Dopo il referendum: ondata di antigoverno
ROMA - Il voto referendario ha dato un’ulteriore stangata alla coalizione di centrodestra. Un vero e proprio crollo di fiducia costante si registra nei confronti di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere sembra, così pagare il successo elettorale della coalizione di centrosinistra.
Dopo il referendum si parla di una vera e propria ondata antigoverno. I cittadini hanno mostrato una grande attenzione verso il referendum. Oltre ventiquattro milioni di persone, tra domenica e lunedì, si sono recati alle urne, ben il 57% dell’elettorato italiano. Si è registrato una grandissima prevalenza di bocciature delle proposte di governo, sintomo di un chiaro ed esteso parere della popolazione contro l’esecutivo. Questo fenomeno coinvolge non solo il centrosinistra, ma anche la coalizione opposta. Secondo delle analisi scientifiche, diversi elettori di centrodestra si sono recati alle urne con l’intenzione di votare al referendum con un “si” , nonostante le indicazioni delle forze politiche per cui parteggiavano suggerissero il contrario. Nello specifico: più del 20% dell’elettorato del Pdl e il 50% dei quello leghista ha votato contro la propria coalizione. Un segnale chiaro ed evidente della delusione del popolo nei confronti dell’attività del governo.
Questi dati stimolano una crescente avversità bei confronti del premier: un trend che non smette di crescere ormai da diversi mesi. Il declino di Silvio Berlusconi è iniziato con l’esito delle amministrative prima e confermato con quello del referendum poi. A pagarne le conseguenze non solo il Cavaliere, ma tutta la coalizione di centrodestra. Secondo un sondaggio di Ipr Marketing, la coalizione composta da Pd, Sel, Verdi, Idv, Psi e radicali è al 42,5%, Pdl e Lega si attestano al 39%, mentre il Terzo Polo si ferma al 13%. Il gradimento del premier scende al 29% .
Un sorpasso eclatante della coalizione del centrosinistra, testimoniata proprio dalle cifre.
In cima alla classifica di gradimento dei ministri, però, c’è Angelino Alfano, ministro della Giustizia e nominato dal Cavaliere segretario di partito con la speranza di mettere ordine nelle file del Pdl. Il ministro guadagna ben due punti, abbastanza per farlo schizzare in testa alla classifica.
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni si posiziona al secondo posto con il 53% delle preferenze, seguito, con un punto percentuale di differenza, da Mauizio Sacconi ministro del Welfare. In calo anche Giulio Tremonti, più volte finito contestato dalla sua stessa maggioranza.