Non erano un mistero le forti riserve di Giorgio Napolitano sul pacchetto sicurezza. Erano note, fin dalla sua gestazione. Riguardavano lo spirito e in particolare le 'ronde' e il reato di immigrazione clandestina, e anche l'accozzaglia di provvedimenti, e poi i maxi-emendamenti approvati con il voto di fiducia. Ma alla fine il capo dello Stato ha deciso di promulgare la legge. Lo ha fatto per non ritardare l'applicazione delle nuove norme antimafia, che giudica positivamente.
Ma con una lettera al governo e ai presidenti delle Camere ha espresso motivi di 'perplessita' e di preoccupazione' sulle altre parti, segnalando incongruenze e sollecitando numerosi correttivi. Il governo si e' rallegrato per la promulgazione e ha promesso che terra' conto delle osservazioni di Napolitano.
Prima di essere sottoposto alla firma del capo dello Stato, il provvedimento e' stato passati ai raggi x dagli uffici del Quirinale. Nella sua lettera, Napolitano da' conto del risultato del puntiglioso esame, fa una impressionante elencazione delle incoerenze introdotte nella legislazione penale, chiede che si interrompa la prassi dei 'provvedimenti eterogenei' e un modo di legiferare 'frutto di un clima di concitazione e di vera e propria congestione' che 'mette in giuoco la qualita' e la sostenibilita' del nostro modo di legiferare', che si tenga conto delle osservazioni tecnico-giuridiche degli esperti e del Comitato per la legislazione che pur esiste alla Camera e 'le cui stringenti osservazioni sono cadute nel vuoto'.
Sono parole pesanti ma ben soppesate quelle di Napolitano che contesta, in generale, 'la disomogeneita' e la estemporaneita' di numerose previsioni che privano il provvedimento di quelle caratteristiche di sistematicita' e organicita' che avrebbero invece dovuto caratterizzarlo', che hanno contraddetto il principio per cui in materia penale solo in casi eccezionali si corregge una legge 'dopo brevissimo tempo', che hanno prodotto norme difficili da capire per i cittadini e per chi deve applicarle. 'Auspico una rinnovata riflessione', dice Napolitano, per 'superaree futuri o gia' evidenziati equivoci interpretativi e problemi applicativi'. Il primo di questi problemi, dice, riguarda il reato di immigrazione clandestina che 'apre la strada a effetti difficilmente prevedibili' mettendo fuorilegge in modo inequivocabile, subito tutti gli extracomunitari senza permesso di soggiorno, (comprese le centinaia di migliaia di badanti) e senza prevedere alcun 'giustificato motivo', come chiede di fare la Corte Costituzionale. Inoltre non funziona la competenza affidata al giudice di pace, e la nuova normativa di espulsione produce l'effetto 'contraddittorio e paradossale' che chi sia stato espulso se rientra incorrera' solo in una multa. Altri pasticci riguardano il bilanciamento di attenuanti e aggravanti nei processi penali, il reato di oltraggio.Sulle 'ronde' Napolitano ricorda che sono stati fissati limiti molto rigorosi e chiede al ministro dell'Interno di emanare con urgenza un severo decreto regolatore per 'ridurre al minimo allarmi e tensioni e anche aggravio per gli uffici giudiziari, e anche per impedire che il tanto decantato spray al peperoncino, che e' stato legalizzato, 'favorisca la delinquenza di strada' diventando un'arma non contestabile.Non tocca a me pronunciarmi o intervenire sull'indirizzo politico ne' sui contenuti delle leggi, conclude Napolitano, ma 'il presidente della Repubblica non puo' restare indifferente dinanzi a dubbi di irragionevolezza e di insostenibilita' che un provvedimento di rilevante complessita' ed evidente delicatezza solleva per taluni aspetti specie sul piano giuridico. Di qui le preoccupazioni e sollecitazioni contenute nella presente lettera, e rivolte all'attenzione di questo governo nello stesso spirito in cui mi sono rivolto, dinanzi a distorsioni nel modo di legiferare, ad esempio, in materia di bilancio dello Stato, al precedente governo, e nello stesso spirito in cui auspico ne tengano conto tutte le forze politiche che si candidino a governare il paese'.
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