Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
sabato 14 maggio 2011
Ceneri radioattive in depuratori Tokyo
Obama autorizza nuove trivellazioni
Libia, imam lancia fatwa contro l'Italia per i raid Nato su Brega
Libia, la Casa Bianca riconosce il Cnt. Ma solo “per metà”
I ribelli potranno ricevere fino a 150 mln di dollari
Giappone: sisma magnitudo 5.7 a Fukushima, no allarme tsunami
Napoli, in fiamme cumuli di rifiuti è allarme sanitario per la diossina
NAPOLI - Non accenna a diminuire il fenomeno dei roghi di rifiuti a Napoli. Nella notte sono stati quaranta gli interventi dei vigili del fuoco, concentrati soprattutto nel quartiere Ponticelli e nel centro storico. Le autorità sanitarie hanno più volte lanciato l'allarme diossina a causa delle esalazioni che provengono dai rifiuti dati alle fiamme.
Melania, la telefonata del marito all'amante: «Fidati di me, aspetta la fine»
Parolisi e Ludovica intercettati, nuove ombre sul caporale. Lui l'avverte: «Mi raccomando, non parlare in ambienti chiusi».
Torna il “Palermo Pride”, sette giorni dedicati al mondo omosessuale
Dal 14 al 21 maggio previsti eventi politici, culturali, spettacoli e feste. Omogenitorialità, legalità, lotta alla mafia e diritti i temi al centro della manifestazione
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http://www.gds.it/gds/sezioni/cronache/dettaglio/articolo/gdsid/158073/
Le suore fanno cantare Faccetta Nera a scuola
“Non studiamo forse il fascismo a scuola?”, è la risposta dell’istituto.
Curiosa la recita dell’istituto Marcelline di Lecce che nel saggio di fine anno ha intenzione di inserire all’interno del programma dei canti che i bambini delle elementari dovranno eseguire anche un caposaldo della musica risorgimentale come Faccetta Nera. Già: la recita che conclude l’anno è naturalmente ambientata nei 150 anni dell’Unità d’Italia, come da programma ministeriale: ma stranamente anche un canto in pieno stile fascista è stato inserito all’interno del programma della serata.
BELL’ABISSINA – Le spiegazioni che le suore che gestiscono l’istituto privato hanno dato a quelli di 20 centesimi, quotidiano online che per primo ha trovato la storia non appaiono in effetti granché soddisfacenti: “Il fascismo è argomento del programma no? E allora è naturale che qualcosa del concerto di fine anno lo riguardi!”.
Nel programma del coro finale, che gli scolari provano ogni mercoledì, c’è qualcosa che non quadra. Qualcosa che può sembrare pure orecchiabile, ma pesa come un macigno. Vi compaiono, fra gli altri, l’inno nazionale italiano; il “Garibaldi Innamorato” di Sergio Caputo; “Le radici ca teni” dei Sud Sound System; “Bella ciao” e, appunto, “Faccetta nera”. Un genitore è andato su tutte le furie, quando lo ha saputo. E’ padre adottivo di una bambina di colore. La risposta dell’Istituto pare sia stata libro di storia alla mano. Il loro programma didattico include il periodo fascista e dunque hanno inserito una canzone lo rievoca e che, comunque, i bambini sanno ormai a memoria e vogliono cantare come tutte le altre. Come se “Faccetta nera” fosse un’altra canzone pop che rievoca un qualunque periodo storico dall’Unità a noi (anche perché, chiediamo venia, ma il Fascismo cosa ci azzecca con i 150 anni dall’Unità?). E non, come è, la celebrazione sonora di una delle fogne assolute della nostra storia, scritta dal profondo di quella fogna stessa. Un caso di straordinaria leggerezza, una pericolosissima negligenza.
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http://www.giornalettismo.com/archives/125288/le-suore-fanno-cantare-faccetta-nera-a-scuola/
Il Giornale difende la Santanchè: “Freedom Flotilla come Arrigoni, tutti terroristi”"
Si sa, la pupa ha sempre ragione: a quale prezzo?
Il Giornale ha deciso che la cosa non poteva passare in secondo piano. O, più probabilmente, che l’errore di Daniela Santanché ad Annozero, che ha paragonato la bandiera della Freedom Flotilla a quella di Hamas, era troppo grosso per non poter metterci una pezza: e così, un articolo sparato sulla prima pagina di oggi e che trova il suo degno spazio a pagina 3, a firma di Gian Micalessin, si occupa di raccontare ai lettori dell’organo di stampa di Via Negri, edito dalla famiglia Berlusconi, diretto da Alessandro Sallusti e finanziato dalla pubblicità di Daniela Santanchè (li hanno anche beccati in giro mano nella mano) , che quella bandiera era proprio dei terroristi: insomma, ha proprio ragione il sottosegretario del governo, ci dice il Giornale.
FREEDOM FLOTILLA – Perchè? Perchè quelli della Freedom Flotilla sono terroristi, punto e basta. Ve lo ricordate, eh? Ve lo ricordate, quel che hanno fatto?
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Berlusconi si appresta ad infrangere l'ultimo tabù
Stati Uniti condannati dal parlamento del Pakistan
Islamabad - Continuano a raffreddarsi i rapporti tra Pakistan e Stati Uniti d'America. Il parlamento del Pakistan ha votato all’unanimità una richiesta per revisionare le relazioni internazionali con gli Stati Uniti e ha avviato una richiesta d'indagine indipendente, sull’operazione che ha consentito di scovare e uccidere il leader di al Qaeda. Il voto dei membri delle due camere del parlamento, è stato anche influenzato dagli ultimi attacchi di droni americani sul suolo pakistano, contro persone sospettate di essere militanti di Al Qaeda, che tanta rabbia hanno destato nell'opinione pubblica del paese. Poche ore prima, un drone statunitense aveva sparato missili contro un veicolo nel Nord del Waziristan, uccidendo cinque persone. ''Il popolo pakistano non tollererà più questo tipo di azioni e la reiterazione di queste operazioni unilaterali potrebbe avere forti conseguenze per la pace e per la sicurezza di quest’area e del mondo'', è quanto recita il documento approvato dal parlamento. Anche se i funzionari degli Stati Uniti hanno risposto che esse siano state effettuate nell'ambito di un accordo tra i paesi. Se gli attacchi non dovessero terminare, il Pakistan potrebbe opporsi al passaggio sul proprio territorio dei rifornimenti e delle risorse della Nato diretti in Afghanistan.
Libia, Gheddafi rompe il silenzio: “Non mi troverete”
E sugli attacchi Nato: “Raid vigliacchi di crociati”.
Usa:Mississippi in piena,e' emergenza
Iran: Ahmadinejad sfida parlamento, licenziati 3 ministri
Scuola, religione e il rischio di perdere la laicità
Ho già parlato sul mio blog della proposta presentata dall'Onorevole Gargagnani in merito alla guerra contro i 'prof politicizzati', ma nel documento c'è un altro passaggio interessante. Che mette a rischio, stavolta, la laicità dell'istruzione.
Referendum del 12 giugno: se andremo al mare affogheremo
Ci avviamo verso una fase elettorale e forse è utile ricordare che vince le elezioni chi ha la capacità, i soldi, i mezzi di informazione, per convincere una parte delle classi subalterne (salariati, stipendiati, disoccupati, casalinghe, precari, pensionati) a votare contro i propri interessi, aiutato in modo decisivo dalla struttura operativa della Chiesa, che ha sempre spinto i credenti a votare per la destra.
Ma perché chiamiamo democrazia (potere del popolo) un sistema capitalista che concentra nelle sue mani i poteri decisivi: dalle decisioni di chi assumere nell’apparato produttivo, al potere di licenziare, al potere di decidere quali merci produrre e distribuire, al potere di usare i propri apparati mediatici per imporre mode e consumi, a cui va aggiunto il potere delle mafie, che in Sicilia riescono a far vincere le destre in ogni provincia?
Sarebbe saggio ricordare che gli operai al Nord hanno votato Lega,i quartieri popolari di Roma sono tutti per la destra, al Sud comandano le mafie che fanno votare PDL.
L’opposizione politica ha il maggior rappresentante nel PD, partito interclassista di Centro, diviso in correnti, erede della Democrazia Cristiana, che non mette in discussione il capitalismo, né il ruolo del Vaticano, né la proprietà privata monopolista dei mezzi di informazione, né le guerre imperialiste al seguito degli USA e della Nato.
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http://www.agoravox.it/Referendum-del-12-giugno-se.html
NoPonte in marcia per la difesa del territorio
Sabato 14 maggio, il movimento No Ponte torna in piazza contro quello che è per tutti il nuovo “Mostro sullo Stretto”, il devastante progetto di collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. Lo farà a Messina con un corteo gioioso e colorato che avrà come temi centrali l’utilizzo delle risorse finanziarie destinate alla grande infrastruttura (10 miliardi di euro secondo le stime più recenti) per la messa in sicurezza sismica e idrogeologica del territorio, il potenziamento dei trasporti pubblici nello Stretto, la riqualificazione dei centri urbani a partire dall’edilizia scolastica.
“Le ragioni del No al Ponte non sono solo di natura ambientale”, spiega Luigi Sturniolo, attivista della Rete dei cittadini in lotta contro il megaprogetto. “L’opera è fortemente impattante dal punto di vista sociale, si caratterizza per gli insostenibili costi economici e possiede un ritorno bassissimo in termini di posti di lavoro. Urgono invece interventi che mettano i territori al riparo dai rischi idrogeologici. Ma i soldi, secondo il governo, non ci sono. Eppure 1.300 milioni di euro provenienti dai fondi dell’Unione europea per le aree più svantaggiate sono stati congelati in vista dell’avvio dei lavori del Ponte. Messina è stata colpita l’1 ottobre 2009 da frane e smottamenti che hanno causato una tragedia senza precedenti con 37 morti. Episodi calamitosi si susseguono ormai costantemente nei monti Peloritani e nei Nebrodi e in buona parte del territorio della provincia di Reggio Calabria. Non intervenire è un crimine, stiamo mettendo a rischio la vita di decine di migliaia di persone”. Per la Rete No Ponte, la messa in sicurezza dei territori avrebbe effetti positivi anche dal punto di vista occupazionale, specie in un’area del Mezzogiorno dove si registrano alti tassi di disoccupazione. “Le azioni di prevenzione e contrasto del rischio idrogeologico e gli interventi per garantire la sicurezza antisismica alle strutture pubbliche e alle abitazioni private avrebbero un saldo occupazionale nettamente superiore a quanto previsto per i cantieri del Ponte”, aggiunge Sturniolo. “Secondo Eurolink, General Contractor per la progettazione e la realizzazione dell’opera, nel periodo di massima attività dei cantieri, saranno impiegati 4.500 lavoratori. Per gli interventi nei paesi colpiti dalle frane più recenti, con soli 40 milioni d’investimenti verrebbero occupati oltre 250 addetti e per periodi molto più lunghi”.
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http://www.agoravox.it/I-NoPonte-in-marcia-per-la-difesa.html