domenica 23 ottobre 2011

"Silvio è un altro quando si parla di tv gli ho cambiato Tg e Gr come nessuno"

"Silvio è un altro quando si parla di tv gli ho cambiato Tg e Gr come nessuno"

Masi si vanta col faccendiere Lavitola e lui gli raccomanda i giornalisti Rai: "Il direttore del Tg3 Campania, ti mando il curriculum. E' importantissimo, lì ci sono le elezioni"

ROMA - Il rapporto, a tratti, è teso ("Sto numero che fai, che non faccio niente, prima mi divertiva, adesso mi innervosisce"). Ma la sintonia tra Valter Lavitola e l'ex direttore generale della Rai Mauro Masi è forte e c'è sempre. "Maurus". "Maurino". "Mauro bello", lo chiama così Lavitola. Tante le telefonate tra ottobre e novembre 2009 tra quelle depositate al gup di Pescara per i fondi dell'Avanti. PER LUI COSE MAI FATTE Masi è al vertice Rai da sette mesi. Ci resterà fino all'aprile del 2011, quando cade per via di Santoro. In questa conversazione rivela di "fare per Berlusconi cose mai fatte da nessuno". Masi "Ci dobbiamo vedere più spesso, tu devi capì una cosa: Berlusconi delle tv non è Berlusconi che conosciamo noi, è un'altra bestia, me l'avevano detto, un'altra persona". Lavitola "A me l'hanno detto a ripetizione e anzi ti dirò di più lui stesso lo dice. Quello è il mondo suo, che ha fatto da quando era ragazzo fino a mo'. La politica è una roba che ha preso quando era già in età avanzata". M. "Ma io sono dell'idea che è giusto questo discorso qui, che comunque bisogna fà due o tre cose fatte bene, io gli sto facendo cose che non ha fatto nessuno, perché io ho cambiato i telegiornali, ho cambiato i Gr". L. "Di questo parliamone da vicino, lascia stà co stì cazzi di...". M. "È una questione politica, non è mica un retroscena di niente che stanno sui giornali, è una questione di impostazione politica generale". NIENTE SOLDI, TE NE FOTTI Con Masi, ex responsabile del dipartimento editoria di palazzo Chigi, Lavitola discute dei finanziamenti al settore, per cui la sua attività di lobby è continua. Lavitola "Allora, ho parlato con Elisa (Elisa Grande, che ha sostituito Masi al Dipartimento dell'editoria, ndr.), lei sostiene che questi qui non ci si inculano di pezza, io mi sono informato da Fortunato della copertura del capitolo che quest'anno va a meno del 50 per cento. Lui dice "guarda, qua non si muovono", testuali parole, né Masi né il presidente. Ho parlato con tutti gli editori che dicono che tu hai lasciato una situazione di merda in mano ad Elisa e che vuoi sostanzialmente dimostrare che tu te ne vai e scoppia tutto. Hai capito?". Masi "No, ridimmelo da capo". L. "Tremonti e Fortunato ritengono che non muovendoti tu e sostanzialmente neanche il presidente, è una cosa che non conta un cazzo, e quindi se ne fottono, e in più gli editori sono tutti quanti imbufaliti, ti dico la verità io compreso, in quanto ritengono che tu hai lasciato il capitolo senza copertura e che sostanzialmente te ne fotti". M. "Ma che vuol dire senza copertura? Mica l'ho fatta la Finanziaria... che cazzo state a di'". L. "Comunque dicono che finché ci sei stato tu...". M. "Tremonti nel frattempo, in sei mesi, gli ha tolto tutto quello che c'era. Non essendoci io, s'è andato a prendè i soldi che io non gli facevo prendè Valter...". L. "Esatto, esattamente quello.... però dice che se tu spendessi una parola non sarebbe male". M. "Editori rompicazzo".
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Bruxelles: domanda su Berlusconi. E in sala stampa ridono tutti

Guarda il video:

Il cappio che strozza l’Italia

Le crescenti diseguaglianze sono figlie di un ordinamento giuridico, sociale ed economico da rivedere radicalmente

“A fundamental premise of Doing Business is that economic activity requires good rules—rules that establish and clarify property rights and reduce the cost of resolving disputes; rules that increase the predictability of economic interactions and provide contractual partners with certainty and protection against abuse. The objective is regulations designed to be efficient, accessible to all and simple in their implementation. In some areas Doing Business gives higher scores for regulation providing stronger protection of investor rights, such as stricter disclosure requirements in related-party transactions.”

Una premessa fondamentale di Doing Business è che l’attività economica richieda buone regole, regole che consolidino e chiariscono i diritti di proprietà e riducano i costi connessi alla soluzione delle controversie; regole che accrescano la prevedibilità delle interazioni economiche ed assicurino ai contraenti di un accordo di certezze e protezioni avverso abusi e violazioni. L’obiettivo è una regolazione disegnata per essere efficiente, facilmente disponibile per tutti, e semplici da implementare. All’interno di questi ambiti, Doing Business attribuisce più elevati punteggi alla regolazione che consente una solida protezione ai diritti degli investitori, quali gli obblighi di informazioni in operazioni con parti correlate.

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Merkel e Sarkozy dettano le condizioni all'Italia "Subito le misure". "Fiducia in Berlusconi? Nelle istituzioni" Video

Ultimatum all'Italia dall'asse Parigi-Berlino. Al termine del Consiglio Europeo, Francia e Germania esprimono fiducia nei confronti del nostro Paese, ma lanciano un appello alla responsabilità su debito e crescita.

ruxelles, 23 ottobre 2011 - Un coro unanime giunge al termine del Consiglio Europeo: "Contiamo sull'Italia, ma Berlusconi deve eseguire le misure che ha annunciato e prendersi le sue responsabilità". Lo dice il presidente dell'organo comunitario Van Roumpy e lo ribadiscono sia Angela Merkel che Nicolas Sarkozy.

Il capo dell'Eliseo è eloquente durante la conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca.Rassicurati da Berlusconi? Sarkozy guarda la Merkel e la mimica del suo viso non è di quelle che trasmettano entusiasmo. Poi, dopo un profondo respiro, risponde ai giornalisti: “Siamo stati fino adesso nella stessa riunione. Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell’insieme delle istituzioni, sociali, politiche e economiche italiane”.

Rincara la Merkel: "All’Italia abbiamo ricordato che è importante fare tutto il necessario per mostrare senso diresponsabilità, prendendo provvedimenti sia sul fronte del debito che su quello della crescita". La cancelliera tedesca sottolinea però che “Berlusconi è il nostro interlocutore, contiamo su di lui”. Un appello analogo i due leader europei lo hanno rivolto alla Grecia. Sarkozy è stato chiaro: "Atene e Roma siano responsabili".

La Merkel ha poi confermato che mercoledì 26 alle 18 si svolgerà un nuovo Consiglio europeo che sarà seguito dall’annunciato eurogruppo dei capi di Stato e di governo. Ora è in programma l'Eurogruppo.

LA MATTINATA. BERLUSCONI: "NON SONO MAI STATO BOCCIATO" - “Ma che domande mi fate?”. Neanche a chiederlo, Silvo Berlusconi, un pronostico sull’esame che l’Ue sta facendo all’Italia e ai suoi conti pubblici, alle sue strategie per fronteggiare la crisi internazionale. Il presidente del Consiglio, lasciando il Conrad per recarsi all’incontro con Van Rompuy e Barroso, conferma il suo ottimismo: “Ma certo - dice ai cronisti - io non sono mai stato bocciato in vita mia”.

E' cominciata presto la giornata del presidente del Consiglio, che già di prima mattina era in pista per un breakfast con i presidenti della Commissione Ue e del Consiglio europeo, José Manuel Barroso e Herman Van Rompuy: due massimi responsabili comunitari hanno voluto parlare al premier di migliorare le misure prese dall’Italia contro la crisi in vista del vertice Ue in agenda oggi a Bruxelles.

Subito dopo è stata la volta di un incontro tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel, che ha preceduto il vertice Ue dedicato alla crisi dell’eurozona.

Gb, investimenti da Universita’ Oxford in bombe a grappolo

Gb, investimenti da Universita’ Oxford in bombe a grappolo

LONDRA - Nuove rivelazioni: l’Oxford University ha investito centinaia di milioni di sterline in una gigantesca societa’ statunitense coinvolta nella produzione delle bombe a grappolo nonostante l'adesione della Gran Bretagna al trattato che vieta la produzione di queste arme. La Gran Bretagna e’ uno di 100 paesi che hanno firmato la Convenzione sulle Munizioni a Grappolo che vieta l'uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento di bombe a grappolo. Tuttavia, secondo i documenti ottenuti da fonti indipendenti, l’universita’ di Oxford ha finanziato 630.000 £ nel Lockheed Martin, principale fornitore d'armi degli Stati Uniti. Uno dei tre contractor Usa che producono ancora le Cluster Bomb. Il finanziamento fa parte di 2.000.000 £ di investimenti in tre principali aziende di armi, tra cui l'americana Northrop Grumman che e’ un importante partner del governo degli Stati Uniti e sta attualmente lavorando per rivedere i meccanismi di bombe a grappolo. La costituzione britannica vieta solo gli investimenti diretti nell’industria di munizioni a grappolo, il che significa che l'Oxford puo’ tranquillamente continuare a finanziare nei progetti di Lockheed Martin.

Don Mazzi sara' cremato

(ANSA) - FIRENZE - Ha scelto di essere cremato don Enzo Mazzi, il sacerdote-simbolo del dissenso cattolico morto a Firenze. Lo si è appreso alla Comunità dell'Isolotto, che per oltre un giorno ha 'custodito' la notizia della morte avvenuta nella notte tra venerdì e sabato. Stamane, centinaia di persone hanno partecipato nella sede della Comunità, una 'baracca' nel popolare quartiere dell'Isolotto, ad una commemorazione di Mazzi.

Gb, verso censura a videoclip come film

(ANSA) - LONDRA - Il Regno Unito sta per dichiarare battaglia ai video musicali troppo sexy. Gli artisti alla Britney Spears e alla Rihanna, spesso protagoniste di scene decisamente 'spinte', sono dunque avvisate: presto i loro videoclip potrebbero doversela vedere con linee guida simili a quelle oggi applicate ai film. Lo rivela oggi il Sunday Times. A sostenere il giro di vite il primo ministro stesso, David Cameron.

''Centocinquanta no alla Torino Lione". In rete la 'bibbia' dei No Tav

Dalla Bibbia dei No Tav
Roma, 23 ott. - (Ign) - ''Una grande opera inutile''. Definisce così la Tav il documento 'Centocinquanta ragioni contro la Torino Lione' (LEGGI) che potremmo rileggere come una sorta di 'bibbia' del movimento. "Un costo, per la sola Italia, pari a quello di tre ponti sullo Stretto di Messina - denuncia - , per far guadagnare un’ora a pochi passeggeri, e senza alcuna utilità per trasporto merci e per il trasferimento modale" ossia per lo sviluppo di modalità alternative a quello su strada. Prima di tutto da sottolineare, per i manifestanti No Tav, c'è quindi il problema della "spesa insostenibile" per "un'opera che costerà 40 miliardi quanto una Finanziaria". "Quattro chilometri di Tav - si legge nel volantino ufficiale del movimento - sono uguali a un anno di pensione, tre metri di Tav valgono una scuola materna con quattro sezioni e per fare cinquecento metri di Tav si spende quanto per costruire un ospedale da 1200 posti, 266 ambulatori e 36 sale operatorie".

Ma questo è soltanto uno dei punti citati. Una delle tante 'centocinquanta ragioni contro' è la questione dell'amianto per cui si parla di ''costi molto elevati di smaltimento". "La popolazione poi - si legge - è anche preoccupata per il possibile deprezzamento del territorio". "La valle di Susa è stata per 40 anni sede di cantieri per grandi opere. Cantieri che fanno scendere il valore abitativo delle case su un'area molto vasta". Non mancano poi, denuncia il documento, possibili "rischi geologici" e "danni alla salute da polveri che fanno ammalare". D'altra parte, si legge, si sente forte "l'impossibilità di dare garanzie per le amministrazioni locali" e contemporaneamente "l'assenza di un confronto vero e leale con la popolazione" che teme "il rumore, prodotto dai cantieri nella valle" e, una volta terminati i lavori, "le vibrazioni dei treni merci spinti fino al massimo delle loro prestazioni".

Violento sisma in Turchia, crolli e devastazione. ''Forse mille vittime''

(Xinhua)
Ankara, 23 ott. (Adnkronos/Xinhua/Ign) - Un violento terremoto ha colpito oggi la Turchia. Il sisma, di magnitudo 7,2 della scala Richter, è avvenuto 19 chilometri a nord-est di Van, al confine con l'Iran, a una profondità di 7 chilometri. I morti potrebbero essere oltre mille, secondo l'agenzia sismica nazionale Kandilli, mentre il quotidiano turco Today's Zaman sul suo sito web riferisce che almeno 50 persone sono rimaste ferite nell'est del paese.

Il forte sisma ha colpito il villaggio di Tavanli, nella provincia orientale di Van, ma è stato percepito a Hakkari, località distante 200 chilometri, sottolinea online il quotidiano Hurriyet Daily News. Secondo l'agenzia Anatolia il terremoto che ha distrutto diversi edifici a Van è stato sentito anche a Dyarbakir, Sirnak, Siirt, Batman e Mardin.

''Molti edifici sono crollati e ci sono tanti morti. Macerie ovunque'' ha riferito alla Ntv Zulfikar Arapoglu il sindaco di Erics, tra le città turche più vicine all'epicentro del potente terremoto. Di devastazione e panico tra la popolazione ha parlato anche il sindaco di Van Bekir Kaya.

Intanto in tutta l'Anatolia, che è tra le aree più popolose del paese, sono in azione i soccorritori. La Mezzaluna rossa turca ha iniziato a trasportare tende e aiuti nella zona terremotata, dove le immagini trasmesse in tv mostrano scene di panico nelle strade. Molti i corpi senza vita sotto le macerie degli edifici crollati, ma anche alcuni sopravvissuti, sottolinea l'emittente NTV.

Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, volerà da Istanbul nella provincia di Van colpita dal forte sisma.

Paese ad alto rischio sismico, la Turchia ha vissuto molti terremoti anche nel recente passato. Come quello dell'8 marzo 2010 di magnitudo 6 nella provincia di Elazig che ha ucciso 38 persone e le due potenti scosse di magnitudo 6,7 e 7,4 del 17 agosto 1999 a Izmit e Istanbul che fecero 18mila morti e decine di migliaia di feriti.

Algeria, sequestrati tre cooperanti tra cui un'italiana. La Farnesina conferma

Madrid, 23 ott. (Adnkronos/Ign) - Tre cooperanti tra cui l'italiana Rossella Urru che lavoravano nel campo per rifugiati Saharaui sono stati sequestrati nella notte a Tinduf, in Algeria. Lo riportano i media spagnoli, citando fonti ufficiali e spiegando che gli altri due cooperanti spagnoli si chiamano Ainhoa Fernandez de Rincon, membro della 'Asociacion de Amigos del Pueblo Saharaui de Extremadura' e Enric Gonyalons, membro dell'organizzazione spagnola Mundobat.

La Farnesina ha confermato il sequestro della nostra connazionale. Rossella Urru, 30 anni, è rappresentante del Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli (CISP). Il ministero degli Esteri, attraverso l'Unità di Crisi e l'Ambasciata italiana ad Algeri, ha immediatamente attivato tutti i canali utili per promuovere una positiva soluzione della vicenda, e si mantiene in contatto con i familiari e con il CISP. La Farnesina, conclude la nota, ha rivolto agli organi di informazione un appello a mantenere, sul caso, il necessario riserbo, nell'interesse della nostra cittadina, e ad astenersi dal pubblicare notizie non controllate e verificate.

"Al momento non abbiamo avuto alcun contatto, rivendicazione o richiesta, con i sequestratori della nostra cooperante Rossella Urru - ha riferito all'Adnkronos, Sandro De Luca, responsabile dei programmi in Africa del Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli (Cisp), Ong nata nel 1983 e con sede principale a Roma - Ovviamente siamo in costante contatto con l'Unità di crisi della Farnesina, l'Ambasciata italiana ad Algeri e la famiglia di Rossella", che vive in un piccolo paese in provincia di Oristano.

Nel campo per rifugiati Saharawi Rossella lavora da due anni, occupandosi del coordinamento e della gestione degli aiuti alimentari, per il Cisp. L'Ong italiana ha appreso la notizia questa notte dai propri corrispondenti dell'ufficio di Algeri.

''Non abbiamo ancora notizie di Rossella, la famiglia sta aspettando in ansia come tutto il paese'' ha detto all'Adnkronos Antonello Demelas, sindaco di Samugheo, piccolo paese in provincia di Oristano. Rossella Urru è figlia del comandante dei vigili urbani di Samugheo, ma in questo momento, come ha riferito il sindaco, nessuno ha voglia di parlare prima di aver sentito la Farnesina.

"to be continued..."

SILVIO E LE DONNE......

il treno dei desideri.

Stefano Cucchi e gli altri "morti di Stato"

Non mi uccise la morte ma due guardie bigotte mi cercarono l'anima a forza di botte

Nel novembre del 2009, sui muri di Roma comparvero alcuni manifesti mortuari che citavano un brano diFabrizio De André. Erano dedicati a Stefano Cucchi, il ragazzo di 31 anni deceduto pochi giorni prima, il 22 ottobre.

Come nel caso di Federico Aldrovandi, la sua vicenda è stata portata all'attenzione dell'opinione pubblica con la violenza delle immagini: le fotografieche la famiglia decise di diffondere ritraevano il volto del cadavere tumefatto, la schiena magrissima striata di lividi, la frattura evidente nell'area lombare.

La storia probabilmente è nota. Qui ne ripercorriamo gli snodi principali.

Cucchi è stato fermato dai carabinieri la notte tra il 15 e il 16 ottobre 2009, nei pressi del Parco degli Acquedotti, zona Cinecittà, perché trovato in possesso di sostanze stupefacenti (venti grammi d'hashish, cocaina e alcuni farmaci. Cucchi soffriva di epilessia). Dopo essere stato fermato, viene accompagnato a casa dai carabinieri che perquisiscono l'appartamento. È comprensibilmente nervoso, ma sta bene, a sentire la ricostruzione dei genitori. Trascorre la notte in una caserma dell'Arma a Tor Sapienza. Il giorno seguente, in tribunale, si svolge l'udienza per la convalida dell'arresto. Deve essere successo qualcosa, perché Cucchi ha il volto gonfio, e il giudice dispone una visita presso il Fatebenefratelli. Il ragazzo viene trasferito in carcere, a Regina Coeli, e da lì all'ospedale sull'Isola Tiberina per un primo accertamento dove si riscontrano varie lesioni e la frattura di una vertebra. Cucchi rifiuta il ricovero (prognosi di 25 giorni), e passa la prima e unica notte nel penitenziario. Il giorno seguente le sue condizioni si aggravano. Viene visitato nuovamente al Fatebenefratelli e poi trasportato al reparto di detenzione del Sandro Pertini.

Alla famiglia viene negata più volte la possibilità di visitarlo e non c'è modo di mettersi in contatto con lui. La motivazione: il reparto di detenzione del Pertini è comunque soggetto alle regole di un carcere, serve dunque un'autorizzazione specifica. Il tempo di ottenerla ed è già tardi: il 22 ottobre il corpo di Stefano giace sul lettino dell'obitorio, cinque giorni dopo il suo arrivo in ospedale. Per la sua morte sono ancora sotto processo sei medici, tre infermieri e tre agenti di polizia penitenziaria. È stata da poco acquisita agli atti del processo la lettera scritta da Stefano Capponi, sotto dettatura di un altro detenuto, il tunisino Tarek Ayala, il quale fece scrivere le parole che gli avrebbe detto lo stesso Cucchi: ”Mi hanno ammazzato di botte i carabinieri, tutta la notte ho preso botte per un pezzo di fumo”. Ayala è oraindagato per calunnia.

Al di là di quella che sarà la verità giudiziaria, Stefano è una delle vittime di un apparato di repressione(termine qui usato per intendere il contrasto alle attività al di fuori della legge) e detenzione che è stato incapace di tutelare la sua incolumità.

C'è stato un abuso messo in atto da parte di coloro che sono demandati dallo Stato a gestire sul territorio il "monopolio della forza"?

Da Roma a Varese. La salma di Giuseppe Uva, dopo oltre 3 anni dal decesso, avvenuto il 14 giugno 2008, potrebbe essere riesumata. Uva è morto in unreparto psichiatrico dopo aver passato tre ore in una caserma dei carabinieri, fermato in strada alle 3 di notte, insieme ad un amico, entrambi ubriachi. I risultati di una perizia predisposta dal tribunale varesino potrebbero determinare una diversa interpretazione delle cause della morte.

Contrariamente a quanto stabilito fino ad oggi, Uva potrebbe non essere morto per la somministrazione di farmaci incompatibili col suo stato alcolemico. La perizia inoltre ha analizzato i pantaloni macchiati di sangue nella zona del cavallo, rilevando non solo tracce ematiche ma anche la possibile presenza di urina, feci e sperma. Si chiede Luigi Manconi, dell'associazione "A buon Diritto": "Si può escludere che Uva abbia subito violenza sessuale?". E perché non è mai stato sentito l'altro fermato, Alberto Biggiogero, che la notte stessa aveva chiamato il 118 sentendo le urla provenienti dalla stanza dove Uva veniva interrogato?

Solo nel 2011 ci sono almeno due altre storie sulle quali andrebbe fatta chiarezza. La prima è quella di Michele Ferrulli, un uomo di 51 anni, obeso e con problemi al cuore, morto per un arresto cardiaco dopo una colluttazione con la polizia la sera del 30 giugno. Un video di scarsa qualità documenta i momenti in cui Ferrulli viene immobilizzato a terra. Il dubbio di un pestaggio è legittimo.

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http://www.agoravox.it/Stefano-Cucchi-e-gli-altri-morti.html

La polizia contro Occupy Sidney

Gli indignados australiani sgomberati dalle forze dell’ordine. 40 arresti

La polizia di Sydney, all’alba, ha sgomberato un accampamento di manifestanti che si ispirano al movimento ‘Occupy Wall Street’, effettuando circa 40 arresti con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Lo rendono noto fonti di polizia e dei manifestanti.

40 ARRESTI - Un centinaio di agenti ha allontanato i manifestanti che si ispirano al movimento americano Occupy Wall Street da Martin Place e una quarantina di persone sono state fermate per resistenza a pubblico ufficiale. Venerdi’ c’era stato un analogo sgombero a Melbourne .

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http://www.giornalettismo.com/archives/160701/la-polizia-contro-occupy-sidney/

Tav: partito corteo, taglieremo reti

(ANSA) - GIAGLIONE (TORINO) - ''E' una manifestazione determinata ma pacifica. Chi ha una pinza tagliera' la rete e subito dopo girera' le spalle alle forze dell'ordine e andra' via. Niente caschi, maschere antigas, corpi contundenti''. Cosi' un No Tav ha istruito alcuni dimostranti in attesa della partenza del corteo che e' appena partito, contro la costruzione della linea ad alta velocita'. ''Il nostro obiettivo (tagliare le reti) non cambia e se non ci riusciremo questa domenica, ci proveremo un'altra'.

Ue: verso la ricapitalizzazione delle banche

Ue: verso la ricapitalizzazione delle banche
ROMA – Raggiunto l’accordo di massima sulla ricapitalizzazione nelle banche da parte dei ministri delle Finanze della Ue. La notizia si è appresa da fonti europee. Secondo indiscrezioni, l'intesa avrebbe come base l'aumento al 9% del coefficiente patrimoniale degli istituti di credito. Sull'ammontare complessivo delle ricapitalizzazioni da effettuare, le cifre che circolano indicano una cifra tra i 107 e i 108 miliardi rispetto agli 80-100 indicati dall'Eba. Per conoscere i “numeri” dell'intesa, secondo le fonti europee interpellate, occorrerà però aspettare quanto meno il vertice di domani. PER LA MERKEL I NEGOZIATI SARANNO DIFFICILI - Entro mercoledì ''troveremo i mezzi per proteggere la zona euro'', ma saranno ''negoziati difficili'' ed e' ''importante'' che Francia e Germania siano attive nel preparare le trattative. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel arrivando alla cena dei leader Ue appartenenti alla famiglia del PPE. Merkel, i ministri delle Finanze ''hanno fatto progressi e penso che si possano raggiungere obiettivi veramente ambiziosi da qui a mercoledì” . Ora, ha aggiunto, ''abbiamo idee piu' precise sulla situazione in Grecia''. La cancelliera tedesca ha quindi ripetuto che non e' il caso di attendersi dal vertice di domani ''decisioni definitive: le avremo mercoledi''.
LE DICHIARAZIONI DI BERLUSCONI - "Ma che domande fate? Io non sono mai stato bocciato in vita mia". Lo ha detto il Presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, mentre lasciava l'Hotel Conrad a Bruxelles rispondendo a chi gli chiedeva se teme di non superare l'esame al Consiglio europeo di oggi. Non aggiungendo altro, il premier ha lasciato l'albergo con largo anticipo per andare a incontrare il Presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy, prima dell'inizio del vertice.

La Svizzera rinnova il Parlamento

(Adnkronos)
Berna, 23 ott. (Adnkronos) - Oasi neutrale, con il suo franco sempre più forte, la Svizzera va oggi alle urne per rinnovare il Parlamento.

Ma la crisi globale che la circonda si fa sentire anche qui, obbligando il paese ad affacciarsi sempre più verso l'esterno. "La Svizzera non è un'isola", ha detto recentemente a Bruxelles Micheline Calmy Rey, una dei sette consiglieri federali che compongono il governo svizzero, sottolineando come Unione Europea e Confederazione Elvetica siano più che semplici vicini, ma partner fortemente legati fra loro. Così, malgrado un bilancio in ordine, le turbolenze economiche dell'Unione europea si fanno sentire anche qui, creando problemi alle esportazioni e al turismo, e quindi all'occupazione, a causa della valuta forte. Quando oggi gli svizzeri andranno alle urne, non penseranno solo alle questioni locali, ma anche ai temi imposti dalla realtà esterna, come la necessità di una sempre più stretta collaborazione con l'Unione Europea e la parziale revisione del principio del segreto bancario, che ha portato all'uscita della Svizzera dalla lista grigia dell'Ocse. Temi come l'immigrazione, ma anche quello dei tempi e dei modi dell'uscita dall'energia nucleare, decisa dopo la catastrofe di Fukushima.

I risultati elettorali andranno poi letti alla luce del particolarissimo sistema di democrazia diretta in vigore in Svizzera. Gli elettori dovranno rinnovare, con il sistema proporzionale, i 200 seggi del Consiglio Nazionale ed eleggeranno, con il sistema maggioritario, i 46 rappresentanti degli altrettanti cantoni che siedono nel Consiglio degli Stati. Saranno poi le due Camere a scegliere il 14 dicembre i sette consiglieri federali che compongono il governo, uno dei quali assume a rotazione il ruolo di presidente per la durata di un anno.

Giornata storica in Tusinia, prime elezioni libere nel Paese. Sette milioni alle urne

(Xinhua)
Roma, 23 ott. (Adnkronos/Aki) - Prime elezioni libere oggi in Tunisia dall'indipendenza dalla Francia, ''un'opportunità storica'' per il popolo del Paese Nordafricano. E' quanto sostiene il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, che ha annunciato che seguirà con grande interesse l'evento.

''L'esempio della Tunisia ha ispirato la regione e il mondo e queste elezioni hanno una grande importanza per la transizione democratica del Paese, offrendo al popolo tunisino una opportunità storica di espimere la loro volontà attraverso le urne'', ha detto Ban in un comunicato.

Le elezioni di oggi giungono a nove mesi dalla deposizione di Zine El Abidine Ben Ali e vedranno circa sette milioni di votanti recarsi alle urne per eleggere i 217 rappresentanti dell'Assemblea Costituente.

Oltre ventimila agenti di polizia e 22mila militari dell'esercito saranno dispiegati a difesa delle 4.500 urne nel Paese come misure adottate per garantire la sicurezza dello svolgimento delle elezioni. Lo riferisce l'agenzia di stamoa statale TAP.

Voto in Argentina, in 29 milioni alle urne. Kirchner grande favorita alle presidenziali

Cristina Fernandez Kirchner (Xinhua)
Buenos Aires, 23 ott. (Adnkronos) - Argentina alle urne oggi per le elezioni generali con la presidente uscente, Cristina Fernandez Kirchner, gran favorita per la riconferma del mandato già al primo turno.

La candidata del Frente para la Victoria (FVP), 58 anni, si è imposta sugli altri sfidanti con ampio margine alle primarie obbligatorie di agosto e, stando agli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto, otterrà oltre il 50% delle preferenze. Lo sfidante più vicino, il candidato del Frente Amplio Progresista (FAP) e governatore socialista Hermes Binner, è salito con quasi il 40% al secondo posto, superando il radicale Ricardo Alfonsin e i peronisti dissidenti Alberto Rodriguez Saa' e Eduardo Duhalde.

Sono circa 29 milioni (28,8) gli argentini attesi alle urne per le presidenziali, per il rinnovo di 130 deputati, 24 senatori, governatori di 9 province, deputati provinciali e amministratori comunali. Circa 90mila uomini, tra militari e agenti, saranno in servizio per garantire la sicurezza dei seggi.

Intanto è scattato nel Paese il silenzio elettorale con il divieto di rilasciare dichiarazioni, diffondere sondaggi, organizzare spettacoli di massa anche culturali, sociali o sportivi e di vendere alcolici. Il direttore nazionale elettorale, Alejandro Tullio, aveva comunque precisato nei giorni addietro le reti sociali come Facebook e Twitter, ma anche Youtube, sono "spazi di libertà non colpiti dal divieto", aggiungendo che sono strumenti ad uso dei singoli e "proprieta' di tutti e di nessuno".

La Kirchner ha chiuso la campagna elettorale in un teatro della capitale, il Coliseo, evitando così il bagno di folla del 2007 prima di essere votata alla successione del marito, Nestor Kirchner, morto il 27 ottobre del 2010. La sua fiducia si era già rafforzata dopo le primarie del 14 agosto scorso, quando ha ottenuto il 50,4% delle preferenze. Ma è cresciuta ancora quando quattro importanti sondaggi hanno dato per certa la sua rielezione con il 52-55% dei voti. Una sicurezza che, secondo il periodico 'Perfil', ha fatto sì che la presidente non si impegnasse più di tanto nella campagna elettorale. La settimana scorsa la Kirchner si è permessa il lusso, si legge, di cancellare due appuntamenti pubblici, preferendo restare a riposo per un attacco di ipotensione quando ha saputo della morte del partner di sua cognata Alicia Kirchner.

E' il giorno dei No Tav in Val Susa. Incubo black bloc, massima allerta

Roma, 23 ott. (Adnkronos/Ign) - Crescono i timori in Val di Susa per il rischio infiltrazioni alla manifestazione del movimento No Tav, in programma dalle 10:30 a Giaglione, ad un paio di chilometri dai cantieri dell'alta velocità Torino-Lione. Ieri i carabinieri del Ros hanno fermato a Chieti un giovane, ritenuto tra i responsabili dell'assalto al blindato durante gli scontri del 15 ottobre scorso a Roma, proprio mentre si accingeva a partire per la Val di Susa.

Torna quindi l'incubo black bloc dopo lo choc dei gravi disordini avvenuti al corteo degli Indignati nella Capitale. Massime le misure di sicurezza: da mezzanotte è scattata l'ordinanza del Prefetto di Torino che estende l'area a cui non potranno accedere i manifestanti. A quando si apprende l'ordinanza estende il divieto di accesso a tutte le strade che portano al cantiere e a tutti i sentieri limitrofi.

Rispetto ai centomila della manifestazione nella capitale, tuttavia, in questo caso gli ordini di grandezza sono ben differenti. In Val di Susa sono attese alcune migliaia di persone. Tra queste, però, particolare attenzione viene prestata ad esponenti dei collettivi studenteschi ed universitari, dei centri sociali del Piemonte ed elementi dell'area antagonista ed anarco-insurrezionalista, in tutto circa 400 persone, che potrebbero costituire il principale problema in termini di ordine pubblico.

Si punterà a distinguere la massa pacifica del movimento No-Tav dai singoli o i piccoli gruppi intenzionati a porre in atto azioni simboliche come l'abbattimento o il taglio di alcuni metri della rete di recinzione dei cantieri.

Circa 1.500 le forze dell'ordine mobilitate per l'evento. Di particolare complessità, sotto il profilo della gestione dell'ordine pubblico, le caratteristiche orografiche dell'area, caratterizzata da colline ricoperte di boschi. Rispetto ad un confronto in spazi aperti, i dimostranti hanno anche di recente dimostrato che è più facile far perdere le proprie tracce nella boscaglia. Per questo motivo è stato studiato un dispositivo che, attraverso filtraggi e sbarramenti, permetta di isolare ed individuare i gruppi che vogliono arrivare a tutti i costi alle reti di recinzione.
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Felix, 13 anni, ce l'ha fatta "Piantati 1 milione di alberi"

Il giovanissimo ambientalista è oggi presidente di "Plant for planet", associazione con rappresentanze in 70 nazioni, che coinvolge 132 ragazzi, 23 dei quali "dipendenti". A Cuneo premiata anche "Radio Africa N°1", per l'impegno a favore dell'indipendenza e contro la desertificazionedi SARA FICOCELLI

Aveva 9 anni quando, dopo una lezione sulla fotosintesi clorofilliana, decise di piantare un primo alberello nella propria scuola. L'esperienza gli piacque al punto che quel giorno Felix Finkbeiner promise che si sarebbe impegnato per piantare un milione di alberi in Germania. Quattro anni dopo, la sua promessa è stata mantenuta. A soli 13 anni, Felix è oggi presidente di "Plant for planet", associazione con rappresentanze in 70 nazioni, che coinvolge 132 ragazzi, 23 dei quali "dipendenti". "A tutti piace parlare della crisi climatica - ha detto al IX Forum internazionale di Greenaccord 1 - ma il parlarne solamente non può arrestare lo scioglimento dei ghiacciai, o la scomparsa della foresta pluviale. E ogni qualvolta gli adulti semplicemente ne parlano e non agiscono, spetta ai ragazzi prendere in mano la questione". Un messaggio chiaro e diretto, destinato agli oltre 400 studenti cuneesi intervenuti al Cinema Monviso e al Centro Incontri della Provincia di Cuneo in occasione del forum. Felix e gli altri membri dell'associazione hanno come obiettivo principale l'eliminazione delle emissioni di anidride carbonica. E della povertà. Il loro discorso è molto semplice: bandite le emissioni di carbonio a livello globale, chiunque sia responsabile del superamento della cifra di una tonnellata e mezzo di CO2 dovrà pagare per l'eccesso. Secondo punto: la riforestazione. L'obiettivo di "Plant for planet" è quello di riuscire a piantare 500 miliardi di alberi, per arrivare a un trilione in dieci anni. Ispirato dal lavoro di Wangari Maathai, attivista keniota e Premio Nobel per la Pace, scomparsa qualche settimana fa, Felix ha creato una rete internazionale di "accademie" dove ai ragazzi si insegna come entrare in azione nei propri Paesi, cominciando dai banchi di scuola, con l'intenzione - utopistica ma, come dimostra il traguardo da lui raggiunto in pochi anni, possibile - di cambiare il mondo. "All'inizio - ricorda - volevamo salvare gli orsi polari. Ora abbiamo capito che dobbiamo salvare il nostro futuro". Felix ha alle spalle una famiglia forte che crede nell'ambiente e che gli ha saputo trasmettere la capacità di sognare, trascinare e coinvolgere. E' convincente, carismatico, contagioso, insomma ha tutte quelle doti che sono indispensabili per trasmettere agli altri entusiasmo e idee nuove. "Abbiamo capito - ha spiegato a Cuneo - che negli adulti c'è un errore di percezione. Voi fate del futuro una questione accademica, ma per noi bambini è una questione di sopravvivenza. Gli adulti a volte sono come scimmie, che preferiscono scegliere una banana oggi piuttosto di averne un casco intero domani".
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Berlino, nessun bilaterale con Berlusconi Il premier: "Pronto a riformare le pensioni"

Fonti governative tedesche smentiscono il colloquio tra il Cavaliere e la Merkel. Il presidente del Consiglio in un vicolo cieco: "Posso agire sulla previdenzo solo se lo chiede l'Europa, altrimenti Bossi..."dal nostro inviato FRANCESCO BEI

BRUXELLES - Per Berlusconi è la riforma delle pensioni l'ultima spiaggia. Il Consiglio europeo che si apre oggi, ufficialmente dedicato al fondo Efsf, avrà infatti un altro grande tema sul tavolo. Ovvero la malattia italiana. Ieri, alla vigilia dell'incontro, lo ha scritto impietosamente ilSuddeutsche Zeitung, quotidiano bavarese - "il vero tema del vertice è l'Italia" - chiedendosi come potrà Roma e soprattutto il governo Berlusconi, che finora "in modo quasi criminale" non ha fatto nulla per la crescita, "resistere alla prossima ondata della speculazione". Sul banco degli imputati per la sua inazione, terrorizzato per un attacco speculativo all'Italia di portata devastante, il premier è dunque deciso a uno scatto improvviso, andando a recuperare l'unico vero dossier che potrebbe rassicurare le cancellerie europee e i mercati sulla buona volontà dell'Italia: la riforma previdenziale. "Solo se ce lo chiede l'Europa possiamo farla. Altrimenti la Lega - ha spiegato il premier prima di partire per Bruxelles - su due piedi è capace di mettere in crisi il governo".
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