In tre giorni, mezzo governo Berlusconi (ben 10 ministri) si è rovesciato in Abruzzo a farsi vedere in televisione sciacallando sui morti per la campagna elettorale delle Europee. Il ministro dell'agricoltura Zaia atterra in elicottero e appena sceso si precipita davanti alle telecamere della RAI senza degnare di un solo sguardo i terremotati. Vergogna. Uno spettacolo vomitevole.
L'Aquila ha bisogno di sentire lo Stato presente non con una stretta di mano, ne tantomeno con una passerella politica. L'Aquila ha bisogno di aiuti seri. Non ci meravigliamo. Abbiamo incassato la maglia nera dei più disconnessi. Questo è l'unico paese dove il numero di famiglie che navigano, anzichè aumentare, diminuisce. Ora arriva anche la consacrazione del nostro più illustre statista: Silvio Berlusconi. Nei 27 paesi della UE allargata non tutti hanno televisioni piduiste, così accade ancora che qualcuno si chieda qual'è il capo di stato europeo con più senso di leadership, capacità di fare squadra, vocazione europeista e capacità di risposta alla crisi. Berlusconi è il politico più dileggiato della storia dei politici dileggiati. Lo hanno dileggiato in Svezia. Lo hanno dileggiato, tutti insieme appassionatamente, in Giappone. Lo hanno dileggiato in America, quando ancora c'era il suo grande amico Bush a proteggerlo. Lo dileggiano ovunque, e ci dileggiano. Ora lo dileggiano - e ci dileggiano - perfino i corrispondenti europei a Bruxelles, confinando Berlusconi in ultima posizione insieme al leader rumeno Popescu Tariceanu. In prima posizione Sarkozy, quello che in Giappone rimase basito all'invito del nostro statista ad inviare baci caldi alle giovani ragazze nipponiche. La scena è di quelle memorabili: un manipolo di leader mondiali saluta un gruppo di giovincelle, facendo un gesto rispettoso con la mano. Poi il gruppetto si muove alla volta di un'altra destinazione, ma il nostro premier cabarettista rincorre Sarkozy, e da statista senza statura cerca di inerpicarsi sulla sua schiena per farsi notare. Ma quella non è l'Italia, e tra le ragazze non c'é la Carfagna. Sarkozy prende le distanze dall'homo cabarettiensis e cerca di guadagnare metri preziosi. Del resto la marionetta del ventriloquo Licio Gelli sa di poter contare sul TG4 di Emilio Fede, ma nel resto del mondo l'informazione non si fa in un laboratorio di sartoria, tagliando e cucendo gli spezzoni più opportuni. Se ti vedono con lo zoppo, non aspettano che impari a zoppicare: ti azzoppano prima loro.
Sono schifato dalla passerella politica pre-elettorale in Abruzzo, sono indignato da una classe dirigente che fa vincere gli appalti alle imprese edili "amiche". Basta!
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