Roma, 24 settembre 2011 - “La verità che l’informazione di regime nasconde agli italiani è molto semplice. Per convincere i poveri investitori ad accattarsi i nostri titoli di Stato, nonostante Berlusconi, dobbiamo pagargli interessi altissimi. La cassaforte riempita con le manovre che saccheggiano i cittadini si svuota immediatamente per pagare quegli interessi”. Lo scrive sul suo blog il presidente dell`Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.
“Finché Berlusconi resta al governo - afferma Di Pietro - manovre, tasse, tagli alla spesa pubblica non servono a niente: è come riempire d’acqua un barile con un buco enorme nel fondo. Anche in questo Berlusconi somiglia al suo amico Gheddafi che ha resistito, fino all’ultimo, nel bunker a costo di esporre il suo Paese alla distruzione. La Libia è stata devastata dalle bombe e l’Italia lo è dalla crisi e dallo spread. Per questo non possiamo aspettare: Berlusconi se ne deve andare subito. Non lo farà da solo, dal momento che coscienza non ne ha, e non lo costringeranno i suoi gerarchi, che sono ancora più servili e irresponsabili di quanto non fossero quelli di Tripoli”.
“L’unico modo - prosegue l’ex pm - è che siano i cittadini a spingere perché il nostro gheddafino sia costretto a lasciare il bunker. La mozione di sfiducia dell’IdV e del Pd contro il ministro Saverio Romano è l’occasione per iniziare a farlo. Romano è accusato di essere legato a Cosa nostra. E’ stato nominato ministro in cambio del voto con cui l’anno scorso ha salvato Berlusconi. E` la bandiera di questo Parlamento composto, in buona parte, da escort della politica”.
“Oggi - scrive Di Pietro - ricatta i suoi compagni di maggioranza e di merende, facendo sapere che se sarà sfiduciato farà cadere il governo. La maggioranza si prepara, mercoledì prossimo, a salvargli la poltrona col voto di una Lega che ha ormai tradito tutti i propri antichi ideali, in cambio delle lenticchie di Arcore. Solo se i cittadini si faranno sentire con forza e in ogni modo possibile questo ministro venduto e ricattatore smetterà di coprire di vergogna l’Italia. E subito dopo - conclude - sarà il turno del piccolo Raìs di palazzo Grazioli”.