infatti presentato a Bruxelles con una lettera in cui giustifica se stesso e si spreca in promesse, molte delle quali già vecchie e sentite.

CATENA D’ACCUSE - La coalizione di Berlusconi scricchiola e lui accusa Umberto Bossi per essersi opposto alla riforma delle pensioni. Bossi, a sua volta, accusa Draghi di spodestare il governo e ritiene che la lettera alla BCE “sia stata una fucilata al premier”. Il futuro dell’euro può quindi essere determinato dalle azioni di due italiani: Berlusconi, il buffone che potrebbe affondarlo, e Draghi, il tecnocrate che potrebbe invece salvarlo. Il loro rapporto non sembra iniziare sotto i migliori auspici: il premier ha dichiarato che “la moneta non ha dietro una banca centrale”. Berlusconi viene descritto dall’Economist come un uomo che si è circondato di politici di vecchio ordine passati attraverso la saga di Mani Pulite, impelagato in numerosi processi in un’Italia in cui le frodi e le evasioni sono all’ordine del giorno, riconosciuto come il classico uomo italiano che scherza sul sesso femminile. Lasciando da parte gli scandali, il fallimento più grosso del premier è stato quello di non saper riformare l’economia italiana nonostante la maggioranza dalla sua parte. Il suo liberalismo economico è stato un buco nell’acqua, perpetrando un clientelismo dannoso beneficiato da un’opposizione debolissima e dall’appoggio dei leader legati alla Chiesa, che ora lo stanno abbandonando.

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Annozero: Procura chiede archiviazione per Berlusconi e Masi

Annozero: Procura chiede archiviazione per Berlusconi e Masi
ROMA - Non che sia una decisione inaspettata, ma la Procura di Roma ha deciso di archiviare le posizioni del Presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi e dell'ex direttore generale della Rai Mauro Masi, per la vicenda relativa alla tentata chiusura di Annozero. Come si ricorderà, la Procura di Trani, intercettando una banda che commerciava in carte di credito falsificate, finì con l'intercettare i discorsi tra Berlusconi, Masi, l'allora componente dell'ANtitrust Innocenzi e il direttore del TG1 Augusto Minzolini. Da qui uscì fuori che il premier tempestava di telefonate l'ex Dg Rai affinchè facesse chiudere in una maniera o nell'altra la odiata trasmissione condotta da Michele Santoro. In sostanza, nella richiesta di archiviazione si fa presente che il reato di abuso di ufficio non è contestabile, in quanto le telefonate fatte dal premier da sole non bastano a giustificare il rinvio a giudizio, anche perchè la trasmissione non è stata chiusa. Oltre a Berlusconi e Masi, è stata chiesta l'archiviazione anche per Innocenzi, anche lui indagato per lo stesso reato.

Sindacati ed opposizione compatti contro la lettera di Berlusconi all'Ue

Sindacati ed opposizione compatti contro la lettera di Berlusconi all'Ue
ROMA - Sta destando molta rabbia la lettera che il Presidente del Consiglio ha mandato alla Ue sugli impegni che verranno presi per far crescere il Pil italiano. Innanzitutto da parte dell'opposizione, che critica sia il metodo utilizzato sia il merito. Il metodo, in quanto nessuno ne sapeva niente in Parlamento, del contenuto della lettera, finchè il premier non l'ha annunciato di persona, collegandosi telefonicamente con Bruno Vespa, durante il programma Porta a Porta. Un metodo che ha declassato il ruolo dell'organo legislativo nazionale, messo addirittura al di sotto di una trasmissione TV. Nel merito, oggi il capogruppo del Pd, Dario Franceschini ha ricordato che nella lettera manca qualsiasi riferimento alle tre riforme principali da cui si possono ottenere miliardi per le casse pubbliche: lotta all'evasione fiscale, lotta alla corruzione e lotta alla criminalità organizzata. Ma il punto più controverso è l'impegno ad adottare, entro il 30 giugno 2012, una legge che faciliti i licenziamenti "per le aziende in difficoltà economiche", dice la lettera. Ma poichè il falso in bilancio è un reato che non è perseguibile dalla legge (si prescrive in soli 4 anni e per un Pm trovare le prove richiede lunghi mesi e perizie ancora più lunghe), per una azienda che voglia licenziare è facile truccare il bilancio per un anno o due e quindi licenziare senza rispettare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Su questo, probabilmente per la prima volta, c'è stata assoluta concordanza tra tutti i sindacati: Susanna Camusso per la Cgil, Angelo Bonanni per la Cisl, Rocco Palombella per la Uil e Canterella per l'Ugl hanno minacciato lo sciopero generale se questa norma venisse approvata.

Ponte stretto: Misiti, sara' realizzato

(ANSA) - ROMA - Il vice ministro Misiti precisa che ''nel dare il parere a nome del Governo'' alla mozione dell'IdV, ''ha proposto una riformulazione che escludesse il ricorso a fondi della societa' Stretto di Messina spa. La riformulazione non e' stata accolta ma si e' lasciata al governo la discrezionalita' di trovare tali fondi da varie fonti. Pertanto e' da escludere categoricamente che il Governo possa scegliere di non realizzare il Ponte sullo Stretto''.

Via D'Amelio, lasceranno il carcere sei degli otto condannati all'ergastolo

I giudici hanno dichiarato inammissibile l'istanza di revisione dei processi attenendosi alla giurisprudenza

PALERMO - La Corte d'appello di Catania, chiamata a decidere sull'ammissibilità dell'istanza di revisione dei processi per la strage di via D'Amelio, ha sospeso, come richiesto dal pg Roberto Scarpinato, l'esecuzione della pena per otto condannati, per l'uccisione del giudice Borsellino. I giudici catanesi hanno poi dichiarato «inammissibile» l'istanza di revisione, adeguandosi alla giurisprudenza che ritiene che in presenza di una sentenza definitiva - caso che ricorre nei processi per la strage di via D'Amelio - perchè si possa celebrare un nuovo dibattimento occorre un'altra sentenza definitiva che accerti responsabilità di altre e persone e che quindi contrasti con il primo verdetto.

Lasceranno il carcere sei degli otto condannati all'ergastolo. La procura generale di Caltanissetta sta verificando le posizioni di Gaetano Scotto e Vincenzo Scarantino, che devono espiare pene definitive avute in altri processi. A lasciare il carcere saranno Natale Gambino, Giuseppe La Mattina, Salvatore Profeta, Gaetano Murana, Cosimo Vernengo e Giuseppe Urso, detenuti solo per la strage di via D'Amelio. Scotto e Scarantino, invece, devono scontare il primo una condanna per tentativo di omicidio e un'altra per traffico di droga, il secondo una per droga e un'altra per calunnia. La Procura generale sta verificando se i due abbiano espiato le pene.

«L'istanza di revisione fondata sull'asserita responsabilità di un terzo è inammissibile qualora la responsabilità non sia stata accertata giudizialmente in modo definitivo non potendo la responsabilità di quest'ultimo essere accertata incidentalmente». Così la corte d'appello di Catania, ricalcando peraltro le conclusioni del procuratore generale di Caltanissetta, ha motivato l'ordinanza con cui ha dichiarato inammissibile la richiesta del pg di rifare i processi per la strage di via d'Amelio. In sostanza i giudici etnei, adeguandosi alla giurisprudenza in materia, hanno sostenuto che le nuove rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ribaltano la verità sull'attentato al giudice Borsellino scagionando otto persone condannate per l'eccidio in via definitiva, non bastano da sole a chiedere la revisione di quei verdetti di colpevolezza. Serve infatti che le responsabilità alternative, di Spatuzza che si autoaccusa e di quelli che il pentito tira in ballo, vengano accertate con sentenza passata in giudicato: solo allora, in presenza di due verdetti definitivi contrapposti, si potranno rifare i processi. Ma il ragionamento non impedisce la sospensione dell'esecuzione della pena per gli otto ingiustamente condannati, che altrimenti dovrebbero rimanere in carcere fino a una nuova sentenza definitiva che punisca i veri colpevoli. I giudici hanno messo nero su bianco l'esigenza di sospendere le condanne «ingiuste». Infatti - scrivono - in questo caso «appare verosimile l'accoglimento (futuro; ndr) della domanda di revisione e la conseguente revoca della condanna». La corte infatti parla di «possibile esito favorevole per i condannati derivante dal giudizio positivo di responsabilità dei terzi». Insomma, siccome è probabile che verranno condannati altri colpevoli e che, allora sì, sarà possibile chiedere la revisione, è giusto che nel frattempo gli innocenti escano dal carcere.