Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
mercoledì 13 aprile 2011
I segreti della schizofrenia in "provetta" I neuroni malati comunicano di meno
Iran: niente carburante ad aerei europei
Berlusconi: “Non mi ricandido, Alfano premier”
Lo avrebbe detto il premier ad una cena. Il Wall Street Journal è in grado di raccontare tutto.
Finisce sui media internazionali il segreto di Pulcinella della politica italiana. Silvio Berlusconi non ha nessuna intenzione di ricandidarsi alle prossime elezioni politiche – si sa, punta al Quirinale – e pensa invece ad un ruolo più defilato. A sostituirlo, l’erede designato: Angelino Alfano, il ministro di cui più di ogni altro apprezza il lavoro e il metodo operativo. La differenza è che Silvio, questa volta, lo avrebbe detto esplicitamente: i giornali internazionali, ospiti alla cena in cui Berlusconi avrebbe dichiarato le sue intenzioni, hanno già la notizia.
ANGELINO, VIA LIBERA – Ad esempio il Wall Street Journal, riportato dall’Ansa.
Silvio Berlusconi esclude di volersi ricandidare al governo al termine del suo attuale mandato e indica in Angelino Alfano il suo ‘successore’ alla guida del Pdl e quindi alla premiership per il centrodestra. Nella cena di ieri con la stampa estera, riporta sul suo sito l’autorevole Wall Street Journal il cui corrispondente a Roma ha partecipato all’incontro, Berlusconi si e’ soffermato sulle prossime elezioni politiche: ‘Se ci sara’ bisogno di me come padre nobile, sono disponibile. Potrei essere capolista del Pdl, ma non voglio un ruolo operativo’, ha puntualizzato il premier
E il Guardian conferma:
afferma John Hooper, corrispondente a Roma del Guardian, presente all’incontro tra il presidente del Consiglio e alcuni rappresentanti della stampa estera. “Berlusconi”, scrive Hooper, “ha detto che non intende correre alle prossime elezioni e ha indicato in Angelino Alfano, il suo quarantenne ministro della Giustizia, la persona a cui affidare il partito”.
Israele: decisa incriminazione Lieberman
Giustizia: Palamara, con processo breve ci rimetteranno vittime reati
Lavoro: con ok a decreto via libera a pensione anticipata per 'usuranti'
Emilio al telefono con Lele: “Chiara e Ambra? Mamma mia che belle!”
l direttore del Tg4 annuncia querela contro le ragazze che hanno parlato di lui ai giudici di Milano. Invece nelle intercettazioni ne diceva un gran bene…
‘Chiara e … Ambra … mamma mia ragazzi, che belle!’. Il direttore del Tg4 Emilio Fede, lo scorso 21 agosto, conversando al telefono con LeleMora, parla cosi’ di Ambra Battilana e Chiara Danese – le due ragazze che hanno descritto lunedi’ scorso davanti ai pm milanesi il ‘BungaBunga’ – spiegando all’agente dei vip che per la serata del giorno dopo ad Arcore ‘bisogna portare quel ‘bigne”.
L’INTERCETTAZIONE – E’ quanto emerge da un’intercettazione depositata negli atti dell’indagine a carico di Fede, Mora e Nicole Minetti. La ‘comparsa’ di Chiara Danese nel ‘giro’ delle feste ad Arcore, scrivono gli inquirenti, ‘si deve imputare ancora una volta all’intraprendenza di Daniele Salemi (collaboratore di Mora, indagato nell’inchiesta e la cui posizione e’ stata stralciata,ndr) che ne accenna per la prima volta al Mora nel corso di una conversazione amichevole’. La Danese, si legge ancora negli atti, ‘partecipa il 21 ed il 22 agosto a due serate organizzate dal Salemi su richiesta di Emilio Fede. In due telefonate con Lele Mora, il Fede lo conferma, in quanto dice di aver incontrato Daniele, il quale sarebbe arrivato con due splendide ragazze, tali Ambra e Chiara, e che sarebbero andati l’indomani a vedere la partita e ad Arcore con ‘lui”.
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Il Csm silura il consigliere accusato di aver passato i documenti sugli amori del Pm
Vi ricordate del leghista Matteo Brigandì e della storia della Boccassini? Noi cerchiamo di dimenticarcelo da un po’
Stamattina si era pensato di far slittare al 4 maggio prossimo la decisione del plenum del Csm circa il consigliere laico della Lega, Matteo Brigandì, reo di non essersi dimesso per tempo dall’incarico di amministratore della Fin Group. A proporre il rinvio della sola votazione finale (la discussione c’era già stata nella scorsa settimana) era stato il vice presidente del Csm Michele Vietti. La legge istitutiva del Csm prevede infatti l’incompatibilità tra l’incarico di consigliere e il ruolo di componente di consigli di amministrazione di società commerciali. Una legge sacrosanta, non c’è che dire. Ma quella della Fin Group non è che una delle tante magagne di Brigandì, che infatti ha usato la sua posizione per passare materiale sulla Boccassini, che indaga su Berlusconi, al Giornale, testata di Berlusconi, che ne ha fatto uno scoop in teoria infamante, in pratica in ritardo di decenni sull’attualità, e quindi assai poco ficcante.
DECISIONE SENZA PRECEDENTI - Alla fine, messo tutto insieme, il Csm ha deciso di anticipare la decisione. Così da oggi Bridandì non è più consigliere del Csm. La ragione ufficiale è non essersi dimesso per tempo da ruolo di amministratore della Fin Group, quella ufficiosa, e visti i numeri bipartisan, è che Brigandì aveva francamente esagerato. Una decisione senza precedenti, passata con 19 sì, tre no e due astenuti. Vuol dire che erano praticamente tutti d’accordo. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto, dopo che al Csm era stato notificato il ricorso al Tar presentato in prevenzione da Brigandì. A quel punto, Vietti ha cambiato idea e ha proposto di invertire l’ ordine del giorno, anticipando la trattazione del caso Brigandì.
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LIBIA: FRANCIA, RAID FINCHE' GHEDDAFI NON LASCIA IL POTERE
GIAPPONE: GOVERNO, FUKUSHIMA SARA' INABITABILE PER 20 ANNI
Fede: "Dormirete a casa mia" i provini per le ragazze del Cavaliere
Il racconto di Ambra e Chiara sull'incontro preliminare con il direttore del Tg4: "Al ristorante volle guardarci ostentatamente il sedere". Soldi e promesse per il reclutamento
di PIERO COLAPRICO, GIUSEPPE D'AVANZO, EMILIO RANDACIO
Inquinamento, quei luoghi d'Italia dove si muore di più e diversamente
Industrie chimiche, discariche, centrali: non sempre il nesso fra tassi di mortalità aumentati e sito tossico è provato, ma dal progetto "Sentieri" dell'Istituto superiore di sanità emerge una mappa dei territori dove la salute dei cittadini è più a rischio
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Processo breve, è battaglia alla Camera.
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Marea nera, il disastro perpetuato
Uno studio indipendente con foto e video smentisce le rassicurazioni di British Petroleum
Uno studio indipendente avanza dubbi sul reale stato della fauna e della flora nel golfo del Messico. Infatti un articolo apparsosul Guardian oggi dà voce ad uno scienziato, Samantha Joye, che smentisce, con video ediapositive, le rassicurazioni della Bp che aveva parlato di un ritorno alla normalità entro il 2012.
BP SMENTITA DALLO STUDIO-Samantha Joye è professore presso la Georgia University, ha effettuato immersioni sottomarine in prossimità del pozzo petrolifero della Bp colpevole della disastrosa marea nera. Parla di un immersione che ha effettuato in dicembre a dieci miglia dal pozzo petrolifero, sul fondale avrebbe notato uno strato di melma marrone scuro depositata dello spessore di 4 cm. Joye svela anche particolari preoccupanti, racconta che poche creature erano rimaste vive, per esempio alcuni granchi, ma ha notato subito che presentavano un’insolita debolezza ed apatia, infatti non scappavano una volta avvicinati. Un fatto piuttosto insolito per queste creature che di solito corrono a nascondersi, come racconta lei stessa: ”La maggior parte delle volte quando si và vicino a loro con un sottomarino, semplicemente scappano“, dice: “non scappavano, erano semplicemente seduti lì, storditi e stupefatti. Di certo non si comportavano normalmente. Credo che non sia sbagliato pensare che il 50% del petrolio è ancora in giro là fuori”. Anche le diapositive fornite dallo scienziato sono inquietanti, infatti mostrano granchi, stelle marine e coralli sepolti sotto uno strato di melma che li soffoca e li uccide. Anche il portavoce della National Oceanic and Atmospheric Agency (NOAA) non concorda con le visioni ottimistiche: “non ci sono le basi per concludere che il recupero del Golfo sarà completato nel 2012”. Dalla NOAA fanno anche notare che 60 miglia di costa sono ancora ricoperte di petrolio anche se la pulizia delle coste della Louisiana, Mississippi, Alabama e della Florida sta continuando. IL CONGRESSO APPROVA ALTRE TRIVELLAZIONI-Sicuramente non è quello che la gente vuole sentirsi dire e inoltre queste dichiarazioni non collidono con quelle del Congresso e della Bp che stanno cercando in tutti i modi di tranquillizzare l’opinione pubblica. Addirittura l’amministrazione Obama, il mese scorso, ha fornito alla Shell altri permessi per nuovi pozzi nelle acque profonde del Golfo del Messico. La Bp comunque sembra aver scongiurato il rischio di fallimento che aveva corso all’apice della crisi di un anno fa, anche se dovrà pagare un ammontare di 4300 dollari per ogni barile di petrolio sversato in mare.