domenica 12 aprile 2009

THAILANDIA, BLINDATI CONTRO "CAMICIE ROSSE"

(AGI) - Bangkok, 12 apr. - Precipita la situazione a Bangkok. I rivoltosi che chiedono le dimissioni del primo ministro Abhisit Vejjajiva hanno fatto irruzione nel ministero dell'Interno, dove si trovava il capo del governo. Abhisit ha cercato di fuggire a bordo di un'auto. In un primo tempo i soldati non avevano fermato i rivoltosi, sostenitori dell'ex primo ministro Thaksin Shinawatra, solo piu' tardi e' stato sparato qualche colpo in aria. Sembrava che dopo la sospensione a Pattaya del summit dell'Asean (il vertice dei Paesi asiatici), determinata dalla protesta di 4000 persone, il quadro si fosse rasserenato. Non era cosi'. Il governo ha reagito con un'ondata di arresti che ha portato in galera, tra gli altri, Arismun Pongreungrong, un cantante molto popolare e tra i capi delle "camicie rosse". I soldati hanno preso posizione a Bangkok.
Leggi tutto:
http://www.agi.it/estero/notizie/200904121203-est-rt11000-thailandia_e_rivolta_blindati_contro_le_camicie_rosse

CRISI E VACANZE DI PASQUA ...

Se l’Abruzzo diventa teatrino della politica - di Giuseppe Giulietti

E che silenzio sia, ma lo sia davvero e per tutti! Da tante parti si sta levando l’appello ad una maggiore sobrietà della politica e dei media nelle zone terremotate. Condividiamo queste esigenza, ma deve essere condivisa da tutti a cominciare dal presidente del consiglio e dai suoi ministri che non sempre, in questi giorni hanno saputo trattenere la ben nota bulimia mediatica concedendosi persino le solite battute di dubbio gusto che in Italia sono orami considerate normali e che all’estero, per fortuna, suscitano una sana indignazione.Abbiamo così assistito a dichiarazioni inutili, a finte conferenze stampa nelle quali il presidente si è sostituito al sottosegretario Bertolaso e ai tecnici, leggendo, per altro male, le relazioni da altri preparate. Gli amministratori locali sono stati spesso oscurati, soprattutto quando hanno tentato di segnalare ombre, responsabilità, ritardi, dando voce alle ansie di tanti cittadini.Condividiamo la necessità di unire le forze per ricostruire, ma questo sforzo deve essere davvero collettivo e non può limitarsi a generici appelli verbali.Da domani, per esempio, scatterà il periodo protetto dalla par condicio in vista della prossima competizione elettorale europea. Ci auguriamo che a nessuno venga in mente di trasformare il teatro dove si stanno svolgendo le operazioni di emergenza in un teatrino della politica. Purtroppo non mancano segnali inquietanti, come ha opportunamente denunciato la coraggiosa presidente della provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane.Per evitare questo rischio sarà necessario che le autorità di garanzia tengano, almeno per una volta, gli occhi spalancati, ma anche che i direttori di tutti i tg decidano di dedicare tempi e spazi alle voci e ai volti di chi davvero sta operando per ricostruire, per portare solidarietà, per raccogliere tutto quello che potrà servire. Per una volta i riflettori e i microfoni siano messi al servizio di chi ha davvero qualcosa da dire. Per una volta si potrebbe abolire il cosiddetto pastone politico con le conseguenti dichiarazioni di giornata e utilizzare il tempo per illuminare le tante oscurità che pesano sul futuro di chi ha perso quasi tutto.
Leggi tutto:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/110409-se-labruzzo-diventa-teatrino-della-politica/

"I veri Ufo eravamo noi" - Cade il segreto militare sull'Area 51. Un veterano: “Testate qui le armi segrete Usa”

L’aereo più veloce del mondo, successive generazioni di velivoli-spia, la capsula lunare Apollo e una base sotto il sito dei test nucleari dove l’accesso è proibito: sono le prime, scarne, notizie sui segreti dell’Area 51 che emergono da documenti del governo Usa declassificati dalla Cia, che ha anche autorizzato a parlare alcuni dei tecnici che vi hanno lavorato. L’Area 51, a poco più di un’ora di auto a nord-ovest di Las Vegas in Nevada, è la base aerea della quale il governo non riconosce neanche l’esistenza ma dove gli esperti di Ufo ritengono che siano nascosti, dalla fine degli Anni 40, dischi volanti e corpi di extraterrestri. Le testimonianze di tecnici ed esperti della base lasciano aperta tale ipotesi perché, come dice lo scienziato Stanton Friedman, «c’è una base sotterranea» sotto il sito nucleare Jackass Flats nella quale entrano in pochi e «l’esistenza di segreti governativi è un fatto della vita come tanti altri». Ciò che accomuna i documenti declassificati è come il personale dell’Area 51 si sia giovato negli anni delle voci sulla presenza di Ufo al fine di celare i progetti che il Pentagono stava realizzando nel massimo della segretezza. Fra questi il primo aereo-razzo degli Stati Uniti, l’X-15, la capsula spaziale Apollo che venne adoperata per raggiungere la Luna e anche i veicoli che servirono ai primi astronauti per atterrare e spostarsi sul Pianeta sconosciuto. In ogni occasione, racconta Thornton Barnes, ex ingegnere dei progetti speciali dell’Area 51, «i veri Ufo eravamo noi» perché i team tecnici lavoravano con la sicurezza che quanto di più anomalo fosse stato osservato da lontano sarebbe stato scambiato per una traccia di esistenza extraterrestre.
Leggi tutto:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=43&ID_articolo=1220&ID_sezione=58&sezione=

Ahmadinejad: "Obama, basta parole"

Il presidente all'Onu: l'arricchimento continua
DIETER BEDNARZ, ERICH FOLLATH, GEORG MASCOLO
Presidente Ahmadinejad, tre settimane fa Barack Obama si è rivolto in un video alla nazione iraniana. Come ha accolto il discorso del presidente americano?
«In modo ambivalente: alcuni passaggi erano nuovi, altri ribadivano posizioni note da tempo. È positivo che abbia posto l'accento sul rispetto reciproco e sull'onestà dei rapporti come fondamento della collaborazione. Il grande errore di George W. Bush è stato quello di voler risolvere tutti i problemi per via militare. È finito il tempo in cui si potevano impartire ordini agli altri popoli». Obama ha parlato di un nuovo inizio nelle relazioni degli Stati Uniti con l'Iran e le ha teso la mano. «Accogliamo con favore i cambiamenti, ma finora non ci sono stati».
Lei presenta sempre delle richieste, ma sono la sua politica e le catastrofiche relazioni dell'Iran con gli Usa a minacciare la pace nel mondo. Qual è il suo contributo alla distensione? «Appoggiamo colloqui sulla base dell'onestà e del rispetto. Questa è stata sempre la nostra posizione. Aspettiamo che Obama annunci i suoi piani per poterli analizzare».
Leggi tutto:
http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200904articoli/42746girata.asp

La vera Italia non è quella delle passerelle pre-elettorali in Abruzzo

In tre giorni, mezzo governo Berlusconi (ben 10 ministri) si è rovesciato in Abruzzo a farsi vedere in televisione sciacallando sui morti per la campagna elettorale delle Europee. Il ministro dell'agricoltura Zaia atterra in elicottero e appena sceso si precipita davanti alle telecamere della RAI senza degnare di un solo sguardo i terremotati. Vergogna. Uno spettacolo vomitevole.
L'Aquila ha bisogno di sentire lo Stato presente non con una stretta di mano, ne tantomeno con una passerella politica. L'Aquila ha bisogno di aiuti seri. Non ci meravigliamo. Abbiamo incassato la maglia nera dei più disconnessi. Questo è l'unico paese dove il numero di famiglie che navigano, anzichè aumentare, diminuisce. Ora arriva anche la consacrazione del nostro più illustre statista: Silvio Berlusconi. Nei 27 paesi della UE allargata non tutti hanno televisioni piduiste, così accade ancora che qualcuno si chieda qual'è il capo di stato europeo con più senso di leadership, capacità di fare squadra, vocazione europeista e capacità di risposta alla crisi. Berlusconi è il politico più dileggiato della storia dei politici dileggiati. Lo hanno dileggiato in Svezia. Lo hanno dileggiato, tutti insieme appassionatamente, in Giappone. Lo hanno dileggiato in America, quando ancora c'era il suo grande amico Bush a proteggerlo. Lo dileggiano ovunque, e ci dileggiano. Ora lo dileggiano - e ci dileggiano - perfino i corrispondenti europei a Bruxelles, confinando Berlusconi in ultima posizione insieme al leader rumeno Popescu Tariceanu. In prima posizione Sarkozy, quello che in Giappone rimase basito all'invito del nostro statista ad inviare baci caldi alle giovani ragazze nipponiche. La scena è di quelle memorabili: un manipolo di leader mondiali saluta un gruppo di giovincelle, facendo un gesto rispettoso con la mano. Poi il gruppetto si muove alla volta di un'altra destinazione, ma il nostro premier cabarettista rincorre Sarkozy, e da statista senza statura cerca di inerpicarsi sulla sua schiena per farsi notare. Ma quella non è l'Italia, e tra le ragazze non c'é la Carfagna. Sarkozy prende le distanze dall'homo cabarettiensis e cerca di guadagnare metri preziosi. Del resto la marionetta del ventriloquo Licio Gelli sa di poter contare sul TG4 di Emilio Fede, ma nel resto del mondo l'informazione non si fa in un laboratorio di sartoria, tagliando e cucendo gli spezzoni più opportuni. Se ti vedono con lo zoppo, non aspettano che impari a zoppicare: ti azzoppano prima loro.
Sono schifato dalla passerella politica pre-elettorale in Abruzzo, sono indignato da una classe dirigente che fa vincere gli appalti alle imprese edili "amiche". Basta!
Riguarda il video ...

Iran: presidenziali, nessun limite a candidatura di donne

TEHERAN - In vista delle elezioni presidenziali del 12 giugno prossimo in Iran il Consiglio dei guardiani della costituzione non identifica restrizioni alle candidate donne. Lo scrive l'agenzia Mehr citando Abbas Ali Kadkodaie, portavoce dell'organo che vigila sulle consultazioni elettorali nella Repubblica Islamica. "Le donne si sono candidate gia' in passato e il Consiglio non ha alcun rilievo da muovere a questo riguardo - ha detto Kadkodaie - non vi sono limitazioni ne' leggi che vietino l'iscrizione delle donne come candidate". In passato, comunque, il Consiglio ha sempre respinto la candidatura di donne alla carica di capo dello stato. (Agr)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Iran-presidenziali-nessun-limite-candidatura-donne/11-04-2009/1-A_000015067.shtml

NORDCOREA: LUNEDI' VOTO CONDANNA TEST MISSILISTICO ALL'ONU

(AGI) - New York, 11 apr. - Lunedi' il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite votera' una "dichiarazione" di condanna del test missilistico effettuato dalla Corea del Nord il 5 aprile scorso e valutera' un aggiustamento delle sanzioni in vigore. Lo ha annunciato il presidente di turno dell'organo esecutivo del palazzo di vetro, il messicano Claude Heller secondo cui i 5 membri permanenti (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) piu' il Giappone hanno raggiunto un'intesa su una bozza che hanno trasmesso agli altri nove Stati membri. Il testo e' frutto della mediazione tra Tokyo e gli Usa, che gia' la sera del 5 puntavano a una nuova "risoluzione" di condanna, atto ben piu' rilevante della semplice dichiarazione (che comunque richiede l'unanimita'), e le posizione di Mosca e Pechino, che alla fine hanno prevalso.Il testo stabilisce che il Consiglio "condanna" il lancio perche' "in contrasto con la risoluzione 1718 del Consiglio" che proibisce a Pyongyang esperimenti nucleari o test missilistici e impone - nuovamente - "che la Corea del Nord si astenga da qualsiasi nuovo lancio". La bozza non prevede in sostanza nuove sanzioni ma si limita ad un "aggiustamento" delle misure fin qui' adottate contro Pyongyang con la risoluzione 1718. In sintesi entro la fine del mese saranno attuate le misure previste dal provvedimento (approvato il 14 ottobre 2006 dopo il fallito lancio di un altro missile e l'esplosione del primo ordigno atomico nordcoreano) ma mai attuate per non compromettere la distensione con Pyongyang: saranno individuate nel dettaglio le societa' nordcoreane i cui conti e beni all'estero saranno congelati.
http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200904112318-cro-rom1105-nordcorea_lunedi_voto_condanna_test_missilistico_all_onu

GB: LONDRA NEGO' VISTO A FRATELLASTRO DI BARACK OBAMA

(AGI) - Londra, 12 apr. - Barack Obama continua ad essere messo in imbarazzo dai suoi 'parenti' kenioti. Il domenicale 'News of the World' scrive che a meta' gennaio Samson, uno dei fratellastri del presidente americano, fu bloccato alla frontiera britannica. Samson, diretto a Washington per assistere alla cerimonia di insediamento di Obama, aveva fatto tappa all'East Midlands Airport per andare a trovare alcuni parenti della madre, Kezia, che aveva vissuto nell'Inghiletrra meridionale. Giunto ai controlli di frontiera gli agenti si accorsero che lo scorso novembre Samsong era stato fermato dalla polizia nel Berkshire perche' sospettato di aver tentato di molestare sessualmente un gruppo di ragazze tra cui una tredicenne. Non solo. Il fratellastro del presidente Usa, , che gestisce un negozio di telefoni cellulari fuori Nairobi, aveva fornito un falso documento alla polizia, spacciandosi per Henry Aloo, un profugo keniota che aveva chiesto asilo in Gran Bretagna. La polizia rilevo' le impronte ma non incrimino' formalmente Samson che lascio' il Paese. Il domenicale britannico, di proprieta' del magnate conservatore Rupert Murdoch, riferisce che le autorita' britanniche - che hanno confermato la notizia - informarono la Casa Bianca dell'incidente. Samson Obama, per nulla scoraggiato, vistosi rifiutato l'ingresso nel Regno Unito prese un volo diretto per Washington dove assistette all'insediamento del celebre fratello.
Continua ...
http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200904120057-cro-rom1110-gb_londra_nego_visto_a_fratellastro_di_barack_obama