giovedì 11 novembre 2010

Governo/ Berlusconi: In questo momento ho qualche difficoltà

Seoul, 11 nov. (Apcom) - Una frase in inglese, rivolta al premier vietnamita in un bilaterale a margine del G20. Ma tanto basta a rendere lo stato d'animo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ammette: "Nel mio Paese ho qualche difficoltà in questo momento". Il Cavaliere, giunto a Seoul questa mattina, più tardi si sposterà al Museo nazionale per la cerimonia d'apertura del G20, ma nel frattempo ha incontrato il primo ministro della Repubblica Socialista del Vietnam, Nguyen Tan Dung. In attesa dell'interprete, nelle prime battute del colloquio, Berlusconi ha dunque dipinto così in inglese il quadro della situazione: "In my country I have some difficulties in this moment".

mercoledì 10 novembre 2010

Inchiesta festini, per Perla l'agenzia vendeva candidature: "La società faceva capo a Dell'Utri"

Una compravendita di candidature sarebbe stata organizzata da un'agenzia pubblicitaria vicina al senatore Marcello Dell'Utri e a suo figlio. Gli aspiranti parlamentari in cambio di 100-150mila euro avrebbero avuto l'assicurazione di essere candidati alle elezioni del 2006. Ma i soldi, formalmente versati alla società per l'organizzazione della campagna elettorale, sarebbero andati a Forza Italia. Sono le ultime rivelazioni della pentita Perla Genovesi, l'ex assistente parlamentare del senatore del Pdl Enrico Pianetta, arrestata dai pm di Palermo, a luglio, nell'ambito di un'indagine su un narcotraffico. La donna, che ha fatto ai magistrati il nome di Nadia Macrì, la escort che ha raccontato di presunti rapporti sessuali a pagamento col premier Silvio Berlusconi, ha raccontato i retroscena di un vero e proprio "mercato" delle candidature che sarebbe ruotato attorno a Marcello Dell'Utri e a Forza Italia. 'Mi avvicinò una persona e mi disse che il figlio aveva lavorato con il figlio di Dell'Utri in un'agenzia di pubblicità e mi riferì praticamente che quelli che volevano una candidatura buona pagavano dai 150mila euro più o meno". Così la pentita Perla Genovesi, ex assistente parlamentare del senatore del Pdl Enrico Pianetta, ha raccontato ai pm di Palermo, che la interrogavano nell'ambito di un'inchiesta su un narcotraffico, di una presunta compravendita di candidature che sarebbe ruotata attorno a un'agenzia pubblicitaria del figlio di Dell'Utri. "Mi sfugge il nome dell'agenzia - prosegue la donna - che è sicuramente conosciuta. E' un'agenzia pubblicitaria dove praticamente facevano risultare questi soldi come una campagna elettorale per il politico. Sui soldi si poteva trattare, si poteva scendere anche a 100 dipendeva dalla candidatura, da quanto poteva essere buona". La pentita spiega che i soldi venivano formalmente imputati alle spese sostenute dall'agenzia per la pubblicità. Invece, parte sarebbe andata realmente alla campagna elettorale - ad esempio all'allestimento dei cartelloni -; il resto, la somma maggiore, sarebbe stata, invece, il corrispettivo versato in cambio della candidatura. "Il figlio di Dell'Utri lavorava in questa agenzia, però comunque c'erano molti ragazzi che lavoravano per dell'Utri - racconta - e allora dissi al senatore (Pianetta n.d.r.) che c'era questa possibilità che avrebbe dovuto pagare sui 100-150mila euro. Lui era un taccagno. Non lo vidi interessato. Aveva l'atteggiamento di chi non ha nessuna intenzione di spendere quei soldi, ma come se sapesse che lui non ne aveva bisogno, come se fosse abbastanza ammanicato per avere un'altra candidatura senza pagare". Al pm che le chiede a chi andavano i soldi, Genovesi risponde: "I soldi andavano al partito. Alla fine veniva pagata la candidatura. Era un'agenzia che faceva capo comunque a Dell'Utri o a Forza Italia". "Sarebbe stato legittimo - dice la pentita - se uno decideva di investire questi soldi per una campagna elettorale, ma non per avere una candidatura. E invece non era solo per la campagna pubblicitaria; era per avere la candidatura principalmente". Perla Genovesi sottolinea infatti ai magistrati che con la legge elettorale del 2006 fondamentale per l'elezione è la posizione nella lista. Essere nei primi posti garantisce di fatto il seggio. "La campagna pubblicitaria era una conseguenza, - conclude - anche perché se era una candidatura non c'era bisogno della campagna pubblicitaria, perché la campagna serviva per avere i voti, ma se loro mi davano una candidatura in una buona posizione non servivano i voti perché entravano comunque poi a far parte dei senatori. Insomma per come è la legge elettorale non e più tanto in base ai voti ma in base alla posizione nella lista".

Il Giornale di Berlusconi pubblica sondaggi senza dati

Senza precedenti. Sul Giornale di Berlusconi sondaggi senza dati, cifre, tabelle, numeri. Niente. Solo le riflessioni, le osservazioni e le considerazioni della sondaggista, Alessandra Ghisleri, che dirige Euromedia Research, l’istituto demoscopico di fiducia, di Forza Italia prima e del Pdl poi, in realtà la “casa madre” del Cav, che di lei si fida a occhi chiusi. I risultati del misterioso sondaggio? Gianfranco Fini trova consenso, ma, non vi scaldate, solo a sinistra. I voti di Berlusconi sono al sicuro, come se fossero in cassaforte. I consensi di Fini nascono dalla convention di Fli a Perugia e come si sa – avverte Ghisleri – queste manifestazioni regalano false aspettative, miraggi: due punti in più, per giunta passeggeri. Le analisi di Euromedia Research sono puntuali, efficaci, ma mancano del supporto indispensabile: le cifre. “Fini ha sfondato a sinistra – spiega la Ghisleri – e ha trovato consenso in chi da quella parte di elettori lo vede come il grimaldello per riuscire a ‘forzare’ l’inviolabilità del governo di Berlusconi. Quindi bisogna capire come reagirà l’elettorato. Ancora è troppo presto per dirlo”. Inoltre, secondo il sondaggio, il premier non avrebbe subito ripercussioni dal caso Ruby: “Non ha inciso sulla percezione del presidente da parte degli italiani. Alla gente interessa soprattutto ciò che un politico è capace di fare nella sua attività di governo e non quello che succede la sera nell’intimità di casa propria”. Belle spiegazioni, ma di che cosa pensi la gente, quale sia il campione degli intervistati, quali le domande e che tipo di risposte avute, nemmeno l’ombra.

martedì 9 novembre 2010

Emergenza Rifiuti in Campania? 20 anni di gestione Impregilo

Campania, che affare. 20 anni di lobby hanno devastato una regione: «La motivazione reale per la quale non vengono attuate misure di risoluzione come la raccolta differenziata risiede nel fatto che grosse lobby, del calibro di Impregilo, hanno interessi nella costruzione degli inceneritori, derivati dai famosi Cip6, i quali garantiscono ingenti finanziamenti per le fonti rinnovabili. Questo tecnicismo legislativo, tutto italiano, fa passare per fonti rinnovabili anche le “ecoballe” con i derivati inceneritori, che non lo sono per niente». ( ami) Le intercettazioni. Catenacci: «Fanno un affare da 1.325 miliardi» Bertolaso esclamò al telefono: «Mortacci» – Il calcolo delle ecoballe accatastate in giro per la Campania lo fa Corrado Catenacci. È il 7 marzo 2005, e alle 18.59 l’ex commissario telefona al capo della protezione civile Guido Bertolaso. Catenacci: «Ci sono almeno due milioni e mezzo di balle in tutta la Campania. Per quanto riguarda gli importi, secondo me sono circa 400 miliardi di lire».Bertolaso: «Perché loro bruciandoli ricavano energia elettrica, no?».
Leggi tutto.

LEADERSCIPP

Pubblicità Progresso.

Il bunganiere e un popolo di santi, poeti e navigatori. Alla pecorina.

La proposta di Fini

Dai gay ai fondi alla cultura

Alcune definizioni del popolo italiano (legge Fabio Fazio) - L'italiano ha un tale culto per la furbizia che arriva persino ad ammirare chi se ne serve a suo danno (Giuseppe Prezzolini) - Gli Italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre (Winston Churchill) - Un popolo di eroi di santi di poeti di artisti di navigatori di colonizzatori di trasmigratori (Benito Mussolini) - Questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti, di cognati... (Ennio Flaiano) - Popolo di navigatori che sbarca il lunario (Leo Longanesi) - Gli italiani guadagnano netto, ma vivono lordo (Giuseppe Saragat) - Gli italiani sono fatti così: vogliono che qualcuno pensi per loro. E poi, se va bene va bene. Se va male, ecco che lo impiccano a testa sotto" (Mario Monicelli) Leggi tutto.

Berlusconi contestato ovunque: Padova, Vicenza e L'Aquila

L'AQUILA - Non è una giornata positiva per il Presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi: tra Veneto e Abruzzo sta facendo il pieno di contestazioni. Quando questa mattina è arrivato tra gli alluvionati, ha trovato molti gruppi che lo contestavano sia a Vicenza che a Padova, al grido di "Dimettiti, mafioso" o con striscioni come "Voi donne & festoni, noi fango e alluvioni". La Polizia è intervenuta per disperderli, ma non prima che fotografi e TV immortalassero sia la rumorosa ma pacifica protesta che la carica violenta dei poliziotti. SItuazione simile si prospetta a L'Aquila, dove il premier è atteso tra poco. Nei pressi della caserma della Guardia di Finanza di Coppito, a poca distanza dal capoluogo abruzzese, si sono radunati molti manifestanti, con carriole piene di mattoni e cartelli come "Tu bunga-bunga, noi macerie macerie" o "Macerie di Democrazia - L'Aquila chiama Italia il 20 novembre". Ma anche uno striscione contro i poliziotti, messo davanti al cordone che gli stessi hanno formato per impedire alle persone di arrivare vicino alla caserma. Lo striscione riporta la scritta "Paramilitari in polo blu", ed è un chiaro riferimento alle tante aggressioni che gli aquilani hanno subito ogni volta che hanno provato a manifestare pacificamente (l'ultima volta a Roma, dove una ingiustificata carica provocò diversi feriti tra gli aquilani). L'unico incidente successo è stato quello ad Antonio Cicchetti, vicecommissario all'emergenza terremoto. La sua macchina è stata fermata da alcuni manifestanti; lui ha reagito con insulti ed uno dei manifestanti ha sferrato un calcio nella portiera, danneggiando l'auto. Poi la Polizia ha ristabilito la calma

Berlusconi e Bossi contestati a Padova

(ANSA) - ROMA - Tensioni davanti alla Prefettura di Padova con manifestanti che ha contestato l'arrivo del premier Berlusconi e del leader leghista Bossi, in citta' per l'emergenza maltempo. 'Mafioso, mafioso' e 'Dimissioni, dimissioni' sono stati alcuni degli slogan urlati dai manifestanti. Dai dimostranti e' anche partito un potente petardo, al quale le forze dell'ordine hanno risposto fronteggiando decisamente il corteo. Le forze dell'ordine hanno anche rimosso uno striscione di contestazione al governo.

GERMANIA - Verdi Bundestag: legalizzare le droghe per sconfiggere le mafie

La violenza infinita che colpisce il Messico scuote anche i politici tedeschi. Il deputato dei Verdi al Bundestag (Camera), Tom Koenigs, chiede che si legalizzino tutte le droghe per riportare la pace in quel Paese e in altri Stati del Centro America. Solo una decisa e progressiva depenalizzazione su scala mondiale di coltivazione, commercio e consumo delle droghe può porre fine a questa guerra, scrive Koenigs su Frankfurter Rundschau. "Una guerra che non può essere vinta dalla repressione militare, poliziesca, giudiziaria". L'esponente dei Verdi, che presiede la commissione dei Diritti Umani, scrive che nei Paesi produttori i governi vengono corrotti dalle mafie. Dopo decenni di infruttuose politiche antidroga è necessario un ripensamento radicale visto che il proibizionismo garantisce solo profitti alla criminalità. "Qualsiasi nuova misura militare, di polizia o penale aumenta il premio-rischi dei trafficanti", sostiene. Una politica sulle droghe drasticamente diversa non costituirebbe un pericolo per la Germania, scrive ancora Koenigs. La depenalizzazione non si tradurrebbe in più consumo o più morti per droga. "Il Portogallo, che nel 2001 è stato il primo Stato europeo a depenalizzarne il consumo, non è affatto divenuto quel paradiso per drogati paventato dagli apologeti di scenari apocalittici", conclude il deputato.

"Macerie di democrazia". Berlusconi arriva a L'Aquila tra le proteste

L'Aquila, 9 nov. (Adnkronos) - Alcune decine di persone stanno manifestando a L'Aquila a circa un chilometro dalla scuola sottufficiali della Guardia di Finanza di Coppito, dove è atteso il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per la cerimonia di consegna delle pubbliche benemerenze di prima classe ai vertici delle strutture operative impegnate durante l'emergenza che ha fatto seguito al terremoto del 2009. "Macerie di democrazia", "processo breve per lui ricostruzione lenta per noi" recitano alcuni degli striscioni esposti. Poi il manifesto "L'Aquila chiama Italia", per annunciare la manifestazione che si svolgerà nel capoluogo abruzzese il prossimo 20 novembre. Il presidente del Consiglio potrebbe seguire un percorso alternativo per evitare i dimostranti.

Italia-Libia, il governo va sotto alla Camera: Fli vota con l'opposizione

Roma, 9 nov. - (Adnkronos) - Il governo è stato battuto alla Camera nelle votazioni sulla revisione del trattato di amicizia Italia-Libia. L'emendamento di Matteo Mecacci, deputato dei Radicali del gruppo del Pd, sul quale il governo aveva espresso parere contrario, è stato approvato con 274 voti a 261. A votare a favore, oltre a tutte le opposizioni, anche Futuro e libertà. Era stato il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica a esprimere parere negativo sull'emendamento Mecacci, che sostanzialmente chiede di inserire nel trattato Italia-Libia la ratifica della convenzione Onu sugli immigrati. "L'azione del governo si muove in linea con l'accordo firmato tra l'Unione europea e la Libia lo scorso 24 ottobre, e la ratifica della convenzione Onu non è stata richiesta dall'Unione europea alla Libia. Sarebbe un di più", aveva spiegato Mantica. Mecacci, però, ha insistito sulla votazione e subito dopo, giudicando "condivisibili" le finalità dell'emendamento, era stato Benedetto Della Vedova, di Fli, ad annunciare il sostegno. Linea sposata subuito dall'Udc, con Luca Volonté, Pd, con Antonio Tempestini e dall'Idv. Immediata la reazione del Pdl: ''E' un voto irresponsabile che rischia di incentivare l'immigrazione clandestina - afferma il capogruppo a Montecitorio Fabrizio Cicchitto - . Questo voto èavvenuto anche per la responsabilita' determinante dei parlamentari del Fli". http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Italia-Libia-il-governo-va-sotto-alla-Camera-Fli-vota-con-lopposizione_311228459819.html