martedì 3 dicembre 2013

Legge elettorale, ancora un rinvio. La commissione in Senato slitta a dopo l'8 dicembre

Questa sera si sarebbe dovuto votare l'ordine del giorno presentato dal leghista Roberto Calderoli per ripristinare il Mattarellum. Ma si preferisce aspettare l'esito delle primarie del Pd. I renziani: "La riforma passi subito alla Camera". Zanda: "Sospensione necessaria". Boldrini: "Stallo non fa bene, disponibile a valutare ritorno a Montecitorio".
Legge elettorale, ancora un rinvio. La commissione in Senato slitta a dopo l'8 dicembre

ROMA - Doveva tenersi questa sera alle 20, ma la riunione della commissione Affari Costituzionali del Senato sulla legge elettorale è stata rinviata. Slitterà molto probabilmente a dopo l'8 dicembre, quando sarà già noto il nome del nuovo segretario del Pd. Intanto domani incombe l'udienza in seduta pubblica della Consulta, che dovrà decidere se accogliere o no il ricorso presentato dall'avvocato Aldo Bozzi, in qualità di privato cittadino, sull'incostituzionalità del Porcellum.

Gli odg di Lega e M5S. La riunione in Senato avrebbe dovuto chiudere il voto sui due ordini del giorno, di Lega e M5S, che propongono rispettivamente il Mattarellum e il sistema spagnolo, al posto dell'attuale Porcellum. In alternativa, il governo è pronto a intervenire con un disegno di legge ad hoc già prima della sentenza della Corte costituzionale. Non si discuterà di legge elettorale neanche nella seduta di mercoledì prossimo, 4 dicembre. Il calendario dei lavori della commissione, infatti, è stato modificato e il punto all'odg che prevedeva l'esame dei ddl in materia elettorale è stato tolto. 

Manca l'accordo. A determinare il nuovo, ennesimo rinvio, secondo fonti interne a Palazzo Madama, è la mancanza del benché minimo accordo sulla riforma. A chiedere lo slittamento sono stati i gruppi della maggioranza, Pd, Ncd e Scelta civica, quest'ultima rappresentata dalla componente di maggioranza popolare a palazzo Madama, mente, a quanto si è appreso, la minoranza montiana non sarebbe stata favorevole. 

Il Pd, dove si sono delineate posizioni varie, attende il congresso dell'8 dicembre per prendere una posizione in proposito. Il capogruppo dei senatori Pd Luigi Zanda ha infatti ammesso che "una breve sospensione della discussione sulla nuova legge elettorale era necessaria ed è stata condivisa dai presidenti dei gruppi Parlamentari di Scelta Civica, del Nuovo centro destra e del Partito democratico". 

Il nuovo centrodestra, avrebbe invece chiesto un po' di tempo per definire una propria linea, ma anche Forza Italia non vede di buon occhio la mozione Calderoli che prospetterebbe un ritorno 'all'acqua di rose', cioè con molte modifiche, al Mattarellum. 

"A questo punto punto riconvoco la commissione solo in presenza di un impegno dei gruppi". ha detto Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionale al Senato, parlando con i giornalisti. 

I renziani: la riforma passi alla Camera. Ma un gruppo di deputati renziani si è discostato dall'indirizzo del gruppo Pd al Senato. "E' ormai chiaro che il tentativo di avviare la riforma elettorale dal Senato, come ripetutamente preannunciato nei mesi scorsi, ha fatto flop. Siamo all'ennesimo rinvio. Ora passi subito alla Camera, non c'è più tempo da perdere", hanno detto Michele Anzaldi, Luigi Bobba, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno. "Mentre il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti - hanno spiegato i deputati - prosegue da quasi 60 giorni il suo sciopero della fame, purtroppo al Senato va avanti lo stallo totale. Si sono persi mesi, il preannunciato accordo non è mai arrivato, è continuata la solita melina che va avanti dal 2011. Alla Camera ci sono i numeri per approvare la riforma, dal 9 dicembre è opportuno che sia l'aula di Montecitorio ad essere messa in condizione di lavorare per archiviare il Porcellum, e speriamo che a quel punto Giachetti interrompa il suo sciopero che raccoglie ogni giorno sempre più adesioni".

Sel: non c'è volontà di superare Porcellum. Sulla stessa linea anche a senatrice Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto-Sel: "E' evidente che al Senato non c'è alcuna possibilità di disincagliare la situazione. E' dunque opportuno e necessario che la discussione sulla legge elettorale passi alla Camera, dove peraltro è già stata votata la procedura d'urgenza". E ha aggiunto: "La sconvocazione della commissione Affari costituzionali del Senato, che stasera avrebbe dovuto votare gli odg sulla riforma della legge elettorale, in particolare sul ritorno al Mattarellum è un fatto gravissimo ma molto eloquente- In tutta evidenza i partiti maggiori vogliono tenersi il Porcellum e per questo impediscono ogni passo verso una nuova legge elettorale".  

Boldrini: disponibile a trasferimento alla Camera. Ad accogliere prontamente l'invito è Laura Boldrini, che si è resa disponibile a "veicolare" la richiesta di trasferimento dal Senato alla Camera del provvedimento di riforma della legge elettorale: "E' una questione cruciale, questo stallo non fa bene", ha sottolineato la presidente della Camera durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio e ha invitato tutti i gruppi a una riflessione.

Sacconi: no a spostamento alla Camera. Ma l'ipotesi di un trasferimento della riforma alla Camera ha scatenato la reazione contraria del centrodestra. Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato di Ncd, si è scagliato contro questa eventualità: "E' evidente - ha affermato- che questo spostamento, oltre ad essere una inaccettabile forzatura istituzionale, corrisponderebbe solo alla volontà di qualcuno di scassare tutto, di non fare la riforma, di ritornare al voto con la legge attuale. Al contrario, la prosecuzione dell'esame al Sentato, che da tempo se ne occupa e che induce a ricercare un largo accordo a partire dalla maggioranza di governo, può condurre in tempi ragionevolmente brevi ad una soluzione innovativa. Non sarà certo l'attesa della settimana che ci separa dall'elezione del segretario del Partito democratico a determinare il fallimento della riforma".

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