Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
sabato 18 giugno 2011
Vendola: non si vince al centro ma con il popolo del referendum
«Eravamo in tanti a non aver capito e sono felice che Bersani abbia chiarito. Se il tema è quello della sfida, allora siamo d'accordo. Naturalmente il tema per noi non è la sfida politica alla cultura della Lega e del centrodestra. La nostra sfida è contro quella cultura che ha fatto del centrodestra italiano un blocco sociale che ha danneggiato pesantemente il Paese». Così il leader di Sel, Nichi Vendola, commenta, a margine dell'assemblea nazionale di Sel, la replica del segretario del Pd Pier Luigi Bersani che da Genova chiarisce che la sua non era un'apertura al Carroccio ma una sfida vera e propria. «Comunque - ribadisce Vendola - sono contento di questo chiarimento e di questa correzione di rotta di Bersani».«Non si vince al centro, si vince quando la politica viene percepita come strumento di cambiamento reale».E «la politica del centrosinistra sarà vincente solo se si riconnette alla vita». Per questo «il principale alleato da cercare è il popolo del referendum», ha detto il leader di Sel, Nichi Vendola, aprendo l'assemblea nazionale del partito in corso a Roma. «Il centrosinistra - ha ricordato - ha giocato molto sulla spallata parlamentare» ma nelle elezioni amministrative, nei ballottaggi, nel referendum «il politicismo e la politologia hanno perso. Ha perso lo schema delle alleanze a tavolino, la costruzione della cronologia che porterà alla vittoria». Nonostante ciò «persiste ancora l'idea che si vinca al centro. E non vale la domanda: 'cos'è il centro?' È quello che mette al centro la famiglia tradizionale? E chi ha portato oggi quella famiglia alla povertà? Bisogna uscire da questi schemi perché non significano niente, smettere di inseguire formule alchemiche con cui la politica cerca di individuare l'identikit del leader vincente che tende ad assomigliare sempre al candidato avversario».
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http://www.unita.it/italia/vendola-non-si-vince-al-centro-br-ma-con-il-popolo-del-referendum-1.305477
Libia: scontri vicino Misurata, 10 ribelli uccisi
Boom in tv e sul web per Santoro
Lo spettacolo del conduttore a Bologna per la festa della Fiom con Benigni spinge gli ascolti di Current tv. Ma i dati sono inferiori a "Raiperunanotte". E scatta il trend topic su Twitter
Sindaco: Napoli non avra' siti in piu'
Tunisia: niente basi a Nato contro Libia
Usa tiene 11 iraniani nelle sue prigioni senza alcuna prova
Italia: oggi a Milano manifestazione pro-palestinese contro occupazione israeliana
Le manifestazioni in solidarietà e contro la feroce aggressione di Gaza da parte di Israele che si conclusero proprio nella stessa piazza Duomo, criminalizzate perchè le migliaia di musulmani osarono pregare in quella piazza, oggi, invece, viene concessa per la kermesse israeliana, dimenticando la pulizia etnica che quotidianamente il popolo palestinese subisce.
A Napoli corsa contro il tempo per rimuovere la spazzatura
Gli operatori dell'Asia lavorano 24 ore su 24, a terra circa 2mila tonnellate di rifiuti. In città miasmi, topi e blatte.
Spazzatura che, con il caldo, fermenta generando non solo miasmi, ma anche il proliferare di insetti, blatte e topi. Situazione critica sia nelle periferie come Pianura, dove sia ieri che questa notte centinaia di sconosciuti hanno rovesciato cassonetti in strada bloccando il traffico, ma anche in centro.
Disagi nella zona della cosiddetta "city", a due passi da Palazzo San Giacomo, sede del Comune, nelle stradine dei Quartieri Spagnoli e nel quartiere Montecalvario. Nel pomeriggio di ieri, nel corso della notte e in mattinata, diversi i raid ad opera degli abitanti esasperati dai cumuli e dai cattivi odori. Non va meglio in altre zone della città come via Foria, piazza Cavour, via Marina e le arterie che conducono alla zona collinare.
Se pensate che la Guerra Fredda sia finita vent’anni fa…
Luca Barbareschi: “Mai chiesto favori alla P4″
Processo a Berlusconi: Attanasio, "Mai dati 600 mila dollari a Mills"
Sconfessata la versione difensiva del premier
Udienza che come sempre ha avuto i suoi guai procedurali. L'avvocato difensore del premier, il deputato Pdl Nicolò Ghedini, ha chiesto che l'esame di Diego Attanasio - teste chiave per accusa e difesa - avvenisse nelle forme dell'articolo 210 del Codice di Procedura Penale cioè come imputato di un reato connesso, per una condanna di primo grado che Attanasio - imprenditore napoletano - ha ricevuto dal Tribunale di Salerno. Ma il Tribunale, dopo un'ora di Camera di Consiglio, ha rigettato la richiesta. La differenza non è poca: come teste ex articolo 210, Attanasio avrebbe potuto non rispondere alle domande; invece ha dovuto rispondere a tutto con la consapevolezza che una dichiarazione falsa poteva aprire un processo per falsa testimonianza.
Durante l'esame testimoniale, l'imprenditore campano ha negato di aver versato 600 mila dolari a Mills o che l'avvocato inglese si sia tenuto questi soldi, per qualunque motivo. Questo è il punto focale del processo: secondo l'accusa, i soldi sono stati dati a Mills da Berlusconi, tramite il suo manager - ora defunto - Bernasconi, come affermato dall'avvocato inglese in una lettera inviata al suo comercialista, che ha dato il via all'indagine; secondo la difesa e secondo una versione data da Mills ai giudici italiani (ma mai supportata da prove), quei soldi provenivano dal teste odierno. Versione sentita da Attanasio sia nel processo Mills che in questo. Ma in realtà tutto questo fa solo parte dell'ostruzionismo difensivo fatto dai legali, dato che la verità processuale è stata accertata nel processo a carico di Mills.
Ora la prossima udienza è stata fissata il 19 settembre, deludendo le richieste del Pm Fabio De Pasquale di finire la parte testimoniale entro la fine di luglio.
Silvio Berlusconi era in aula oggi, ma non c'erano i suoi sostenitori radunati fuori dal Tribunale. Ha assistito all'intera udienza, ma senza andare alla ricerca dei giornalisti, come ha sempre fatto. Segno che è molto pensieroso.
Vendola a Bersani: no a dialogo con Lega e Tremonti, parte peggiore del centrodestra
Berlusconi in aula al processo Mills. Attanasio: ''Mai dati quei 600mila dollari''
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Berlusconi-in-aula-al-processo-Mills-Attanasio-Mai-dati-quei-600mila-dollari_312145539378.html
Pdl: Giovanardi a Berlusconi, se si va avanti cosi', ce ne andiamo dal partito
Afghanistan: ordigno contro convoglio Nato nell'Est, 4 guardie morte
PROCESSO MILLS: DIFESA BERLUSCONI, CONSIDERARE ATTANASIO TESTE-IMPUTATO
LIBIA: NYT, SU INTERVENTO USA OBAMA RESPINSE PARERI AVVOCATI PENTAGONO
Così la P4 voleva attaccare la Boccassini
Quella vecchia storia della rissa del figlio per attaccare sui giornali il Pm di Milano.
Luigi Bisignani, agli arresti, e la sua rete di contatti. E’ la P4, il teorema che i pubblici ministeri di Napoli stanno mettendo in piedi per tentare di spiegare il giro di informazioni filtrate, sussurri a mezza bocca, piccole spinte per promuovere questo o quell’altro esponente politico gradito alla cricca di turno. E’ il sistema dei ricatti di stato gestito da Bisignani e Papa, che aveva voce in capitolo su tutte le nomine importanti all’interno della Pubblica Amministrazione. E Bisignani, “uomo di relazioni”, gestiva questo scambio, questo flusso di notizie interessanti per qualcuno e distruttive per qualcun altro.
CONTRO LA BOCCASSINI – Le cronache di oggi, su tutti i giornali, parlano del coinvolgimento nei verbali della P4 di alcuni esponenti del governo Berlusconi, soprattutto di tre ministri, donne: la Prestigiacomo, la Carfagna e la Gelmini. C’è poi un’altra donna che è finita nella rete, una rete che però, in quella sede, fungeva più da trappola che da altro. Parliamo di Ilda Boccassini e di quella vecchia storia della rissa del figlio, per la quale il giovane finì sotto processo – per essere poi prosciolto.
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http://www.giornalettismo.com/archives/130055/cosi-la-p4-voleva-attaccare-la-boccassini/
Prestigiacomo, Carfagna e Gelmini: le ministre al telefono con la P4
Nella rete di Bisignani anche le tre componenti dell’esecutivo, nonché Daniela Santanché.
Luigi Bisignani, l’uomo di relazioni, l’uomo della rete informativa che per i Pm di Napoli è P4, è associazione a delinquere finalizzata alla rivelazione del segreto istruttorio. Chi sa è più forte, in posizione migliore, più abile e più pericoloso di chi non sa. E il Bisignani, ora agli arresti, sapeva molto. Metteva bocca: “Il mio parere è sempre ascoltato”, diceva di sé.
MINISTRE – Da molti, ed importanti, esponenti politici. Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera tira in ballo ben tre nomi di rilievo, apparsi dal nulla sui verbali dell’inchiesta napoletana. Siamo alle prese con tre ministre dell’attuale esecutivo: tutte e tre, chi più chi meno, avrebbero intrecciato contatti e interessi proprio con Bisignani, per motivazioni ogni volta differenti.
Ci sono i contatti con il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo che è stata intercettata mentre era nell’ufficio dell’uomo d’affari e proprio su questo è stata ascoltata nei mesi scorsi dalla Procura di Napoli. Non è l’unica. Ci sono anche quelli con la titolare dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che Bisignani lo avrebbe consultato frequentemente, come lei stessa avrebbe confermato quando i pubblici ministeri le hanno chiesto di chiarire la natura di alcune conversazioni.Riecco la Casta: “I rimborsi ai partiti? Salgono del 1000%!”
I conti della Pubblica Amministrazione sembrano impazziti. I rimborsi elettorali ai partiti crescono a dismisura. Intanto le agenzie di rating ci declassano.
E due: dopo Standard & Poor’s, anche Moody’s declassa l’Italia e il suo debito pubblico. Outlook, il che sarebbe a dire, le prospettive del nostro paese sul versante economico, non sono allegre, anzi, tutt’altro: e che cosa impariamo, leggendo il Corriere della Sera di oggi? Che la nostra classe politica non sembra imparare mai il senso della misura. Sergio Rizzo sul giornale di Via Solferino rispolvera l’antica polemica che diede il via al fenomeno editoriale-popolare della “Casta“: i costi della politica. E si finisce per capire che la macchina dello Stato, della Burocrazia, e del Parlamento, ma più che altro del Governo, è ormai in maniera permanente del tutto fuori controllo.
RIALZI STRATOSFERICI – Siamo alle spese pazze, e ai rialzi del tutto ingiustificati dei rimborsi elettorali dei partiti – quelli che una volta si chiamavano finanziamenti pubblici alla politica, poi abrogati per referendum e rientrati dalla finestra come per magia.
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Rifiuti: Napoli, proteste e roghi
Trasporti: soppresso treno a Bologna
Caso Mills, al via il processo a Milano. Berlusconi in aula davanti ai giudici
Rai: Pardi (Idv), rinunciare a 'Report' e' fare favore a comitati di affari
Libia: Obama ignoro' alcuni pareri autorevoli su autorizzazione Congresso
FIOM: BENIGNI, L'ITALIA S'E' DESTA VOI SIETE L'ITALIA MIGLIORE
Ciancimino, spunta un nuovo pizzino Sospetti su organi istituzionali
Le frasi riportate nel biglietto del '93 tirerebbero in ballo il capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno. E torna in piedi l'ipotesi che Provenzano abbia in qualche modo collaborato all'arresto di Totò Riina
di ALESSANDRA ZINITI
Nel pieno della stagione delle stragi, ai piani alti dei palazzi istituzionali c'era qualcuno che parlava con Massimo Ciancimino e si interessava della situazione giudiziaria di Don Vito, in quel momento detenuto. Il pizzino che sembra confermare quanto dichiarato recentemente da Massimo Ciancimino, in carcere da quasi due mesi per calunnia aggravata e per il rinvenimento di candelotti di esplosivo nel suo giardino, è stato depositato agli atti del processo Mori dal pm Nino Di Matteo insieme ad un migliaio di pagine. Il pizzino, questa volta, sembra autentico. Grafia di Massimo e carta d'epoca, ha stabilito la polizia scientifica. In quell'appunto, rinvenuto solo il 22 aprile scorso in uno sgabuzzino nella disponibilità di Ciancimino finora mai scoperto dalla polizia, Massimo - erano i primi mesi del 1993 - dava al padre indicazioni criptate: "Per papà. Ho visto Giancarlo come da appuntamento: ho posto i tre quesiti ('T', '18 P' e se era possibile prima della Cass. andare a casa). Mi ha detto che fino ad ora non ci sono novità. Restano i vecchi accordi presi con te". E poi ancora: "T non fa niente prima della sentenza P - prosegue - Dichiarazioni dei pentiti (nuovi) su di te non dicono nulla. Le ha lette. Aspetta insediamento del nuovo a Palermo. (E' amico), per sapere notizie dei nuovi assetti. Per quanto riguarda P si preoccupa di interventi esterni e per poterli arginare ha bisogno di parlare con te. Abbiamo stabilito che è il caso che vi incontriate al più presto. Come te lo spiego giorno 12 al colloquio".
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Finmeccanica e le talpe in procura una rete per proteggere Guaraglini
Così Bisignani mosse Papa dopo la doppia inchiesta di Napoli e Roma sulla società oggetto di indagine