venerdì 17 giugno 2011

Ustica, spunta documento Nato "Quella sera c'erano 21 aerei militari" Querelato il volantino del museo

Il fascicolo testimonierebbe la presenza di velivoli contemporaneamente al DC9 dell'Itavia precipitato in mare nel 1980. Giovanardi: "E' una bufala". Sul depliant del museo la querela dell'ex capo di stato maggiore, il generale Bartolucci.

Bologna, 17 giugno 2011 - Un documento della Nato, citato nel dispositivo di sentenza-ordinanza del giudice Rosario Priore, testimonia la presenza nei cieli di Ustica di 21 aerei militari contemporaneamente ad DC9 dell'Itavia precipitato in mare con il suo carico di 81 passeggeri. A mostrarlo per la prima volta in assoluto e' il giornalista Andrea Purgatori, ospite questa mattina della trasmissione in onda su Rai Tre "Agora'".

Il documento, inviato dalla Nato, oltre ai magistrati, anche alla presidenza del Consiglio e al ministero della Difesa, pare dunque smentire le ricostruzioni secondo le quali il DC9 volava, quella sera del 27 giugno del 1980, in un cielo sgombro da altri mezzi e certifica, invece, la presenza nelle sue immediate vicinanze di 21 aerei militari e di una portaerei; si tratta per lo piu' di velivoli britannici e americani, ma di cinque non viene rivelata la nazionalita' (l'ipotesi fatta in trasmissione e' che si possa trattare di aerei e libici).

Questa testimonianza, assieme a numerose perizie, spiega la presidente dell'associazione delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti, in collegamento dal museo della memoria di Bologna, e' alla base della sentenza del giudice Priore che e' arrivato a concludere che l'aereo civile e' stato abbattuto nel contesto di un'azione di guerra, rigettando la tesi dell'esplosione della bomba a bordo, che ancora trova illustri sostenitori, come il sottosegretario Carlo Giovanardi.

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http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/politica/2011/06/17/526445-ustica_spunta.shtml

Israele impone nomi ebraici a vie di Gerusalemme Est

Israele impone nomi ebraici a vie di Gerusalemme Est

A partire da giovedì 16 giugno, il municipio sionista che in mano il controllo di Gerusalemme, ha imposto a vie e luoghi della capitale della Palestina nomi ebraici.

Dunque non più la via “Sultan Suleiman” ma la via “Eliahu”. Le porte della città, “Al-Amud” e “As-Sahira” hanno nuovi nomi. La polizia è dappertutto e proprio presso le porte nei giorni scorsi sono stati distrutti alcuni edifici, ricordo dell’identità arabo-islamica, e sono stati costruiti dei parchi costellati di bandiere israeliane.

Non è una novità e a partire dal 1948, quando Israele annunciò la sua illegale esistenza sulle terre altrui, iniziò a cambiare i nomi dei villaggi e delle città palestinesi.

L’esperienza di 63 anni dimostra che il cambio dei nomi, il cambio della struttura cittadina e il cambio forzato dell’assetto demografico, sono una politica di lenta colonizzazione attuata da Israele, che in questo modo tenta di distruggere l’identità palestinese per fagocitare sempre maggiori terreni.

La parte ovest di Gerusalemme è vittima di questo processo lento e malefico dal 1948 e Gerusalemme est ha subito lo stesso trattamento dal 1967. L’obbiettivo chiaro come il sole degli israeliani e di unire le due parti e proclamare la città propria capitale.

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http://italian.irib.ir/analisi/commenti/item/93359-israele-impone-nomi-ebraici-a-vie-di-gerusalemme-est

Giappone, iniziano a depurare acqua radioattiva

Giappone, iniziano a depurare acqua radioattiva
TOKYO - L'operatore della centrale nucleare giapponese colpita dal terremoto e dallo tsunami ha detto di aver iniziato oggi il procedimento per ripulire l'acqua radioattiva, dopo una serie di guasti che hanno provocato dei ritardi. Il pericolo era che la crescente quantità di acqua radioattiva fuoriuscisse dalle vasche riversandosi in mare nel giro di una settimana, avevano detto alcuni funzionari. Tokyo Electric Power Co ha utilizzato grandi quantità di acqua per raffreddare i tre reattori della centrale di Fukushima Daiichi danneggiati dal terremoto dell'11 marzo scorso e dallo tsunami che hanno messo fuori uso i sistemi di raffreddamento. La gestione dell'acqua contaminata è diventata uno dei problemi più gravi da risolvere dato che nell'impianto - in cui sono conservate circa 110.000 tonnellate di acqua altamente radioattiva - non c'è più spazio per contenerla. Tepco, con l'aiuto del gruppo francese Areva, della società americana Kurion e di altre compagnie, sta sperimentando un sistema che permette di decontaminare l'acqua radioattiva per riutilizzarla nel raffreddamento dei reattori. Tuttavia, in una battuta d'arresto di questo processo, Tepco ha detto che ieri dell'acqua è fuoriuscita da un impianto utilizzato per assorbire il cesio. Il funzionario della Tepco Junichi Matsumoto ha detto ai giornalisti che punta ad avere un sistema funzionante appieno al più tardi nella giornata di oggi. Se questo sistema non dovesse funzionare, a partire dal 20 giugno potrebbe non esserci più spazio per conservare l'acqua contaminata, che di conseguenza verrebbe riversata in mare, secondo quanto detto da Tepco. Lo ha riferito Reuters.

Immigrazione, Farnesina : Unhcr smentisce Frattini

Immigrazione, Farnesina : Unhcr smentisce Frattini
ROMA - Le dichiarazioni rilasciate dal ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, sull'immigrazione hanno provocato la reazione della portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite. Le dichiarazioni di Frattini a proposito di un coinvolgimento dell'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati (UNHCR) nella prevenzione dei flussi di immigrati clandestini provenienti dalla Libia, hanno provocato la reazione di Laura Boldrini, che ha smentito ogni tipo di coinvolgimento riguardante tali operazioni e ha ribadito la propria contrarietà a ogni azione di respingimento in mare di migranti diretti verso le coste italiane.In una nota di risposta, la Farnesina ha inteso rassicurare la portavoce dell'UNHCR, sul fatto che Frattini non intendeva in nessun modo riferirsi ad un presunto coinvolgimento dell'UNHCR nelle attività di rimpatrio. Il Ministro Frattini - prosegue la nota del Ministero degli Esteri - si riferiva invece alla prospettiva che con il CNT si possano finalmente dischiudere quelle auspicate prospettive e opportunità di collaborazione tra la nuova Libia e l'UNHCR che erano state tuttavia negate con il regime di Gheddafi. La Farnesina auspica che l'UNHCR potrà positivamente cogliere tali opportunità di collaborazione.Lo riferisce l'Asca.

Libia: raid Nato sbagliato, feriti 16 combattenti anti-Gheddafi

Libia: raid Nato sbagliato, feriti 16 combattenti anti-Gheddafi
AJDABIYAH – Ennesimo fiasco militare della Nato che nell’ultimo raid su Ajdabiyah ha finito per colpire le postazioni delle forze anti-Gheddafi, ferendo 16 combattenti. Lo ha riferito stamane (Venerdì) alla Reuters il portavoce dei rivoluzionari Farag al-Moghraby, che ha citato Amreer Gabs la località precisa dove è avvenuto il raid. Ajdabiyah è una città strategica giusto ad ovest della roccaforte dei rivoluzionari, Bengasi.

Iran/nucleare: dichiarazione congiunta presidenti Cina e Russia in sostegno a Teheran

Iran/nucleare: dichiarazione congiunta presidenti Cina e Russia in sostegno a Teheran
MOSCA – Il presidente russo Dmitry Medvedev e il suo pari cinese Hu Jintao hanno ribadito il loro sostegno al programma nucleare civile dell’Iran ricordando che Teheran ha il diritto di usare l’energia nucleare. Secondo la Reuters, in una dichiarazione congiunta rilasciata giovedì, i due capi di Stato hanno espresso il loro sostegno a Teheran nella questione del nucleare. Mercoledì, il Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi aveva spiegato che il presidente Ahmadinejad aveva espresso la sua predisposizione a dialogare con le grandi potenze per quanto riguarda il programma nucleare della Repubblica Islamica. Hu Jintao, che ha incontrato pochi giorni fà il presidente Ahmadinejad ad Astana a margine del vertice dei paesi dell’Organizzazione di Shanghai, aveva espresso anche in quella occasione il suo supporto al diritto dell’Iran all’uso pacifico della tecnologia nucleare.

Israele: 7 miliardi di dollari di armi vendute nel 2010

Israele: 7 miliardi di dollari di armi vendute nel 2010
TELAVIV – Il regime sionista ha annunciato che a dispetto della crisi finanziaria ha registrato un notevole rialzo nelle sue vendite militari che nel 2010 sono giunte alla quota di 7 miliardi di dollari. Secondo Press TV, il generale Udi Shani, direttore generale del Ministero per gli Affari Militari, ha spiegato che le vendite sono aumentate senzo però citare i paesi che hanno acquistato armi da Israele.

P4, caccia alle divise infedeli al servizio di Bisignani e Papa

Il ruolo del carabiniere La Monica, i rapporti con gli 007: così ricevevano informazioni sulle inchieste in corso.

di Leandro Del Gaudio

NAPOLI - Una pen drive sequestrata, ma anche contatti che spingono a guardare negli apparati delle forze dell’ordine, a cercare eventuali collegamenti con la P4. Scenario investigativo facile da intuire, ventiquattro ore dopo gli arresti del lobbista Luigi Bisignani (ai domiciliari) e l’ordine di arresto per il parlamentare-magistrato Alfonso Papa (la Camera si riunisce il prossimo 22 giugno per valutare l’ordinanza emessa dal gip di Napoli). Oltre cento testimoni in Procura, l’inchiesta punta in alto o contiene elementi degni di approfondimento, specie per quanto riguarda il presunto «sistema informativo parallelo» costruito sull’asse Papa-Bisignani, con il contributo di esponenti delle forze dell’ordine non ancora identificati. Lo scorso marzo Bisignani è stato chiaro: «In alcuni casi ho riportato informazioni al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta». Poi: «A lui - ha insistito il faccendiere - riportavo quanto Papa mi relazionava, in merito a notizie che acquisiva grazie ai suoi legami con ambienti giudiziari». Un passaggio smentito dallo stesso sottosegretario. Ascoltato come testimone (quindi non in presenza di un difensore e in mancanza di contestazioni della Procura), Letta viene tirato in ballo anche nel corso delle dichiarazioni rese ai pm napoletani dal direttore de L’Avanti Valter Lavitola, a proposito del curriculum di Enrico La Monica che tanto si affaticava nella raccolta di informazioni, in vista di una nomina nei servizi segreti: «Avrei potuto fare ben poco per aiutarlo - spiega Lavitola - dal momento che come è noto in Italia chi decide effettivamente su tutto ciò che riguarda i servizi, civili e militari, è Gianni Letta con il quale io non sono in buoni rapporti». Un punto di merito per il sottosegretario, visto il coinvolgimento poco chiaro di Lavitola quest’estate nella vicenda della casa di Montecarlo e del cognato di Fini.

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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=152991&sez=HOME_INITALIA

Cortei anti-regime in Siria, forze di sicurezza sparano: 19 morti

Tra le vittime ci sarebbe anche un minorenne. L'agenzia ufficiale parla anche di tre poliziotti feriti.

Damasco, 17 giu. (TMNews) - Le forze di sicurezza siriane hanno aperto il fuoco contro migliaia di manifestanti che protestavano contro il regime in varie città del Paese, provocando almeno diciannove morti secondo i militanti.
Tra le vittime, ha denunciato l'attivista Malath Aumran, che fa parte del gruppo dell'opposizione Comitati locali per il coordinamento della Siria, ci sarebbe anche un 13enne, Anas Al-Hariri di Dael, ucciso nel sud del Paese. Il presidente dell'Osservatorio siriano dei diritti umani Rami Abdel Rahmane, raggiunto al telefono a Londra, da parte sua ha fatto riferimento di un numero indeterminato di "vittime" fra i manifestanti a Baniyas, nell'ovest del Paese. I dimostranti hanno lanciato "slogan ostili al regime e di solidarietà con le città assediate dall'esercito", ha proseguito Rahmane.
Da parte sua, il militante Abdallah al Khalil ha affermato che circa 2.500 persone hanno sfilato a Tabqa (nord). Il militante Hassan Berro ha da parte sua spiegato che cortei hanno richiamato oltre 3mila manifestanti ad Amouda (nord), che hanno rivendicato libertà, democrazia e riconoscimento costituzionale del popolo curdo, 4mila a Qamishli (nordovest) e 1.500 a Ras el-Ayn (nordovest).
L'agenzia ufficiale siriana Sana ha parlato invece di "tre poliziotti feriti" da parte di "uomini armati" nel quartiere di Qabune a Damasco, mentre "altri" sono stati feriti a Homs. Ha d'altra parte menzionato "raduni" - cosa rarissima per l'agenzia siriana - in molte città, tra cui Damasco, Hama e Deir Ezzor. Centinaia di dimostranti sono stati inoltre dispersi con la forza a Sweidat, città meridionale, mentre raduni ci sono stati anche nella regione Damasco, Daraa (sud), Jableh (ovest), nella città di Sarakeb (nordovest), Rastan (centro), Ksayr (centro), Maarat el Naaman (ovest), Talbisseh (centro), Lattachia (ovest) e Mayadine (est).

L’Italia come il Maghreb. L’informazione 2.0 o la democrazia ai tempi di B.

Non diversamente da quanto avviene nei paesi dell’altra sponda del Mediterraneo, di fronte a un controllo dell’informazione che si fa sempre più stringente, l’Italia cerca spazi di libertà e di democrazia sul web in una misura crescente. E’ questa, credo, la vera novità dei recenti appuntamenti elettorali. A ben guardare, in effetti, si tratta di un fenomeno anche molto precedente la primavera araba e che tuttavia ha assunto dimensioni rilevanti in tempi più recenti. Per poi determinare largamente l’esito referendario, come molti autorevoli commentatori concordemente osservano, in una misura di gran lunga maggiore rispetto all’informazione ufficiale. Che appare, e per molti versi è (non solo nei casi limite dei tg di regime), troppo supina rispetto al potere politico. In parte succube ai suoi desiderata, in parte complice. Comunque inadeguata.

La rete, i social network, per la loro stessa natura, sfuggono alla censura dei Governi, legittimi o illegittimi che siano, smascherando impietosamente la pessima fiction che ci raccontano: si condividono articoli che si è giudicati interessanti, si commentano con gli amici, si creano gruppi sensibili su determinati argomenti, in poche parole ci si confronta, ci si impegna in prima persona, creando spazi di organizzazione politica spontanea: da questo punto di vista, AgoraVox ne è un esempio lampante. Libertà è partecipazione, è stato detto. Quanto mai vero, visti i tempi che corrono. Tutto questo, nonostante i ben noti limiti, rende la saluta della nostra democrazia migliore di quanto non appaia. Non è un fenomeno di breve periodo, legato all’emotività del momento per via dell’evidente crisi della politica. E fa ben sperare per il futuro.

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http://www.agoravox.it/L-Italia-come-il-Maghreb-L.html

SCOPERTO NESSO TRA HERPES ZOSTER E SCLEROSI MULTIPLA

New York - Uno studio condotto a Taiwan rivela che le persone colpite da herpes zoster hanno maggiori probabilita' di sviluppare la sclerosi multipla. I ricercatori hanno scoperto che a un anno dalla comparsa del "fuoco di Sant'Antonio", le persone colpite hanno un rischio quattro volte maggiore che venga diagnosticata loro la sclerosi multipla. L'herpes zoster e' una malattia dolorosa causata dalla riattivazione del virus della varicella (noto come virus varicella-zoster). Nelle persone in precedenza colpite da varicella, il virus resta dormiente in alcune fibre nervose dell'organismo. Tuttavia, in alcuni casi, il virus puo' riattivarsi causando l'herpes zoster. I primi sintomi sono solitamente prurito o bruciore in una parte del corpo, a cui segue la comparsa di bolle colme di liquido. La sclerosi multipla si verifica quando il rivestimento protettivo delle fibre nervose inizia a sfaldarsi, rallentando la comunicazione tra il cervello e il resto del corpo. I sintomi comprendono senso di spossatezza, problemi di equilibrio e coordinazione muscolare, nonche', in alcuni pazienti, perdita di memoria e difficolta' nel ragionamento logico. Secondo la Multiple Sclerosis Association of America, sono circa 2,5 milioni le persone in tutto il mondo affette da questa patologia. Nella maggior parte dei casi i primi sintomi vengono rilevati tra i 15 e i 50 anni. L'herpes zoster colpisce di solito i piu' anziani, ma non e' raro tra i giovani, come ha dichiarato a Reuters Health l'autore dello studio, il dott. Jiunn-Horng Kang del Taipei Medical University Hospital. Particolarmente a rischio sono i soggetti con un sistema immunitario compromesso, sotto stress o che assumono determinati farmaci. Tra i soggetti coinvolti nello studio, infatti, circa 100.000 persone affette da herpes zoster avevano meno di 45 anni. Revisionando un database di una compagnia assicurativa che copre il 98% della popolazione di Taiwan, i ricercatori hanno scoperto che oltre 300.000 persone sono affette da herpes Zoster. Gli scienziati hanno poi confrontato questi pazienti con altri 950.000 circa, che presentavano caratteristiche simili, ma che non erano affette dalla patologia.

NUCLEARE: BONELLI "USCITE SCONCERTANTI, VERONESI SI DIMETTA"

(AGI) - Cagliari, 17 giu. - "Le uscite di Veronesi sul nucleare e sull'uranio impoverito sono francamente sconcertanti. Da un lato Veronesi prova a delegittimare la scelta democratica e di civilta' degli italiani che a larghissima maggioranza e per la seconda volta non solo hanno detto 'No' al nucleare ma hanno un modello di societa' innovativa e basato sulle rinnovabili il risparmio e l'efficienza energetica. Dall'altro mette in dubbio che l'uranio impoverito sia stato la causa di malattie per i militari e le popolazioni civili che ci sono entrate in contatto". Lo dichiara il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, in riferimento a quanto dichiarato dall'oncologo e presidente dell'Agenzia per il nucleare, stamane durante una visita a Cagliari. "Veronesi dovrebbe dimettersi immediatamente dalla presidenza dell'Agenzia per la sicurezza nucleare perche' ormai, dopo la scelta degli italiani non ha senso che continui ad esistere un carrozzone per la costruzione delle centrali che rappresenta solo un costo". "Come dimostrano, le operazioni nel Golfo, nei Balcani (con numerosi militari italiani colpiti da linfomi di Hodgkin) e in Somalia e l'operazione Enduring Freedom l'uso dell'uranio impoverito ha provocato leucemie e tumori nei militari, mentre e' impossibile calcolare le consegue sulle popolazioni civili perche' non sono mai state fatte indagini", afferma Bonelli. "Le affermazioni di Veronesi sono tanto piu' sconcertanti visto che in Italia ci sono sentenze dei tribunali che dicono l'opposto, come quella di Firenze del 19 dicembre 2008 che ha definito le responsabilita' del ministero della Difesa per le patologie di un militare italiano in servizio durante la missione Ibis in Somalia proprio in conseguenza dell'esposizione all'uranio impoverito; o come l'innovativa sentenza del Tar Campania che ha condannato sempre il ministero della Difesa a risarcire il danno biologico per un tumore alla tiroide di un militare italiano esposto all'uranio impoverito, dimostrano il nesso di causalita' tra la malattia e l'esposizione". "Francamente, questi continui esempi di Veronesi che, poco prima di Fukushima, aveva detto che si poteva dormire con le scorie radioattive in camera da letto e oggi che 'l'uranio impoverito non fa niente', lasciano interdetti", conclude il leader dei Verdi. "Di sicuro con il nucleare e con la radioattivita' non si scherza e non si scherza nemmeno con l'uranio impoverito che e' alla base delle battaglie per la vita e la salute dei cittadini dell'area limitrofa al poligono di Quirra e di tanti militari italiani che si sono ammalati".

MELANIA: ANCONA, CONFRONTO FRA MEDICO LEGALE E PERITO DI PAROLISI

(AGI) - Ancona, 17 giu. - Incontro nella tarda mattinata di oggi presso l'ospedale regionale di Torrette di Ancona tra il medico legale Lorenzo Varetto (il perito di parte di Salvatore Parolisi) ed il dottor Adriano Tagliabracci che ha effettuato l'autopsia sul corpo di Carmela, detta Melania, Rea. L'incontro, durato circa un'ora, ha permesso un colloquio privato tra i due medici. Tagliabracci ha consegnato al collega Varetto un sunto della perizia definitiva. Secondo indiscrezioni circa la perizia, Melania sarebbe morta dopo essere stata colpita con meno di 30 coltellate e sarebbe stata uccisa proprio sul luogo del ritrovamento, avvenuto due giorni dopo la scomparsa. Si tenderebbe dunque ad escludere l'ipotesi che possa esservi stata trasportata successivamente come si era invece pensato nei primi giorni d'indagine.

ITALIA - Immigrati. Parte campagna per cittadinanza e diritto voto

Prende il via 'L'Italia sono anch'io', la Campagna nazionale promossa, nel 150* anniversario dell'unita' d'Italia, da 19 organizzazioni della societa' civile (tra cui Acli, Arci, Cgil, Cnca,Emmaus Italia, Libera) e dall'editore Carlo Feltrinelli. Presidente del Comitato promotore e' il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio. Mercoledi' 22 giugno, a Roma, presso la sede dell'Associazione stampa Romana, verra' presentata l'iniziativa, che si propone di riportare all'attenzione dell'opinione pubblica e del dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza e la possibilita' per chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comunita' di cui fa parte. La campagna prevede la raccolta di firme per due leggi di iniziativa popolare, una di riforma dell'attuale normativa sulla cittadinanza, l'altra sul diritto di voto alle elezioni amministrative.

Svolta storica per colf e badanti Convenzione Onu per i loro diritti

L'Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite (Ilo) vara il testo volto ad assicurare dignità e parita di trattamento alle lavoratrici e ai lavoratori domestici. Vota anche l'Italia, ma ora serve la ratificadi VITTORIO LONGHI

Sono soprattutto donne, spesso giovani, spesso migranti. Si prendono cura delle case, degli anziani, dei bambini e dei malati nei paesi più ricchi. Sono ormai indispensabili alle nostre società, eppure vivono nell'ombra e sono particolarmente esposti ad abusi e maltrattamenti. I lavoratori e le lavoratrici domestiche sono circa 53 milioni in tutto il mondo secondo le stime ufficiali, ma alcuni studiosi ritengono che la cifra possa arrivare anche a 100 milioni, perché in molti paesi i domestici sfuggono alle statistiche e non vengono considerati, né registrati come lavoratori veri e propri. Proprio per assicurare dignità e parità di trattamento, ieri la Conferenza annuale dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) ha adottato la Convenzione sui diritti dei lavoratori domestici, con un'ampia maggioranza di voti. La Convenzione è frutto di un confronto durato anni, di lunghi dibattiti tra organizzazioni non governative, associazioni di donne e di migranti, sindacati e istituzioni internazionali. Il direttore generale dell'Ilo, Juan Somavia, ha definito quest'adozione un momento storico: "Per la prima volta abbiamo applicato il sistema normativo all'economia informale e ciò rappresenta una svolta di enorme importanza". In effetti non era scontato che si arrivasse a un tale risultato, considerando che i domestici non costituiscono una categoria omogenea, legata a un settore produttivo economicamente rilevante e con un sindacato forte capace di rappresentarli. Invece l'adozione del trattato è stata votata da oltre i due terzi dei delegati della Conferenza, in cui sono riuniti ogni anno i rappresentanti dei governi, delle imprese e dei sindacati dei 183 Paesi membri.
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P4, Berlusconi: "Inchiesta sul nulla" Ma il Pd chiede risposte al governo

P4, Berlusconi: "Inchiesta sul nulla"  Ma il Pd chiede risposte al governo

Il premier difende Letta, mentre le opposizioni lanciano l'allarme per una ragnatela che minaccia le istituzioni. L'Anm torna sulla vicenda che ha coinvolto Alfonso Papa, parlamentare del Pdl ma anche magistrato in aspettativa: "Dopo la lettura delle nuove carte torneremo a farci sentire".

ROMA - Gianni Letta è un "galantuomo", "un servitore dello Stato", su cui "tutti metterebbero la mano sul fuoco". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando dell'inchiesta P4 con la deputata del Pdl, Micaela Biancofiore, incontrata questo pomeriggio a Palazzo Grazioli. Il premier si detto "serenissimo" e convinto che l'inchiesta non potrà che concludersi in un nulla di fatto perché "sotto non c'è nulla". VERBALI 1 1 - 2 2 / REPUBBLICA TV 3 Intanto sulla vicenda interviene nuovamente l'Associazione nazionale magistrati (Anm). La nostra posizione "è chiara e rispetto a essa non ci saranno passi indietro. E' una vicenda inquietante, bisogna attivare tutti i meccanismi previsti perché la magistratura ha bisogno di credibilità e discontinuità rispetto a certi comportamenti e fatti con i quali non vogliamo avere nulla a che fare". 4Lo ha detto il presidente dell'Anm, Luca Palamara tornando sulla vicenda che ha coinvolto Alfonso Papa 5, parlamentare del Pdl ma anche magistrato in aspettativa. Palamara prende dunque le distanze da una vicenda "inquietante" mentre continua l'inchista d'indagine che cerca di fare luce su un sistema informativo parallelo, quella che per i magistrati potrebbe essere una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alla gestione di notizie riservate, appalti e nomine, in un misto, secondo l'accusa, di dossier e ricatti, anche attraverso interferenze su organi costituzionali. Papa è accusato di gestire soldi e favori, nella ragnatela 007 6 e magistrati 7. La procura generale della Cassazione ieri ha aperto un'indagine disciplinare sul parlamentare del Pdl e magistrato in aspettativa. A confermarlo è stato, a margine del plenum del Csm, il pg della Cassazione, Vitaliano Esposito: "Le notizie le abbiamo apprese dalla stampa - ha detto - se c'è un provvedimento penale c'è sempre una pratica di accertamenti da parte della procura generale della Cassazione". Sulla questione, ha continuato Palamara, occorre intervenire "senza indugi e tentennamenti", e quindi attivare "tutti i meccanismi previsti dal codice etico dei magistrati".
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"Molti medici si fanno scrupoli E' un problema culturale"

Parla Franco Rizzi, responsabile dell'Unità di Terapia del Dolore e Cure Palliative degli Studi clinici di perfezionamento dell'Ospedale Buzzi di Milano."Manca il collegamento fra paziente e realtà di cura". "Pochi pazienti ricevono cure adeguate. Spesso il problema ricade solo sulle famiglie"

Le terapie per i malati terminali in Italia non sono ancora a disposizione di tutti. Spesso i cittadini che ne hanno bisogno non sanno a chi rivolgersi. Franco Rizzi, responsabile dell'Unità di Terapia del Dolore e Cure Palliative degli Studi clinici di perfezionamento dell'Ospedale Buzzi di Milano, è copnvinto che molto rimane ancora da fare. A che punto è la situazione delle cure palliative in Italia? "La situazione organizzativa non è ancora sufficiente in Italia. C'è un gap da colmare rispetto con il Nord d'Europa. Ci sono differenze nelle diverse aree del nostro paese: nel Nord la situazione è migliore, nel Centro è buona, ma nelle regioni del Sudci sono delle criticità". Perché le prescrizioni di oppioidi in Italia stentano ad aumentare? "È un problema culturale: il medico che non si occupa quotidianamente di cure palliative, quando si trova di fronte al dolore è estremamente titubante nell’utilizzare gli oppioidi, ha paura di sbagliare. E poi persistono falsi miti come quello che l’oppioide porti il paziente a dipendenza, che non sia più possibile sospenderlo. Nell’ambito della terapia del dolore queste credenze sono superate da anni". Come sono distribuiti i reparti ospedalieri specializzati, gli hospice e le cure domiciliari nel paese? "L’offerta è nata in maniera spontanea, perciò è possibile che chi ha l’hospice non preveda l’assistenza domiciliare e chi fa le cure palliative in ospedale non abbia le forze per gestire la fase terminale e così via. Oggi la logica è di far nascere centri di terapia del dolore che abbiano la cosiddetta “rete assistenziale”. C’è l’ambulatorio, per i pazienti ancora in grado di accedervi, il day hospital, l’ospedalizzazione domiciliare, che fornisce a pazienti e famiglie tutte le risorse dell’ospedale a casa: farmaci, medici, infermieri, psicologi. Infine l’hospice, per le famiglie che non sono in grado di portare avanti la gestione a casa".
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Malati gravi, diritto al posto di lavoro e alla retribuzione completa

Il provvedimento inserito nel "Collegato lavoro" permette a chi ha un'invalidità civile superiore al 50 % di avere congedi per malattia anche oltre il periodo sancito dal contratto nazionale di lavoro

ROMA - "Un diritto in più, un serio problema in meno per le oltre 300.000 persone che ogni anno in Italia si ammalano di cancro". E' quanto afferma l'Associazione italiana malati di cancro (Aimac) in riferimento all'approvazione definitiva dal Consiglio dei ministri del decreto legislativo, in attuazione dell'articolo 23 del collegato lavoro (legge 4 novembre 2010, n.183), relativo alla "delega al governo per il riordino della normativa in materia di congedi, aspettative e permessi', "sollecitato per lungo tempo dall'Aimac, con cui i malati di cancro ottengono il riconoscimento di un nuovo diritto: curarsi mantenendo la retribuzione e la possibilità di affrontare con serenità le fasi critiche della malattia". "A sancirlo - continua Aimac - è l'articolo 7 del decreto che va così a colmare una lacuna legislativa che abbandonava a se stesse 2 milioni di persone che in Italia combattono il cancro. Fino a ora, infatti, chi veniva colpito dal tumore, con invalidità riconosciuta superiore al 50%, nel momento in cui si assentava per le cure oltre al periodo previsto dal contratto di lavoro perdeva la retribuzione. Da ora in poi non sarà più così: i lavoratori mutilati e invalidi civili, cui sia stata riconosciuta una riduzione della capacità lavorativa superiore al 50 per cento potranno fruire ogni anno, anche in maniera frazionata, di un congedo per cure per un periodo non superiore a trenta giorni. La disposizione di legge, inoltre, chiarisce che durante il periodo di congedo, il dipendente ha diritto a percepire il trattamento calcolato secondo il regime economico delle assenze per malattia. In più, il decreto sancisce che la necessità della cura in relazione all'infermità invalidante riconosciuta, risulti espressamente dalla domanda del dipendente interessato, accompagnata dalla richiesta del medico convenzionato con il servizio sanitario nazionale o appartenente ad una struttura sanitaria pubblica. Un passaggio importante inserito nell'articolo 7 del Dlgs riguarda il regime giuridico perchè si riconosce che tale congedo non rientra nel periodo di comporto. E questo vuol dire in sostanza che il posto di lavoro è tutelato per un lasso di tempo più lungo".

Rai, accordo con Fazio e Floris "Ora approvazione di cda e dg"

Massima riservatezza sui compensi, che sarebbero comunque in linea con i contratti precedenti. Il procuratore: "L'aspetto economico non è mai stato motivo di contrasto"

ROMA - "E' stata raggiunta l'intesa con la Rai per il rinnovo dei contratti di Fabio Fazio e Giovanni Floris". Lo annuncia il procuratore dei due conduttori, Beppe Caschetto, sottolineando che "l'efficacia dei contratti è sottoposta ora all'approvazione degli organi competenti: il cda per Fazio, la direzione generale per Floris. Fazio e Floris, aggiunge Caschetto, "saranno dunque presenti alla presentazione dei palinsesti agli sponsor della Sipra, prevista lunedì 20 giugno a Roma e mercoledì 22 giugno a Milano". Massima riservatezza sui compensi, che sarebbero comunque in linea con i contratti precedenti. Il contratto di Fazio ,che nei giorni scorsi in una lettera a Repubblica, si era lamentato per l'atteggiamento dei vertici di viale Mazzin 1i, dovrà essere sottoposto al cda in quanto avrebbe un importo superiore ai 2,5 milioni, tetto massimo degli accordi di competenza del dg, entro il quale rientrerebbe invece il l'accordo con Floris. "L'aspetto economico - si limita a spiegare Caschetto - non è mai stato motivo di contrasto. E' stata più complicata la parte normativa, sulla quale comunque abbiamo serenamente raggiunto un'intesa".

MILLS: BERLUSCONI, TRISTE E UMILIANTE ANDARE A PROCESSO

(ASCA) - Roma, 17 giu - ''E' triste e umiliante'' presentarsi lunedi' al processo Mills. Sono le parole utilizzate dal presidente del Consiglio,Silvio Berlusconi, parlando con Michaela Biancofiore a PalazzoGrazioli, per definire il suo stato d'animo in vista del processo di lunedi', secondo quanto riferisce la deputata dimissionaria del Pdl.

La protesi per fare sesso

Ogni anno a 3mila italiani che soffrono di disfunzione erettile serve un impianto protesico. Ma solo 1 su 6 ricorre all’intervento

In genere hanno superato i 50 o i 60 anni, ma alcuni non ne hanno neppure 40. Sono reduci da un tumore della prostata, o della vescica o del retto, oppure soffrono di malattie cardiovascolari, diabete o disfunzioni che occludono le vene. Patologie spesso associate a una disfunzione erettile grave che rischia di compromettere la vita di coppia. In 3 casi su 10 questi pazienti non rispondono alle “pillole dell’amore”, e la maggioranza non sa che esiste un’alternativa efficace e garantita a vita: l’impianto protesico. Secondo i calcoli degli esperti, ogni anno sono almeno 3 mila gli uomini italiani che ne avrebbero bisogno, ma soltanto 500 – appena uno su 6 – arriva all’intervento. Per gli altri l’amore resta “negato”.

POCHI INTERVENTI – Sotto accusa la scarsa informazione, la paura di uscire allo scoperto, ma anche le difficoltà di accedere a “un intervento non ancora abbastanza valorizzato” nel nostro Paese, spiega Edoardo Pescatori, coordinatore Sezione regionale Marche-Emilia Romagna-San Marino della Società italiana di andrologia (Sia). Su questo fronte, infatti, “l’Italia è un po’ il fanalino di coda”. L’impianto costa “dai 4 agli 8 mila euro” e “non in tutte le regioni l’intervento è a carico del Servizio sanitario. Ma anche dove è rimborsato – precisa il medico – non esistono Drg sufficientemente remunerativi, e l’intervento è a carico del Ssn solo in alcuni centri e per un determinato numero di pazienti”. Risultato: “La domanda eccede di gran lunga l’offerta”.

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