martedì 21 giugno 2011

Sotto inchiesta anche l'appalto per l'informatizzazione di Palazzo Chigi


I sospetti sulla procedura di gara per 9 milioni nelle carte inoltrate da Napoli alla procura di Roma. La procura della capitale pronta ad indagare anche su altri tre filoni. Agli atti anche le telefonate tra Papa e Camillo Toro alla vigilia degli arresti della cricca del G8: "Situazione grave".

ROMA - Palazzo Chigi non sarebbe stato solo il terminale delle informazioni raccolte da Luigi Bisignani e Alfonso Papa, ma anche oggetto degli appetiti economici della cosiddetta P4. Se ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha ammesso 1 di essere stato informato dal faccendiere su una serie di indagini in corso, è notizia di oggi che uno dei nuovi filoni romani dell'inchiesta partita da Napoli prenderà in esame niente meno che l'appalto per l'informatizzazione di Palazzo Chigi. Lavoro poi finito nel giugno del 2010 alla società Italgo dell'imprenditore Anselmo Galbusera.

Negli atti fatti recapitare in queste ore dagli inquirenti napoletani 2 sulla scrivania del procuratore aggiunto della capitale Alberto Caperna, coordinatore del pool sui reati contro la pubblica amministrazione, ci sono infatti anche spunti investigativi sulla gara di appalto assegnata nella primavera dello scorso anno. A far nascere dei sospetti sulla regolarità dell'affidamento degli interventi per circa 9 milioni di euro spalmati in tre anni relativi ai servizi informativi, telefonici e dati di tutti gli immobili della Presidenza del Consiglio, sono state in particolare alcune carte rinvenute nello scorso mese di marzo durante una perquisizione ordinata negli uffici della società di cui Galbusera è socio al 20%. Non è escluso però che nei faldoni arrivati a Roma ci siano anche brani della deposizione che lo stesso Galbusera ha svolto con i pm titolari dell'inchiesta napoletana, Francesco Curcio e John Woodcock.

Tra i documenti giunti a Roma anche le questioni legate ai contratti tra la Ilte, società cartiera piemontese legata a Bisignani, e le Poste per la stampa e la spedizione di bollette e fatture in  Italia e la pubblicità al sito Dagospia di Roberto D'Agostino.

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http://www.repubblica.it/cronaca/2011/06/21/news/bisignani_appalti-18029978/

Decreto Sviluppo, il governo lascia ventimila prof precari a casa


Due giorni fa il ministro Gelmini ha stralciato dalla legge la regolarizzazione di una enormità di docenti già abilitati e "dimenticati" dal 2008. Altrettanti sono rimasti a metà strada e occorreranno nuove regoledi SALVO INTRAVAIA

Il governo rispedisce all'inferno i 20 mila insegnanti "dimenticati" dal 2008. Per loro sembrava fatta: gli abilitati e abilitandi all'insegnamento tra il 2008 e il 2010 erano stati inseriti con un emendamento nella legge di conversione del decreto Sviluppo. Ma, tra sabato e domenica scorsi, con un colpo di mano, il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha deciso di estrometterli nuovamente. Il provvedimento, approvato in commissione, è stato stralciato dal maxiemendamento ed è divenuto definitivo con il voto di fiducia di oggi. E sull'esecutivo piovono le critiche di sindacati e forze dell'opposizione.


Per  Marcello Pacifico, presidente dell'Anief, "il governo svilisce il Parlamento e lascia a casa 20 mila docenti abilitati a numero chiuso presso le università, le accademie, i conservatori italiani". "Il governo  -  rilancia la Flc Cgil  -  cancella la norma, approvata in commissione che prevedeva l'inserimento in graduatoria dei docenti già abilitati. Si tratta di un decisione insensata e ingiusta che penalizza definitivamente 20 mila precari".


"Contro questo decreto  -  continua la Cgil  -  e più in generale contro la politica del governo sull'istruzione, l'università e la ricerca, la Flc Cgil continua la mobilitazione e partecipa al sit-in di protesta dei precari della conoscenza a Montecitorio, in occasione del voto di fiducia alla Camera, nei giorni 21 e 22 giugno". A spiegare la questione ci pensa una recente interrogazione parlamentare presentata dall'Italia dei valori che richiama il decreto ministeriale sull'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento per il triennio 2011/2014. 
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http://www.repubblica.it/scuola/2011/06/21/news/ventimila_precari_a_casa-18034081/

P4: MINZOLINI, CONOSCO BISIGNANI MA NON LO SENTO DA 2 ANNI


(ASCA) - Roma, 21 giu - ''Bisignani? Come no, lo conosco da un sacco di tempo ma non lo sento spesso''. Lo ha detto oggi ai microfoni del programma di Radio2 'Un Giorno da Pecora' Augusto Minzolini, direttore del Tg1.

''Lo sentivo spesso quando facevo 'lo squalo' a La Stampa.Lui parte da molto lontano, aveva un ruolo anche quando Andreotti era al Governo''. Che lavoro fa Bisignani? ''Secondo me fa quello che in altri paesi viene accettato: il lobbista''.Quale fu la notizia piu' succulenta che le diede Bisignani? ''Forse in qualche crisi di Governo, mi disse il candidato a questo o a quel Ministero''. E da quando dirige il Tg1 lo ha mai sentito? ''No, l'avro' sentito due anni fa l'ultima volta''.

Anonymous attacca Silvio



Operation Payback procede contro i siti del PdL e di sostegno al governo.
Silvio Berlusconi sotto il fuoco della milizia del web, Anonymous, pronto a sferrare un attacco dei suoi – probabilmente attraverso un DDoS, Distributed Denial of Service, meccanismo in grado di far saltare siti internet anche per ore, ma nulla è chiaro in proposito – contro il web del PdL, ovvero ilpopolodellaliberta.it e governoberlusconi.it. L’annuncio è già stato diffuso su Facebook.
Operation Payback
#OPITALY NOW: TARGET: www.ilpopolodellaliberta.it & www.governoberlusconi.it FIRE! PRESS: http://i55.tinypic.com/iy385e.png | MOBILE LOIC: http://bit.ly/eFJLTL | Twitter: www.twitter.com/anonitaly FOLLOW US NOW!

Fabrizio Corona su Lele Mora: “Non riesco a smettere di pensare a lui”

21 giugno 2011
Molto accorata la lettera che il fotografo dei vip indirizza a colui che una volta era il suo mentore.
Lele Mora è in prigione per bancarotta fraudolenta: solo, ed abbandonato dagli amici. Compreso Fabrizio Corona, per lungo tempo sempre al fianco dell’impresario delle star; che però non rinnega di essersene allontanato, ma ci tiene comunque a dedicare una lettera appassionata all’ex amico e manager; lettera che sarà pubblicata domani su Corona Star’s, la rivista del compagno di Belen Rodriguez. Così scrive Corona.
Sono passati tanti anni da quel pomeriggio in cui mio padre tramite l’ex photoeditor di Chi, Alfredo Chiesa, mi prese appuntamento alle 4 del pomeriggio in viale Monza 9. Facevo il giornalista, scrivevo, ma soprattutto lavoravo presso la casa di produzione che mio padre aveva appena aperto. Producevamo un programma che si chiamava Olimpia su Telemontecarlo: fu la Rai ad acquisirla e, secondo le leggi bigotte e stupide dei rapporti di nepotismo e raccomandazioni vigenti in questa buffa azienda nazional-popolare, fui costretto a trovarmi un lavoro. Lele fu subito gentile con me, forse si innamorò a prima vista. In quel momento lui era il Divino, il Re Assoluto. Gestiva i più grandi: Simona Ventura, la Estrada, La Casalegno, la Ferilli, De Sica… Io, assistente provetto, lo accompagnavo a tutte le riunioni: Lele faceva i palinsesti Rai e Mediaset e spostava i suoi artisti come pedine da un’azienda all’altra, da una rete all’altra, mettendoli sempre nei posti e nei programmi più di spicco. Aveva ville stratosferiche in Sardegna, i suoi pranzi e le sue cene erano minimo da 30 persone e pagava sempre lui. 
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Melania Rea, tutte le bugie di Parolisi



Un vedovo che non ha mai convinto: dalle scappatelle al telefono, tutti i misteri dell’istruttore Salvatore
Parolisi ha trascorso gli ultimi due mesi a proclamarsi innocente rispetto ai sospetti che il misterioso assassino o assassina di sua moglie Melania fosse proprio lui. Ha difeso se stesso, ha invocato rispetto per il suo dolore di vedovo di una giovane donna uccisa. Ma prima ancora che la giustizia lo indagasse per omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela, l’opinione pubblica non gli ha dato mostra di credergli. Una sorta di ‘condanna morale’, figlia di molte supposte bugie inanellate dal caporalmaggiore e venute a galla poco a poco.

LE DONNE – 
Bugie su circostanze ammesse dall’uomo solo solo dopo che i magistrati e i carabinieri le avevano gia’ scoperte. Su tutte, l’aver asserito di non aver mai tradito la moglie. Una delle prime ‘menzogne’ smascherate quando e’ apparsa la figura di Ludovica P., giovane e avvenente soldatessa romana conosciuta al 235 Rav Piceno di Ascoli dove il caporalmaggiore Parolisi e’ istruttore. E’ stata lei, ascoltata a lungo dai carabinieri, a rivelare non solo la storia con Salvatore, ma anche che la loro era una vera relazione sentimentale, tanto che l’amante le aveva promesso di essere pronto a lasciare la moglie per lei. Melania aveva saputo del tradimento, aveva rimproverato il marito, e contattato Ludovica per chiederle di lasciarlo stare. Sempre a Ludovica e’ collegata un’altra bugia: il telefonino dedicato a lei che Parolisi aveva riferito di aver gettato in un cassonetto per mettersi quella storia dietro le spalle. Grazie ad un testimone casuale, il 7 giugno scorso l’apparecchio e’ stato ritrovato nel campo sportivo di Villa Pigna, ben protetto da cellophane, nascosto fra le frasche. ‘Ero li’ per raccogliere una margherita per Melania’ si e’ giustificato Parolisi, senza considerare che quel campetto tutto e’ tranne che un prato in fiore. Nel frattempo fra gli accertamenti degli investigatori si stagliava un’altra relazione dell’istruttore, con Rosa, anche lei soldatessa volontaria. Il flirt ‘di una notte’ come Michele Rea, il fratello di Melania, ha detto che Salvatore l’aveva descritto, tacendo pero’ del legame con Ludovica.
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P4: Camillo Toro informo' Papa su G8


(ANSA) - ROMA - ''La situazione e' grave...puo' accadere l'irreparabile'. Il figlio dell'ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, Camillo, avvisava cosi' al telefono il parlamentare del Pdl Achille Papa che presto ci sarebbero state novita' importanti nell'inchiesta sugli appalti del G8. Nei confronti di Papa i pm di Napoli hanno chiesto alla Camera l'arresto per la P4. La telefonata e' del giorno prima dell'arresto di Balducci, De Santis, della Giovampaola e Anemone.

Via ai test per la macchina del sonno


(ANSA) - ROMA - E' portatile ed indolore e promette di guarire chi soffre d'insonnia, grazie alla somministrazione di stimoli elettrici al cervello. E' la macchina del sonno su cui sta lavorando un gruppo di ricercatori italiani, pronti a partire con una sperimentazione su un gruppo di giovani. La ricerca e'coordinata da Luigi De Gennaro, docente di psicologia alla Sapienza di Roma e da Paolo Maria Rossini, docente di Neurologia alla Cattolica di Roma.

Ministeri al Nord, accordo Pdl-Lega. Camera approva odg contro spostamento

Roma, 21 giu. (Adnkronos/Ign) - Nessun passo indietro della Lega sullo spostamento dei ministeri al Nord ma uno alla volta. Lo dice Umberto Bossi al suo arrivo alla Camera dopo l'intesa raggiunta col Pdl sulla possibile istituzione di sedi operative decentrate dei ministeri ''nel pieno rispetto dell'articolo 114 della Costituzione e del principio della complessiva intangibilità delle funzioni di governo e della unicità della sede in cui le stesse funzioni devono svolgersi", come recita l'ordine del giorno al decreto sviluppo presentato alla Camera da Pdl, Lega e Responsabili.
Oggi l'Aula ha approvato gli odg dell’opposizione che dicevano ‘no’ al trasferimento dei dicasteri dalla Capitale e sui quali il governo aveva espresso parere positivo.
''Non si può avere tutto subito, un passo alla volta'', ha affermato ilSenatur prima del voto alla Camera. ''Alemanno sta raccogliendo le firme per bloccare il trasferimento dei ministeri? Anche noi abbiamo raccolto le firme. Il primo giorno sono state 12mila - ha detto ancora Bossi -. Se capisco bene le cose in una settimana saranno 100mila...''.
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Ministeri-al-Nord-accordo-Pdl-Lega-Camera-approva-odg-contro-spostamento_312155825532.html

Parolisi indagato per omicidio volontario: "Niente da temere" La famiglia di Melania si costituisce parte civile

DELITTO REA Il marito della ventinovenne di Somma Vesuviana scomparsa  finora era considerato persona offesa. Sarà interrogato venerdì. Il legale dei Rea: "Melania colpevole solo di aver amato suo marito"

Ascoli Piceno, 21 giugno 2011 - Salvatore Parolisi, il marito di Melania Rea, la ventinovenne di Somma Vesuviana scomparsa il 18 aprile a Colle San Marco e ritrovata uccisa il 20 nei boschi del Teramano, è indagato per omicidio volontario. E’ quanto si apprende da fonti investigative, secondo cui la svolta delle indagini non sarebbe dovuta all'ermergere di nuovi elementi, ma alla rivalutazione complessiva degli indizi fin qui acquisiti dagli inquirenti: gli esami medico legali, il traffico delle celle telefoniche, i test sui reperti esaminati dai carabinieri del Ris, le oltre 30 testimonianze verbalizzate fra chi il 18 pomeriggio, giorno della scomparsa di Melania, si trovava a Colle San Marco.
L’avviso di garanzia gli è stato notificato stamattina in Campania, dove il caporalmaggiore si trova in licenza. L’uomo, che al momento resta a piede libero, sarà interrogato alle 16.30 di venerdì prossimo ad Ascoli. La notizia è stata confermata dal pm ascolano Michele Renzo. L'invito a comparire serve ai sostituti procuratori ascolani Umberto Monti, Carmine Pirozzoli, Cinzia Piccioni ed Ettore Picardi al fine di svolgere ulteriori accertamenti senza incappare in errori procedurali. I magistrati hanno valutato a lungo questa mossa, dopo aver più volte riletto le dichiarazioni rese da Parolisi durante le tre audizioni ad Ascoli e Castello di Cisterna, con diverse contraddizioni. Per l'invito a comparire al caporalmaggiore è stato assegnato un avvocato d'ufficio: Carlo Grili. Ad ogni modo, egli, che dovrà comunque presentarsi davanti ai pm, deciderà se avvalersi o meno della facoltà di non rispondere. "Vedrò il mio assitito prima, probabilmente giovedì, e poi valuteremo il da farsi", ha spiegato uno dei suoi legali, Walter Biscotti.
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Berlusconi al Senato, 40 minuti di discorso e 12 applausi


Roma, 21 giu. (Adnkronos) - Dodici applausi in 40 minuti di intervento. Questo il 'bilancio' del premier Silvio Berlusconi, a Palazzo Madama per l'informativa del governo sulla composizione dell'esecutivo, richiesta dal capo dello Stato. Il primo battimano dai banchi della maggioranza arriva all'ingresso del premier in aula. Berlusconi si siede accanto ai ministri della Lega Calderoli e Maroni, con i quali scambia un paio di battute. Alla sua sinistra, però la poltrona generalmente riservata al leader leghista Umberto Bossi o al ministro dell'Economia Giulio Tremonti rimane vuota e lo resterà per tutta la durata del discorso perché né l'uno né l'altro sono presenti in aula.
Il secondo applauso giunge quando Berlusconi ribadisce che governa chi ha vinto le elezioni. Subito dopo ne arriveranno altri due mentre dai banchi dell'opposizione si sentono risatine ironiche quando il premier afferma di non volere fare il leader "a vita" e quando dice di non voler stare per sempre a Palazzo Chigi. Ancora ironia dall'opposizione quando Berlusconi elenca tra i punti fermi del rilancio dell'azione di governo il piano per il Sud.
Qualche mugugno dall'opposizione arriva quando Berlusconi parla delle risposte "adeguate e tempestive" fornite dal governo per il terremoto all'Aquila, per l'emergenza rifiuti a Napoli e per i flussi migratori in grande aumento dopo le crisi del Nord Arfrica. Ancora un applauso quando Berlusconi ringrazia gli italiani per i sacrifici fatti, mentre arriva un 'noo' ironico tra i banchi dell'opposizione quando il presidente del Consiglio parla di "dibattito surreale" alimentato dai mezzi dell'informazione su spaccature nel governo che, a suo dire, non ci sono.
Ancora una coppia di applausi su riforma fiscale e interventi per il Sud; il battimani numero otto arriva quando Berlusconi parla della modifica al patto di stabilità interno e Calderoli e Maroni annuiscono soddisfatti.
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Berlusconi-al-Senato-40-minuti-di-discorso-e-12-applausi_312157129343.html

L'inchiesta sulla P4 scuote la Rai


Bufera per le notizie di Masi. Garimberti: "E' intollerabile"

ROMA
L'inchiesta sulla P4 scuote la Rai. Secondo quanto emerso dall'inchiesta Bisignani avrebbe esercitato una forte influenza su Viale Mazzini, dove aveva voce in capitolo su chi promuovere e chi punire o emarginare, tramite un rapporto privilegiato con l'ex dg Masi. 

Ai pm che gli hanno chiesto di spiegare il contenuto di una serie di intercettazioni telefoniche, Masi ha accennato ad alcuni casi in cui l’ex giornalista speso sponsorizzava qualcuno, anche se non sempre le segnalazioni andavano a buon fine. L'ex dg, dal suo canto, ha affermato di essersi rivolto a Bisignani per informarsi presso il sottosegretario Gianni Letta su «quale fosse l’atteggiamento della politica su talune questioni inerenti alle nomine Rai.«E' grave e intollerabile quanto emerso nell'inchiesta P4 riguardo la Rai», ribadisce Garimberti. Il Presidente Rai, in audizione davanti la Commissione di Vigilanza, ha chiesto ancora che sia fatta «chiarezza e pulizia nelle sedi competenti» e chiesto che «la politica si tenga il più lontano possibile dalla Rai» perché quanto emerso nell'inchiesta «è la riprova che se per ogni nomina richiede il consenso politico non si nomina più nessuno o non si nominano i più bravi». Il Presidente cita il caso della lettera di licenziamento di Santoro che, secondo le intercettazioni, sarebbe stata scritta non dall'ex Dg Mauro Masi ma da Luigi Bisignani, «è insano». E, ha concluso, «al di là delle valutazioni e della rilevanza penale quanto accaduto è molto grave dal punto di vista aziendale e intollerabile».
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Anziani giapponesi si offrono volontari per pulire Fukushima al posto dei giovani


Anziani giapponesi si offrono volontari per pulire Fukushima al posto dei giovani
Parliamo di una scelta che farà commuovere molti, almeno speriamo. Un gruppo di anziani giapponesi ha chiesto il permesso di pulire la centrale nucleare contaminata di Fukushima.
Più di 200 pensionati si sono offerti volontari per prendere il posto dei giovani che stanno esponendo i loro corpi ad altissimi livelli di radiazioni. Il gruppo pensa di non avere ancora più di 20 anni di vita e che la maggior parte di loro sarà morto prima che le radiazioni possano far sviluppare il cancro. Diversa è la situazione per i giovani che da tre mesi lottano per limitare i rischi esponendo se stessi alla reale possibilità che il cancro sopraggiunga prima dell’età avanzata.
Adesso, sta alla burocrazia giapponese dare seguito alla generosa offerta dei 200 pensionati.

Scuola, per immettere in ruolo i precari ci vorranno dai 10 ai 30 anni


Manifestazione dei precari a piazza Montecitorio
ROMA - Ci vorranno quasi 10 anni per immettere in ruolo tutti i precari della scuola primaria, poco meno di 30 anni per assorbire i precari della scuola dell'infanzia, dai 7 ai 10 anni per assorbire i prof di lettere. A fare queste previsioni - considerando che il nodo dei precari resta ancora una delle questioni cruciali del pianeta scuola - è il mensile Tuttoscuola. Ricordando che esistono diverse categorie di precari - quelli storici iscritti da anni nella graduatorie a esaurimento e quelli futuri, di più recente o prossima iscrizione che, nella maggior parte dei casi, ancora non hanno lavorato nella scuola, ma che sperano di farlo prima o poi, il mensile sottolinea che le attese sarebbero state ancora maggiori se l'emendamento al decreto Sviluppo che consentiva la riapertura delle graduatorie a esaurimento ad altri 20mila insegnanti, accolto in un primo momento dalla commissione Cultura della Camera, fosse passato.

Un decennio per immettere in ruolo i precari della primaria. In attesa di conoscere l'assestamento delle graduatorie ad esaurimento per gli ultimi aggiornamenti che varranno dal 2011-12, Tuttoscuola ha analizzato la situazione esistente alla fine del 2010. Nel 2010 risultavano iscritti nelle graduatorie provinciali per la scuola primaria circa 67.000 docenti. Per capire quanto tempo ci vorrà per farli entrare tutti in ruolo va stimato quanti posti si libereranno con i pensionamenti. Negli ultimi cinque anni i pensionamenti nella sola scuola primaria statale sono stati complessivamente circa 40mila; nell'ultimo lustro, mediamente, ogni anno hanno lasciato il servizio ottomila docenti; si può stimare che questa tendenza varrà anche per i prossimi anni (considerato anche l'innalzamento dell'età per la pensione di vecchiaia a 65 anni in un settore fortemente femminilizzato). E dunque, per assorbire i 67mila docenti di scuola primaria, ci vorranno tra gli otto e i dieci anni. Se verranno banditi i concorsi (che per legge si prenderanno la metà dei posti disponibili) ci vorranno, invece, tra i 16 e i 20 anni.
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Mafia, avviso conclusioni indagini per D'Alì


Mafia, avviso conclusioni indagini per D'Alì
Il senatore del Pdl Antonio D'Alì

Il gip ha respinto la richiesta di archiviazione proposta dalla procura. Tra gli elementi probatori esaminati vi sono anche le dichiarazioni dell'ex prefetto di Trapani, Fulvio Sodano


TRAPANI. La Dda di Palermo ha notificato al senatore Antonio D'Alì (Pdl) un avviso di conclusioni indagini. Il parlamentare trapanese è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Per due volte i pm hanno chiesto l'archiviazione, sempre respinta dal gip Antonella Consiglio che, ha chiesto ulteriori accertamenti.
Tra gli elementi probatori esaminati dalla Procura distrettuale antimafia vi sono anche le dichiarazioni dell'ex prefetto di Trapani, Fulvio Sodano, trasferito ad Agrigento - mentre D'Alì era sottosegretario all'Interno - dopo che aveva scoperto il tentativo di Cosa Nostra di ritornare in possesso di un'azienda ch'era stata sequestrata al boss Vincenzo Virga. Sodano indicò in D'Alì il promotore di quel trasferimento.

Pm chiede condanna a due anni e 4 mesi per l'ex sindaco di Catania Scapagnini


Il processo riguarda il buco nel bilancio del Comune prodottosi durante l'amministrazione guidata dal medico del premier Silvio Berlusconi. Il reato contestato è quello di falso in bilancio

La condanna a 2 anni e 4 mesi per falso in bilancio dell'ex sindaco di Catania Umberto Scapagnini, dell'ex ragioniere del Comune Vincenzo Castorina e dell'ex assessore al Bilancio Francesco Caruso è stata richiesta dal Pm Andrea Ursino al termine della requisitoria tenuta questa mattina dinanzi alla prima sezione del Tribunale di Catania.

Il processo riguarda il buco nel bilancio del Comune prodottosi durante l'amministrazione guidata da Scapagnini. I conti comunali furono ripianati da un intervento del governo centrale che stanziò 140 milioni di euro.
Il pubblico ministero Ursino ha chiesto la condanna a 2 anni anche per gli altri componenti della giunta Scapagnini. Sono Giuseppe Arena, Mario De Felice, Filippo Drago, Stefania Gulino, Santo Lo Presti, Giuseppe Maimone, Mimmo Rotella, Salvatore Santamaria, Giuseppe Siciliano, Nino Strano, Gianni Vasta e Giuseppe Zappalà. La parola è poi passata alle parti civili, che sono l'associazione di volontari Città Insieme e il Comune di Catania.

L'ex sindaco di Catania Scapagnini è coinvolto anche nell'inchiesta sui risarcimenti ai dipendenti del Comune per i danni subiti dalle polveri del vulcano Etna. Scapagnini è accusato di abuso d'ufficio.

Io firmo, riprendiamoci il voto


Interessante iniziativa quella di “Io Firmo, Riprendiamoci il Voto”, che propone un nuovo Referendum, questa volta riguardo la legge elettorale, la cosiddetta “porcata” inventata e ribattezzata così dal suo ideatore, il ministro leghista Calderoli.
Sull’onda di entusiasmo e di cambiamento, la proposta di un nuovo referendum, potrebbe funzionare, dico potrebbe, visto che ho seri dubbi sulla “passionalità” che genererebbe nella gente comune il tema in questione. Comunque provarci è sicuramente importante, la sensibilizzazione al riguardo sarebbe veramente un grande atto di civiltà, visto che con l’attuale legge, di democratico ha ben poco.
Di fatto, agli elettori viene negato loro il diritto di scegliere i propri rappresentanti.
Gli obiettivi che si pone il comitato organizzatore – oltre ovviamente il raggiungimento del numero di firme necessarie, non poche, ne servono infatti almeno cinquecentomila – sono quattro:
1- Liste bloccate. Le liste bloccate privano gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti e ledono irrimediabilmente l’equilibrio tra i poteri. Un Parlamento di “nominati” non ha infatti alcun reale potere nei confronti del Governo e del Presidente del Consiglio.
2- Il premio di maggioranza. Così esiste solo in Italia e ha effetti opposti a quelli auspicati. Attribuendo il 55% dei seggi alla lista che ottiene un voto più delle altre (anche se ha il 35% dei voti), questo meccanismo obbliga anche i partiti maggiori alla ricerche di qualsiasi voto utile. La conseguenza sono coalizioni sempre più ampie e inevitabilmente eterogenee. Nessuna stabilità del governo, anzi: frammentazione della maggioranza di governo e paralisi della sua attività.
3- Soglia di sbarramento. L’attuale soglia di sbarramento al 2% per le liste collegate in coalizione è un ulteriore incentivo alla frammentazione. Mantenere una soglia unica al 4% garantisce la presenza alla Camera dei partiti più rappresentativi, “costringendo” le forze minori ad unioni reali (un unico simbolo, un’unica lista) senza scorciatoie come le coalizioni elettorali. Al Senato il sistema dei collegi consentirà nelle Regioni più grandi la rappresentanza anche di forze decisamente minori.
4- Indicazione del candidato premier. L’obbligo di indicare il candidato Capo del governo interferisce con le prerogative del Presidente della Repubblica che può e deve scegliere in assoluta autonomia. Inoltre tale meccanismo tende a trasformare il nostro sistema da parlamentare in semi-presidenziale senza i contrappesi dei sistemi presidenziali.
Una personale considerazione riguarda gli sbarramenti, non mi sono mai piaciuti, costringono la pluralità – tanto necessaria in un Paese – in un angolo ristretto, schiacciata da logiche dominanti, e poi attribuire problemi di stabilità alla pluralità mi sembra una forzatura.

“Santoro è in fuga, gli stamo a spacca’ il c…”



Nelle carte dell’inchiesta su Bisignani ci sono le parole di Masi, ex dg della Rai. In tutta la loro eleganza
Che Mauro Masi fosse unfit al ruolo che qualcuno gli aveva cucito addosso, quello di direttore generale della Rai, si poteva intuire dall’eleganza delle sue camicie e dal profondo rosso in cui ha lasciato l’azienda che doveva risanare. Ma dal tono delle sue telefonate con il faccendiere Luigi Bisignani, riportate oggi da Marco Lillo e Antonio Massari sul Fatto, si comprende molto di più. E si capisce anche che l’attuale amministratore delegato dell’azienda pubblica Consap con stipendio pagato da noi tutti era anche esente da quella caratteristica che, da che mondo e mondo, porta l’uomo a migliorarsi: la vergogna.
A maggio Masi dice Bisignani: “Senti, ho chiuso con Santoro…”. Sembra che stia parlando di una sorta di accordo – e poi gli spiega che la notizia di lì a poco finirà sulle agenzie, quindi consiglia Bisignani di avvisare il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli e di tacere, invece, con Dago – spia. Il 23 settembre, però, la situazione precipita con l’editoriale in cui Santoro pronuncia l’ormai famoso “Vaf fan’ bic – ch i e re ” e il giorno dopo la Finanza intercetta questa conversazione tra Bisignani e Masi: B: menamo o famo.. questo è un pazzo veramente eh M: vabbè poi ti dico a voce finalmente ha fatto l’errore che volevo io (…) con questa roba qui lo sospendo io vado… mercoledì porto la sospensione eh (…) che è aziendale, fatto tutto, già deciso… tra l’altro sono tutti d’accordo (…) vedrai. Garimberti la vota gli altri due dove stanno (…) la sospensione è 10 giorni, la si inizia con una sospensione da 10 giorni, però, è un segnale mica da ridere eh, con la sospensione non può andare in onda, tante cose B: salta una puntata! (…) o due. M: è un segnale mica da ridere eh Gigi.
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