Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
giovedì 3 marzo 2011
Giustizia, arriva la 'prescrizione breve'. Ma Ghedini frena: "Ritireremo la proposta"
Asinocrazia o videocrazia? Applausi al bunga bunga: ecco gli strumenti che hanno sterilizzato l’indignazione degli italiani
Terrore in Libia, la Sicilia militare è in allerta Quali conseguenze per l'Isola?
La Libia dista dalle coste siciliane appena 500 chilometri. Ancora meno sono quelli che separano Lampedusa da Tripoli. La più inquietante polveriera del Mediterraneo è a un passo dalle nostre città. La terribile carneficina che si sta consumando nel “regno” di Gheddafi, ha già avuto pesanti ripercussioni economiche e politiche nel nostro Paese, da sempre in affari con la Libia. Ma ben presto potrebbero esserci anche pesanti effetti militari che vedrebbero la Sicilia in prima linea.
I paesi della Nato, infatti, sono pronti ad usare la forza per costringere il leader libico a lasciare il Paese. Il portavoce del Pentagono, il colonnello dei marines Dave Lapan, ha annunciato che “gli Stati Uniti stanno muovendo forze navali e aeree nella regione”, iniziando a pianificare, di fatto, un probabile intervento in Libia, anche se il segretario di Stato, Hillary Clinton, ha dichiarato che non è prevista alcuna azione militare che coinvolga navi statunitensi.
In un quadro del genere, la Sicilia, ancora una volta, sarebbe la base logistica migliore: i 17 presidi militari di Nato e Stati Uniti nell'Isola sono tra i più strategici d'Italia. La Sesta flotta della marina americana è ospitata a Sigonella, la principale base terrestre dell'U.S. Navy nel Mediterraneo centrale. È la casa per più di 7.000 persone, tra militari e civili. A pochi chilometri più a sud si trova, invece, l'ex base Nato nell'aeroporto di Comiso, attualmente smantellato, ma, a proposito del quale, si è parlato nelle scorse settimane di un possibile riutilizzo. Altro punto nevralgico è la base navale militare di Augusta, sbocco a mare fondamentale per la Marina italiana e l'Alleanza Atlantica, ed importante deposito di munizioni.
Ma tante sono anche le stazioni americane e Nato di telecomunicazioni, che, in caso d'intervento armato, costituirebbero essenziali centri di raccolta d'informazioni strategiche. Dalla stazione di Caltagirone a quella di Motta Sant'Anastasia, da Vizzini a Niscemi, dove si trova la base del NavComTelSta, che gestisce le comunicazioni della marina americana per il Mediterraneo ed il Medio Oriente. Ci sono poi i centri di Centuripe, Trapani, Monte Lauro, Marina di Marza, Pantelleria e Lampedusa.
Insomma, la Sicilia militare è in allarme. Già qualche giorno fa il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha reso noto di aver dato l'autorizzazione all'uso della base di Sigonella per gli aerei che trasportano civili in fuga dalla Libia. L'area militare di Sigonella è stata allertata per qualche giorno, il pontile Nato e la banchina torpedinieri di Augusta hanno attivato sistemi di sicurezza, tenendo sotto controllo il Canale di Sicilia e il Golfo di Sirte e le navi della Marina Militare italiana hanno intensificato i pattugliamenti nelle zone calde.
La base logistica siciliana è pronta a fare la sua parte. Speriamo soltanto che, nel frattempo, nessun missile libico raggiunga le coste italiane: scenari già visti in bel altre occasioni. Chi non ricorda cosa accadde a Lampedusa il 15 aprile del 1986?
La fila degli ex Ecco gli uomini di Berlusconi nel ciclone della giustizia
La Cassazione: "No ai malati dimessi perché l'ospedale vuole ricoveri brevi"
Una sentenza importante in tempi di tagli alla sanità. La Corte "avverte": la considerazione della salute del paziente deve sempre prevalere sui criteri di economicità richiesti dalle direttive interne. I sindacati: "Andrebbero sanzionate le strutture ospedaliere, non i medici"
MEDIATRADE: UDIENZA A RISCHIO RINVIO PER DIFETTI DI NOTIFICA
Ruby e i quattro chili e mezzo di “patate”
I discorsi in codice della Rubacuori e dei suoi amici rivelano in codice le promesse di Papi
Soldi, tanti soldi. O meglio: patate. Nelle intercettazioni di telefonate e sms tra Karima El Marough e i personaggi a lei vicini si scoprono una serie di messaggi in codice che rivelano le aspirazioni della marocchina sull’inchiesta per prostituzione, e quanto si aspetta di ricevere dai personaggi a lei legati. Tra cui, ovviamente, c’è Silvio Berlusconi. Ne parla Enrico Fierro sul Fatto Quotidiano:
Il “fidanzato” Luca Risso il 14 ottobre parla al telefono con l’av – vocato Giuliante che all’epoca difendeva Ruby: “Ruby mi ha detto che a fine mese la persone di cui abbiamo parlato gli darà 4 chili e mezzo di patate”. Se le “patate” sono euro e i chili milioni, la cifra è molto vicina a quella evocata più volte dalla stessa Ruby, soldi promessi o addirittura versati da Silvio Berlusconi. La ragazza al telefono con un suo amico che le chiede se “questo qui (Berlusconi, ndr) ti ha dato soldi”. È il 26 ottobre 2010 e lei risponde sicura: “Cinque milioni”. Una somma che ritorna anche nella telefonata che la ragazza marocchina fa il 26 ottobre 2010 a Grazia, la mamma di Sergio Corsaro. “… Ruby: il mio caso è quello che spaventa più di tutti, e sta superando il caso di Letizia… della D’Addario, di tutte… eh… niente… diciamo che adesso siamo preoccupati, il mio avvocato se ne è appena andato, ero con lui… con Lele… loro mi stanno comunque vicini, in effetti… ho… cioè, sempre tornando al discorso di prima… gli ho detto… Lele… io ho parlato con Silvio gli ho detto… che ne voglio uscire di almeno con qualcosa… cioè mi dà… 5 milioni… però… 5 milioni a confronto del macchiamento del mio nome…”.
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http://www.giornalettismo.com/archives/116159/ruby-e-i-quattro-chili-e-mezzo-di-patate/
Vendola: “Berlusconi? Sui gay è peggio di un fondamentalista islamico”
In una lunga intervista a Radio Anch’io il leader di Sinistra e Libertà affronta tutti i temi più scottanti di questi giorni
“La storia comincia a correre. Cambia l’epoca e si rompe il vecchio mappamondo e il Mediterraneo torna al centro della scena del mondo. I giovani libici chiedono la cacciata del rais Gheddafi che e’ stato un despota per molti anni a disposizione dell’Occidente per il lavoro sporco”.
Lo dice il leader di Sel Nichi Vendola a Radio Anch’io commentando la rivolta nel Maghreb. ”Questo- aggiunge Vendola- rende davvero visibile la meschinita’ delle classi dirigenti dell’Europa che di fronte a un popolo che scende in marcia e guadagna la proprialiberta’, si mostra turbata invece di brindare. Ma questo- osserva Vendola- e’ un cammino che dovra’ riguardare anche l’Iran e la Cina. E dico alla gente mia, a chi ha amato come me ErnestoGuevara detto il Che, che questa evoluzione verso la democrazia e la liberta’ riguarda ancheCuba: non c’e’ piu’ alibi e giustificazione al mondo”.
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Il ministro al nulla di Silvio si becca due anni di galera anche in appello
Aldo Brancher, che il premier voleva salvare dal processo nominandolo responsabile di due uffici inesistenti, condannato per Antonveneta
Per El Pais era il ministro al Nulla, visto che il suo ministero non esisteva. Per i giudici di Milano, in appello, Aldo Brancher è soprattutto un delinquente. La quarta sezione della Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna a due anni e 4mila euro di multa per l’ex ministro per l’Attuazione del federalismoAldo Brancher, imputato per ricettazione e appropriazione indebita in uno dei filoni di inchiesta nati dalla tentata scalata dell’allora Banca Popolare di Lodi ad Antonveneta. I giudici hanno accolto la richiesta della procura generale di Milano, che aveva chiesto per lui la conferma della condanna di primo grado.
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Pedofilia: Don Ruggero condannato a 15 anni
L’ex garante di Alemanno riconosciuto colpevole: avrebbe abusato di 7 ragazzini della sua parrocchia. Il Vescovo di Roma: “vicini alle vittime”
Il tribunale di Roma ha condannato don Ruggero Conti, l’ex-parroco di Selva Candida, a 15 anni e 4 mesi di carcere per abusi sessuali ai danni di 7 ragazzi del quartiere romano. Il PM Francesco Scavo aveva richiesto 18 anni di condanna per l’imputato, il Presidente ha emanato la sentenza di primo grado condannando il sacerdote a 15 anni di carcere piu’ pene accessorie. “Possiamo definirla una pena esemplare – dichiara Roberto Mirabile Presidente de La Caramella Buona, associazione contro la pedofilia riconosciuta parte civile nel processo, al posto del Comune di Roma che non ha reputato di costituirsi tale – anche se per un pedofilo seriale di questo genere con l’aggravante della veste sacra che fino ad oggi ha indossato non credo possa esistere giuridicamente parlando una pena valida. Sicuramente possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro degli inquirenti, degli avvocati tutti dell’accusa e della decisione del Tribunale: i ragazzi hanno sempre detto la verita’ ed oggi finalmente e’ ufficiale”.
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http://www.giornalettismo.com/archives/116245/pedofilia-don-ruggero-condannato-a-15-anni/