martedì 20 dicembre 2011

Pakistan: Sospesi attacchi droni Usa


Pakistan: Sospesi attacchi droni Usa
ISLAMABAD - Gli Stati Uniti hanno sospeso gli attacchi con droni in Pakistan in seguito al raid del 26 novembre al confine afghano, in cui erano rimasti uccisi 24 soldati pakistani. Lo rende noto Javed Ashraf Qazi, capo della commissione pakistana per la Difesa, spiegando che la scelta di Washington ha l'obiettivo di "non peggiorare" i legami con Islamabad, già piuttosto tesi. Secondo l'ufficiale, la tregua sarebbe eliminata solo in caso di voci confermate sulla presenza di obiettivi terroristici di alto profilo. Secondo il Long War Journal, blog che riporta notizie sulla guerra statunitense contro il terrorismo, non vengono lanciati attacchi missilistici dal raid della Nato di novembre scorso, ovvero da 33 giorni. Si tratta della tregua più lunga dall'inizio delle operazioni della Cia nel 2004 contro al-Qaeda e talebani, lanciate in segreto nelle regioni tribali pakistane al confine afghano.

Nuove accuse per l'ex ministro Romano


A fare il nome del politico del Pid, questa volta, non è un collaboratore di giustizia ma l'ex manager della sanità privata Michele Aiello


PALERMO. Nuove accuse per l'ex ministro  dell'agricoltura Saverio Romano l'imputato, davanti al Gup di  Palermo, di concorso in associazione mafiosa. A fare il nome del  politico del Pid, questa volta, non è un collaboratore di  giustizia ma un condannato per mafia, l'ex manager della sanità  privata Michele Aiello.  

Sentito dal Pm Nino Di Matteo e dall'aggiunto Ignazio De  Francisci il 2 dicembre scorso, Aiello ha raccontato di avere  assunto in una sua azienda il genero del capomafia di Belmonte  Mezzagno, paese di origine di Romano, Pietro Calvo. Nel 2002 il  segretario di Romano, che all'epoca era nell'Udc, avrebbe  chiamato Aiello raccomandandogli Giuseppe Valentino - questo è  il nome del genero del mafioso - e dicendogli che la vicenda  interessava personalmente a Romano, ex compagno di scuola del   raccomandato.    

Aiello accontentò l'onorevole che, saputo dell'assunzione,  incontrò l'ex manager a Bagheria per ringraziarlo  personalmente. Dell'assunzione di Valentino al processo all'ex  presidente della regione Cuffaro, aveva marginalmente parlato  anche il pentito Giacomo Greco che aveva sostenuto che la  questione interessava al boss Ciccio Pastoia, circostanza che  confermerebbe l'interessamento della mafia alla vicenda. 

Il verbale di Aiello è stato depositato agli atti  dell'udienza preliminare a carico di Romano. L'ex manager ha  confermato quanto riferito dal pentito Stefano Lo Verso su  confidenze ricevute dallo stesso Aiello in carcere, ma ha detto  ai Pm di non essere stato a conoscenza delle questioni politiche  legate alle candidature di Antonio Borzacchelli e di Giuseppe  Acanto. Quest'ultimo, ritenuto vicino alla famiglia mafiosa di  Villabate, secondo l'accusa, sarebbe stato appoggiato  politicamente da Romano.  

Parmatour, a Tanzi 9 anni e 2 mesi, a Fiorani 3 anni e 8 mesi


PARMA (Reuters) - L'ex patron di Parmalat Calisto Tanzi è stato condannato oggi dal tribunale di Parma a nove anni e due mesi di carcere per bancarotta fraudolenta e associazione a delinquere nell'ambito del processo di primo grado sul crack di Parmatour, la holding turistica della famiglia Tanzi.
L'accusa aveva chiesto nell'ottobre scorso per Tanzi una pena detentiva di nove anni.
In totale i giudici hanno condannato 23 persone. L'ex AD di Banca popolare italiana Gianpiero Fiorani, accusato di bancarotta fraudolenta, è stato condannato a tre anni e otto mesi.
Tra gli altri condannati, spiccano i nomi di Giuseppe Fioravanti (8 anni), Nicola Catelli (7 anni) e Pasquale Cavaterra (5 anni). Tutti erano accusati sia di associazione a delinquere che di bancarotta fraudolenta.
Paolo Sciumé è stato condannato per la sola bancarotta fraudolenta a due anni e quattro mesi.
Il 72enne Tanzi, condannato a 18 anni di carcere a Parma per il fallimento Parmalat nel dicembre 2010, è stato portato in carcere nel maggio scorso dopo che la Cassazione ha ridotto a otto anni dai precedenti 10 una sentenza per aggiotaggio inflitta dalla corte d'appello di Milano.

L'Italia nella morsa del gelo, valanghe al Nord e rischio neve al Centro-Sud


Pericolo di distacchi su Valle d'Aosta, Piemonte e Trentino più moderato su Lombardia e Veneto

Neve a Bolzano (Tm News - Infophoto)Neve a Bolzano (Tm News - Infophoto)
MILANO - L'Italia nella morsa del freddo. Con due rischi: neve e valanghe. Resta «marcato» il grado di pericolo di quest'ultime su gran parte dell'Italia nord-occidentale. Rischio nevicate invece, anche a bassa quota, su Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia. È infatti in arrivo una nuova perturbazione che interesserà prima la Sardegna, quindi le regioni meridionali tirreniche, portando condizioni di spiccata instabilità. L'aria fredda che sospinge la perturbazione determinerà anche un abbassamento delle temperature con nevicate che potranno raggiungere quote collinari. Sulla base delle previsioni disponibili, il dipartimento della Protezione civile ha emesso un avviso di avverse condizioni meteorologiche valido dal pomeriggio di martedì che prevede precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, sulla Sardegna, in successiva estensione sulla Sicilia e Calabria. Le precipitazioni saranno accompagnate da venti forti provenienti da nord-ovest, con possibili mareggiate lungo le coste esposte. Dalle prime ore di mercoledì si prevedono nevicate, con quota neve minima 400-600 metri, da deboli a moderate sulla Campania e da moderate ad elevate su Calabria e Basilicata, in estensione dal pomeriggio anche sulla Sicilia. Sono previsti anche venti, da forti a burrasca, di provenienza settentrionale su tutte le regioni meridionali, con possibili mareggiate lungo le coste esposte.
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Preghiera a Monti


Mediatrade: pm, 13 testimoni per processo che inizia giovedi'

Milano, 20 dic - Sono 13 i testimoni che il pm della procura di Milano Fabio De Pasquale vuole sentire nel processo denominato Mediatrade, su presunte irregolarita' nella compravendita dei diritti tv del gruppo Mediaset. Tra di loro c'e' anche il parlamentare del Pdl Alfredo Messina, chiamato a rispondere - stando alla procura - in merito alle relazioni tra l'imprenditore Frank Agrama e il gruppo Fininvest. Il processo e' a carico di 11 persone tra le quali lo stesso Agrama (accusato di frode fiscale e appropriazione indebita), Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, e Piersilvio Berlusconi, vicepresidente della stessa azienda (questi ultimi due accusati solo di frode fiscale). La prima udienza e' fissata per giovedi' 22 dicembre davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano. L'udienza, tuttavia, dovrebbe essere di semplice smistamento ad altra data. Al termine dell'udienza preliminare, il 18 ottobre scorso, il Gup del tribunale di Milano Maria Grazia Vicidomini ha prosciolto l'allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dall'accusa di frode fiscale e appropriazione indebita per non aver commesso il fatto. Nella stessa data, invece, era stato disposto il rinvio a giudizio per gli altri 11 imputati, tra i quali gli altri sono Giorgio Dal Negro (accusato di frode e appropriazione), Daniele Lorenzano (frode e appropriazione), Gabriella Ballabio (frode e appropriazione), Roberto Pace (frode e appropriazione), il banchiere Paolo Del Bue (riciclaggio), Giovanni Stabilini (riciclaggio) e i due cittadini cinesi residenti a Hong Kong Paddy Chan (riciclaggio) e Catherine Hsu Chun (riciclaggio). Fla- 20-12-11 18:14:07 (0287) 5

In Usa 1,6 mln i bambini senzatetto

(ANSA) - NEW YORK - Vivono in rifugi per i poveri o all'interno di edifici abbandonati, ma anche sulle panchine dei parchi o in automobile: sono i bambini senzatetto, secondo il rapporto del Centro Nazionale per le famiglie senzatetto. Un piccolo su quarantacinque, pari a 1.6 milioni in tutto il Paese, non ha una casa e per sopravvivere deve ricorrere ad alloggi di fortuna. Negli ultimi quattro anni la cifra e' cresciuta del 33 per cento. Il 42 per cento di loro ha meno di sei anni.

Iran: protesta a Consiglio di Sicurezza per violazione spazio aereo ad opera degli Usa


Iran: protesta a Consiglio di Sicurezza per violazione spazio aereo ad opera degli Usa
TEHERAN – La Repubblica Islamica dell’Iran ha formalmente protestato contro gli Stati Uniti d’America nell’ultima seduta del Consiglio di Sicurezza per via della violazione del suo spazio aereo ad opera di un drone spia americano. Secondo l’IRIB, l’ambasciatore iraniano all’Onu in occasione della seduta di Lunedì del Consiglio di Sicurezza, che aveva come argomento la situazione dell’Afghanistan, ha fatto presente che le basi militari Usa nel paese non solo sono fonte di instabilità per l’Afghanistan, ma hanno creato problemi anche ai paesi vicini come l’Iran; l’ambasciatore iraniano ha sottolineato che gli Usa si avvalgono di queste basi per azioni di spionaggio ai danni dell’Iran. Il rappresentante dell’Iran all’Onu ha chiesto la ferma e incondizionata accusa della comunità internazionale contro la violazione dello spazio aereo iraniano ad opera degli Stati Uniti.

Usa: quali sono state le 12 bugie più grosse della Casabianca nel 2011?


Usa: quali sono state le 12 bugie più grosse della Casabianca nel 2011?
WASHINGTON – Il famoso magazine statunitense Foreign Policy ha stilato una lista delle “12 bugie più mostruose” raccontate dalla Casabianca nell’anno 2011. Secondo Press TV, l’articolo scritto da David J. Rothkopf, inizia ricordando che ormai a Washington “mentire è un arte” e spiega che le 12 bugie messe in classifica dall’articolo sono davvero “molto grandi” e che sono state di fatto “determinanti”.
Ma ecco la classifica stilata dal Foreign Policy:
1. “La guerra in Iraq è finita dopo nove anni.”
Rothkpf fa notare che gli Usa erano impegnati in Iraq sin dal 1990 e che il recente ritiro sarà solo la fine di un’altra fase nella campagna di guerra Usa nella regione ma non certo la fine definitiva.
2. “La missione americana in Iraq è stata un successo.”
L’autore esprime stupore per questa affermazione considerando che l’Iraq oggi è diviso, poco democratico, corrotto e che l’aggressione Usa è costata mille miliardi di dollari, migliaia di vite Usa, centinaia di migliaia di vite iraqene e la reputazione degli Usa nella regione. “La missione americana in Iraq sembra più un fiasco in tutti i sensi”, scrive l’autore.
3. “Stiamo vincendo in Afghanistan.”
Rothkopf descrive questa bugia come una delle migliori del repertorio del Segretario alla Difesa Leon Panetta. Washington ha rafforzato gli estremisti nella regione e la minaccia dell’instabilità nel nucleare Pakistan oggi è molto maggiore rispetto a quando gli Usa iniziarono il loro intervento armato.
4. “Il Pakistan è alleato degli Usa” e “l’Afghanistan è un partner dell’America.”
Ne il Pakistan e nemmeno l’Afghanistan possono essere definiti alleati credibili per gli Usa, scrive Rothkopf. Ciò è dimostrato dalla nervosità del Pakistan nei confronti degli Usa e dalle dichiarazioni “negative” dell’Afghanistan sul conto degli Usa a livello mondiale.
5. “L’America non è minacciata dallo sviluppo della Cina.”
È più una preghiera del Segretario di Stato Usa Hillary Clinton, scrive Rothkopf. “Dovrebbe essere giusto, ma non lo è”, aggiunge.
6. “È tutta colpa dei Repubblicani” e “È tutta colpa dei Democratici.”
Rothkopf scrive che queste due frasi sono tra le più grosse bugie dei politici americani. Lui spiega che il problema della politica Usa non sono i partiti ma i soldi. “Il sistema è così corrotto che i recenti scandali hanno solo portato all’introduzione di fondi più ingenti nel sistema impedendo l’applicazione delle riforme precedenti”.
7. “Riduzione tasse dei milionari aiutano alla creazione di posti di lavoro.”
Non esiste nemmeno una singola e solitaria prova a favore di questa “idiozia”, nota Rothkopf.
8. “Il prossimo summit deiu leaders europei sarà decisivo…”
Rothkopf scrive che la Casabianca ha fatto questo stesso annuncio una volta ogni due settimane negli ultimi mesi, e che il mercato degli Usa continua la sua caduta libera.
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Agente Cia arrestato in Iran: Usa chiedono immediata liberazione


Agente Cia arrestato in Iran: Usa chiedono immediata liberazione
TEHERAN – Gli Stati Uniti hanno chiesto la liberazione “senza esitazioni” della spia della Cia arrestata recentemente dall’intelligence iraniana. Secondo la rete satellitare Press TV, la portavoce del Dipartimento di Stato Victoria Nuland ha chiesto la liberazione di Amir Mirzaei Hekmati, spia americana di origini iraniane arrestato in Iran nei mesi scorsi, la cui cattura è stata annunciata il 17 Dicembre. La tv iraniano ha trasmesso le dichiarazioni dell’agente della Cia che ha ammesso di essere un operativo dell’intelligence americana con l’incarico di raccogliere informazioni in Iran; la spia ha spiegato di aver iniziato il suo periodo di addestramento nel 2001 alla base aerea afgana di Bagram. Hekmati, di origini iraniane, è nato in Arizona e si è arruolato nei marines dopo il termine degli studi liceali. Non è la prima volta che una spia americana viene arrestata in Iran; pure lo scorso 30 Maggio un gruppo di spie Usa venne arrestato dall’intelligence iraniana; anche il 24 Novembre l’Iran ha annunciato l’arresto di altri 12 agenti della Cia. Un’altra cellula di 12 spie è stata inoltre catturata il mese scorso grazie alla cooperazione dell’Iran con l’Hezbollah libanese.

Occidente in declino: la fuga in avanti di una terza guerra mondiale


Occidente in declino: la fuga in avanti di una terza guerra mondiale
- DI CHEMS EDDINE CHITOUR – Mondialisation.ca -
"Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione del denaro, dapprima attraverso l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le compagnie che nasceranno intorno alle banche priveranno il popolo dei suoi beni finché i loro figli si ritroveranno senza neanche una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato". Thomas Jefferson, presidente degli Stati Uniti dell’America
Dopo l’implosione dell’impero sovietico, abbiamo avuto, usando le parole di Fukuyama, “la fine della storia“, e una “pax americana” che sembrava potesse durare mille anni. Il popolo americano, che credendosi il “popolo eletto” ci vuole persuadere del suo “destino manifesto“, vuole illuminare il mondo, all’occorrenza col napalm. […] In una congiuntura caratterizzata dalla scarsità di materie prime, il 90% delle terre rare sono in Cina, che le vende con parsimonia. Il crollo finanziario degli Stati Uniti e dell’Europa ha portato gli Stati Uniti e l’Europa a non sovraccaricarsi troppo di “principi“, prendendo con la forza le risorse dai paesi deboli, come nel caso di Gheddafi messo in croce dall’Occidente, che non smette mai di destabilizzare, sotto le sembianze di una democrazia che non inganna più nessuno.
Perché l‘inquadramento mondiale del pianeta?
Sappiamo che la marina americana solca i mari e si avvicina di tanto in tanto alla costa, per mostrare il suo potere come ai vecchi tempi della Guerra Fredda, tessendo una rete sempre più fitta di basi americane fuori dal territorio degli Stati Uniti. Infatti, la gran parte delle fonti di informazioni su questa materia (principalmente C. Johnson, il Comitato di sorveglianza della NATO, l’International Network for the Abolition of Foreign Military Bases, eccetera) ci rivela che gli statunitensi possiedono od occupano tra le 700 e le 800 basi militari in tutto il mondo. Un documento del 2002 ci permette di notare la presenza dei militari statunitensi in 156 paesi, la presenza delle loro basi in 63 paesi, di basi costruite di recente (dopo l’11 settembre 2001) in sette paesi, per un totale di 255.065 effettivi. Secondo Gelman, che si basa sui dati ufficiali del Pentagono del 2005, gli Stati Uniti possederebbero 737 basi all’estero (1).
Secondo il professor Jules Dufour, la presa delle forze armate statunitensi di potere sul mondo è notevole e non smette di aumentare. Gli americani considerano la superficie terrestre come un campo da conquistare, occupare e sfruttare. La divisione del mondo in unità di combattimento e di comando illustra molto bene questa realtà. In questo contesto, l’umanità è così controllata, se non addirittura legata, alle catene i cui anelli sono formati dalle basi militari. Il processo di dispiegamento delle nuove installazioni militari è condotto con la forza, la violenza armata e l’intervento attraverso i cosiddetti accordi di “cooperazione“, le cui velleità di conquista sono reiterate senza tregua nella struttura delle pratiche del commercio e degli scambi. Lo sviluppo economico è assicurato dalla militarizzazione o dal controllo dei governi e delle società, e una quantità immensa di risorse viene sacrificata per consentire questo controllo che nella maggior parte dei casi viene esercitato su regioni dotate di ricchezze strategiche, per poter consolidare i presupposti dell’impero. (1)
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Il ritorno alla lira: una scelta tra la Cambogia e le stelle


"La nostalgia per la Lira e per le sue svalutazioni competitive, che sente una parte del mondo imprenditoriale, è un riflesso di questo conservatorismo culturale; di questo immobilismo, prima di tutto, intellettuale".
Tra le cose che più colpiscono delle città italiane, chi viene dall'estero, vi è la scarsa presenza di ristornati etnici (con l'eccezione degli onnipresenti cinesi) e la quasi totale assenza di fast-food appartenenti alle grandi catene multinazionali; c'è qualche McDonald, ma, per sommo dispiacere dei miei familiari, manca KFC, non c'è Pizza Hut e non si trovano i gelati di Baskin-Robbins e le ciambelle di Dunkin'Donuts. Manca, e non saprei davvero in quale altro paese sviluppato sia assente, addirittura Starbucks.
E' un'anomalia di cui sono orgogliosissimo; la dimostrazione lampante della nostra straordinaria capacita di resistenza alla penetrazione culturale, oltre che del fatto che abbiamo così tante cose buone che non sentiamo il bisogno d'importarne d'altre.
I gelati e la pizza, poi, sono nostre invenzioni e il caffè, buono come lo prepara il nostro bar sotto casa, non lo fa nessuno.
Purtroppo siamo altrettanto conservatori anche in altri campi; i nostri comportamenti immutabili si compongono in una società che appare completamente ingessata.
La nostalgia per la lira e per le sue svalutazioni competitive, che sente una parte del mondo imprenditoriale, è un riflesso di questo conservatorismo culturale; di questo immobilismo, prima di tutto, intellettuale.
Furono, quelle svalutazioni, un espediente che ci inventammo, non saprei quanto intenzionalmente, per continuare ad utilizzare, ben oltre la usa data di scadenza, il modello di sviluppo che avevamo adottato durante la ricostruzione post-bellica.
Negli anni 50 e, già con qualche rallentamento sul finale del decennio, negli anno 60, l’Italia era cresciuta vertiginosamente, esportando prodotti di mediocre qualità a pezzi bassi e bassissimi, grazie ad una forza lavoro che era la meno pagata tra quelle dei paesi industrializzati. Fummo, in quei decenni, i cinesi d’occidente.
Nel 1970 lo statuto dei lavoratori non fece altro che riconoscere l’avvenuto ricongiungimento dell’economia italiana al gruppo di quelle dei paesi più sviluppati; il nostro costo del lavoro divenne comparabile a quello che dovevano sostenere i nostri concorrenti: forse la metà di quello tedesco, ma non tanto basso da garantire, da solo, la competitività delle nostre imprese.
Avremmo dovuto aumentare la nostra produttività, investire in ricerca ed innovazione; entrare in nuovi mercati e concentrarci sulla fasci più alta di quelli in cui eravamo già presenti. Le nostre aziende, in altre parole, avrebbero dovuto produrre beni di qualità tale da giustifica i prezzi più alti che imponeva loro il dover, finalmente, pagare decentemente i propri lavoratori.
Le svalutazioni della Lira, invece, gli consentirono di restare sui mercati continuando a fare esattamente, o quasi, quel che già facevano, grazie ad un abbassamento artificiale del costo della manodopera.
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FRANCIA - Protesi al seno pericolose. 30.000 invitate a farsele levare

Al massimo entro il 24 dicembre le autorita' sanitarie inviteranno 30.000 donne che portano un impianto mammario di tipo PIP (Poli Impianti Protesi) a farselo levare.
Queste protesi difettose sono sospettate di acer causato la morte di almeno una donna e altrettanto pericolo per altre migliaia. Questa decisione e' unica nella storia della chirurgia estetica.
Nel contempo, fanno sapere le autorita', non c'e' estrema urgenza e non bisogna allarmarsi ma si tratta di un principio di prevenzione che deve essere comunque applicato. 
Secondo una stima, potrebbero essere tra le 4.000 e le 5.000 le protesi Pip impiantate a donne italiane. Lo sottolinea il chirurgo plastico Giulio Basoccu, dell'Universita' La Sapienza di Roma.
'Secondo una stima generale - spiega Basoccu - le protesi Pip arrivate e utilizzate in Italia sono all'incirca il 10-15% di quelle prodotte e utilizzate in Francia. Dunque, si stima che le Pip impiantate in Italia siano circa 4-5.000'

Lettera ambientalista a Monti "Fermi il Ponte sullo Stretto"


Da Fai, Italia Nostra, Wwf, Legambiente e Man appello al governo affinché fermi un'opera ritenuta pericolosa, inutile e dannosa per l'ambiente. I rilievi tecnici al progetto in oltre 200 pagine di osservazioni. "Agire immediatamente per evitare penali"di VALERIO GUALERZI

ROMA - Se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, la crisi economica e l'arrivo di un governo tecnico in supplenza della politica possono forse essere l'occasione per archiviare una volta per tutte un progetto ritenuto folle come quello sul Ponte sullo Stretto. Questa è almeno la speranza delle associazioni ambientaliste Fai, Italia Nostra, Wwf, Legambiente e Man (Associazione mediterranea per la natura) che nei nei giorni scorsi hanno scritto proprio con questo obiettivo una lettera al presidente del Consiglio Mario Monti. 

L'iniziativa è stata presentata questa mattina a Roma insieme a una dettagliata "contro-relazione" che ha impietosamente ricordato i tanti aspetti critici e spesso persino paradossali del progetto. Ben 245 pagine di osservazioni che le organizzazioni hanno prodotto, come scrivono allo stesso premier, "nell'ambito della procedura speciale di Valutazione di Impatto Ambientale per le infrastrutture strategiche". Detto fuori dal reverente linguaggio burocratico utilizzato nella lettera, la questione di fondo per le associazioni ecologiste è che il Ponte è pericoloso in quanto sarebbe un azzardo ingegneristico compiuto in una delle zone più sismiche del Mediterraneo; è un'infrastruttura inutile dal punto di vista della mobilità e della promozione dello sviluppo economico; costa uno sproposito, 8,5 miliardi di euro, che potrebbero essere usati in maniera molto più proficua; rappresenta una minaccia paesaggistica e ambientale, sia per l'impatto che avrà l'apertura di decine di cantieri sulle due rive dello Stretto, sia per la migrazione di milioni di uccelli (4,3 sono stati quelli censiti in volo in appena un mese e mezzo di controlli radar).

Obiezioni vecchie, che vengono ripetute ormai da anni, ma che per i loro aspetti paradossali non smettono mai di sorprendere. Vale la pena di ricordarne alcuni: il Ponte sullo Stretto, ricordano Fai, Italia Nostra, Wwf, Legambiente e Man nelle loro osservazioni, avrebbe una campata lunga 3,3 chilometri, mentre la più lunga esistente al mondo (Akashi Kaikyo, in Giappone) è di appena 1,9, km. Il ponte giapponese è però solo stradale, mentre quello tra Reggio e Messina dovrebbe essere sia stradale che ferroviario. Per costruire quest'ultimo, secondo i progettisti, sarebbero sufficienti appena 6 anni, mentre per Akashi Kaikyo ne sono occorsi ben 12. I cantieri per i lavori occuperebbero inoltre sul versante siciliano uno spazio pari a oltre tremila campi da calcio, mentre su quello calabrese ne sarebbero sufficienti "appena" la metà.   

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http://www.repubblica.it/ambiente/2011/12/20/news/associazioni_diffidano_governo_ponte_stretto-26926111/

La sindrome che ti rende un genio


Nuove teorie sottolineano il ruolo del disturbo di Asperger: Newton, Einstein, Michelangelo, Darwin e Mozart, geni egocentrici e autistici
Il collegamento fra genio e follia è una questione indubbiamente vecchia quanto il mondo: l’espressione, per quanto idiomatica, rischia di essere quantomai appropriata. Ci sono infatti recenti evidenze che rimettono sul tavolo della discussione il ruolo delle disfunzioni del comportamento come veicolo di innovazione e creatività: bisognerebbe addirittura tornare all’età della pietra. C’è un salto, uno scalino nell’evoluzione umana, che finora gli studiosi non sono riusciti a spiegare: e una nuova teoria sostiene il ruolo delle persone con disturbi del carattere, con sintomi di autismo e affetti da quella che oggi viene chiamata sindrome di Asperger.
IL CAMMINO DELL’UMANITA’ – Come ha fatto l’umanità ad evolversi? Come siamo passati da rudimentali utensili di pietra a raffinate macchine utili ad aiutare gli uomini a cacciare, a sopravvivere, a progredire? “I primi strumenti di pietra”, scrive il New Scientist commentando la teoria dell’archeologo di Cambridge Penny Spikins, “sono stati usati per centinaia di migliaia di anni, nei quali i nostri antenati si sono arrangiati con asce a mano, scalpelli e lance di fortuna. Poi, circa 100mila anni fa, c’è stata una rivoluzione tecnologica, con nuovi strumenti che appaiono, molto più sofisticati”. Parliamo di strumenti rivoluzionari come “aste da lancio, archi e frecce, arpioni per pescare, trappole e tranelli che hanno permesso ai cacciatori di distanziarsi dalle prede e cacciare animali più aggressivi”, ricorda il New Scientist; non solo, contemporaneamente a questa rivoluzione tecnologica, c’è una rivoluzione artistica; intorno a 35mila anni fa, i nostri antenati disegnano “stupendi animali praticamente vivi sulle pareti di roccia”. Come spiegare questo fenomeno? La teoria di Spikins si aggiunge alle tante già formulate, e passa appunto per il coinvolgimento dei disturbi autistici: in questi anni i primitivi ominidi riescono a valorizzare e non emarginare i soggetti “ad esempio schizofrenici”, o appunto “autistici”. “Ad un certo punto”, spiega Spikins, “i nostri antenati hanno sviluppato emozioni complesse come compassione, gratitudine e ammirazione. Il che ha aiutato ad accettare e tollerare le persone con mentalità diverse”. E a quel punto, “utilizzando le abilità uniche e gli attributi tipici di un modo di pensare diverso, i primi uomini sono diventati “più inventivi e adattabili, e alla fine hanno superato per abilità gli altri ominidi”. Insomma, per mandare avanti l’umanità, ci sarebbe voluto l’intervento degli emarginati sociali, i soggetti non capaci di relazioni sociali ordinarie ma più inclini ad invenzioni prodigiose: una rivincita sugli ominidi meno in grado di pensare un mondo nuovo che, smettendo di criticarli, hanno imparato ad accettarli e valorizzarli.
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Protesi al seno a rischio, in Italia sono 5mila


Il ministro convoca il Consiglio superiore della Sanità
Il ministro della Salute  Renato Balduzzi ha convocato d’urgenza il Consiglio Superiore di Sanità in seguito alla segnalazione delle autorità francesi circa la pericolosità delle protesi mammarie P.I.P. In attesa di conoscere le valutazioni del Consiglio Superiore di Sanità richieste con carattere di urgenza, il primo  aprile 2010, con una circolare, il Ministero ha invitato gli operatori sanitari a non utilizzare i dispositivi in oggetto, dopo che il 30 marzo 2010 l’Autorità francese aveva comunicato il ritiro delle stesse protesi. Nella circolare si invitata a metterle in quarantena e a segnalare eventuali incidenti.
STOP ALLA DISTRIBUZIONE – Contemporaneamente era stato chiesto al Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute di verificare la presenza sul territorio nazionale del prodotto e di operare affinché non potesse essere più distribuito. La Francia ha deciso di richiamare 30MILA donne affinché si facciano rimuovere delle protesi al seno considerate cancerogene: è quanto si legge sul quotidiano Liberation. Prima della fine della settimana, le autorita’ sanitarie francesi chiederanno a tutti le donne che portano le protesi in silicone della marca PIP di farsele rimuovere: ‘le protesi, concepite a partire da un gel non conforme, possono strapparsi e provocare, oltre a delle infiammazioni, dei tumori’, afferma ancora Liberation. Otto casi di cancro sono stati segnalati su pazienti che portavano delle protesi PIP difettose, aveva riferito lo scorso 15 dicembre il professor Jean-Yves Grall, responsabile del ministero della Salute.
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