sabato 5 marzo 2011

Libia, carri armati a Zawiya Bombardate case e moschea "In due giorni oltre 200 morti"

Battaglia nella città a sud-ovest di Tripoli: pesantissimo il bilancio delle vittime fornito da Al Jazira. Il Raìs all'Onu: "Sospendere le sanzioni". Salpata la nave italiana con gli aiuti umanitari

Tripoli, 5 marzo 2011 - Una quarantina di mezzi corazzati sono entrati a Zawiyah e hanno aperto il fuoco su folla e abitazioni, dirigendosi verso la Piazza dei Martiri, nel centro della località finora controllata dai ribelli. "Ci sono carri armati dappertutto, e stanno aprendo il fuoco sulle case", ha denunciato uno degli abitanti della cittadina, raggiunto telefonicamente da Bengasi, roccaforte dell’insurrezione. "Ne ho appena visti sette accelerare sotto alle mie finestre, e il bombardamento prosegue senza sosta. Pregate per noi", ha mormorato l’uomo, prima che la linea cadesse di colpo. Un altro testimone oculare, un medico, al telefono ha raccontato di essere "intrappolato in mezzo al fuoco" delle artiglierie.

Dopo aver aperto il fuoco sulle abitazioni, i carri armati avrebbero preso a "bombardare una moschea con centinaia di civili che avevano cercato rifugio all’interno": lo ha denunciato Abu Aqeel, un altro abitante. Raggiunto telefonicamente, l’uomo ha aggiunto: "Non possiamo correre in loro soccorso, perché il bombardamento è troppo intenso". Fonti mediche locali nel frattempo hanno precisato che sarebbero almeno trenta le persone rimaste uccise soltanto nel corso dei combattimenti della mattinata di oggi, cui poi è seguita l’ennesima offensiva dei governativi, tuttora in corso.

Continua a leggere su: http://qn.quotidiano.net/esteri/2011/03/05/469031-libia_continuano_scontri.shtml#ixzz1FkX4Im20

Cina, crescono le spese militari Il budget sale del 12,7%

Pechino destina 91,5 miliardi di dollari alle forze armate. Washington: cifre fasulle

Crescono le spese per la difesa cinese. Come ogni anno, puntuale in marzo, le autorità di Pechino hanno diffuso il budget per le forze armate. Per l'anno fiscale prossimo la Cina destinerà 91,5 miliardi di dollari (il 6% del bilancio nazionale), ovvero il 12,7% in più della somma destinata al comparto difesa l'anno scorso*. E' l'aumento percentuale in doppia cifra a colpire maggiormente.Un caccia Su-30 cinese Erano almeno 5 anni che pur in costante crescita il budget cinese per le forze armate era attestato mediamente attorno ai 7,5 punti percentuali. Eppure restano parecchie zone d'ombra. Washington ha sempre dubitato delle cifre cinesi. Al netto infatti quei 91,5 miliardi di dollari vanno a coprire solo parte delle spese reali: paghe, logistica, costi per l'equipaggiamento, gestione delle caserme, carburante e così via. Resta invece fuori - e nascosto in chissà quale voce di bilancio ("fondi" extra?) - il grosso della spesa: quanto per le forze strategiche? E per gli acquisti all'estetro? E per forze paramilitari e Ricerca&Siluppo? Voci fondamentali di cui non vi è traccia fra le pieghe del budget. Anche per questo Washington ritiene che la spesa reale di Pechino sia tre-quattro volte tanto quella ufficiale. Accuse che si ripetono da sempre. Da anni sia il Congresso sia il Pentagono divulgano una sorta di "contro-bilancio" nel quale presentano numeri ben differenti e illustrano la "ratio strategica" cinese. La replica di Pechino è che pur avendo aumentato quest'anno gli investimenti è che questi non sono legati ad alcun intento aggressivo.

Continua ...

http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=319&ID_articolo=18&ID_sezione=&sezione=

Drappi neri alle finestre. Il padre di Kharima a lutto per la figlia 'perduta'. "Era minorenne, non è stata protetta"

www.italiainformazioni.com

Drappi neri alle finestre. Un segno di lutto. Per la sua cultura, per il nostro Paese. Per la sorte toccata alla figlia Kharima. Il padre di Ruby, M’Hammed El Mahroug, è sconcertato, non si dà pace. Continua a chiedersi perché chi aveva in carico la figlia minorenne non ha “saputo proteggerla, lasciando che , pur essendo ricercata e quindi ben nota alle forze dell’ordine, fosse arrivata alla prostituzione”.

Drappi neri, quindi. Un messaggio che lascia il segno. Simbolo di un degrado che arriva fino ai massimi livelli delle istituzioni. Il padre di Ruby si è dovuto anche difendere dalle accuse di maltrattamenti nei confronti della figlia: “Non è vero che le ho lanciato acqua bollente”, ripete, amareggiato per il modo in cui la figlia lo ha descritto: “Ancora oggi, se tornasse, l’accoglierei a braccia aperte”, aggiunge. Un uomo che, a dire di tutti, compreso il primo cittadino di Letojanni, il piccolo centro siciliano dove vive, è una persona rispettabile, “un gran lavoratore”.

Continua ...

http://www.italiainformazioni.it/giornale/politica/118733/drappi-neri-alle-finestre.htm

Il Premier annuncia di volere difendersi nei processi, ma”arma” il Parlamento per ottenere lo scudo e non subirli

www.italiainformazioni.com
Il Presidente del Consiglio annuncia che si presenterà alle udienze in tribunale, i suoi legali confermano, precisando tuttavia che la disponibilità del Premier è limitata alla giornata di lunedì. Dal Palazzo di Giustizia di Milano non arriva alcun commento, ma pare che non sia stata giudicato sufficiente questo atto di liberalità, il processo ha bisogno di qualche giorno in più. L’annuncio, tuttavia, è diventato notizia, quasi che l’imputato Berlusconi stia facendo un regalo alla giustizia, mentre – invece – si tratta di obbedire alla legge, né più nemmeno. Che la normalità faccia notizia dalle nostre parte, non è certo una novità, ma va segnalata perché il deputato- avvocato Nicolò Ghedini, difensore di Berlusconi, ha commentato con particolare enfasi la scelta del suo “cliente”, perché permette di fare capire ai giudici come stanno le cose. E sotto ha pienamente ragione.
Continua ...

L’Occidente divora i tesori dei tiranni spodestati dalle rivoluzioni

L’Occidente divora i tesori dei tiranni spodestati dalle rivoluzioni

Gli sviluppi in Nordafrica e Medioriente ed il ruggito delle piazze ha distratto l’opinione pubblica da fenomeni rilevanti sulla quale però bisognerebbe riflettere.

Le banche e gli istituti finanziari occidentali stanno divorando con ipocrisia miliardi di dollari di patrimonio nazionale dei paesi dove i dittatori vengono spodestati dalle proteste.

Infatti, quando un dittatore viene spodestato, in base a “dubbie” leggi che scattano a seguito di sanzioni e accuse di crimini umani e che sono tutto sommato solo delle scuse, le banche occidentali sequestrano a proprio favore i beni dei dittatori, beni che in realtà sono patrimoni nazionali dei popoli insorti.

La Svizzera, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna traggono il maggiore vantaggio da questo giochetto, e cioè quello di poter bloccare e quindi trafugare i beni dei politici che potrebbero avere soldi non “puliti”.

Bloccare i loro conti è un’azione giusta, che però andrebbe completata con la restituzione dei beni al paese dopo l’uscita di scena del dittatore, e non la confisca dei beni a proprio favore.

Citiamo solo alcuni dei leaders arabi i cui conti bancari oggi sono bloccati nelle banche occidentali ed i soldi che l’Occidente si sarebbe accaparrato bloccando i loro conti.

1) Muammar Gheddafi dalla Libia. Gheddafi possiede secondo le stime 131 miliardi di dollari ed è l’arabo più ricco della terra. Almeno 32 miliardi di dollari della sua fortuna si trovano nelle banche britanniche. 30 miliardi di dollari della sua fortuna si troverebbero in America. 2 miliardi di dollari in Canada. Una consistente parte del suo gruzzolo in Svizzera.

2) Hosni Mubarak dall’Egitto. Hosni ha 70 miliardi di dollari ed almeno 3,5 miliardi del patrimonio si troverebbero in Svizzera. Una parte del tesoro si troverebbe in Francia ma le autorità di Parigi non hanno annunciato in che misura.

3) Zine Al Abedine ben Alì dalla Tunisia. Nel 2009 il dittatore tunisino aveva 650 milioni di dollari nelle banche svizzere. Lui avrebbe tra i 10 ed i 20 miliardi di dollari in Canada. Si dice che al momento della fuga dal paese sua moglie si sia portata una tonnellata e mezzo di lingotti d’oro.

4) Mohammad Reza Pahlavi, l’ultimp scià dell’Iran. Gli Stati Uniti hanno risucchiato 20 miliardi di dollari di soldi dello Stato iraniano e dopo 32 anni si rifiutano di restituirli alla Repubblica Islamica.

5) Ferdinand Marcos, ex presidente filippino. 683 milioni di dollari, anche questi per lo più nelle banche svizzere.

6) Moboto Seseseko, ex dittatore del Congo. 5 miliardi di dollari presi dalla Svizzera che però gli ha restituiti al Congo dopo 16 anni.

7) Robert Mugabe dal Zimbabwe. Non c’è una stima precisa dei suoi averi ma si sa che anche i soldi del Zimbabwe son finiti nelle tasche delle banche occidentali dopo il suo ritiro.

Bisogna dire che il furto delle ricchezze delle nazioni, perchè questo è il termine giusto da usare per quello che fanno le banche occidentali, è un qualcosa che dimostra la corruzione radicata nel sistema capitalistico che è basata sullo sfruttamento dei popoli deboli.

È un vero crimine contro l’umanità di cui nessun ente internazionale, si è voluto mai occupare.

Iraq: manifestazioni anti governative in tutto il paese

Iraq: manifestazioni anti governative in tutto il paese
BAGHDAD - Migliaia di iracheni sono tornati in piazza per il secondo venerdì di protesta, dopo le imponenti manifestazioni della scorsa settimana in cui avevano perso la vita almeno 17 persone. Intonando slogan contro l’occupazione straniera,la disoccupazione e la mancanza di servizi ieri circa tremila persone si sono radunate a piedi, a causa del divieto di circolazione dei veicoli, nella centrale piazza Tahrir di Baghdad. I dimostranti sono stati perquisiti più volte e controllati a vista da un imponente schieramento di poliziotti, che poi li ha costretti ad abbandonare la piazza. A Bassora le forze di sicurezza hanno usato idranti e bastoni per disperdere la folla che si era assiepata davanti all'edificio del Consiglio provinciale e si rifiutava di allontanarsi. Circa mille manifestanti hanno sfilato anche a Nassiriyah, nel sud del paese, dove è intervenuto Moqtada al-Sadr, il leader sciita iracheno che ha chiesto il ritiro immediato delle forze di occupazione dal territorio iracheno. Altre proteste sono avvenute a Dujail, Diwaniyah, Najaf e Mosul. Ciò malgrado il divieto di circolazione stabilito non solo nella capitale ma in diverse province del Paese. In seguito all'ondata di manifestazioni che ha scosso l'Iraq, si sono dimessi due governatori e il sindaco di Baghdad. Quanto al premier Nouri al-Maliki, ha dato al suo governo un 'ultimatum' di 100 giorni per migliorare i servizi e promuovere riforme.

Obama e l'Occidente stanno con il popolo

Obama e l'Occidente stanno con il popolo

Cari amici vi presentiamo un interessantissimo articolo scritto dal giornalista italiano Marco Cedolin e pubblicato in questi giorni da molti siti in lingua italiana.

Durante queste ultime settimane l'ipocrisia e la fantasia visionaria della politica occidentale, coaduviate dal circo mediatico e dall'opinione pubblica "ben informata" dalla TV, hanno raggiunto vette inarrivabili che ricordano da vicino quelle toccate durante gli anni dell'invasione dell'Afghanistan e dell'Iraq.

Senza dubbio sono forti le analogie fra le fantomatiche armi di distruzione di massa di Saddam, mai trovate per il semplice fatto che non esistevano e le altrettanto fantomatiche stragi compiute da Gheddafi che avrebbe bombardato i manifestanti pacifici, facendone strage, per poi seppellirli dentro alle fosse comuni.

In entrambi i casi si tratta di deliri onirici privi di fondamento, proposti e fatti accettare come realtà solamente grazie alla raffinata opera di lobotomizzazione di massa, ormai portata a termine dalla propaganda mediatica.

In entrambi i casi si tratta di bufale così grosse da non potere durare a lungo (anche se quelle concernenti le armi di distruzione di Saddam furono mantenute in vita per un paio d'anni o giù di lì) prima di decadere nel novero delle fesserie visionarie, deputate a venire smentite dagli stessi creatori delle fiction.

Leggi tutto:

http://italian.irib.ir/analisi/articoli/item/89766-obama-e-loccidente-stanno-con-il-popolo

Italia/Islamofobia: chiusura principale sede cominità islamica a Palasharp di Milano

Italia/Islamofobia: chiusura principale sede cominità islamica a Palasharp di Milano
MILANO - Il consiglio comunale di Milano ha annunciato di avere approvato l’imminente chiusura del centro islamico nel Palasharp di Milano. Lo riferisce Press TV precisando che la Palasharp rappresenta il principale luogo di culto per la comunità islamica, in quanto la città non ha moschee.
Il centro commerciale- sportivo Palasharp, è stato definito dal Comune di Milano un luogo non adeguato per rispondere alle necessità religiose della comunità musulmana della città. Tuttavia, i musulmani residenti a Milano sono del parere contrario. “Per anni abbiamo presentato e ripresentato la domanda di costruire una moschea a Milano dove oltre 100.000 musulmani della città possano recarsi per le cerimonie religiose, ma a causa della crescente islamofobia nella regione, tutti i nostri sforzi sono stati vani”, ha detto Abdulhamid Sha’ari, uno dei fondatori del Centro Culturale Islamica di Milano aggiungendo:”Fino a quando non avremo una moschea nella nostra città, Palasharp resterà il centro islamico per la comunità musulmana milanese. Nessuno può impedire ai musulmani di praticare il loro diritto di culto, in quanto gli è stato garantito dalla Costituzione italiana".

Italia: petizione su internet, Basta guerre ‘umanitarie’: nessun soldato italiano in Libia

Italia: petizione su internet, Basta guerre ‘umanitarie’: nessun soldato italiano in Libia

ROMA – Appare sulla rete ed inizia ad attirare centinaia di firme la petizione online “Basta guerre ‘umanitarie’: nessun soldato italiano in Libia”. L’annuncio della petizione reperibile sul sito www.petitions24.com

recita:

“La Libia vive giorni drammatici.

Sia le forze popolari, che l'apparato di potere, appaiono divisi lungo linee geografiche e tribali in battaglia fra loro.

Il rischio è che i paesi occidentali strumentalizzino questo contesto, già di per se foriero di lutti e sofferenze, per giustificare l'ennesimo intervento militare.

L' Iraq e l' Afghanistan mostrano ogni giorno, in modo inequivocabile, come i cosiddetti "interventi umanitari" siano in realtà tappe di un progetto strategico finalizzato al controllo delle risorse (soprattutto energetiche).

Si tratta di vere e proprie guerre sanguinose, che il nostro Paese combatte in violazione della Costituzione e della volontà popolare, e che hanno portato ulteriori sofferenze a popolazioni già provate.

Non facciamoci coinvolgere in un altro intervento militare.

Non partecipiamo all'ennesima guerra illegale, e dalle conseguenze irreparabili”.

Questo il link per chi vuole aderire subito:

http://www.petitions24.com/nessun_soldato_italiano_in_libia

Non solo Africa: Stati Uniti, migliaia scendono in piazza in Wisconsin

Non solo Africa: Stati Uniti, migliaia scendono in piazza in Wisconsin
WASHINTGON - Dopo due settimane di manifestazioni e occupazioni, le proteste in Wisconsin contro la legge antisindacale contro la volonta' del governatore repubblicano Scott Walker non si placano, anzi, si estendono a tutti gli Stati Uniti. Migliaia di manifestanti continuano a tenere comizi e cortei nel Wisconsin, in segno di protesta per la nuova proposta del governatore Scott Walker. Circa 100 manifestanti hanno occupato l'edificio del Congresso statale. La protesta sta intanto contagiando tutti gli Stati Uniti: in Ohio e Indiana migliaia di lavoratori sono scesi in piazza per protestare contro analoghe proposte di leggi antisindacali, e partecipatissime manifestazioni di solidarietà si sono avute nei giorni scorsi a Washington, New York, Los Angeles, Chicago, Boston e Miami. Lo riferisce Press TV.

Arabia Saudita: 11 marzo, giornata di rabbia, mobilitati 10.000 agenti

Arabia Saudita: 11 marzo, giornata di rabbia, mobilitati 10.000 agenti
RIAD - in vista della "giornata della rabbia" in programma per l'11 marzo il governo dell’Arabia Saudita ha dispiegato 10. 000 agenti di sicurezza nelle province nord-orientali del Paese. Re Abdullah teme che la rivolta nata da oltre un mese nel vicino Bahrein arrivi anche in Arabia Saudita.
L'opposizione si aspetta l'adesione di almeno 20.000 persone a Riad e nelle altre province alla manifestazione della prossima settimana. Si prevede ahe a partecipare alle manifestazioni ci siano decine di migliaia di cittadini sauditi.
Nelle scorse settimana, il re saudita ha usato la carta delle riforme per scongiurare le rivolte, annunciando interventi sociali da 36 miliardi di dollari. Ieri, il quotidiano al Watan ha fatto sapere che le autorità sarebbero pronte a nuove concessioni, tra cui il voto alle donne.

Iran: intelligence di alcuni Paesi arabi complice di Israele in guerra 33 giorni contro Libano

Iran: intelligence di alcuni Paesi arabi complice di Israele in guerra 33 giorni contro Libano
TEHERAN - Ali Larijani, il presidente del parlamento iraniano (Majles) ha criticato alcuni paesi arabi per il loro supporto ad Israele nonostante i suoi numerosi crimini contro gli altri paesi arabi e contro la grande Umma islamica. "Purtroppo molti paesi arabi aiutano costantemente Israele nei suoi piani diabolici", ha detto Larijani aggiungendo:”I Servizi segreti di alcuni paesi arabi hanno servito Israele per eseguire la guerra dei 33 giorni contro il Libano nel settembre 2006”.
“Israele ha lanciato un pesante attacco contro il Sud del Libano, nel tentativo di indebolire la forze militari del movimento di resistenza libanese Hezbollah, ma Hezbollah con il supporto del popolo libanese è riuscito a neutralizzare il complotto israeliano”, ha affermato il politico di spicco iraniano. Lo riferisce agenzia Fars News.

Rai, Gabanelli: Pdl vuole alternanza conduttori? Allora anche per Vespa e Tg

Non si placano le polemiche sulla proposta di Butti

Michele Santoro (foto Claudio Onorati - Ansa)

ROMA - Se il presupposto è quello dell'alternanza «allora occorre andare fino in fondo e non limitarsi a Santoro, Floris o alla sottoscritta, ma completare il progetto ed estenderlo a tutta l'offerta informativa Rai» dall'Annunziata a Vespa, passando per i direttori del Tg, fino ai Tg regionali, «una settimana o un mese a testa»: è questo il parere di Milena Gabanelli, giornalista e conduttrice della trasmissione di Rai 3 Report, in una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera, sulla bozza di indirizzo sul pluralismo presentata da Alessio Butti, capogruppo Pdl in Vigilanza Rai.
La bozza prevede tra le altre cose l'alternanza settimanale dei conduttori dei talk show della tv pubblica. Secondo Butti, all'Annozero di Michele Santoro e al ballarò di Giovanni Floris dovrebbero alternarsi dei conduttori di orientamento opposto. Una proposta considerata balzana e subito bollata come un bavaglio dall'opposizione.
«Il risultato - sottolinea la giornalista - sarà una lunga serie di programmi di partito che, secondo il Butti-pensiero, si chiama pluralismo informativo». Poi la giornalista: «La realizzazione coerente di questo progetto, dove ogni conduttore espone con orgoglio la propria tessera di partito permetterebbe al telespettatore di formarsi finalmente una libera opinione senza correre il rischio che quei giornalisti Rai, non servi né di Berlusconi né di Bersani, gli confondano le idee. La qualità di Stato, la verità assoluta, l'omologazione e non il pluralismo fissati per legge. E loro i giornalisti non servi, a cui non è riconosciuto il diritto all'indipendenza di pensiero e di critica all'attività di governo - conclude - possono sempre andare a lavorare a Londra, Francoforte, Copenaghen o Madrid dove il requisito richiesto a un giornalista che lavora per il servizio pubblico è, appunto, quello di non avere tessere».

Il Regno Unito blocca i fondi di Gheddafi, l’Italia no

Il Regno Unito blocca i fondi di Gheddafi, l'Italia no

Ancora nessuna notizia del congelamento dei beni posseduti in Italia dal fondo sovrano libico gestito dalla Libyan Investment Autorithy (LIA), malgrado nelle ultime 24 ore alcuni importanti paesi si siano mossi in questa direzione.

Il Regno Unito ha bloccato gli asset della LIA, pari a 2 miliardi di sterline, dopo che il Segretario al Tesoro statunitense, Timothy Geitnher, ha annunciato un blocco sulla stessa entità per 32 miliardi di dollari. Nel frattempo, l’Austria ha congelato quelli di un plenipotenziario del fondo sovrano libico. Come ricorderete, nei giorni scorsi il ministro dell’Interno italiano,Roberto Maroni, ha dichiarato che il blocco degli asset del fondo sovrano e delle altre agenzie d’investimento libiche si presenta complesso e problematico, rimandando bizzarramente la palla nel campo della Consob.

Il punto del contendere è l’apparente (più formale che sostanziale) difficoltà ad identificare legami organici e permanenti tra le persone del clan Gheddafi che sono state oggetto della risoluzione Onu numero 1970(che ne blocca i beni personali), e le entità d’investimento del paese nordafricano. Ora pare che stia prendendo piede la proprietà transitiva, anche dopo le dichiarazioni di alcuni banchieri libici, che hanno confermato che la LIA altro non è che il giocattolo di Saif al-Islam Gheddafi, il cosmopolita figlio finanziere della famiglia del Colonnello, vera mente di numerose demenziali operazioni da essa attuate, adottate al termine di processi d’investimento molto strutturati:

“I’ve seen the Godfather. This is the closest thing in real life,” commented a Libyan investment banker familiar with how the LIA was run.

“It is as if it is his own private farm. This was almost like a mafia operation.”

Continua ...

http://www.agoravox.it/Il-Regno-Unito-blocca-i-fondi-di.html

NUCLEARE: MEDICI PER L'AMBIENTE CONTRO VERONESI

(AGI) Roma - "La sicumera con cui sul nucleare il professor Veronesi si lascia andare ad affermazioni prive di supporto scientifico lascia allibiti". L'associazione nazionale dei medici per l'Ambiente Isde Italia replica cosi' a quanto affermato dall'oncologo Umberto Veronesi, presidente dell'Agenzia per la Sicurezza sul nucleare. "Basterebbe leggere i piu' autorevoli giornali internazionali - scrivono oggi in edicola sul quotidiano ecologista Terra Ernesto Burgio, cordinatore del Comitato scientifico Isde, e Angelo Baracca, dell'Universita' di Firenze - per sapere che la strombazzata rinascita nucleare non esiste. "Ma l'aspetto piu' disarmante - denunciano Burgio e Baracca - e' la leggerezza con cui Veronesi considera gli effetti biologico-sanitari della radioattivita'. .

LIBIA: CARRI ARMATI ENTRANO A ZAWIYAH, "SPARI SULLA FOLLA"

(AGI) - Zawiyah (Libia), 5 mar. - Situazione sempre piu' drammatica aal-Zawiyah, la strategica localita' ad appena 40 chilometri da Tripoli, controllata finora almeno in parte dai ribelli, ma contro la quale le forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno lanciato l'ennesimo assalto. "Ci sono carri armati dappertutto, e stanno aprendo il fuoco sulle case", ha denunciato uno degli abitanti della cittadina, raggiunto telefonicamente da Bengasi, roccaforte dell'insurrezione. "Ne ho appena visti sette accelerare sotto alle mie finestre, e il bombardamento prosegue senza sosta. Pregate per noi", ha mormorato l'uomo, prima che la linea cadesse di colpo. Un altro testimone oculare, un medico, al telefono ha raccontato di essere "intrappolato in mezzo al fuoco" delle artiglierie. Secondo un sito on-line vicino agli insorti, a Zawiyah sarebbero almeno quaranta i mezzi corazzati penetrati nel centro, e sparerebbero incessantemente sui civili. Secondo al Jazira, nell'offensiva a Zawiyah sono morte oltre200 persone.

CONTINUA L'AVANZATA DEI RIBELLI VERSO SIRTE

Continua ...

http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201103051649-ipp-rt10059-libia_l_urlo_di_zawiyah_carri_armati_ovunque_pregate_per_noi

Socci usa sua figlia per la legge anti-Eluana

Delicatissimo, l’intellettuale cattolico interviene in prima pagina su Libero per reclamare l’approvazione dell’atto legislativo: “Fatelo per Caterina”.

E’ sempre molto difficile criticare un evento del genere. E’ difficile perchè oltre all’oggetto della critica si mette in mezzo, collateralmente, anche qualcuno che non c’entra niente. E non conta il fatto che bisogna tirarlo in mezzo perchè non è stato tirato in mezzo da noi, e quindi ormai il danno è fatto: ci piacerebbe lasciare chi non può difendersi tranquillo. Ad Antonio Socci forse no: ed in prima pagina su Libero, si prende la responsabilità invero esplicita di gettare sua figlia, in coma dopo un grave incidente e quindi incapace di dire la sua, nel mezzo dell’agone politico, per chiedere in suo nome l’approvazione della norma sul testamento biologico.

APPROVATE LA LEGGE – Il provvedimento, in discussione alla Camera, che consegnerebbe ai cittadini la possibilità di redigere una versione molto blanda delle dichiarazioni anticipate di trattamento, in ogni caso non vincolanti per il medico in sede di interruzione del sostegno vitale. Con una legge del genere, Eluana Englaro non sarebbe mai potuta essere staccata dalle macchine che, per suo autonomo giudizio, la rinchiudevano in una galera.

Vorrei lanciare un appello da queste colonne, non come giornalista o intellettuale cattolico ma come padre di Caterina, che tanti hanno conosciuto per la dolorosa vicenda che si trova a vivere. Il mio è un appello a tutti i parlamentari, di tutti gli schieramenti, al di là delle divisioni ideologiche, politiche o culturali. Chiedo di approvare subito la legge sulla (cosiddetta) “Dichiarazione anticipata di trattamento” e approvarla così com’è.

Continua ...

http://www.giornalettismo.com/archives/116410/socci-su-libero-usa-sua-figlia-per-la-legge-anti-eluana/