Un solo controllore nella zona. Sul tavolo della Procura della Repubblica di Prato c'è da ieri un esposto del Codacons. L'associazione chiede di accertare le responsabilità del Sindaco di Prato, dell'Inail e dell'Ispettorato del Lavoro (che nella zona di Prato sembra abbiano un solo ispettore adibito ai controlli) relativamente alle verifiche e rispetto delle norme di sicurezza. Secondo il comandante della polizia municipale Pasquinelli, "la ditta andata a fuoco non era mai stata controllata - spiega l'associazione nella denuncia - quello che è accaduto a Prato - ha aggiunto - sono in molti a definirla una strage annunciata". A confermarlo ci sono anche le dichiarazioni dell'assessore alla sicurezza del Comune di Prato, Aldo Milone: "Avevamo denunciato da tempo la pericolosità di questa situazione". 

C'è l'articolo 40 del Codice Penale che dice... "Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo". Il Codacons ha dunque chiesto alla Procura di "verificare se la struttura fosse a norma sotto tutti gli aspetti di legge, e quali attività abbiano compiuto l'Inail al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori o se fossero prospettabili negligenze od omissioni idonee a configurare responsabilità penali per Inail nonchè a carico dell'ispettorato del lavoro e del sindaco di Prato e di  tutti quei soggetti, organi e autorità preposte a controlli, verifiche e rispetto delle norme di sicurezza sotto il profilo dei reati di Rifiuto di atti d'ufficio e Omissione, oltre ai reati di omesso controllo e vigilanza, concorso in strage, concorso in omicidio plurimo, omicidio con dolo eventuale. Già nel 2010 il Codacons aveva denunciato i rischi connessi alla soppressione dell'Ispesl (l'istituto incaricato dei controlli sui luoghi di lavoro) e al suo accorpamento all'Inail, presentando ricorso al Tar del Lazio e segnalando come la misura voluta dall'allora Ministro Tremonti avrebbe avuto effetti negativi sul fronte della sicurezza per i lavoratori. 
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