lunedì 29 agosto 2011

Confcommercio, stallo dei consumi 17 regioni sotto il livello del 2000

ROMA - "La debolezza dei consumi a livello pro capite, complice il biennio di crisi 2008-2009, lascia prevedere un rallentamento generalizzato dell'uscita dalla crisi tanto che, a fine 2011, ben 17 regioni su 20 rischiano di registrare un livello di consumi inferiore a quello del 2000". E' quanto rileva un'indagine della Confcommercio, che evidenzia i ritardi del Sud. Su 20 Regioni italiane, la dinamica dei consumi pro-capite indica che solo Friuli, Molise e Basilicata segnano livelli di consumi superiori a quelli di 11 anni fa.

Manovra, oggi il vertice Berlusconi-Bossi. A Milano sindaci in piazza contro i tagli

Bossi e Berlusconi (Adnkronos)
Roma, 29 ago. (Ign) - Giornata decisiva oggi per la manovra economica. Il presidente del Consiglio SilvioBerlusconi incontrerà ad Arcore il leader della Lega Umberto Bossi, alla presenza del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.

Intanto, oltre 800 sindaci scenderanno in piazza, oggi a Milano, per la manifestazione organizzata dall'Anci a partire dalle 11.00 all'Auditorium Gaber di palazzo Pirelli in piazza Duca D'Aosta, contro i tagli previsti dalla manovra e la norma sulla accorpamento dei piccoli Comunisotto i mille abitanti.

"Sarà una grande manifestazione bipartisan, hanno aderito 800 Comuni - ha detto ieri all'Adnkronos il presidente facente funzioni dell'Anci Osvaldo Napoli - sarà una manifestazione molto equilibrata anche perché, vista la situazione, siamo moderatamente ottimisti". La protesta, infatti, si svolgerà dopo una settimana di fitta trattativa con il ministro della Semplificazione Normativa Roberto Calderoli, il segretario del Pdl Angelino Alfano, e il ministro dell'Interno Roberto Maroni.

Usa: 20 morti per uragano, Irene ha raggiunto il Canada

Washington, 29 ago. (Adnkronos) - E' salito a 20 morti il bilancio delle vittime del passaggio di Irene da sabato mattina sui 1.200 chilometri della East Coast degli Stati Uniti.

Siria: attivisti, 8 civili uccisi nella notte da militari a Dayr az-Zor e Abu Kamal

Damasco, 29 ago. - (Adnkronos/Aki) - Otto civili sarebbero stati uccisi nella notte in Siria nelle citta' di Dayr az-Zor, nell'est, e Abu Kamal, non lontano dal confine con l'Iraq, durante proteste antigovernative iniziate dopo le preghiere della sera. Lo riferisce la tv al-Arabiya, che cita attivisti siriani. Sempre nella notte si sarebbero registrati interventi delle forze di sicurezza a Duma, nel sud, e a Homs (citta' a nord della capitale Damasco), nei quartieri di Bab al-Sibaa, Bab al-Dareeb e al-Marygeh.

Usa: Irene, 21 morti e 4 milioni al buio sulla East Coast

Usa: Irene, 21 morti e 4 milioni al buio sulla East Coast
NEW YORK - Quattro milioni di persone senza elettricita' e un bilancio provvisorio di 21 morti. L'uragano Irene, declassato a tempesta tropicale, presenta un conto meno salato delle attese, soprattutto a New York, dove si temeva il peggio. I trasporti pubblici sono ancora in ginocchio. "Le condizioni sono serie e i danni potrebbero essere di decine di miliardi di dollari", afferma il governatore del New Jersey, Chris Christie. Pochi danni a Washington, dove gli aeroporti sono stati riaperti e i voli accusano ritardi minimi. La North Carolina e' stata la piu' colpita con Irene che si e' abbattuta sulle sue coste quando era ancora un uragano di categoria 1.

Italia: il giorno della verità sui conti

Italia: il giorno della verità sui conti
ROMA - E oggi, dopo giorni di liti, accordi fatti a metà, dichiarazioni di pace, saranno Bossi e Berlusconi a mettere nero su bianco quali saranno le modifiche accettate e quelle invece scartate. Anche perché stasera alle 8 scade in Senato il termine per presentare gli emendamenti. L'incontro tra il premier e il leader della Lega ci sarà nel pomeriggio ad Arcore e parteciperanno anche i due capogruppo al Senato, il segretario del Pdl Angelino Alfano e Giulio Tremonti. Quest'ultimo in una posizione assai scomoda perché nel partito di Berlusconi attorno a lui c'è ormai molta freddezza e anche con il Carroccio da tempo non c'è più feeling.

Libia, scoperta nuova strage dei lealisti: 170 prigionieri uccisi e bruciati

Il portavoce di Gheddafi: il colonnello vuole negoziare Gli insorti: abbiamo preso Ben Jawad

Un ritratto di Gheddafi crivellato di colpi a Tripoli (foto Francois Mori - Ap)

ROMA - Calma oggi a Tripoli, dove però nella notte si sono sentite forti esplosioni e raffiche di armi automatiche, con scontri isolati fra lealisti e ribelli. L'aeroporto e la zona intorno sono stati messi in sicurezza ieri, assicurano i ribelli. Nel quartiere di Abu Salim, considerato pro-Gheddafi e teatro di violenti combattimenti nei giorni scorsi, la vita è ripresa, i negozi riaprono poco a poco e gli abitanti ripuliscono le strade dai resti degli scontri. Ieri, un convoglio da 60 a 80 veicoli delle forze lealiste è stato visto fuggire verso Bani Walid, un centinaio di chilometri a sud-est di Tripoli, località considerata pro-Gheddafi. I ribelli a Tripoli temono ancora le azioni di lealisti isolati, in particolare intorno all'aeroporto, dove si sospetta la presenza di cecchini. Intanto giunge notizia di una nuova strage compiuta dai fedelissimi di Gheddafi in fuga: circa 170 prigionieri sono stati uccisi e i cadaveri bruciati in un edificio a una trentina di metri dalla base della 32/a brigata, guidata da Khamis Gheddafi, a Salah Dein, sulla strada per l'aeroporto di Tripoli. Nell'edificio la scena è raccapricciante: gli scheletri si contano a decine, mentre all'esterno altri cadaveri non dati alle fiamme hanno piedi e mani legati. Di fronte all'edificio c'è un blindato per il trasporto prigionieri. La base della 32esima brigata è stata rasa al suolo dai raid notturni della Nato che per diverse ore hanno martellato la caserma. I principali edifici del compound sono devastati, mentre i tuwar (i combattenti rivoluzionari) rastrellano la zona alla ricerca di munizioni, mezzi e soldati del rais di cui non sembra esserci più traccia nel raggio di diversi chilometri.

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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=161073&sez=HOME_NELMONDO

IRAQ: ATTENTATO SUICIDA CONTRO UNA MOSCHEA A BAGHDAD, 29 MORTI

(AGI) - Baghdad, 29 ago. - Un attentato suicida contro una moschea sunnita a Baghdad ha causato almeno 29 morti, tra cui un parlamentare, e 35 feriti. Ad essere colpita la moschea di Umm al-Qura nela quartiere occidentale di Al-Ghazaliyah della capitale. Lo riferiscono fonti militari.

Prodi: sì al referendum elettorale "Vado in comune e firmo"

Messaggio del Professore sul suo sito web: "E' tempo di restituire ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti, e il referendum è lo strumento giusto per farlo"

"Per abrogare la legge Calderoli ben venga un Referendum che, ripristinando il Mattarellum, solleciti il Parlamento a tornare ad un sistema elettorale rispettoso dei diritti dei cittadini e coerente con una democrazia bipolare". L'ex premier Romano Prodi si è schierato al fianco del fronte dei referendari, ed ha annunciato, con un messaggio sul proprio sito web, che martedì al suo rientro a Bologna, andrà in Comune a firmare per il referendum promosso da Arturo Parisi. "E' tempo di restituire ai cittadini italiani - ha scritto il Professore - il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. Tutti hanno toccato con mano quanti guasti abbia prodotto un Parlamento di nominati, determinando una forte perdita di credibilità nelle istituzioni, e il loro allontanamento dai cittadini. Di fronte alla grave crisi economica e sociale che scuote il mondo e l'Europa, l'Italia appare più fragile e a rischio anche perché il Parlamento e i parlamentari non sembrano disporre agli occhi dei cittadini della pienezza della legittimità e di quel rispetto dei quali oggi ci si sarebbe bisogno. Noi sappiamo da sempre che all'origine di questa situazione sta la legge elettorale che dai suoi stessi autori è stata definitivamente denigrata con la qualifica di 'porcata'. Abbiamo perciò bisogno di una nuova legge elettorale e occorre assolutamente approvarla prima di nuove elezioni".
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La P3, la P4 e quei milioni regalati la pista del denaro porta al Cavaliere

Sei procure, sei filoni d'indagine, migliaia di pagine agli atti. Tutte le inchieste che negli ultimi mesi hanno intrecciato il mondo della politica hanno un filo conduttore comune. Fatto di bonifici, assegni e faccendieri di CONCITA DE GREGORIO

QUELLO CHE abbiamo smesso di chiederci è perché, per conto di chi. Assuefatti all'omeopatico dilagare della corruzione che ha trasformato l'Italia nel paese del "che male c'è, così fan tutti", tutti colpevoli nessun colpevole, scivoliamo distratti sui resoconti di giornata dei giornali, tanto si sa come va il mondo. Sei Procure, sei filoni di indagine, migliaia e migliaia di pagine agli atti. Berlusconi ha regalato a Dell'Utri dieci milioni di euro? Un uomo generoso, beato lui che ce li ha. Angelucci ha estinto il mutuo da otto milioni di Denis Verdini? Ah. Walter Lavitola, curatore testamentario della un tempo gloriosa testata L'Avanti! paga uno stipendio mensile al procacciatore di protesi e di prostitute Tarantini, rimborsato dal presidente del Consiglio? Era prevedibile, Tarantini del resto ("le donne e la cocaina favoriscono gli affari", un maestro del pensiero) in qualche modo doveva essere messo in salvo. Meglio soldi che un seggio in parlamento, in fondo. Fu Verdini ad avvisare Caldoro, allora candidato alla presidenza dalla regione Campania, che c'era un dossier "tipo Marrazzo" sul suo conto? Gentile. Del resto fu Berlusconi in persona ad avvisare Marrazzo. Voleva aiutarlo, certo. Un gruppo di faccendieri scambia le sorti politiche di Cosentino con la legge sull'età pensionabile dei giudici. Normale. Si attiva per far pagare alla Mondadori solo il 5 per cento di quel che deve alla Agenzia delle entrate? Gianni Letta segue la vicenda di persona? Vabbè, se è per pagare di meno, chi non lo farebbe, potendo. Ecco, bisognerebbe ritrovare lo stupore, almeno. Se non l'indignazione la consapevolezza dell'enormità di ciascuna di queste notizie. Ricominciare a chiedersi: ma perché? Per conto di chi? Il Grande Corruttore ha comprato ogni cosa, persone e beni, ha disinnescato alla fine l'unica arma per lui davvero letale: l'intelligenza, la capacità di ciascuno degli italiani di darsi risposte in proprio, senza delegare. Eppure non è difficile, basterebbe riportare tutto alla dimensione propria e ragionare sui soldi. Come se fossero i nostri, i vostri. Può una persona che guadagna 4000 euro al mese, come dice di sé uno degli indagati P3, spenderne 1000 per invitare ogni giovedì a cena degli amici? Non può, voi non potreste. Dunque chi lo ripaga, per conto di chi lo fa, e perché? Quando qualcuno vorrà scrivere finalmente in chiaro la storia di come affondò nel pantano da lui stesso progettato l'impero di Silvio B. dovrà raccontare non di donne e di magio e, il collante del ricatto che tutti ammutolisce. Vediamo. I PRESTITI INFRUTTIFERI Vuol dire regalo. Non rendono niente, soldi a perdere. Abbiamo qui, venti pagine di relazione della GdF, la relazione sui soldi regalati negli ultimi tre anni da Berlusconi a Dell'Utri. Dieci milioni in tre parti: il 22 maggio 2008 attraverso il Monte dei Paschi, filiale di Segrate (la stessa che stipendiava le Olgettine), febbraio e marzo 2011 su Banca Intesa. Coprono uno scoperto di oltre 3 milioni di euro di Dell'Utri, e sette avanzano.
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Tremonti al telefono con il Cavaliere "Stop attacchi, il decreto è anche tuo"

Tremonti al telefono con il Cavaliere  "Stop attacchi, il decreto è anche tuo"

L'ultimo colloquio tra i duellanti alla vigilia del summit di Arcore per decidere gli emendamenti alla manovra. Resta il gelo, ma il ministro non farà le barricate. Per il ministro dell'economia unico punto non modificabile sono i saldidi CARMELO LOPAPA

ROMA - L'ultima, algida telefonata intercorsa tra la dimora di Arcore e il rifugio di Lorenzago non ha sciolto il gelo di questa vigilia. Così, il premier Berlusconi e il suo ministro Tremonti si presentano all'appuntamento decisivo di questa mattina con lo stato maggiore della Lega senza uno straccio di accordo preventivo tra loro due che sarebbero pur sempre i firmatari della manovra da 45 miliardi. Al Cavaliere il responsabile dell'Economia si è ritrovato a chiedere conto degli attacchi frontali e ormai senza sosta dalla sponda pidiellina. Un fuoco di fila al quale lui ha opposto solo il silenzio, come ha fatto notare al premier, e dal quale come al solito il premier ha preso le distanze. Tremonti ripete quel che sostiene da giorni e cioè che tutti tirano al piccione della manovra "come se il decreto fosse solo mio", come se non fosse stato approvato da tutto il Consiglio dei ministri all'unanimità. Il professore le sue carte intende giocarsele in prima persona e de visu questa mattina al tavolo di Arcore. Se qualcosa trapela, alla vigilia, è che non si immolerà a questo punto per la difesa a oltranza dell'Iva, sebbene l'innalzamento di un punto preferirebbe rinviarlo alla riforma fiscale. Né per una riapertura del capitolo pensioni, né insisterà sui tagli ai Comuni. L'unica linea del Piave che difenderà a spada tratta sarà il mantenimento dei saldi invariati. E dei tempi celeri. Ma farà presente tanto al Senatur quanto al Cavaliere, ancora una volta, che la manovra varata il 12 agosto è stata "apprezzata" da Bruxelles e cambiarle i connotati aprirebbe a nuovi scenari, imprevedibili. Detto questo, le perplessità sul florilegio di ipotesi e di modifiche maturate nel partito, ma anche dal Carroccio. Ecco, sullo spettacolo al quale si sta assistendo da una settimana a questa parte, una volta tanto non la pensa diversamente dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ha parlato di "gara a chi inventa la tassa più esotica". Isolato, forse. Ma non sconfitto, giurano i suoi. Comunque per nulla disposto a gettare la spugna. Un isolamento anche fisico che ha voluto frapporre con Roma e le mediazioni di questi giorni. Dopo l'intervento al Meeting di Cl Tremonti è tornato a Lorenzago di Cadore dove si è rifugiato dopo Ferragosto. Le dimissioni, raccontano, non sono un'ipotesi che abbia mai preso in considerazione. E quando lo sottolinea lo fa ancora con una punta di velenosa presunzione, convinto com'è che il presidente del Consiglio non potrebbe permettersi di dimissionare il ministro dell'Economia che è "l'unico interlocutore credibile per l'Europa".
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"Nell'affare Falck anche le Coop" le accuse lambiscono il Pd nazionale

Le indagini dei pm di Monza Walter Mapelli e Franco Macchia: la partecipazione delle cooperative sarebbe stato "snodo fondamentale" per l'esito e per il "loro rapporto organico con i vertici nazionali" del partito di SANDRO DE RICCARDIS e WALTER GALBIATI

MILANO - Le cooperative dovevano "necessariamente" entrare nell'affare dell'area Falck di Sesto San Giovanni. Per i pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia, che indagano sul sistema di presunte tangenti e che hanno chiesto l'arresto dell'ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati e del suo braccio destro Giordano Vimercati, la presenza del Consorzio cooperative costruttori di Bologna era la condizione per "compiacere la controparte politica nazionale". Proprio indagando sul ruolo del consorzio, la procura intende chiarire i legami tra gli affari e i casi di presunte corruzioni a Sesto e il partito nazionale. Secondo i pm, l'imprenditore Giuseppe Pasini, uno dei grandi accusatori di Penati, accetta le coop perché le riconosce come "snodo fondamentale per il buon esito dell'affare" e per il "loro rapporto organico con i vertici nazionali del Pds". "Stupisce - scrivono i pm - come a fronte delle inadempienze del socio emiliano (la Ccc non pagherà la quota per rilevare i terreni), Pasini riconosca loro il diritto a entrare in ogni caso nell'affare senza chiedere corrispettivi né pretendere indennizzi, ma anzi pagando mediazioni inesistenti", fino a 3,5 milioni di euro ai due professionisti Francesco Agnello e Giampaolo Salami, che stando all'inchiesta, ricevettero quattro pagamenti da 620mila euro senza realizzare nulla. Dazioni che sarebbero "destinate a regolare i conti, a spese di Pasini e non di tasca loro, con la politica a livello centrale". Il costruttore è chiaro con i pm: "Non potevo contraddire le coop se non rischiando di affossare tutta l'operazione, perché sono il braccio armato del partito". L'area Falck fu acquistata nel 2000. L'input di coinvolgere i bolognesi sarebbe arrivato direttamente dall'allora sindaco Penati e da Vimercati. Lo racconta ai pm Luca Pasini, figlio del costruttore. "Durante la trattativa conobbi Degli Esposti e un certo Salami come rappresentanti delle coop: ci venne detto, mi pare da Vimercati, che avrebbero garantito la parte romana del partito".
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Gb, la nuova rivolta del tè inglesi contro il cambio di miscela

Il leggendario marchio Twinings cambia la formula del suo prodotto più popolare, l'Earl Grey. I fedelissimi del gusto tradizionale protestano. La casa britannica si difende: "Temono le novità"dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - "Se hai freddo, una tazza di tè ti riscalda", assicurava il primo ministro britannico William Gladstone nel 1865, "se sei depresso, ti rincuora, se sei agitato, ti rilassa". E così via: milioni di inglesi continuano a pensare che il tè, alle cinque del pomeriggio per chi ama le tradizioni o a qualsiasi ora, sia una panacea contro tutti i mali, il fedele compagno dell'esistenza. Ma adesso il marchio che per trecento anni ha popolarizzato la bevanda nazionale del Regno Unito ne ha cambiato la formula, alterando il sapore, ed è come se a Londra fosse scoppiata la rivoluzione. La Twinings, il cui fondatore aprì nel 1706 la prima "tea room" a due passi da Trafalgar Square, ha modificato gli ingredienti della sua miscela più amata, l'Earl Grey, diventata così famosa che per molti è ormai sinonimo del tè. L'idea era di compiacere i consumatori, naturalmente dopo una ricerca di mercato, offrendo loro bustine dal gusto ancora più gradevole - e aumentando le vendite, che è sempre l'obiettivo in operazioni simili. Senonché si è ottenuto l'effetto contrario: un'insurrezione. Il nuovo gusto, scrive un fedelissimo al Daily Mail, è come "un detersivo al limone". Un altro lo paragona a un "sapone per lavastoviglie". Un terzo non trova neppure le parole: "Non posso descrivere quanto è orribile il nuovo Earl Grey. Prima aveva un sapore meraviglioso, questo sa di liquido per lavare i piatti". E ancora: "terribile disappunto", "autentica schifezza", "ridateci il vecchio gusto". Qualcuno ha lanciato una campagna su Facebook, la piazza digitale della nostra era, raccogliendo migliaia di adesioni: restituiteci l'Earl Grey originale, è il loro grido di battaglia. Il glorioso brand inglese è strettamente legato alla storia del tè britannico. La "tea room" aperta da Thomas Twinings sullo Strand fece fortuna, la società che portava il suo nome iniziò a guadagnare soldi a palate e a partire dal 1831 ne fece ancora di più con il lancio dell'Earl Grey. Il nome era ispirato dal primo ministro dell'epoca, Charles Grey. Il sapore, secondo la leggenda, fu trovato per caso, quando diplomatici in Cina inviarono a Londra casse di tè e di arance al bergamotto: durante il lungo viaggio per nave, le foglie di tè assorbirono il gusto delle arance e nacque la nuova miscela.
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Da Tarantini alla P4: i soldi che Silvio regala

Concita De Gregorio ci racconta la storia dei prestiti di Berlusconi.

L’elenco diventa sempre più imbarazzante. Quello dei beneficiati di Berlusconi, poi, ha una specificità: quasi sempre si tratta di inquisiti. Concita De Gregorio ci regala due paginone su Repubblica su tutti i soldi che Silvio regala:

Vuol dire regalo. Non rendono niente, soldi a perdere. Abbiamo qui, venti pagine di relazione . della GdF, la relazione sui soldi regalati negli ultimi tre anni da Berlusconi a Dell’Utri. Dieci milioni in tre parti: il 22 maggio 2008 attraverso il Monte dei Paschi, filiale di Segrate (la stessa che stipendiava le Olgettine), febbraio e marzo 2011 su Banca Intesa. Coprono uno scoperto di oltre 3 milioni di euro di Dell’Utri, e sette avanzano.
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“Le agevolazioni alla Chiesa restano”

Il segretario del PdL Alfano mette il veto

Stop alle chiacchiere. Quella che sembrava una battaglia persa in partenza alla fine è stata persa anche all’arrivo. Angelino Alfano, segretario del PdL, chiude alla possibilità di discussione sulle agevolazioni alla Chiesa. Ne parla Maria Antonietta Calabrò sul Corriere:

Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha rassicurato la Chiesa italiana. Nulla cambierà rispetto alla «necessità di una fiscalità favorevole per i beni e le opere di matrice cattolica» perché Chiesa e non profit sono — soprattutto in un momento di crisi — la «ricchezza dei poveri». Mentre è falso («sono bugie») che la Chiesa «beneficia di esenzioni dall’Ici anche per attività commerciali». Nero su bianco, Alfano ha scritto una lettera al direttore dell’Avvenire pubblicata ieri nella pagina degli editoriali. Il testo è stata una risposta immediata a un durissimo commento firmato sabato dal direttore del giornale dei vescovi Marco Tarquinio contro chi, secondo Tarquinio, per attaccare la Chiesa ha usato cifre fantasiose e inventato privilegi che non esistono.
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Rai, Report ancora a rischio

La Gabanelli a Repubblica: sono ancora senza contratto

Report, l’unica trasmissione d’inchiesta nel panorama della tv italiana, è ancora a rischio? La Rai giura di no, ma Milena Gabanelli non ne è convinta. E a Leandro Palestrini di Repubblica segnala di essere ancora senza contratto:

«IL 31 agosto scade il mio impegno con la Rai e l’azienda non mi ha ancora dato la bozza del contratto. Sono preoccupata, come tutti quelli che stanno con me nella squadra di Report e che hanno lavorato l’intera estate per andare in onda regolarmente ». Dopo aver vinto la battaglia per la tutela legale del suo programma di inchieste, Milena Gabanelli si trova di fronte a un bivio: accettare il contratto last minute che le offre la Rai («ora dicono che entro lunedì avrò la bozza») o passare armi e bagagli a La 7, dove per lei le porte sarebbero spalancate, visto che Paolo Ruffini (ex RaiTre) sarà il nuovo direttore.

Il compenso di Milena Gabanelli si aggira sui 180mila euro l’anno, non tra i più alti, nonostante Report sia tra i programmi più seguiti della domenica sera. Qual è quindi la ragione dei tanti ostacoli alla sua messa in onda?
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Usa: Irene lascia New York, si muove verso il New England

Nueva York, 28 ago (dpa) - La tormenta tropicale "Irene" si e' lasciata alle spalle New York per procedere in direzione nord, verso il New England. Al momento i danni registrati in citta' sembrerebbero inferiori alle aspettative - malgrado le centinaia di migliaia di persone rimaste senza elettricita' e gli allagamenti - anche perche' nel momento in cui l'uragano doveva investire la citta' con la massima violenza e' stato declassato a tempesta tropicale.