Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
giovedì 24 febbraio 2011
Libia: Aodi, Gheddafi pronto a fuggire con jet privato da Tripoli
Russia stanzia 474 mld euro per esercito
Libia: Gb pensa a invio forze speciali
La Libia e l’Italia
- di Michele Boldrin per noisefromAmerika -
Primo quello del presidente del consiglio, che ha giustificato il suo totale silenzio affermando di non voler “disturbare” il suo amico Gheddafi. Oggi, di fronte alle reazioni del resto del mondo civile, il satrapo nazionale – noto estimatore di Gheddafi, il cui stile di vita cerca strenuamente di imitare mentre sogna di adottarne i metodi di governo – ha fatto emettere una nota della presidenza del consiglio nella quale:
fa sapere di seguire con attenzione e preoccupazione l’evolversi della situazione e di considerare inaccettabile l’uso della violenza sulla popolazione civile. Nel comunicato si legge che il premier «è allarmato per l’aggravarsi degli scontri e per l’uso inaccettabile della violenza sulla popolazione civile». Nella nota Palazzo Chigi aggiunge che «L’Unione Europea e la Comunità internazionale dovranno compiere ogni sforzo per impedire che la crisi libica degeneri in una guerra civile dalle conseguenze difficilmente prevedibili, e favorire invece una soluzione pacifica che tuteli la sicurezza dei cittadini così come l’integrità e stabilità del Paese e dell’intera regione».
Di oggi l’intervento del ministro italiano degli esteri, il quale ha invitato l’Unione Europea a non “interferire” nelle vicende libiche. Dice Frattini che non vogliamo “esportare la democrazia”, non in Libia almeno. In Iraq, come ci ha ricordato Filippo Solibello, invece sì: gli iracheni sono, evidentemente, più meritevoli dei libici. Un popolo, quest’ultimo, per il quale – sin da quando ilgenerale Graziani esercitava la sua azione ”pacificatrice” per ridare a Roma l’impero che, secondo i deliri fascisti, le spettava – le elites italiane sembrano avere ben scarsa considerazione.
Apprendiamo inoltre, dal Corriere della Sera, che la posizione ufficiale italiana è perfettamente allineata con quella della famiglia Gheddafi:
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http://informarexresistere.fr/la-libia-e-l%E2%80%99italia.html
TV OLANDESE: Berlusconi criminale come Gheddafi.
- di Claudio Messora -
Olanda.Nederland2, l’equivalente di RaiDue. Nel corso del programma di approfondimento “Nieuwsuur” viene intervistato il corrispondente da Londra Mohammed Ali Abdallah, del Fronte Nazionale di Liberazione della Libia (NFSL – National Front for the Salvation of Libya). Il conduttore non pare minimamente in disaccordo con quanto sostiene il libico, non lo ferma e non si dissocia.
Che in Libia ci siano caccia italiani a bombardare la gente o meno, che ci siano o meno mercenari italiani in giro a giocare al tiro a segno per le strade di Tripoli, resta il fatto che i baciamano, ledichiarazioni fuori luogo e prive di qualsiasi intelligenza politica, i ritardi nelle prese di posizione diplomatiche e la stima ostentata verso il leader di un regime tirannico fanno sì che per l’ennesima volta l’Italia venga considerata non solo il paese di pulcinella, ma addirittura collusa con le malversazioni criminali dei peggiori dittatori.
E’ tempo di ricominciare una lunga e faticosa marcia che riporti il nostro paese verso uno standard minimale in quanto a dignità, rispetto e credibilità sulla scena internazionale. E prima di tutto in quella ben più importante del rispetto e dell’orgoglio che ogni cittadino deve a se stesso.
Ecco la trascrizione fedele di quello che si può sentire in una televisione europea.
BERLUSCONI CRIMINALE TANTO QUANTO GHEDDAFI
Da Londra, in onda sul secondo canale olandese.
Lo spot del Forum nucleare è ingannevole. Ecco la decisione del Giurì
Lo spot pubblicitario del Forum nucleare italiano è ingannevole. Alla fine la partita a scacchiche avrebbe dovuto alimentare un dibattito superpartes sul ritorno dell’energia nucleare in Italia era effettivamente “truccata”. Il messaggio pubblicitario che per giorni ha scatenato critiche e parodie sulla sua faziosità è stato infatti bocciato e ritenuto ingannevole dal Giurì dell’Autodisciplina Publicitaria (IAP).
La pronuncia dello IAP è del 18/02/2011, ma è passata praticamente – e chissà perché – inosservata dalla stampa nazionale fino all’articolo di Roberto La Pira su Nova del Sole 24 ore.
Come ricorderete in molti si erano mobilitati per scrivere al Garante e denunciare la poca deontologia dello spot promosso da un Forum Nucleare Italiano composto per lo più da aziende come ad esempio Eidf, Enel, Gdf Suez, Techint, Terna e Westinghouse che stanno investendo sull’energia atomica e promuovendo i loro interessi mascherando la pubblicità da campagna informativa. Nella fattispecie furono i senatori Ecodem Roberto Della SetaeFrancesco Ferrante a sottoporre la questione al Giurì che, come si può leggere nella sentenza, “esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità contestata non è conforme all’art. 2 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, letto ed applicato alla luce delle ‘Norme preliminari e generali’ e integrato dal disposto dell’art. 46, e ne ordina la cessazione nei sensi di cui in motivazione.“
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La procura di Bari chiede l’arresto per il senatore Pd Tedesco
Ex assessore regionale alla Sanità nella prima giunta Vendola, l'imprenditore era stato coinvolto nel
Genchi cacciato dalla Polizia: è accusato di aver parlato male di Berlusconi
Il super poliziotto informatico, artefice di decine di arresti mafiosa, replica: "S'è avverato il sogno del premier che mi aveva definito il più grande scandalo della Repubblica". Eppure dopo 25 anni, da ieri, non è più nella polizia
MEDIASET: BERRUTI CONDANNATO A 2 ANNI E 10 MESI
LIBIA: RUSSIA PRONTA A MAGGIORI FORNITURE GAS A UE
Tripoli, altri raid contro i "mercenari" neri L'incubo dei numerosi profughi non ha fine
Un'altra notte di "caccia" a persone provenienti da Eritrea, Somalia, Etiopia, Sudan, scambiati per soldati al soldo di Gheddafi, oppure per supporter dei manifestanti anti-regime. Molte persone già riconosciute titolari di protezione internazionale dall'UNHCR costrette a fuggire continuamente per evitare di essere uccisa
di CARLO CIAVONI“E se Gheddafi ci tira un missile?”
I timori del Cavaliere nei colloqui privati sui connazionali tra Tripoli e Bengasi, e il precedente di LampedusaMentre il colonnello Muhammar Gheddafi diventa un caso internazionale, sono sempre più palpabili i timori di Silvio Berlusconi a proposito dell’atteggiamento del leader libico nei confronti dell’Italia. Ne parla Francesco Bei su Repubblica:
Raccontano che il Cavaliere sia rimasto scioccato dalla violenza verbale di Gheddafi. Soprattutto dalle accuse all’Italia — accuse reiterate nonostante la telefonata tra i due — di manovrare dietro gli insorti rifornendoli di armi pesanti. A margine della riunione serale a palazzo Chigi sull’emergenza, Berlusconi ha confessato la sua paura a un ministro: «Dobbiamo stare attenti con Gheddafi, è un pazzo. Ci ha già sparato un missile una volta, non è che ce ne tira un altro contro?». Il ricordo dell’attacco missilistico libico contro Lampedusa (1986) accompagna il premier insieme al timore crescente di ritorsioni contro gli italiani ancora sul posto. «Ci sono diecimila connazionali sparsi tra la Tripolitania e la Cirenaica — confermano preoccupati dalla Farnesina — e meno di mille sono quelli che vogliono rimpatriare». Senza contare che anche gli eventuali rimpatri sarebbero molto difficili da gestire visto che gli aeroporti sono aperti con il contagocce e la marina militare libica ha effettuato un blocco navale dei porti. Insomma, le pressioni internazionali spingono palazzo Chigi a criticare il regime del dittatore ma la Realpolitik e gli interessi nazionali — energia, infrastrutture — tirano dalla parte opposta.
Continua ...
http://www.giornalettismo.com/archives/115180/e-se-gheddafi-ci-tira-un-missile/
Tutte le follie di Gheddafi: dalle guardie “Amazzoni” alla cancellazione della Svizzera
ll giornalista americano David A. Graham fa un elenco delle azioni più bizzarre, oltraggiose, imprevedibili e sanguinarie del Colonnello libico
Mentre il Colonnello e dittatore libicoMuammar Gheddafi è rinchiuso in un bunker, facendo reprimere nel sangue i rivoltosi e cercando così di sfuggire all’inesorabile incedere della Storia, i vari Paesi che hanno con lui tessuto varie relazioni commerciali ma anche politiche, cercano faticosamente di nasconderle con imbarazzo. Mentre i media già tracciano un bilancio dei suoi quasi 42 anni di regime. Molto interessante è la lista che il giornalista statunitense David A. Graham – reporter del Newsweek, collaboratore del Wall Street Journal e del National in Abu Dhabi – ha tracciato sulle principali azioni più strambe del dittatore libico. Sono riportate dal sito d’informazione The daily beast.
1.VIETA ALCOOL E GIOCO D’AZZARDO IN NOME DEL SOCIALISMO – Arrivato al potere nel 1969 all’età di 27 anni, spodestando con un colpo di Stato il re Idris che era all’estero in cerca di cure mediche, Gheddafi (allora ancora Capitano) proclama il Socialismo islamicocome filosofia del nuovo assetto istituzionale. Come primo provvedimento concreto però, si preoccupa di vietare vizi come l’alcool e il gioco d’azzardo. Dunque, più che il socialismo, il Colonnello ha instaurò il proibizionismo.
Continua ...
Compravendita di voti in Parlamento, parte l'inchiesta
Bengasi nelle mani dei rivoltosi, che si avvicinano a Tripoli
Ma L'Ue e la Nato smentiscono l'ipotesi di intervento armato
TRIPOLI (LIBIA) - Continuano i combattimenti a Zawia, ciità a 30 Km. ad est della capitale libica Tripoli. Secondo testimonianze locali, dopo i bombardamenti, sarebbero intervenute le truppe dei mercenari di Gheddafi, armate anche con carri armati. Secondo Al Arabiya, che cita testimoni locali, i morti sarebbero già centinaia, mentre i combattimenti infuriano. Tra questi morti, secondo Al Jazeera, ci sarebbero una ventina di soldati che si sarebbero rifiutati di sparare su civili inermi. Per questo i loro superiori hanno dato ordine di fucilarli sul posto.
Libia: Lega diritti umani, esecuzioni sommarie in ospedali Tripoli
Parla il Raìs: la rivolta una farsa di ragazzini drogati da Al Qaeda.
Oppositore in esilio: ''Istruttori italiani tra le milizie di Gheddafi''
''Rielezione e 150.000 euro''. Deputato svela l'offerta per passare ai Responsabili
Libia: missili contro manifestanti, colpita moschea vicino Tripoli, è massacro
TRIPOLI - In Libia una pioggia di missili ha colpito la città di Zawia provocando un massacro. E’ quanto riferisce il corrispondente dell'al-Arabiya citando testimoni locali, i quali affermano di aver visto il minareto della moschea della cittadina della Tripolitania colpito da un missile aria-terra.
Libia: 'caschi gialli', i mercenari africani di Gheddafi, violentano donne, sgozzano uomini e bruciano vivi i civili
TRIPOLI - Continuano le rivolte antiregime in Libia. Assoldano mercenari africani che indossano 'caschi gialli'. Sono pagati 12mila dollari per ogni persona uccisa..
Alcuni testimoni hanno inoltre dichiarato che i membri di questo esercito irregolare vengono pagati mille dollari al giorno - un'altra versione parla di 12mila dollari per ogni civile ucciso. Altri riferiscono che i mercenari ricevono 500 dollari al giorno oppure hanno contratti da 18mila dollari.
I mercenari affiancarono le truppe libiche anche in guerra, ma non riuscirono a impedire nel 1987 la disfatta delle forze di Tripoli in Ciad dove abbandonarono nel deserto 7.500 caduti e un miliardo e mezzo di dollari di equipaggiamenti.
Non è neppure la prima volta che Gheddafi impiega milizie mercenarie per piegare le rivolte interne. Alla fine degli anni 90 le repressioni degli indipendentisti della Cirenaica e l'assalto alla roccaforte dei ribelli del Gruppo militante islamico libico sulle colline del Gebel el-Akhdar vennero affidate a un migliaio di mercenari serbi, professionisti della controguerriglia reduci della guerra etnica in Bosnia.
Gheddafi in bunker ordina massacri, Ue pensa a missione militare
"Gheddafi, addio per sempre" Bengasi festeggia la liberazione
Nelle strade della capitale degli insorti la gioia tra le macerie. I poliziotti sono fuggiti tutti. Il servizio d'ordine è in mano ai ragazzi, tutti giovanissimidal nostro inviato PIETRO DEL RE