venerdì 13 dicembre 2013

Mafia, 30 arresti fra Trapani e Palermo Al vertice la sorella di Messina Denaro

di RICCARDO LO VERSO Patrizia Messina Denaro manterebbe i contatti fra il fratello e i boss detenuti. La conferma in alcune intercettazioni. Da lei passerebbero le direttive per gestire gli affari. E Matteo su Giuseppe Grigoli disse: "Non lo toccate perché se parla...".  Fatta luce sui rapporti con i mafiosi di San Lorenzo, Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
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PALERMO - "Matteo dice... ", il fratello ordinava e lei eseguiva. Ci sarebbe una donna al vertice della mafia trapanese. Una donna dal cognome pesante. Patrizia Messina Denaro. È una delle quattro sorelle dell'ultimo padrino latitante di Cosa nostra. Da lui avrebbe ricevuto le direttive per guidare il clan, ma soprattutto per gestire gli affari.

Patrizia Messina Denaro, 43 anni, da alcune ore è finita in carcere assieme ad altre ventinove persone. Un blitz interforze - Ros, Dia, Squadre mobili di Palermo e Trapani, carabinieri e Guardia di finanza - che azzera la rete di protezione del capomafia di Castelvetrano e fornisce la prova della sua presenza sul territorio.

L'operazione è coordinata dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Maria Teresa Principato, e dai sostituti Paolo Guido e Marzia Sabella.

Matteo Messina Denaro tiene in mano saldamente il bastone del comando. La conferma arriva da un'intercettazione. Patrizia avrebbe fatto da trait d'union fra il latitante e i mafiosi trapanesi finiti in carcere. A cominciare dal marito, Vincenzo Panicola. E sono loro i protagonisti di una stagione di fibrillazioni.

Si era sparsa la voce che Giuseppe Grigoli, il braccio economnico di matteo Mesisna Denaro, l'uomo del business della grande distribuzione targata Cosa nostra, avesse iniziato a parlare con i magistrati. E Panicola aveva incaricato la moglie di sondare il terreno, di capire quale contromisura prendere. In ballo, forse, c'era addirittura l'ipotesi estrema di eliminare Grigoli. Poi, arrivò il diktat di Matteo: “Non toccatelo, perché se parla può fare danno”.

Come arrivò l'ordine? Stavolta non ci sarebbero pizzini di mezzo. La comunicazione sarebbe stata diretta. A voce. Un incontro faccia a faccia o forse una telefonata. Una cosa, secondo gli investigatori, è certa: fratello e sorella sono entrati in contatto. Circostanza che emergerebbe dalle parole pronunciata dalla stessa donna che portò l'ambasciata di Messina Denaro in carcere al Panicola.

“Di a tuo marito - le avrebbe detto il fratello latitante - di mettersi nella stessa cella con lui”. Per controllare Grigoli, per tenerlo buono. Per evitare che facesse danno. Anche se Patrizia non era d'accordo. “Mica se lo può accudire in carcere”, avrebbe risposto al latitante energica com'era. Il pericolo Grigoli alla fine rientrò. E i Messina Denaro tornarono ad occuparsi di affari. Di appalti, di impianti eolici e persino della costruzione del Mcdonald's su cui la mafia, all'insaputa del colosso americano del fast food, avrebbe messo le mani.
Continua ...
http://livesicilia.it/2013/12/13/mafia-retata-messina-denaro_416743/

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