(AGI)- Catanzaro, 1 ago. - Un'organizzazione criminale dedita alle estorsioni e capace di terrorizzare, secondo le accuse sostenute dagli inquirenti, imprenditori e commercianti del lametino, come nel caso della rivendita di pneumatici andata interamente distrutta dalle fiamme nella citta' di Lamezia Terme il 24 ottobre del 2006. Davanti al gup del Tribunale di Catanzaro, Antonio Rizzuti, i presunti esponenti della 'ndrangheta finiti nella rete della Direzione distrettuale antimafia, sono stati condannati tutti con il rito abbreviato. In particolare, il gup ha condannato: Luciano Cimino a 6 anni e 10 mesi; Massimo Crepella, 5 anni e 8 mesi; Antonio Gualtieri, indicato dagli investigatori come uno dei capi dell'omonima cosca, a 8 anni 6 mesi 20 giorni; Pasquale Gullo, 7 anni; Pasquale Torcasio (28 anni) considerato il capo dell'omonima cosca, 6 anni e 6 mesi; Roberto Calidonna, 8 anni e 1.600 euro di multa; Cesare Gualtieri, 5 anni e 8 mesi; Pasquale Torcasio (39 anni) 8 anni e 8 mesi; Michele Caruso, 4 anni; Giuseppe Rainieri, 5 anni e 8 mesi; Giuseppe Andrea Tutino, 1 anno e 10 mesi. Inoltre, il gup ha riconosciuto alle parti civili i risarcimenti danni: a partire dal Comune di Lamezia Terme, 5 milioni di euro, all'associazione Antiracket italiana 50.000 euro; all'associazione antiracket Lamezia 100.000 euro. Il pm della Dda di Catanzaro, Gerardo Dominijanni, aveva chiesto condanne comprese tra i diciotto anni e un anno e dieci mesi. Secondo le indagini scaturite nell'operazione "Spes", condotta dal Servizio centrale operativo, di concerto con la polizia di Lamezia, la Squadra mobile di Catanzaro, il Reparto prevenzione crimine Calabria, nei diciotto mesi precedenti agli arresti, si era registrata nel lametino una escalation di estorsione contro imprenditori e commercianti, tra i quali quello alla famiglia Godino, titolare di una rivendita di gomme per auto.