Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
giovedì 24 novembre 2011
Sanzioni all’Iran: titolare Farnesina esprime pieno sostegno e ribadisce sudditanza agli Usa
Russia: colpiremo siti missili Usa in Europa se non ci sarà accordo
Usa/Cina: sale tensione, Pechino annuncia manovre militari nel Pacifico
PECHINO - La Cina risponde alle provacazioni militari Usa in Asia. Il ministero della Difesa di Pechino ha annunciato che nei prossimi giorni ci saranno manovre navali nelle acque dell'Oceano Pacifico occidentale. La notizia arriva a pochi giorni da un altro annuncio, quello di Barack Obama, che ha anticipo' un aumento della presenza militare Usa in Australia, causando le proteste del governo cinese. In un breve comunicato, il ministero cinese ha assicurato che si tratta di manovre di routine "non dirette contro alcun Paese ne' contro un obiettivo in particolare".
Ma per gli esperti la coincidenza e' troppo sospetta, tanto che nei giorni scorsi il quotidiano "South China Morning Post", citando un esperto militare, aveva riferito del "disgusto" del governo cinese "nel vedere gli Stati Uniti coinvolti nella disputa territoriale nel Mare della Cina meridionale, sfidando la nostra sovranita' territoriale con l'alleanza con Vietnam e Filippine".
La scorsa settimana il presidente americano Barack Obama, in una missione nel Pacifico (dove ha partecipato anche a due vertici, quello dell'Apec alle Hawaii e quello dell'Asia Orientale a Bali) ha piu' volte ripetuto che le missioni Usa saranno una "priorita" della politica di difesa del Pentagono.
In Australia, nello stesso viaggio, il capo della casa Bianca ha annunciato il dispiegamento di 2.500 marines nel nord del Paese per ampliare la presenza Usa nel Pacifico occidentale.
Una decisione "inopportuna", secondo Pechino, visti gli sforzi congiunti dei due Paesi per uscire dalla crisi economica
Turchia: durissime affermazioni presidente Gul contro l’Ue, ‘Europa è istituzione miserabile’
LONDRA – Il presidente turco Abdullah Gul in visita in Inghilterra intervistato dal quotidiano The Guardian ha definito ‘una istituzione miserabile’ l’Unione Europea commentando la presidenza di turno di Cipro sull’Unione. Gul, in una serie di dichiarazioni senza precedenti ha detto che una unione così debole si merita la presidenza di turno di un paese a metà come Cipro. Abdullah Gul ha precisato che il suo paese non prenderà parte ad alcuna riunione a livello Ue che venga diretta da Cipro. Per quanto riguarda un eventuale ingress del suo paese nell’euro, Gul ha affermato che l’area euro è in crisi e che Ankara non intende entrare in quest’area.
Sognare cura le ferite della vita
Per la scienza è “un balsamo per il cervello”
Fare bei sogni è la strategia del cervello per difendersi dalle difficoltà quotidiane: l’attività cerebrale durante il sonno aiuta “a far passare oltre” il cervello rispetto ai brutti ricordi e alle brutte esperienze. “Un bagno degli ormoni dello stress” in una bella dormita ci farà svegliare “molto meglio”: lo studio ce lo racconta ilDaily Mail.
UN BEL SOGNO – Il test scientifico è stato condotto dal team di ricerca dell’Università della California: sono state mostrate a due gruppi di persone delle immagini spaventose (squali, orsi, coccodrilli e altre ferocità) in tempi diversi della giornata. Ad alcuni di giorno, ad alcuni di notte, cosicché i primi hanno potuto dormire dopo averli visti: il risultato è stato che il gruppo che ha potuto dormire si è ricordato di quelle immagini come cose da poco, nulla di eccessivamente pauroso. Con il sonno si è potuta osservare una riduzione “a picco” nell’attività dell’amigdala, “la parte del cervello che regola emozioni e determina i pericoli potenziali. Ancora, con altri test hanno dimostrato che questa riduzione della paura “diminuisce gli ormoni dello stress” come la noradrenalina “durante la fase Rem”. Il ricercatore Walker ci spiega, più o meno, come si spieghi questo fenomeno.
Riprocessando esperienze emozionali precedenti in un ambiente neurochimicamente sicuro, ci svegliamo il giorno dopo e queste esperienze si ammorbidiscono. Ci sentiamo meglio, e pensiamo di potercela fare.
Dormire è dunque come “una sessione di terapia notturna”.
E' finita la pacchia! In fila con il vassoio in mano: il ristorante della camera diventa selfservice
Telefonia, si potrà cambiare gestore in un giorno
L'Italia dovrà adeguarsi alle normative. Il regolamento in commissione all'Agcom la prossima settimana.
IL MONITO UE - La portabilità del numero in un giorno fa parte del pacchetto di norme europee sulle telecomunicazioni al centro di una nuova sollecitazione da parte della Commissione Ue all'Italia ed altri 15 Stati membri perchè sia recepito. La Commissione ha inviato oggi le proprie richieste in forma di «parere motivato» a Italia, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovenia, Spagna e Ungheria, avvertendo che chi non recepirà integralmente la nuova normativa rischia di essere deferito alla Corte di giustizia Ue e di vedersi comminare sanzioni pecuniarie.
Senato abolisce vitalizi
Merkel e Sarkozy: fiducia a Monti "L'Italia farà i compiti a casa"
Fisco: Italia deferita a Corte Ue per esenzione Iva su navi
Yoga: padre Amorth, praticarlo e' satanico
Sui Monti vedremo spalancarsi gli orizzonti ...
Gli Usa in fuga dall’euro?
L’asta flop dei bund dimostra che i paesi emergenti e gli Stati Uniti non si fidano più dell’Eurozona
L’asta dei bund di ieri è stata un flop, e questo potrebbe essere dovuto non solo al fatto che il mercato delle obbligazioni comincia ormai a essere saturo. Ma anche, e soprattutto, al fatto che i paesi emergenti e gli Usa ormai non si fidano più dell’euro. Maurizio Ricci su Repubblica ci spiega il perché:
Il motivo lo spiega bene il titolo con cui la Bild, ieri, apriva la prima pagina: “Tutto il mondo vuole i nostri soldi”. In buona sostanza, i mercati cominciano a calcolare che, se la Germania finisse per pagare il conto dei deficit degli altri paesi dell’eurozona, neanche le finanze tedesche apparirebbero più tanto solide, da giustificare la corsa al Bund degli ultimi mesi. Nell’immediato, un indebolimento dei titoli tedeschi è una bruttissima notizia anche per tutti gli altri. Il temuto spread, il differenziale con i Bund, resterebbe immutato (come è sostanzialmente avvenuto ieri), ma a prezzo di una deriva verso l’alto, a livelli sempre meno sostenibili, anche dei tassi di interesse che devono pagare gli altri paesi: ieri, il rendimento sul Btp decennale italiano è tornato a sfiorare il 7 per cento. Il flop tedesco inquieta anche di più, perché conferma l’impressione che i mercati siano, ormai, dominati dal panico, che impedisce di distinguere fra i titoli del Continente. La conferma viene dall’Austria, dove le finanze sono più solide — in termini di deficit e di debito — anche di quelle tedesche, ma dove lo spread con il Bund è, ormai, uguale a quello francese.
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http://www.giornalettismo.com/archives/171733/gli-usa-in-fuga-dalleuro/
Scudo antimissile, torna il gelo tra Usa e Russia. Washington andrà avanti con il progetto in Europa
Washington - Tra Russia e Stati Uniti è tornato il gelo della Guerra Fredda. Washington andrà avanti con il suo progetto di scudo antimissile malgrado il presidente russo, Dmitry Medvedev, abbia minacciato di schierare in risposta missili balistici tattici Iskander nell’enclave di Kalinigrad, tra Polonia e Lituania, e a Krasnodar (nel sud).
Il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Tommy Vietor: "Attrraverso molteplici canali abbiamo spiegato ai funzionari russi che il sistema di difesa missilistico in Europa non minaccia né potrebbe farlo il deterrente strategico russo", pertanto, "non cambieremo o limiteremo in alcun modo" i nostri piani, ha sottolineato Vietor.
Armi chimiche/ Iran respinge accuse di Washington: "farebbe meglio a guardarsi allo specchio"
di Alessandro Iacuelli
Il governo di Teheran ha smentito ieri le accuse, riportate dal Washington Post, sulla presunta fornitura di armi chimiche all'ex regime libico guidato da Muammar Gheddafi. "A proposito delle forniture d'armi al regime di Gheddafi, l'Occidente farebbe meglio a guardarsi allo specchio perché l'Iran ha sempre combattuto in prima linea contro le armi chimiche", ha spiegato il portavoce del ministero iraniano degli Affari esteri, Ramin Mehmanparast.
L'amministrazione americana ha deciso nelle scorse settimane di indagare sui legami tra Teheran e l'ex regime libico di Muammar Gheddafi, dopo il ritrovamento di centinaia di proiettili speciali usati per le armi chimiche. Stando a quanto riferito da fonti Usa e libiche al Washington Post, i proiettili, che Tripoli riempiva di gas mostarda, sono stati scoperti nelle ultime settimane in due siti nel centro della Libia. L'intelligence Usa ha quindi avviato un'indagine per capire chi li abbia forniti a Tripoli e diverse fonti hanno subito puntato il dito contro Teheran. "Siamo quasi certi" del fatto che i proiettili sono stati progettati e fabbricati in Iran per la Libia, ha detto un funzionario Usa.
Il Washington Post, a sua volta, cita funzionari statunitensi. I due siti sono ora sotto protezione e sotto la sorveglianza 24 ore al giorno dei drone, hanno assicurato fonti libiche ed americane citate dal quotidiano. La scoperta delle armi ha portato all’apertura di un’inchiesta, guidata dall’intelligence americana, per appurare in quale modo la Libia se le fosse procurate e secondo diverse fonti i primi sospetti sono caduti sull’Iran. "Siamo abbastanza certi di sapere" che i proietti sono stati progettati su misura e prodotti in Iran per la Libia, ha spiegato un alto funzionario americano citato dal quotidiano.
Un altro rappresentante dell’amministrazione Washington, che ha accesso ad informazioni riservate ha confermato che vi sono "gravi timori" sul fatto che sia stato l’Iran a fornire i proietti, sebbene alcuni anni fa. La rivelazione avviene poco tempo dopo che è stato divulgato il contenuto dell’ultimo rapporto dell’Aiea sull’Iran, contenente informazioni secondo cui Teheran avrebbe le capacità per dotarsi di un’arma nucleare, un’accusa che i funzionari iraniani hanno a lungo respinto. Se il sospetto sulle armi alla Libia di Gheddafi in provenienza dall'Iran venisse confermato le tensioni internazionali intorno a Teheran potrebbero ulteriormente rafforzarsi.
L’accusa è stata immediatamente respinta da Mohammed Javad Larijani, consigliere del leader supremo iraniano e fratello dell’ex negoziatore per le questioni nucleari: "Ritengo che tali commenti vengano confezionati dagli Stati Uniti per servire il loro progetto di Iranofobia nella regione e nel mondo intero", ha affermato. "Certamente si tratta di un’altra storia priva di fondamento destinata a demonizzare la Repubblica Islamica dell'Iran», ha aggiunto in una dichiarazione inviata per e-mail e citata dal quotidiano. L’esistenza dell’arsenale ritrovato dimostra una violazione dell’impegno assunto da Gheddafi nel 2004 con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e le Nazioni Unite ad avviare la distruzione di tutte le armi chimiche in mano alla Libia.
Gas mostarda, dunque, impiegato per riempire i proiettili ritrovati, uno dei tanti nomi "coloriti" per indicare il gas più usato come arma chimica fin dalla prima guerra mondiale: l'Iprite. Chimicamente è il tioetere del cloroetano, è un vescicante d'estrema potenza, possedendo la spiccata tendenza a legarsi a molte e diverse molecole organiche costituenti l'organismo.
L'Iprite è liposolubile e penetra in profondità nella pelle, cosicché si aprono devastanti piaghe. Concentrazioni di 0,15 mg d'iprite per litro d'aria risultano letali in circa dieci minuti, concentrazioni minori producono le sopracitate gravi lesioni, dolorose e di difficile guarigione. La sua azione è lenta (da quattro ad otto ore) ed insidiosa, poiché non si avverte dolore al contatto. È estremamente penetrante ed agisce sulla pelle anche infiltrandosi attraverso gli abiti, il cuoio, la gomma e diversi tessuti anche impermeabili all'acqua.
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Usa: protestanti vogliono chiudere i campus dell’Università della California
La crisi ammala l’Europa: con lo spread salgono suicidi e depressione
BRUXELLES – La crisi economica fa male alla salute: a salire non è solo lo spread, ma anche il numero di persone che si tolgono la vita, vanno in depressione o si ammalano. In Grecia sono aumentati del 40% i suicidi nell’ultimo anno e la depressione in Spagna è aumentata del 20%. In Irlanda così come in Grecia sono diminuite le donazioni di organi. Diminuiscono anche un po’ ovunque le visite mediche mentre aumenta il ricorso al ricovero negli ospedali pubblici.
I paesi investiti più pesantemente dal crollo dei mercati finanziari pagano doppio pegno: economico e di salute. I dati sono stati presentati in occasione del Convegno Italian Health Policy Brief da Walter Ricciardi, presidente dell’European Public Health Association (Eupha) e della terza sezione del Consiglio Superiore di Sanità. E anche dall’Italia arrivano i primi segni dove “è in forte aumento la depressione”.
Fra pochi giorni sarà pubblicato un bilancio aggiornato della situazione europea, ha spiegato Ricciardi: i dati verranno elaborati da Osservasalute dell’Università Cattolica assieme all’Oms e all’Eupha.
”Vogliamo capire gli effetti delle misure – ha spiegato Ricciardi”. E per questo gli epidemiologi hanno deciso di dedicare i prossimi sforzi proprio per comprendere cosa stia succedendo complessivamente e in Italia in particolare.
Più in generale sembrano diminuire le abitudini salutari come la prevenzione e la cura di una alimentazione salutare (ricca di frutta e verdura) e si registra già un taglio delle spese sull’alimentazione, sullo sport e sulle cure, in particolare quelle odontoiatriche.
La minore disponibilità economica colpisce infatti la possibilità di fare ricorso alle cure mediche proprio nelle fasi iniziali delle malattie, facendo quella prevenzione che in molti casi si rivela fatale. In Grecia si era già registrata una consistente riduzione del 15% delle visite mediche e un aumento del 25% dei ricoveri.
La giungla di ticket e tariffe sanitarie introdotte nelle diverse regioni italiane renderà prevedibilmente complesso il lavoro di analisi degli effetti della crisi. Tra le misure introdotte sono previsti obiettivi dispesa sanitaria: per la spesa ambulatoriale il governo centrale stanzierà 105 milioni di euro per l’anno in corso invece dei 486,5 pianificati, un differenza che dovrà essere coperta con l’introduzione di ticket come quello sulla specialistica ambulatoriale che rischia di provocare una rinuncia di questi controlli da parte delle fasce piu’ deboli della popolazione.
Nessun effetto Brunetta sui fannulloni le assenze per malattia sono cresciute
Nella pubblica amministrazione aumentano le giornate d'assenza: a gennaio +35% sullo stesso mese del 2010, picchi fra il 10 e il 23% nei mesi estivi
di MARCO BETTAZZIRenato Brunetta
"Padania", conti in rosso I giornalisti: sciopero delle firme
Il giornale della Lega perde un milione all'anno. Per i trenta redattori in vista cassa integrazione e tagli d'organico. Da ieri lo stato d'agitazione
di RODOLFO SALA