Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
martedì 3 dicembre 2013
Le Iene chiudono, Mediaset ferma la Trasmissione - Stop al programma di inchieste più famoso di Italia Uno
na Stagione delle Iene ricca di colpi di scena, e non sono poche le notizie che hanno fatto parlar di loro. Dalla bufera a causa degli spot pubblicitari che hanno messo in dubbio la credibilità del programma al brutto colpo incassato a causa del non passaggio a Canale 5 voluto da Antonio Ricci, papà di Striscia la Notizia, che ha scatenato una guerra in casa Mediaset. L’ultima gaffe la battuta poco felice di Teo Mammuccari che ha scatenato l’ira del web, ma soprattutto dei fascisti.
Ebbene sì si fermano, stasera andrà in onda l’ultima puntata de ‘Le Iene Show’, il programma condotto da Ilary Blasi e Teo Mammucari. Ci gustiamo gli ultimi servizi questa sera, due interviste doppie, una a Rosalinda Celentano e Simona Borioni e l’altra ai due ex Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu.
Nonostante tutto tra alti e bassi è stata una stagione comunque ricca di successo per loro anche se alcune loro aspettative sono svanite ovvero il passaggio de Le Iene a Canale 5. Seguita da milioni di telespettatori, sono passati ben 16 anni dal loro debutto e chiudono con il pieno di ascolti questa trentaduesima edizione.
Bene Mediaset ferma il programma ma sembra comunque che la trasmissione dovrebbe tornare nel 2014.
Il governo impone la fiducia sulle missioni militari all'estero
Il Governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sulla conversione in legge del decreto di rifinanziamento e proroga delle missioni militari italiane all'estero. "A nome del governo pongo la questione fiducia sul decreto legge sulla proroga delle missioni internazionali nel testo licenziato dalle commissioni senza modifiche", ha annunciato in aula a Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. "Da quando è in carica il governo Letta su 16 decreti è stata posta la fiducia in una sola votazione, e come sulla fiducia al Senato sulla legge di stabilità, abbiamo assunto l'impegno di porla solo se inevitabile per garantire la conversione del decreto nei tempi stabiliti" e perciò "questa volta diventa inesorabile perchè la conversione va garantita per le missioni internazionali".
Mps, Viola depone: a Baldassarri una buonuscita da 830mila euro
Per l'ex capo della finanza del Monte dei Paschi, pivot della "banda del 5 per cento", anche una lettera di encomio siglata da Mussari. Secondo l'attuale amministratore delegato il "grave danno d'immagine" si è riverberato sulla fuoriuscita della raccolta diretta. "C'erano dubbi su Alexandria, ma mancavano le prove".
MILANO - L'ex capo della finanza del Monte dei Paschi,Gianluca Baldassarri, ha ricevuto una buonuscita di 830mila dalla banca e una lettera d'encomio firmata dall'ex presidente, Giuseppe Mussari. Lo ha dichiarato l'amministratore delegato della banca, Fabrizio Viola, nel corso del processo agli ex vertici dell'istituto imputati davanti al Tribunale di Siena per ostacolo all'autorità di vigilanza. Il manager ha risposto per tre ore alle domande dei difensori dei tre imputati, Mussari, Vigni e Baldassarri. Viola ha spiegato i motivi che già un mese dopo il suo arrivo in banca portarono alla risoluzione del rapporto di lavoro con l'ex manager. In particolare Viola ha citato una controparte della banca che lavorava con Baldassari, Enigma Sim, "che non era di elevato standing". La scelta di una controparte per le operazioni di finanza di una banca "è molto delicata". Da un'altra testimonianza è emerso che Baldassari ricevette, quando lasciò la banca (febbraio 2012), una lettera di encomio da parte dell'ex presidente Mussari. La lettera, scritta dallo stesso baldassarri, "fu edulcorata" nei contenuti da Mussari ha spiegato il teste, Valentino Fanti, dirigente a capo della segreteria della banca.
Continua ...
Psichiatria, in Europa le malattie mentali 'costano' 800 miliardi l'anno
L'allarme lanciato dall'Università di Milano, assieme all'European Brain Council, a poche settimane dall'inizio dell'Anno del cervello. Le spese maggiori per terapie, farmaci e riabilitazione. Un ciclo di appuntamenti punta a sollevare il velo sui disturbi psichiatrici per stimolare le possibili soluzioni.
MILANO - Gli esperti ne parlano come della "Sfida del XXI secolo". Sono le malattie che colpiscono il cervello e che, stando ai dati diffusi dall'università di Milano e dallo European Brain Council, 'pesano' sulla società non solo in termini di morte e disabilità. Perché i disturbi mentali hanno un notevole costo per l'economia continentale: 798 miliardi di euro ogni anno. Dati allarmanti che giungono proprio alla vigilia del 2014, 'Anno del Cervello'.
Le malattie psichiatriche, riportano gli esperti, riguardano circa 17 milioni di italiani, mentre in Europa sono circa 164 milioni gli individui colpiti; oltre il 38,2% della popolazione. Di questi, però, solo un terzo riceve la terapia e i farmaci necessari. Varie forme e livelli di gravità che, però, di fatto interessano una larga fetta degli europei. Basti pensare all'Alzheimer, un male che affligge un numero sempre crescente di anziani.
"I disturbi mentali sono oggi diagnosticabili precocemente e tutti curabili, a volte guaribili, attraverso terapie farmacologiche, tecniche psicoterapeutiche o con una combinazione di uno o più farmaci e la psicoterapia", spiega Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria. Anche se, forse, il fenomeno spesso è affrontato come se ci sia poco da fare: "Sottovalutare le possibilità che ci sono - dissente Mencacci - sarebbe un grave errore poiché determina paura, sfiducia, percezioni distorte ed induce a pregiudizi e comportamenti stigmatizzanti che portano quale risultato immediato il ritardo nella diagnosi e nel trattamento e a seguire discriminazioni evidenti". Schizofrenia e psicosi, osserva l'esperto, "sono malattie curabili e lo saranno sempre di più in futuro, grazie soprattutto alla tempestività del trattamento, permettendo a molti malati di avere una buona qualità di vita e un buon inserimento sociale".
Non ci sono solo gli aspetti medici, però: ci sono da valutare anche le implicazioni economiche che la cura e gestione dei pazienti psichiatrici hanno sui bilanci degli Stati europei. "Anche le patologie neurologiche - sottolinea Carlo Ferrarese, della Società italiana di neurologia - incidono profondamente non solo sulla qualità di vita del paziente ma anche sui costi diretti ed indiretti". Spese destinate a crescere perché, parallelamente all'invecchiamento della popolazione, aumenteranno anche i casi di disturbi mentali. Per questo, un adeguato studio e una puntuale prevenzione delle demenze, sono diventati gli imperativi categorici della società attuale, fondamentali per ridurre non solo i casi d'invalidità totale ma soprattutto per tamponare la 'spesa sociale'.
Sempre per restare all'esempio dell'Alzheimer, che oggi è la forma più comune di demenza e colpisce circa 36 milioni di persone nel mondo, si stima che, entro il 2030, toccherà quota 66 milioni di casi accertati. I limiti attuali nell'approccio alla malattia sono legati ai tempi della diagnosi, che in genere avviene quando è ormai compromesso più del 70% del corredo neuronale, riducendo al minimo i margini di successo della terapia. Una tendenza che va assolutamente invertita.
Proprio con lo scopo di promuovere cambiamenti di mentalità tra le persone per evitare gli effetti sociali nefasti delle malattie mentali, l'Università di Milano (sotto il patrocinio dello European Brain Council) ha perciò sviluppato l'iniziativa 'ConcretaMente: i progressi della ricerca sfidano i disturbi del cervello', un ciclo di incontri per testimoniano l'impegno delle neuroscienze verso il progresso e l'innovazione, perché ci sono ancora tanti bisogni insoddisfatti a cui solo la ricerca può dare una risposta. Si tratta di un progetto di sensibilizzazione sulle malattie del cervello che si svilupperà attraverso incontri tematici aperti al pubblico, cui interverranno i principali esperti nazionali sulla materia. Il primo degli appuntamenti si focalizzerà sulla schizofrenia ed è previsto a Milano per il 13 marzo 2014.
Bancomat truccati: così avvengono le frodi
Con tecniche volte a copiare la tessera del bancomat o a incastrarla nella fessura, individuando la digitazione del pin da parte della vittima, i truffatori riescono facilmente a prosciugare i conti correnti.
Per quanto sicuro possa apparire, anche il bancomat è uno strumento che si presta a facili alterazioni e truffe.
Lo Skimming
Una delle tecniche più utilizzate dai criminali è lo Skimming: consiste nell’applicare allo sportello del bancomat una finta fessura (detta appunto Skimmer), capace di leggere la banda magnetica della tessera del cliente e copiarne i dati. Così clonati, i codici della tessera vengono inviati tramite blutooth ai truffatori (di solito collocati nelle vicinanze) oppure memorizzati all’interno di una memoria interna.
Nel frattempo, una telecamera nascosta - solitamente posizionata sopra la tastiera oppure accanto alla luce che illumina il bancomat – riesce a filmare il codice Pin digitato dal correntista sul tastierino.
Con i dati acquisiti si può clonare facilmente il bancomat ed è possibile poi prelevare denaro all’insaputa del malcapitato.
Questa tecnica è tutt’ora la principale causa di clonazione delle tessere bancomat, nonostante queste ultime si siano evolute con la realizzazione di un microchip interno.
I consigli per difendersi dallo Skimming
Per scongiurare la truffa dello Skimming, è consigliabile coprire con una mano la digitazione del codice Pin, in modo da mettersi al sicuro da eventuali telecamere nascoste.
In secondo luogo, è utile controllare se la fessura dove si inserisce la tessera Bancomat è ben fissa. Se si stacca, oppure si muove, potrebbe voler dire che è stata coperta con uno Skimmer.
Un ulteriore controllo va effettuato anche alla tastiera: se non è ben fissata potrebbe essere fasulla. Infatti, quando i truffatori non utilizzano l’escamotage della telecamera nascosta, catturano il codice Pin sovrapponendo una loro tastiera a quella originale onde registrare i dati premuti.
Se la tastiera sembra fragile, per esempio si muove, oppure presenta degli errori evidenti, è molto probabile che sia stata manomessa.
Nel caso in cui ci si accorga di eventuali manomissioni o della presenza di telecamere nascoste solo dopo aver effettuato il prelievo, nulla è perduto. È sempre possibile telefonare alla propria banca e bloccare il Bancomat.
Il card trapping
Una seconda tecnica usata dai truffatori è il card trapping. In questo caso, la manomissione dello sportello è diretta a rubare l’originale carta e il codice Pin.
I truffatori fanno in modo che la tessera del malcapitato resti incastrata nella fessura del bancomat Bancomat, grazie all’installazione di un apposito supporto montato all’interno. A questo punto, mentre la vittima sta tentando di risolvere da sola il problema, si fa avanti lo stesso truffatore, o uno dei complici, che si offre di aiutarla. Gli consiglia, quindi, di digitare di nuovo il Pin (in questo modo, spiandolo, entrerà in possesso del codice segreto).
Il correntista, nel tentativo di risolvere il problema, normalmente si allontana per recarsi all’interno della filiale (se la banca non è aperta lo farà il giorno seguente).
A quel punto il truffatore recupera facilmente la carta dalla fessura e, conoscendo il codice Pin memorizzato in precedenza, preleva il contante dal conto del malcapitato.
I consigli per difendersi dal card trapping
Innanzitutto, nel momento in cui la carta rimane incastrata all’interno della fessura è buona norma denunciare subito l’accaduto alla propria banca, senza allontanarsi dalla sportello e chiamando, dal cellulare, il servizio di assistenza.
È sempre preferibile utilizzare sportelli Bancomat situati all’interno delle banche oppure chiusi in apposti chioschi, così da essere al riparo da qualsiasi malintenzionato.
Nel caso in cui lo sportello sia su strada, è bene controllare la zona circostante, diffidando delle persone che tendono ad avvicinarsi troppo.
Bisogna sempre rifiutare l’aiuto offerto da terzi in caso di malfunzionamento dello sportello.
Anche in questo caso, la digitazione del Pin deve avvenire di nascosto, avendo cura di non farsi vedere o spiare da altri.
Green Italia guarda ai verdi europei, presentato il simbolo del movimento
Daniel Cohn-Bendit "battezza" la nascita della nuova formazione ambientalista fondata da delusi di Pd, Pdl e Sole che ride: "Renzi non capisce nulla di ecologia".
MILANO - Sfondo blu, come la bandiera dell’Unione Europea, la corona di stelle dorate che rappresenta la solidarietà e l'armonia tra i popoli d'Europa e i petali gialli del girasole che richiamano quelli presenti nel simbolo del Partito Verde Europeo.
Sono queste le caratteristiche del simbolo di Green Italia, il nuovo movimento politico ecologista italiano, presentato oggi a Milano con la "benedizione" di Daniel Cohn-Bendit, presidente del Partito Verde Europeo e grande protagonista della politica comunitaria. "Matteo Renzi non capisce nulla di ecologia, l'Italia ha bisogno di politici che capiscano la connessione tra economia ed ecologia", ha detto il leader storico dell'ambientalismo franco-tedesco.
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Legge elettorale, ancora un rinvio. La commissione in Senato slitta a dopo l'8 dicembre
Questa sera si sarebbe dovuto votare l'ordine del giorno presentato dal leghista Roberto Calderoli per ripristinare il Mattarellum. Ma si preferisce aspettare l'esito delle primarie del Pd. I renziani: "La riforma passi subito alla Camera". Zanda: "Sospensione necessaria". Boldrini: "Stallo non fa bene, disponibile a valutare ritorno a Montecitorio".
ROMA - Doveva tenersi questa sera alle 20, ma la riunione della commissione Affari Costituzionali del Senato sulla legge elettorale è stata rinviata. Slitterà molto probabilmente a dopo l'8 dicembre, quando sarà già noto il nome del nuovo segretario del Pd. Intanto domani incombe l'udienza in seduta pubblica della Consulta, che dovrà decidere se accogliere o no il ricorso presentato dall'avvocato Aldo Bozzi, in qualità di privato cittadino, sull'incostituzionalità del Porcellum.
Gli odg di Lega e M5S. La riunione in Senato avrebbe dovuto chiudere il voto sui due ordini del giorno, di Lega e M5S, che propongono rispettivamente il Mattarellum e il sistema spagnolo, al posto dell'attuale Porcellum. In alternativa, il governo è pronto a intervenire con un disegno di legge ad hoc già prima della sentenza della Corte costituzionale. Non si discuterà di legge elettorale neanche nella seduta di mercoledì prossimo, 4 dicembre. Il calendario dei lavori della commissione, infatti, è stato modificato e il punto all'odg che prevedeva l'esame dei ddl in materia elettorale è stato tolto.
Manca l'accordo. A determinare il nuovo, ennesimo rinvio, secondo fonti interne a Palazzo Madama, è la mancanza del benché minimo accordo sulla riforma. A chiedere lo slittamento sono stati i gruppi della maggioranza, Pd, Ncd e Scelta civica, quest'ultima rappresentata dalla componente di maggioranza popolare a palazzo Madama, mente, a quanto si è appreso, la minoranza montiana non sarebbe stata favorevole.
Il Pd, dove si sono delineate posizioni varie, attende il congresso dell'8 dicembre per prendere una posizione in proposito. Il capogruppo dei senatori Pd Luigi Zanda ha infatti ammesso che "una breve sospensione della discussione sulla nuova legge elettorale era necessaria ed è stata condivisa dai presidenti dei gruppi Parlamentari di Scelta Civica, del Nuovo centro destra e del Partito democratico".
Il nuovo centrodestra, avrebbe invece chiesto un po' di tempo per definire una propria linea, ma anche Forza Italia non vede di buon occhio la mozione Calderoli che prospetterebbe un ritorno 'all'acqua di rose', cioè con molte modifiche, al Mattarellum.
"A questo punto punto riconvoco la commissione solo in presenza di un impegno dei gruppi". ha detto Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionale al Senato, parlando con i giornalisti.
I renziani: la riforma passi alla Camera. Ma un gruppo di deputati renziani si è discostato dall'indirizzo del gruppo Pd al Senato. "E' ormai chiaro che il tentativo di avviare la riforma elettorale dal Senato, come ripetutamente preannunciato nei mesi scorsi, ha fatto flop. Siamo all'ennesimo rinvio. Ora passi subito alla Camera, non c'è più tempo da perdere", hanno detto Michele Anzaldi, Luigi Bobba, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno. "Mentre il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti - hanno spiegato i deputati - prosegue da quasi 60 giorni il suo sciopero della fame, purtroppo al Senato va avanti lo stallo totale. Si sono persi mesi, il preannunciato accordo non è mai arrivato, è continuata la solita melina che va avanti dal 2011. Alla Camera ci sono i numeri per approvare la riforma, dal 9 dicembre è opportuno che sia l'aula di Montecitorio ad essere messa in condizione di lavorare per archiviare il Porcellum, e speriamo che a quel punto Giachetti interrompa il suo sciopero che raccoglie ogni giorno sempre più adesioni".
Sel: non c'è volontà di superare Porcellum. Sulla stessa linea anche a senatrice Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto-Sel: "E' evidente che al Senato non c'è alcuna possibilità di disincagliare la situazione. E' dunque opportuno e necessario che la discussione sulla legge elettorale passi alla Camera, dove peraltro è già stata votata la procedura d'urgenza". E ha aggiunto: "La sconvocazione della commissione Affari costituzionali del Senato, che stasera avrebbe dovuto votare gli odg sulla riforma della legge elettorale, in particolare sul ritorno al Mattarellum è un fatto gravissimo ma molto eloquente- In tutta evidenza i partiti maggiori vogliono tenersi il Porcellum e per questo impediscono ogni passo verso una nuova legge elettorale".
Boldrini: disponibile a trasferimento alla Camera. Ad accogliere prontamente l'invito è Laura Boldrini, che si è resa disponibile a "veicolare" la richiesta di trasferimento dal Senato alla Camera del provvedimento di riforma della legge elettorale: "E' una questione cruciale, questo stallo non fa bene", ha sottolineato la presidente della Camera durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio e ha invitato tutti i gruppi a una riflessione.
Sacconi: no a spostamento alla Camera. Ma l'ipotesi di un trasferimento della riforma alla Camera ha scatenato la reazione contraria del centrodestra. Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato di Ncd, si è scagliato contro questa eventualità: "E' evidente - ha affermato- che questo spostamento, oltre ad essere una inaccettabile forzatura istituzionale, corrisponderebbe solo alla volontà di qualcuno di scassare tutto, di non fare la riforma, di ritornare al voto con la legge attuale. Al contrario, la prosecuzione dell'esame al Sentato, che da tempo se ne occupa e che induce a ricercare un largo accordo a partire dalla maggioranza di governo, può condurre in tempi ragionevolmente brevi ad una soluzione innovativa. Non sarà certo l'attesa della settimana che ci separa dall'elezione del segretario del Partito democratico a determinare il fallimento della riforma".
Documento Onu sulla guerra alle droghe: "Il proibizionismo non ha funzionato"
Il periodico britannico 'The Observer' è entrato in possesso della bozza di un testo delle Nazioni Unite che analizza le strategie a lungo termine contro il traffico dei narcotici illeciti. Scritta a settembre, mette in evidenza le prime falle alla politica proibizionista guidata soprattutto dagli Stati Uniti.
LONDRA - Non funziona. La politica globale adottata per il controllo degli stupefacenti dell'Onu non ha avuto i risultati sperati. E su questo tema le nazioni iniziano a non essere più tanto unite. La guerra alle droghe non sta avendo vinti né vincitori, e proibire così come punire non sembra più essere la soluzione giusta, forse neanche la sola possibile.
L'Observer, il periodico britannico della domenica edito dallo stesso gruppo del Guardian, è entrato in possesso della bozza di un documento Onu che ristabilisce le strategie a lungo termine contro l'espansione e il traffico dei narcotici illeciti. La bozza, scritta a settembre, mette in evidenza le prime falle alla politica proibizionista guidata soprattutto dagli Stati Uniti. E' un documento importante. Mostra l'insofferenza e le richieste degli altri Paesi. Secondo Ann Fordham, capo dell'International Drug Policy Consortium, la bozza rivela una tensione crescente: "Stiamo iniziando a vedere Stati membri rompere il silenzio, e il consenso su come dovrebbero essere controllate le droghe a livello mondiale. Le punizioni non hanno funzionato, il denaro speso per eliminare il problema tentando di sradicarlo alla radice non ha avuto né i risultati né l'impatto sperato".
Molti Paesi ora spingono gli Stati Uniti perché affrontino il problema da un'altra prospettiva. Dando più enfasi alla salute - cura o trattamenti per tossicodipendenti, per esempio, e non trattando l'argomento solo come una questione di giustizia criminale. La stesura del documento finale vedrà la luce in primavera, solo una volta che gli Stati membri avranno appianato le proprie posizioni e trovato un accordo. Ogni dieci anni l'assemblea si riunisce per ratificare la bozza, e in quella prevista per 2016 si deciderà la posizione dell'Onu per i successivi dieci anni.
"L'idea che esista un consenso globale sulla politica contro la droga è falsa" ha detto Damon Barrett, vice direttore del Harm Reduction International. "Ci sono sempre state posizioni differenti ma non trapelano. L'accordo finale è nascosto sotto un apparente denominatore comune. Resta interessante però vedere a che punto sono adesso, oggi, in questo momento storico, le discussioni e i dibattiti".
La sfida agli Stati Uniti è stata lanciata dal Sudamerica. Colombia, Guatemala e Messico sono sempre più contrari al dominio americano mosso da interessi economici e gestito da gruppi paramilitari. L'Ecuador sta spingendo affinché gli Usa dichiarino ufficialmente che sia arrivato il momento di affrontare la questione da una prospettiva più efficace. "Sia messa per iscritto la necessità di ottenere risultati diversi, decidendo un approccio più efficiente e operativo", si legge nella bozza. Anche il Venezuela insiste. E accusa gli Stati Uniti di aver fallito completamente nel comprendere le reali dinamiche del mercato del narcotraffico.
Il controllo sulle droghe non è stato raggiunto. "Si sta tornando indietro, a un punto zero. Il problema non può continuare a essere affrontato così e non funziona a nessun livello, locale, nazionale o globale che sia", ha detto Kasia Malinowska-Sempruch, direttore dell'Open Society Global Drug Policy Program.
L'insofferenza non è circoscritta al Sudamerica. La Norvegia vorrebbe cambiare l'oggetto della guerra alla droga, così come la Svizzera vorrebbe fossero inseriti nel documento Onu i risultati sulla salute prodotti dall'attuale politica proibizionista e repressiva: "Il consumo non è diminuito in maniera consistente mentre l'uso di sostanze psicotiche è aumentato nella maggior parte delle nazioni. Inoltre, secondo i dati di UNAids, il programma Onu sull'Hiv/Aids, l'obiettivo di dimezzare i contagi tra tossicodipendenti entro il 2015, non è stato raggiunto. Al contrario il virus continua a espandersi".
L'Europa punta a ottenere la possibilità di investire su trattamenti riabilitativi al posto del carcere. "I tossicodipendenti dovrebbero avere la possibilità di essere curati, di ricevere le medicine necessarie per vincere la dipendenza, servizi di supporto, riabilitazione e reintegrazione".
http://www.repubblica.it/esteri/2013/12/02/news/onu_droghe_narcotraffico-72520968/
http://www.repubblica.it/esteri/2013/12/02/news/onu_droghe_narcotraffico-72520968/
Prato, "Quante saranno le prossime vittime?" L'indignazione, spesso tardiva, di associazioni e istituzioni
Le vittime nella fabrica-lager di Prato hanno acceso l'attenzione sull'universo dello sfruttamento dei lavoratori stranieri e cinesi in particolare, costretti a sopravvivere in luoghi assurdi, dove si lavora 16 ore al giorno a un euro l'ora. Il Codacons ha presentato esposto alla Procura della Repubblica, che chiama in causa il sindaco di Prato, l'Inail e l'Ispettorato del Lavoro. La Campagna Abiti Puliti.
ROMA - Non c'era alcuna possibile via di fuga nel laboratorio, trasformato in fabrica-lager, una vera e propria trappola mortale nella zona del Macrolotto a Prato, dove sette cittadini cinesi sono morti in un incendio che ha devastato la fabbrica, che era anche l'abitazione di chi ci lavorava. Le cui cause precise ancora non si conoscono, ma ad innescare le fiamme, probabilmente è stata una stufa elettrica, perché al momento non sarebbero state trovate bombole di gas. Ma quel che emerge drammaticamente da questa tragedia, sono le condizioni in cui vive un numero imprecisato di cinesi in quello che una volta era il fiore all'occhiello di Prato, il distretto del tessile e che lascia sempre di più spazio al low cost del pronto moda. I lavoratori morti bruciati nel rogo vivevano tutta la loro giornata nella fabbrica, dormendo in veri e propri loculi sopraelevati, lungo una parete del capannone.
Un solo controllore nella zona. Sul tavolo della Procura della Repubblica di Prato c'è da ieri un esposto del Codacons. L'associazione chiede di accertare le responsabilità del Sindaco di Prato, dell'Inail e dell'Ispettorato del Lavoro (che nella zona di Prato sembra abbiano un solo ispettore adibito ai controlli) relativamente alle verifiche e rispetto delle norme di sicurezza. Secondo il comandante della polizia municipale Pasquinelli, "la ditta andata a fuoco non era mai stata controllata - spiega l'associazione nella denuncia - quello che è accaduto a Prato - ha aggiunto - sono in molti a definirla una strage annunciata". A confermarlo ci sono anche le dichiarazioni dell'assessore alla sicurezza del Comune di Prato, Aldo Milone: "Avevamo denunciato da tempo la pericolosità di questa situazione".
C'è l'articolo 40 del Codice Penale che dice... "Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo". Il Codacons ha dunque chiesto alla Procura di "verificare se la struttura fosse a norma sotto tutti gli aspetti di legge, e quali attività abbiano compiuto l'Inail al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori o se fossero prospettabili negligenze od omissioni idonee a configurare responsabilità penali per Inail nonchè a carico dell'ispettorato del lavoro e del sindaco di Prato e di tutti quei soggetti, organi e autorità preposte a controlli, verifiche e rispetto delle norme di sicurezza sotto il profilo dei reati di Rifiuto di atti d'ufficio e Omissione, oltre ai reati di omesso controllo e vigilanza, concorso in strage, concorso in omicidio plurimo, omicidio con dolo eventuale. Già nel 2010 il Codacons aveva denunciato i rischi connessi alla soppressione dell'Ispesl (l'istituto incaricato dei controlli sui luoghi di lavoro) e al suo accorpamento all'Inail, presentando ricorso al Tar del Lazio e segnalando come la misura voluta dall'allora Ministro Tremonti avrebbe avuto effetti negativi sul fronte della sicurezza per i lavoratori.
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Caffè, una tazzina di salute ma esiste una dose ideale
È una delle poche eccezioni alla regola secondo cui ciò che piace quasi sempre fa male: il caffè, infatti, sta svelando - con numerosi studi scientifici - tutti i suoi effetti protettivi sulla salute: dal cancro dell'endometrio al tumore al fegato fino al diabete, il caffè sembra giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione o almeno nella riduzione del rischio di alcune malattie. Ecco i risultati delle ultime ricerche e i consigli degli esperti sulla dose 'ideale' quotidiana
a cura di IRMA D'ARIACaffè e saluteLa salute sembra passare anche dalla tazzina di caffè non più demonizzata come un tempo. “Tutti i dati recenti sul consumo di caffè e rischio di tumori, ma anche su rischio di molte altre malattie, sono rassicuranti” afferma Alessandra Tavani, Capo del Laboratorio di Epidemiologia delle Malattie Croniche presso l’IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. “Certo, non si può raccomandare di bere caffè allo scopo di proteggersi contro le malattie, ma si può affermare che in persone sane un consumo di tre tazzine al giorno non costituisce un rischio per la salute, ma può addirittura migliorarla”. L'alimentazione, l'attività fisica e lo stile di vita sono i fattori che maggiormente influenzano la salute.http://www.repubblica.it/salute/interattivi/2013/11/27/news/la_salute_in_tazzina-72125182/
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