martedì 29 marzo 2011

Pubblica amministrazione, il commissario di Stato impugna la legge sulla semplificazione

In particolare la norma oggetto del ricorso, riguardante la trasformazione in ente economico del Cas (Consorzio autostrade siciliane), viola gli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione

PALERMO. Il commissario dello Stato per la Regione siciliana ha impugnato parzialmente la legge sulla semplificazione nella pubblica amministrazione. Il commissario ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale l'art.23 del disegno di legge n. 520-144 bis/A dal titolo "Disposizioni per la trasparenza, la semplificazione, l'efficienza, l'informatizzazione della pubblica amministrazione e l'agevolazione delle iniziative economiche. Disposizioni per il contrasto alla corruzione ed alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Disposizioni per il riordino e la semplificazione della legislazione regionale". In particolare - dice la nota del commissario - la norma oggetto del ricorso, riguardante la trasformazione in ente economico del Cas (Consorzio autostrade siciliane), viola gli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione.

Guerra in Libia: l’Italia smascherata e umiliata

Guerra in Libia: l'Italia smascherata e umiliata

L'Italia smarrita alla ricerca di un copione dopo il mancato coinvolgimento nella videoconferenza tra USA, Francia, Gran Bretagna e Germania.

Ieri, con un uno-due che solo l'arroganza francese avrebbe potuto concepire, Sarkozy ha smascherato il bluff diplomatico italiano sulla Libia. Prima la dichiarazione congiunta Parigi-Londra a prefigurare per il vertice di oggi una «soluzione politica» della crisi libica fondata su un dialogo nazionale e un processo democratico di cui il Consiglio nazionale temporaneo - già riconosciuto da Parigi - dovrebbe essere il motore. Niente di concreto, tutti auspici più che ovvii e condivisibili, ma nelle stesse ore da Roma e Berlino non usciva alcun comunicato, il che evidenziava come la sponda tedesca vantata da Frattini in questi giorni in contrapposizione all'asse anglofrancese fosse solo un gioco di specchi; poi, la videoconferenza pre-vertice convocata da Sarkozy con Cameron, Obama e la Merkel, ad evocare una guida politica "a quattro" della crisi libica che incredibilmente includeva la Germania, astenuta sulla risoluzione dell'Onu e del tutto assente dalle operazioni, ed escludeva l'Italia, che con le sue basi e il comando dell'embargo navale Nato svolge comunque un ruolo di primo livello. Uno schiaffo tremendo, che oltretutto certificava come non esistesse alcun asse diplomatico Roma-Berlino.

Un'umiliazione che andrà restituita a Parigi con gli interessi alla prima occasione utile, ma che non è decisiva, come spiega Vittorio Emanuele Parsi su La Stampa, e, anzi, è anche lo specchio delle «debolezze» francesi e tedesche:

«La partita vera si gioca oggi a Londra. E per quel che riguarda il ruolo dell'Italia, il comando delle forze impegnate nel blocco navale, l'inclusione nel Gruppo di contatto e la partecipazione attiva a una coalizione sotto la guida della Nato pesano molto di più che l'esclusione, pur immeritata e sgarbata, da una teleconferenza organizzata all'ultimo momento per lenire l'orgoglio ferito di Sarkozy».

In questi casi, quindi, sdrammatizzare sul momento è d'obbligo, per non accentuare ulteriormente l'accaduto. Epperò, alla luce dell'appuntamento di oggi a Londra, e anche considerando l'ondata di clandestini che sta approdando sulle nostre coste nell'indifferenza dell'Ue, faremmo comunque bene a cogliere quest'occasione per fare un po' di sana autocritica sui limiti, direi l'inconsistenza della posizione dell'Italia, che dalle operazioni in Libia resta con un piede dentro e uno fuori aspettando un Godot che le restituisca magicamente il "posto al sole" perduto.
All'inizio Gheddafi non andava «disturbato»; seguono giorni di imbarazzato silenzio, poi sì all'intervento, ci siamo anche noi ma anche no, «i nostri aerei non spareranno»; l'idea di aspettare che maturino le condizioni per una «fase di mediazione» viene abbandonata per una «soluzione politica» basata sul dialogo nazionale fra le tribù; intanto, Berlusconi che si dice «addolorato» per il raìs; adesso si farebbe di nuovo strada l'ipotesi dell'esilio. Tutto e il contrario di tutto, insomma, fuor ché l'unica scelta che ci avrebbe fatto recuperare il terreno perduto: partecipare ai raid sulle forze del regime.

Continua ...

http://www.agoravox.it/Guerra-in-Libia-l-Italia.html

LIBIA: DA DOMANI AEROPORTO TRAPANI RIAPERTO A TRAFFICO CIVILE

(ASCA) - Roma, 29 mar - L'aeroporto di Trapani riaprira' al traffico civile. E' questo l'accordo raggiunto tra Aeronautica Militare ed Enac. Lo rende noto il ministero della Difesa. L'intesa prevede l'apertura parziale al traffico commerciale, che tecnicamente avra' effetto sin da domani, per quattro velivoli civili per un massimo di 18 voli giornalieri.
La decisione si e' resa possibile, sottolinea la Difesa, ''sia pure superando difficolta' varie, in considerazione sia della ridislocazione degli assetti aerei militari sia grazie alla ottimizzazione delle varie attivita' operative, a seguito del passaggio di competenze sotto comando Nato''.

Lirio Abbate: “Cosa nostra spara se scrivi dei suoi affari”

Dalle nuove intercettazioni di Brusca spunta il progetto di colpire il giornalista che da anni denuncia i rapporti tra i padrini e la politica. La sua è una vita passata in prima linea, prima scrivendo per l’Ansa e ora pubblicando articoli scomodi dalle colonne dell’Espresso.

“Sai cosa volevo fare da giovane? Il cronista sportivo”. Invece sono quattro anni che vive sotto scorta. La mafia lo vuole uccidere, vuole eliminareLirio Abbate per quello che ha scritto e continua a scrivere, prima all’Ansa, poi nel libro “I complici”(con Peter Gomez) e ora sull’Espresso. L’ultimo avvertimento l’ha svelato La Stampa su un’indagine della procura di Messina per un progetto di attentato di Cosa nostra e ‘Ndrangheta contro “quel giornalista”. Lirio sfoglia distrattamente il giornale, legge la notizia. Non appare stupito. Se possibile, sembra abituato: “È che in parte già lo sapevo, ero stato avvertito dalle forze dell’ordine: sono bravissime a prevenire e intervenire. E comunque è ‘solo’ l’ennesimo avvertimento-minaccia contro di me, sia a Palemmo (ci tiene a mantenere una lieve inflessione isolana), sia a Roma…”. Come è iniziato tutto? Quando la squadra mobile di Palermo ha scoperto l’intenzione di un gruppo di Brancaccio di farmi fuori. In quel periodo di cosa ti occupavi? Di più cose, su più fronti. Come sempre. Però ho capito una cosa… Quale? Che in Sicilia gli investigatori sono in grado di svelare le mosse dei mafiosi. Vedi, rispetto al passato quando ci furono giornalisti ammazzati dalle mafie, oggi possiedono gli strumenti e l’esperienza per contrastare. Quanti e quali segnali di pericolo hai subito? Ti faccio un esempio: dopo le prime minacce, ritennero opportuno allontanarmi dalla Sicilia. Andai a Roma, ma dopo qualche mese tornai a Palermo. Pochi giorno trovarono un ordigno in un’auto parcheggiata sotto casa. Poi ci fu l’episodio con Leoluca Bagarella. Impressionante, quanto inedito. Durante un processo, chiese di poter rilasciare delle dichiarazioni. E mi attaccò personalmente. Ti ricordi cosa disse? Eccome, ma non è il caso di ripetere le parole esatte. Perché Bagarella ce l’aveva con te? Avevo svelato l’assetto di Cosa Nostra in quel periodo, gli accordi, le nuove strategie maturate in carcere tra i corleonesi e i catanesi. Ma il problema era un altro: Bagarella, dal 41-bis, sapeva cosa scriveva l’Ansa e chi era l’autore. Si interessava di informazione?

Continua …

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/29/%E2%80%9Cho-fatto-i-nomi-la-mafia-mi-vuole-morto%E2%80%9D/100675/

Energie alternative: creata la «foglia» artificiale. «Riscalda da sola una casa»

Sviluppata dagli scienziati del Mit potrebbe rivoluzionare il settore soprattutto nei Paesi in via di sviluppo

MILANO - Una foglia artificiale che riscalda un intero appartamento. Alcuni studiosi l'hanno già definita «il Santo Graal della scienza» e affermano che grazie al suo ulteriore sviluppo ogni casa del futuro potrebbe riuscire a produrre autonomamente l'energia elettrica di cui ha bisogno. Questa cella solare, sviluppata da un gruppo di ricerca del Massachusetts Institute of Technology (Mit) guidato dal professor Daniel Nocera e presentata al 241esimo meeting nazionale dell'American Chemical Society ad Anaheim, in California, è grande più o meno quanto una carta da poker e riproduce il processo di fotosintesi clorofilliana delle piante trasformando la luce del sole e l'acqua in energia. Ma con una sostanziale differenza: l'energia prodotta dalla foglia artificiale è 10 volte superiore a quella creata dalla fotosintesi naturale.

PAESI IN VIA DI SVILUPPO - Come racconta il tabloid britannico Daily Mail non è la prima volta che degli scienziati portano a termine un'invenzione del genere. Circa dieci anni fa John Turner, ricercatore del «U.S. National Renewable Energy Laboratory» di Boulder, in Colorado, aveva creato il primo prototipo di foglia artificiale, ma il suo costo era troppo elevato e l'energia prodotta era scarsa. La cella del Mit invece risulta davvero singolare: piazzata in un recipiente pieno d'acqua ed esposto al sole essa impiega dei materiali relativamente a buon mercato come catalizzatori fatti di nichel e di cobalto che sono in grado di accelerare le reazioni chimiche e di dividere l'acqua nei suoi due componenti principali, idrogeno e ossigeno. Una volta separati, i due elementi vengono inviati in una cella a combustibile e utilizzati per creare energia elettrica. Gli studiosi stimano che oggi con meno di 4 litri d'acqua la foglia artificiale riesca a produrre l'elettricità necessaria per riscaldare una casa in un paese in via di sviluppo. Nei test portati avanti dagli scienziati del Mit la foglia artificiale ha dimostrato di poter funzionare continuamente per almeno 45 ore senza alcun calo di attività.

Continua ...

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/energia_e_ambiente/11_marzo_29/foglia-artificiale-energia-francesco-tortora_c20e2f38-59f5-11e0-b755-6c1c80e280c5.shtml

“Hanno tentato di comprarmi con due milioni e la rielezione”

Stefano Esposito del Pd rivela un tentativo di corruzione alla Camera

Avanti il prossimo. Dopo il caso Bucchino un altro deputato del Pd, Stefano Esposito, racconta di essere stato vittima di un tentativo di compravendita da parte del centrodestra.

DALLA ANNUNZIATA – L’adescatore, scrive il Corriere della Sera? «Giuseppe Graziani — rivela l’onorevole piemontese— Mi ha chiesto di passare con i Responsabili». E lui? «Gli ho risposto “mica sarai matto?”. Io lavoro perché Berlusconi cada». Nel nuovo programma di Lucia Annunziata su Rai3, «Potere», Esposito dice che Graziani gli avrebbe offerto la ricandidatura e anche del denaro per la campagna elettorale. «Con quello che il premier ha speso per le sue feste mi aspetto almeno due milioni…», racconta di aver detto all’emissario del Pdl. Il quale avrebbe risposto così: «Stiamo parlando di una cosa seria che passa attraverso la tua rielezione».

CHI E’ GRAZIANI? - Di Graziani si era parlato in occasione della denuncia di Gino Bucchino, deputato Pd, sempre per un tentativo di rielezione. All’epoca, ricorda il Corriere,

Il deputato del Pd ha dichiarato di aver ricevuto un’offerta di 150 mila euro da parte di un emissario dell’onorevole Verdini del Pdl, tale Giuseppe Graziani, a fronte delle spese elettorali e la garanzia di rielezione in cambio della sua adesione al Pdl. Il procuratore della repubblica Giovanni Ferrara e l’aggiunto Alberto Caperna, titolari di un’altro fascicolo processuale analogo aperto nello scorso dicembre sulla base di un esposto presentato sempre dal leader dell’Idv, potrebbero quindi convocare a breve il parlamentare del Pd. «Ho incontrato Bucchino, e con lui altri sei o sette parlamentari, ma non ho mai offerto soldi. Volevo che nascesse un sottogruppo nel Gruppo misto intitolato ai socialisti», ha detto il leader di Rifondazione socialista Giuseppe Graziani commentando le accuse di Gino Bucchino.

Master alla Bocconi, Oggi conferma: “La Santanchè non l’ha mai fatto”

Continua la querelle sul titolo di studio del sottosegretario. Nulla è cambiato sul sito del Governo: dov’è l’attestato di frequenza?

Nulla è cambiato. Eppure la diretta interessata l’aveva detto: “Metterò online le prove di quanto affermo”. E non l’ha fatto. Parliamo di Daniela Santanchè, sottosegretario del governoall’Attuazione del Programma, concessionaria della pubblicità per il Giornale di Alessandro Sallusti e gran polemista televisiva con delega generale all’attacco di Gianfranco Fini per conto del governo di SilvioBerlusconi. Una donna in carriera, una donna competente, una donna forte.

TITOLO DI STUDIO – Ma un po’ approssimativa nell’attribuirsi titoli e meriti, visto quanto ha scoperto, un po’ di tempo fa, il settimanale Oggi, diretto concorrente di Chi, l’ammiraglia per famiglie della Mondadori di Marina Berlusconi: il “Master SDA Bocconi”, ostentato dal sottosegretario sul suo sito personale presso il web del Governo, è falso. Oggi è andato nella sede della scuola postgraduate della Bocconi per verificare, e nulla risulta riguardo una partecipazione della Santanchè ai programmi di studio di eccellenza dell’università milanese. Il sottosegretario aveva assicurato che tutto sarebbe stato chiarito, ma così non è stato. E Oggi, dunque, ha di che insistere.

Altro che master. Quello conseguito da Daniela Santanchè alla Bocconi nel 1993 non era neppure un corso post-universitario: era aperto anche ai non laureati. E non è durato un anno, come sostiene la sottosegretaria: i giorni di lezione in aula furono appena 24. Tre ogni mese, per otto mesi. Il settimanale Oggi (in edicola da mercoledì)torna sulla vicenda del falso Master Sda Bocconi che la Santanchè afferma di avere conseguito nel proprio curriculum sul sito internet ufficiale del governo italiano. L’università milanese ha già confermato che la sottosegretaria non l’ha mai ottenuto.

Continua ...

http://www.giornalettismo.com/archives/119635/master-alla-bocconi-oggi-conferma-la-santanche-non-lha-mai-fatto/

Iraq: assalto a Tikrit, 45 morti

(ANSA) - BAGHDAD - E' salito ad almeno 45 morti il bilancio dell'attacco di un commando armato nella sede del consiglio provinciale di Tikrit, in Iraq, dopo che le forze di sicurezza sono riusciti a liberare l'edificio dai terroristi che si erano asserragliati al suo interno. Lo dice un responsabile della sanita' irachena, Jasim al-Dulaimi. Fra i morti, 3 consiglieri della provincia, 7 insorti e un giornalista che lavorava per la Reuters. La tv pubblica irachena ha fornito un bilancio di 38 morti e 67 feriti.

Scuola, al via mega class action pubblica: 40mila precari chiedono la stabilizzazione

Roma, 29 mar. (Adnkronos) - ''E' partita oggi la più grande class action pubblica mai avviata in Italia. Al centro, il mondo dell'istruzione, rappresentato dai precari della scuola e dai professori universitari a contratto, che dichiarano guerra allo Stato Italiano allo scopo di far valere i propri diritti''. Lo annuncia il Codacons spiegando che ''il primo passo di tale mega-azione collettiva è stata la notifica oggi di una diffida al Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, e a quello della P.A., Renato Brunetta, con la quale40mila precari della scuola chiedono la stabilizzazione della propria posizione lavorativa, e 30mila euro ciascuno di risarcimento per le mancate retribuzioni corrisposte e per i danni subiti''.

''Analoga diffida - prosegue il Codacons - è stata presentata per conto di circa 12mila professori universitari a contratto, operanti nelle facoltà di tutta Italia. Si tratta di una categoria nata nel 1998 per volere dell'allora ministro dell'Università Luigi Berlinguer, e che, pur avendo compiti e mole lavorativa del tutto identica ai docenti interni, riceve un trattamento economico da fame, che si aggira sui 4 euro l'ora, la metà di una colf!! Tali insegnanti, inoltre, sono del tutto privi di copertura previdenziale e assistenziale''.

''La diffida - spiega il Codacons - è volta ad ottenere il ripristino della legalità con conseguente riconoscimento in favore dei professori a contratto sia del rapporto di impiego a tempo indeterminato sia della giusta retribuzione relativa, del trattamento previdenziale e assistenziale, oltre al pagamento delle differenze retributive già maturate negli ultimi 5 anni''.

La class action avviata dal Codacons, che a breve approderà al Tar, prosegue l'associazione di Consumatori, ''poggia le sue basi sulle leggi comunitarie in materia di contratti a termine, da anni disapplicate dallo Stato Italiano, ed è avvalorata da numerose sentenze dei tribunali di tutta Italia, che riconoscono i diritti degli insegnanti. L'ultima, in ordine di tempo, la sentenza del Tribunale di Genova, che ha condannato il Ministero dell'Istruzione a risarcire 15 docenti precari, per il mancato rispetto delle direttive europee che obbligano gli stati membri a limitare il ricorso ai contratti a termine''.
Continua ...

Foto e video agghiaccianti dall’Afghanistan: Rolling Stone pubblica nuove foto scattate da militari Usa (immagini)

Foto e video agghiaccianti dall’Afghanistan: Rolling Stone pubblica nuove foto scattate da militari Usa (immagini)
KABUL - Rolling Stone America pubblica nuove immagini raccapriccianti scattate dai soldati americani in Afghanistan con corpi di afghani uccisi e mutilati. Ma non solo, anche due video. Il primo, realizzato nel 2009, è un " videoclip" girato dai militari nel quale vengono trucidati alcuni civili, su cui i soldati hanno montato una colonna sonora rock, e titoli di coda con i crediti del cortometraggio. Rolling Stone mostra sul proprio sito un estratto del filmato, il cui originale dura ben 15 minuti.
Il secondo video, girato sempre da un commando statunitense, poi diffuso tra i commilitoni, è la documentazione agghiacciante dell'agguato compiuto a due uomini afghani in bicicletta, freddati senza aver loro prima intimato di fermarsi e poi ripresi e fotografati ormai cadaveri tra le risate dei soldati.
Già nei giorni scorsi il magazine tedesco Der Spiegel aveva pubblicato alcune foto "horror" dal fronte afghano, molto imbarazzanti non solo per il Pentagono, ma forse per tutti gli occidentali, impegnati nelle cosiddette guerre umanitarie e giuste. Rolling Stone ne pubblica altre, insieme con questi due video, che completano se possibile il quadro.
A giudicare da quello che si vede sembrerebbe che l’uccisione di civili inermi sia per le truppe statunitensi un motivo per festeggiare. “La maggior parte delle persone all’interno dell’unità non amava il popolo afgano” ha spiegato uno dei soldati sotto processo.
Tra i soldati, la collezione di queste foto veniva visto come un macabro “ricordo” di guerra.