venerdì 6 gennaio 2012

Israele: omosessuali inviati come volontari nel mondo


Israele: omosessuali inviati come volontari nel mondo
TELAVIV - Il ministero israeliano per la diplomazia pubblica e per la diaspora ha nominato vari uomini e donne omosessuali come volontari incaricati di rappresentare il regime nel mondo. Sul proprio sito web, il ministero incoraggia le minoranze e i membri della comunità omosessuali a farsi avanti per entrare a far parte degli inviati non ufficiali del Paese.

L’inizio della fine del porno?


In Usa i gruppi anti-Aids chiedono che gli attori impegnati in scene di sesso usino il preservativo
I periodici test dell’Hiv non sono sufficienti a garantire un’adeguata prevenzione dall’Aids e dalle atre malattie sessualmente trasmissibili. Per questo gli attori porno dovrebbero utilizzare il preservativo ad ogni rapporto sia anale e vaginale. A chiederlo è l’Aids Healthcare Foundation. Il gruppo anti-Hiv gradirebbe una rigososa iniziativa che rivoluzionerebbe l’industria del porno. “Il fatto che la salute e la sicurezza di questi lavoratori sia stata trascurata è un fatto grave”, ha detto il presidente dell’AHF Michael Weinstein al The Daily Beast. “E’ una questione di equità. Perché questa dev’essere l’unico settore che non offre una protezione ai lavoratori?”, ha aggiunto.
GLI ATTORI NON CI STANNO - I diretti interessati non ci stanno. “Non indosseremo preservativi, gli spettatori non vogliono vederli”, dice ad esempio Ron Jeremy, un attore che ha preso parte a migliaia di pellicole porno e che secondo la leggenda ha avuto più donne di Zeus. Jeremy, come tutti i suoi colleghi, effettua un test sulle malattie sessualmente trasmissibili ogni 28 giorni. E gli attori porno sostengono che quei test di routine siano il metodo più efficace per la prevenzione.
IL BRACCIO DI FERRO – Il braccio di ferro tra attivisti anti-Aids e operatori del settore dei film hard è questione delicata. La California (insieme al New Hampshire) è uno dei due stati in cui il porno è libero, e norme che imporrebbero l’utilizzo del preservativo potrebbero sancire la fine del settore. “Il porno è destinato a divertire, non ad educare”, dice la veterana attrice porno Nina Hartley. “Il tipo di sesso che facciamo davanti alla camera non è lo stesso che si fa a casa. Il preservativo non ci rende più sicuri”, ha aggiunto. Le pornoattrici, sottolinea la Hartley, sono impegnate in media dai 30 ai 55 minuti a rapporto e i preservativi possono causare micro-lacerazioni della parete vaginale che lasciano la donna più suscettibile alle malattie.
I RISCHI - Non tutti, però, tra gli operatori del porno, si uniscono al coro di no al preservativo. Shelley Lubben, attrice che ha recitato in circa 30 film hard dice di aver contratto herpes e Hpv a causa del suo lavoro e della mancanza di precauzioni dalle malattie sessualmente trasmissibili. L’Hpv le avrebbe causato poi un cancro al collo dell’utero e successivamente l’eliminazione di quasi metà della sua cervice. La Lubben descrive così, disgustata, il lavoro che ha svolto per anni: “Ci sono sangue, fluidi corporei, urine e feci sul set!”. Le paure sono aumentate da quasi un decennio. Da quando, nel 2004, l’attore porno Darren James, sieropositivo, inonsapevolmente, infettò tre colleghe. E’ da allora che l’Aids healthcare Foundation ha combattutto in maniera incisiva l’industria dell’intrattenimento per adulti. Gli elementi, dunque, ci sono tutti. Il dibattito è aperto.

Pupazzi insanguinati contro Equitalia


Forza Nuova manifesta contro l’agenzia di riscossione dei tributi
Striscioni e adesivi con la scritta “Pignoriamo Equitalia” sono apparsi questa mattina aPescaraChietiTeramo Lanciano(Chieti) sugli ingressi delle agenzie Equitalia, la Spa a totale capitale pubblico incaricata della riscossione di tributi e contributi. Li hanno affissi, nella notte dell’Epifania, militanti di Forza Nuova, come spiega in una nota il coordinatore del movimento inAbruzzoMarco Forconi.
“PIGNORIAMOLI!” - Sotto gli striscioni sono stati posizionati pupazzi sui quali, spiega Forconi nella nota, “è stato versato un colorante rosso simile al sangue, a simboleggiare i suicidi e le chiusure di attività industriali e commerciali che hanno ridotto sul lastrico migliaia di famiglie italiane”. “Solo pochi mesi fa – ricorda Forconi – Forza Nuova effettuò un’azione regionale nei confronti di Equitalia, accusandolo di istigazione al suicidio, sigillandone le entrate con nastro bianco e rosso. La situazione non era ancora esplosa in tutta la sua drammaticita”.
“IMMEDIATA CHIUSURA!” - Forza Nuova chiede “l’immediata chiusura” di Equitalia e “il trasferimento di poteri nelle mani di amministrazioni locali. Ma, soprattutto, di applicare una moratoria di un anno nei confronti di quei piccoli debitori che hanno perso il lavoro o chiuso l’azienda e non riuscirebbero a risolvere le pendenze tributarie se non entrando nel criminale turbine dello strozzinaggio, bancario e non”. “Forza Nuova non cesserà la sua offensiva nei confronti di Equitalia – conclude Forconi – fino a quando perdurerà questo stato di cose, erigendo barricate, nel vero senso della parola, davanti agli ingressi delle agenzie’.

Silicone difettoso: rischi anche per gli uomini


La Pip avrebbe prodotto anche protesi per testicoli, 

glutei e muscoli pettorali con gli stessi materiali di 

quelle per il seno

Jean-Claude Mas, titolare dell'impresa PipJean-Claude Mas, titolare dell'impresa Pip
MILANO - Si allarga anche agli uomini il pericolo legato alle protesi difettose realizzate dall’azienda francese (ormai fallita) Poly Implant Prothese (PIP) e al centro dell’allarme sanitario che ha sconvolto il mondo della chirurgia plastica. Stando infatti al quotidiano Le Parisien, che riporta le confessioni di due ex dipendenti dell’azienda, indicati solo coi nomi fittizi di Isabelle ed Antoine, lo stesso silicone industriale (quindi nocivo) trovato negli impianti mammari sarebbe stato utilizzato anche per fabbricare protesi per testicoli, natiche e pettorali destinate alla clientela maschile. «Tre persone erano state appositamente addestrate per lavorare su una macchina che fabbricava testicoli in silicone», ha raccontato la prima impiegata, mentre il secondo informatore (che lavorava al servizio di controllo qualità) ha spiegato che la macchina in questione «era un dispositivo ad iniezione, molto caro, acquistato con l’intenzione di posizionare l’azienda su nuovi mercati ed utilizzato nel corso degli ultimi anni, per la maggior parte della produzione estera».
TESTICOLI - Un dettaglio, questo della destinazione estera, che trova conferma tanto all’Agence Française de Sécurité Sanitaire des Produits de Santé, secondo la quale «per quanto riguarda la Francia, la società ha dichiarato la sola produzione degli impianti mammari» quanto presso la società italiana di Urologia (Siu), dove il segretario generale, Vincenzo Mirone, ha ammesso che alcune protesi maschili (soprattutto quelle testicolari, visto che il tumore al testicolo è più frequente fra i 20 e i 40 anni, con un caso su 100mila abitanti, l’85% dei quali necessita di impianto) sono arrivate anche in Italia «ma ad oggi è difficile dire quando, dove e come e aspettiamo le indagini delle autorità sanitarie». Malgrado le informazioni a disposizione siano ancora scarse, il giornale francese tiene però a sottolineare che «fino a questo momento non c’è nulla che indichi che il silicone impiegato dalla PIP per le protesi testicolari fosse difettoso».
GLUTEI E PETTORALI - Non altrettanto rassicurante sembra invece essere lo scenario di chi ha scelto un impianto per aumentare il volume di glutei o pettorali (di solito, per esigenze estetiche ma anche mediche, come nel caso di chi soffre della sindrome di Poland, che causa il mancato sviluppo di una parte del petto e del braccio, da qui il ricorso alla protesi), perché sempre un ex dipendente della ditta transalpina ha rivelato che il gel usato «era quello sospetto, non conforme, già trovato nelle protesi mammarie». Nei giorni scorsi l’emittente radiofonica francese Rtl era riuscita ad entrare in possesso dell’elenco dei componenti delle protesi mammarie, scoprendo che uno di questi era un additivo per carburanti, il baysilone, mai testato né, tantomeno, approvato, per uso clinico.
Simona Marchetti

Il cervello perde colpi già dopo i 45 anni


Per arrestare il declino delle capacità cognitive appare sempre più indispensabile seguire stili di vita corretti

MILANO - Il cervello comincia a perdere colpi a partire dai 45 anni e non, come si è sempre pensato, dopo i 60. La notizia, che arriva dalle pagine del British Medical Journal, non fa certo piacere, ma ha la sua importanza: oggi si vive di più e arrivare alla vecchiaia con il cervello più sano possibile è una sfida per tutti. Così un gruppo di ricercatori inglesi, francesi e americani, guidato da Archana Sing-Manoux dell’University College di Londra, ha pensato di studiare come l’età modifica le funzioni cognitive e cioè la memoria, la capacità di ragionamento e l’attitudine a comprendere le cose, nella speranza di trovare qualche rimedio.
MEMORIA E RAGIONAMENTO - Gli studiosi hanno reclutato oltre 7 mila persone (più di 5 mila uomini e 2 mila donne) che facevano già parte di un più ampio studio, noto come Whitehall Study II, e partito nel 1985, con l’obiettivo di studiare i derminanti sociali della salute. Le hanno seguite per dieci anni, fra il 1997 e il 2007, sottoponendole per tre volte, in quest’arco di tempo, a una serie di test per valutare la memoria, il vocabolario, la capacità di comprensione visiva e uditiva, la fluidità semantica e fonologica (rispettivamente, cioè, la capacità di scrivere una serie di parole che cominciano con la lettera «S» e di scrivere il maggior numero possibile di nomi di animali). I risultati hanno dimostrato che i punteggi relativi a tutte le funzioni cognitive (compresi appunto la memoria, il ragionamento, la fluidità verbale), tranne il vocabolario, si riducevano con il passare degli anni e che il declino era più veloce nelle età più avanzate.
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Usa 2012: fischi a Santorum anti-gay

(ANSA) - NEW YORK - Rick Santorum scivola sul matrimonio omosessuale davanti a una platea di studenti universitari in New Hampshire e viene fischiato dai ragazzi radunatisi al forum organizzato dal New England College. Rispondendo alle domande del pubblico, il candidato della Pennsylvania alla nomination repubblicana si e' lanciato in una lezione sul matrimonio, arrivando a paragonare le nozze gay alla poligamia e scatenando la reazione di molti dei presenti.

Quelli che guadagnano 20mila euro e hanno lo yacht


Lo scandalo dell’evasione fiscale e i suoi assurdi casi limite
E’ Repubblica con Roberto Petrini a incrociare i dati dei contribuenti con il macchinone, la barca, e 20mila euro di reddito: uno scandalo tutto italiano, che pensa di poter prendere in giro l’Agenzia delle Entrate e farla franca. Ecco i dati del fisco:
Per i dati è bastato interrogare Serpico:
Stando ai dati elaborati dalla Sogei, la società «megacomputer dell’amministrazione fiscale dello Stato, elaborati poche settimane fa, ci sono 27 milioni di italiani che denunciano al fisco meno di 20 mila euro. Ma tra questa schiera di contribuenti onesti ci sono molte mele marce: 188 mila possessori di autovetture oltre i 185 kw; 42 mila possessori di natanti di fascia media e alta; 518 possessori di aerei ed elicotteri. Il governo Monti ha già posto nel mirino i cosiddetti finti-poveri: la tassa sul lusso, introdotta con la recente manovra salva-Italia, prevede che l’addizionale erariale sia di 20 euro per ogni kw in più oltre quota 185 kw. Perle barche la tassa di stazionamento in porto varia dai 5 euro al giorno (tra i 10 e i 12 metri) fino ad un massimo di 703 euro al giorno per gli scafi oltre i 64 metri. Infine gli aerei: 1,50 euro al kg. fino al peso di 1 tonnellata, fino a 7,55 euro al kg. per velivoli oltre le 10 tonnellate.Una mossa per colpire le cose, quando i proprietari sono finti poveri. Ma in arrivo, oltre alla mega banca dati e alla tracciabilità già varate dal governo, c’è anche il redditometro: 100 voci di spesa, rappresentativi di tutti gli aspetti della vita quotidiana, contribuiranno a stimare il reddito: dalle case, agli aerei, alle polizze vita, ai cavalli ed opere d’arte.
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 http://www.giornalettismo.com/archives/185839/quelli-che-guadagnano-20mila-euro-e-hanno-lo-yacht/

“L’euro potrebbe fallire, si ritorna alla lira?”


Nel prospetto di Unicredit i timori delle banche per la moneta unica
Certo, è soltanto il prospetto degli investitori di Unicredit. Ma il fatto che oggi una grande banca europea lo scriva nero su bianco non tranquillizza per niente. L’euro è a rischio, questo si sapeva. Ma la novità, e Unicredit lo scrive, è che si rischia proprio il fallimento. Ne parla Vittorio Malagutti sul Fatto:
“Rischi connessi alla crisi del debito dell’area euro”, questo il titolo di uno dei paragrafi del voluminoso documento pubblicato. È la prima volta che una grande banca italiana, mentre si appresta a chiedere denaro ai propri azionisti, decide di mettere in guardia i risparmiatori anche da una possibile dissoluzione della valuta continentale. Certo, è solo un’ipotesi tra molte altre che, secondo i manager di Unicredit potrebbero influenzare nei prossimi mesi l’andamento della banca. Il solo fatto che un rischio euro venga menzionato riesce però a dare l’idea delle tensioni e dei timori sul mercato. “Le preoccupazioni relative all’aggravarsi della situazione del debito sovrano dei Paesi dell’Area Euro potrebbero portare alla reintroduzione, in uno o più Paesi dell’Area Euro di valute nazionali o, in circostanze particolarmente gravi, all’a bbandono dell’Euro”. Questo è quanto si legge a pagina 66 del prospetto.
Insomma, nei prossimi mesi non è da escludere neppure un ritorno alla vecchia lira:
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Pentagono, Obama taglia i fondi ma sfida la Cina


Il Presidente e Panetta delineano la nuova dottrina strategica. «Esercito più snello, avremo ancora la superiorità militare»
CORRISPONDENTE DA NEW YORK
Un esercito più snello e globale, meno costoso, proiettato anche nello spazio e nel cyberspazio, con due priorità geostrategiche in Asia-Pacifico e Medio Oriente: è questa la trasformazione della struttura del Pentagono varata dal presidente Obama al fine di far coincidere i nuovi scenari di sicurezza con le impellenti necessità economiche.

È proprio Obama che, a fianco del ministro della Difesa Leon Panetta e del capo degli Stati Maggiori congiunti Martin Dempsey, presenta dal Pentagono i contenuti della «Defense Strategic Review», che stabiliscono missione e caratteristiche della «Joint Force» destinata a essere operativa nel 2020.

«Il nostro esercito sarà più snello - spiega il presidente americano - ma il mondo deve sapere che gli Stati Uniti manterranno la superiorità militare con forze armate agili, flessibili e pronte ad affrontare ogni tipo di situazioni e minacce». In concreto significa far scendere gli effettivi delle forze armate a 490 mila unità e ridurre anche i marines, tagliando decine di migliaia di militari per concentrare gli investimenti su Marina e Aviazione, con una riduzione di spese di 450 miliardi in dieci anni.

«Guardiamo oltre le guerre in Iraq e Afghanistan per garantire la nostra sicurezza con forze terrestri convenzionali ridotte - aggiunge Obama -, investendo nelle capacità di cui avremo bisogno nel futuro come controterrorismo, intelligence, lotta alle armi di distruzione di massa e capacità di intervenire e operare dove ci viene impedito» al fine di «mantenere la nostra superiorità» e «non ripetere gli errori del passato quanto l’esercito, dopo il Vietnam, si fece trovare impreparato davanti alle sfide del futuro».

La nuova «Joint Force» sarà dunque «globale» perché fondata su «truppe speciali, alta tecnologia, abilità di operare nello spazio e nel cyberspazio per condurre missioni veloci ovunque necessario», aggiunge Panetta, ribadendo che «continueremo a essere in grado di affrontare più nemici contemporaneamente».

Le riduzioni toccheranno la struttura logistico-militare necessaria per operazioni di terra di lungo periodo, com’è avvenuto in più occasioni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, inclusi Iraq e Afghanistan. Essere «più agili» serve per affrontare gli scenari che diventano prioritari. «Rafforzeremo la presenza nell’Asia-Pacifico - ha detto Obama - e resteremo vigili in Medio Oriente». Anche Panetta mette l’accento su queste due aree geopolitiche, facendo capire che Us Air Force, Us Navy e intelligence militare si concentreranno sulla Cina, protagonista di un significativo riarmo, e sui due Paesi da cui provengono minacce non convenzionali: l’Iran e la Corea del Nord.

Sebbene il testo del Pentagono faccia attenzione a non identificare la Cina come un avversario, le caratteristiche della «Joint Force» sono tali da preannunciare maggiori attività per contenere l’espansione strategica di Pechino, avvalorata dal recente test di missili capaci di colpire le portaerei Usa. Spostare gli investimenti verso Oriente significa ridurli in Europa, America Latina e Africa, dove Panetta prevede «operazioni a basso costo, più innovazione e operazioni congiunte con gli alleati» per condividerne il peso economico. Le rassicurazioni di Panetta alla Nato vertono attorno alla «fedeltà all’articolo 5» sull’autodifesa collettiva e al concetto di «Smart Defense» (Difesa intelligente) che adopera anche il Segretario generale dell’Alleanza Anders Fogh Rasmussen per anticipare «i contenuti del prossimo summit a Chicago».

Ciò non toglie che i pesanti tagli al bilancio investiranno lo schieramento Usa in Europa a cominciare, secondo indiscrezioni raccolte dal «New York Times», dal rinvio dell’acquisto degli F-35, gli avveniristici aerei «Joint Strike Fighter» divenuti il programma militare più costoso della storia, nel quale sono coinvolte anche Gran Bretagna e Italia.
La redazione della revisione strategica ha visto Obama protagonista di un braccio di ferro proprio con Panetta, che in luglio si oppose con forza a tagli per 500 miliardi di dollari, ammonendo che avrebbero portato a un aumento della disoccupazione dell’uno per cento, ma poi ha cambiato posizione accettandone per 450 miliardi.

ARROTONDARE ...


SINDACATI IN ITALIA ...


Guerra psicologica contro l’Iran, guerra economica contro l’Italia


Guerra psicologica contro l’Iran, guerra economica contro l’Italia

Per l’angolo del commento di oggi vi proponiamo parti di un articolo tratto dal sito www.comidad.org Con tipica tecnica ritorsiva, la propaganda dei media occidentali sta attribuendo all'Iran tattiche di guerra psicologica in relazione alle manovre della Marina iraniana nel Golfo Persico. Si può parlare in effetti di contro-guerra psicologica, dal momento che la spirale delle minacce di attacco è stata iniziata da Israele molto tempo fa, come viene sottolineato dalla stampa mondiale non legata alla NATO.
L'Iran è infatti l'unico tra i tanti Paesi attualmente bersaglio del sedicente Occidente, ad aver assunto la categoria di guerra psicologica come fondamento della sua strategia anticoloniale, dato che il disarmare psicologicamente l'avversario è alla base della strategia della NATO. Le minacce di attacco e le sanzioni economiche hanno lo scopo di indurre l'Iran ad accettare quel calvario di compromessi, mediazioni ed ispezioni che hanno come diretta conseguenza non solo di lasciarsi invadere da spie, ma soprattutto di consentire alle agenzie dell'ONU, falsamente neutrali, di "lavorarsi" il gruppo dirigente iraniano, favorendo doppi giochi e defezioni.
Vista l'esperienza dell'Iraq e della Libia, la leadership iraniana, sta quindi cercando di evitare la trappola delle mediazioni, poiché ormai vi è la convinzione che la NATO sia determinata ad attaccare, e stia operando di psywar, con sanzioni e continue accuse, solo per potere arrivare a ridurre al minimo i costi ed i rischi dell'attacco. Del resto, cercare di ragionare con un Occidente che lo descrive come il pazzo che vuole l'atomica per cancellare Israele dalla carta geografica, sarebbe per Ahmadinejad del tutto irragionevole.
Su istruzioni della NATO, anche il governo italiano, con la Legge 124/2007, ha conferito ai rapporti tra imprese private e servizi segreti una veste istituzionale. L'articolo 25 della Legge 124/2007 consente inoltre ai servizi segreti di costituire proprie imprese private a carattere "simulato", mettendole a carico dei propri fondi riservati; un articolo che sa di sanatoria per il passato, più ancora che di indicazione per il futuro.
In più, il Consiglio Atlantico può permettersi di pubblicare senza pudore un elenco delle multinazionali che lo sponsorizzano; un elenco reperibile sul suo sito ufficiale. Chissà quante di queste multinazionali erano nate a loro tempo come "imprese a carattere simulato". C'è anche da rilevare che attualmente un'istituzione ufficiale - come è il Consiglio Atlantico - viene citata talmente di rado dai media, che risulta molto più segreta alle masse dell'ormai famoso gruppo Bilderberg.
Ma l’Italia è il paese che gli affari già li sta perdendo.
Mentre il Presidente del Consiglio Monti, in pura malafede, blatera di "crescita", intanto l'effetto deprimente delle sanzioni contro l'Iran si fa sentire sull'economia italiana, tanto che persino il quotidiano confindustriale "Il Sole -24 ore" ha segnalato che i pagamenti iraniani alle aziende italiane non possono pervenire a causa del blocco delle banche occidentali. In questa guerra del lobbying, molte imprese esportatrici italiane stanno soccombendo. Si vede che non sono nelle grazie del Consiglio Atlantico.

Veterani intelligence scrivono ad Obama: no ad un’altra ‘guerra stupida’ questa volta contro l’Iran


Veterani intelligence scrivono ad Obama: no ad un’altra ‘guerra stupida’ questa volta contro l’Iran
WASHINGTON – Un gruppo di ex ufficiali d’intelligence ha inviato una lettera al presidente americano Barack Obama mettendolo in guardia dall’avvio di un’altra “guerra stupida”, questa volta contro l’Iran. Nella lettera scritta dal VIPS, Us Veteran Intelligence Professionals for Sanity, e pubblicata dal sito consortiumnews.com si legge: “Un’altra lunga guerra non è negli interessi degli Usa o di Israele, qualunque siano le dichiarazioni degli apologisti israeliani”. Nel 2002, lo stesso Obama, al tempo un ferreo oppositore della guerra in Iraq, definì “stupida” e “cinica” la volontà di Bush di attaccare l’Iraq definendola una sforzo per “imporre la propria agenda ideologica al paese”. Gli ufficiali in congedo dell’intelligence ricordano ad Obama che non si può scatenare una guerra sulla base di un “dubbio rapporto dell’AIEA”. La lettera del VIPS ricorda ancora: “Noi stiamo attualmente concludendo quella guerra che lei ha descritto “stupida” (l’Iraq/ndr) e perciò non dobbiamo avviare un’altra stupida guerra contro un paese circa tre volte più grande dell’Iraq che porterà ad un conflitto regionale molto più esteso e creerà intere generazioni di jihadisti”. La lettera conclude: “Una guerra simile, al contrario di quanto sostengono alcuni, non renderà Israele e gli Usa più sicuri”.

Ahmadinejad e Medvedev studiano l’esclusione del dollaro dalle transazioni bilaterali


Ahmadinejad e Medvedev studiano l’esclusione del dollaro dalle transazioni bilaterali
TEHERAN – In un colloquio telefonico giovedì i presidenti di Iran e Russia hanno parlato dell’abolizione del dollaro nelle transazioni bilaterali. Secondo l’IRIB, se l’idea sventolata ieri da Ahmadinejad e Medvedev si realizzasse, sarebbe il secondo duro colpo alla moneta Usa nel giro di poche settimane dopo che Cina e Giappone hanno firmato un accordo per usare le loro monete nazionali nelle transazioni bilaterali. Secondo Ahmadinejad e Medvedev, l’uso delle monete nazionali farà sviluppare ulteriormente gli scambi tra Iran e Russia. I due capi di Stato hanno pure parlato di politica internazionale e soprattutto della questione sorta intorno al programma nucleare pacifico iraniano, ed in questa occasione Medvedev ha ribadito che Mosca ritiene il dialogo l’unica soluzione del problema.

USA - Nate scimmie chimera

Il 2012 inizia con un lieto evento per la scienza: nate le prime scimmiette 'chimera', cuccioli il cui corpo e' un puzzle di cellule con diverso Dna, come se ciascuna scimmietta fosse il mix di piu' scimmie diverse.
Annunciato sulla rivista Cell, e' il traguardo raggiunto 'incollando' insieme cellule di tanti embrioni di scimmie e creando cosi' un unico embrione chimera poi fatto sviluppare nell'utero di una mamma scimmia.
L'esperimento e' di Shoukhrat Mitalipov del Oregon National Primate Research Center presso la Oregon Health & Science University che ha rassicurato che il suo intento e' solo di fare ricerca al fine di capire come funzionano veramente in un primate (un animale piu' simile a noi) le staminali embrionali, senza la benche' minima intenzione di ripetere l'esperimento con cellule umane.
Le scimmiette sono sane e normali. Il loro corpo e' un puzzle di cellule con Dna diverso: ciascun cucciolo, in pratica, racchiude in se' almeno sei diverse identita' genetiche. E' come se un braccino fosse di una scimmia, l'altro di un'altra, la bocca di un'altra ancora e cosi' via.
Le chimere sono nate unendo cellule embrionali 'totipotenti': gli esperti hanno raccolto queste cellule da diversi embrioni di scimmia e le hanno messe l'una accanto all'altra. Queste hanno unito le forze e formato embrioncini che poi sono stati impiantati nell'utero di scimmie.
E' impossibile fare una scimmia chimera usando staminali embrionali cresciute in provetta (come si fa coi topi), spiega Mitalipov, solo le staminali prese da diversi embrioni ai primissimi stadi di sviluppo e poi subito unite insieme sono capaci di creare una nuova vita.

Salute: associazioni handicap chiedono incontro a Fornero

Salute: associazioni handicap chiedono incontro a Fornero
(ASCA) - Roma, 5 gen - ''Nel fondato timore che moltissime prestazioni assistenziali siano a rischio'', FAND (Federazione Associazioni Nazionali persone con Disabilita') e FISH (Federazione Italiana per il SUperamento dell'Handicap) hanno ufficialmente richiesto al Ministro delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, un incontro urgente ''per tentare di scongiurare le peggiori ipotesi e i conseguenti danni per centinaia di migliaia di persone con disabilita' e per le loro famiglie''.

''La Manovra Monti - sottolineano in una nota - e' legge.

Entra quindi in vigore anche l'articolo 5 relativo all'ISEE, cioe' lo strumento usato finora per stabilire l'accesso ad alcune prestazioni sociali agevolate.

La nuova legge stabilisce che l'ISEE potra' essere applicato anche alle agevolazioni fiscali e alla concessione delle provvidenze assistenziali (quindi anche alle pensioni di invalidita' civile e alle pensioni sociali). A chi superera' la soglia stabilita da un apposito decreto non verranno piu' riconosciuti benefici fiscali, servizi sociali agevolati, prestazioni assistenziali. L'intento espresso ricorda molto alcuni elementi gia' presenti nel disegno di legge delega per la riforma fiscale e assistenziale presentata a suo tempo da Tremonti e stigmatizzata dai piu' in sede di discussione alla Camera. Infatti, dal dettato dell'articolo 5 della Legge 214/2011 si evince che non dovranno esserci maggiori oneri, anzi che dovranno generarsi risparmi grazie alla nuova disciplina dell'ISEE''.

''Comunque - ricordano le associazioni - i criteri, le modalita', gli ambiti applicativi devono essere stabiliti da un apposito decreto che fonti governative dichiarano di urgente e celere definizione'', di qui la richiesta di un incontro al ministro.