sabato 19 febbraio 2011

Il mondo condanna il Veto Usa alla risoluzione anti-Israele

Il mondo condanna il Veto Usa alla risoluzione anti-Israele

NEWYORK - Con 14 voti a favore e solo uno contrario ma decisivo, quello degli Stati uniti, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha bocciato la risoluzione che condanna Israele per aver continuato a costruire insediamenti a Gerusalemme est e nei territori palestinesi. Immediate le reazioni polemiche che si sono susseguite per tutta la notte fino a questa mattina. Israele ha lanciato un appello affinchè riprendano i negoziati diretti con i palestinesi. ''Israele apprezza profondamente la decisione del presidente Obama di porre il veto alla risoluzione del consiglio di sicurezza'', si legge in una nota diffusa dall'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. Dopo il veto degli Usa l'autorità nazionale palestinese ha dichiarato di voler ''rivedere il processo negoziale'' con Israele. ''Si tratta di una decisione sciagurata e squilibrata, che influenzerà la credibilità dell'amministrazione americana - ha dichiarato Yasser Abed Rabbo, segretario generale del comitato esecutivo dell'Olp, uno dei principali negoziatori per l'Anp, che ha anche detto che i palestinesi intendono ora ''rivedere'' il processo negoziale con Israele. Da Bruxelles, Catherine Ashton, il capo della diplomazia europea, ha espresso il suo ''rammarico'' per l'impossibilita' di ''raggiungere un consenso sulla risoluzione sugli insediamenti al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite''. ''La posizione dell'Ue sugli insediamenti (ebraici), compresi quelli a Gerusalemme est - ha sottolineato il capo della diplomazia dell'Unione europea - è chiara: sono illegali secondo il diritto internazionale, costituiscono un ostacolo alla pace e rappresentano una minaccia alla soluzione dei due stati''. La Ashton ha quindi ribadito la necessità di ''fare tutto il possibile per una rapida ripresa dei negoziati tra le parti''. "Rammarico'' espresso anche dall'Italia tramite una nota della Farnesina. ''L'italia - si legge - si riconosce pienamente nella posizione del Consiglio affari esteri dell'Ue del 13 dicembre 2010 che esprime rammarico per il mancato rinnovo della moratoria e reitera come gli insediamenti israeliani, compresi quelli che si trovano a Gerusalemme est, siano illegali secondo il diritto internazionale e costituiscano un ostacolo alla pace, ripetendo a tutte le parti l'invito ad astenersi da azioni unilaterali e dalla violenza''. In questo senso, prosegue la nota, ''condividiamo il contenuto della risoluzione presentata al riguardo dal gruppo arabo in Consiglio di sicurezza. siamo tuttavia convinti che nell'attuale congiuntura del processo di pace e di rivolgimenti nella regione, l'iniziativa non risulti utile per facilitare progressi. L'italia continua a credere nella rapida ripresa del dialogo come strumento migliore per raggiungere la soluzione dei due stati sulla base dell'accordo fra le parti''.

L'Egitto autorizza il passaggio da Suez delle navi iraniane

L'Egitto autorizza il passaggio da Suez delle navi iraniane

IL CAIRO - L'Egitto ha dato il via libera al passaggio di due navi da guerra iraniane attraverso il canale di Suez.

Lo ha detto oggi una fonte della sicurezza respingendo in un certo senso la "preoccupazione" espressa dal Ministero degli Esteri israeliano secondo cui la richiesta iraniana sarebbe un "un gesto provocatorio". Anche il ministro della Guerra di Tel Aviv, Ehud Barak, ha etichettato l'azione iraniana come "ostile" e ha detto che Israele segue con l'attenzione la situazione. "L'Egitto ha dato il via libera al passaggio di due navi iraniane attraverso il Canale di Suez", ha detto la fonte citata dalla PressTv. Le due navi militari iraniane che si trovano nel Mar Rosso hanno richiesto all'Autorità del Canale di Suez l'autorizzazione per transitare verso il Mediterraneo. La Repubblica islamica aveva precisato che le navi non portano armi o materiali nucleari e chimiche. Una fonte dell'esercito egiziano aveva detto in precedenza che il ministero della Difesa stava valutando la richiesta da parte dell'Iran in merito al passaggio delle navi attraverso l'idrovia strategico. La nave Alvand è una fregata leggera armata con siluri e missili antinave mentre la Kharg è una nave supporto e rifornimento di 33 mila tonnellate, con a bordo 250 uomini e in grado di ospitare tre elicotteri. Le loro destinazioni sono i porti siriani sul Mediterraneo - sul litorale fra Tartus e Latakia - per condurre ‘esercitazioni nella raccolta di intelligence’ per un periodo di 12 mesi assieme alla Marina di Damasco.

Ruby, il giallo dei verbali mancanti: 22 interrogatori, solo 5 nel fascicolo

I colloqui concentrati tra giugno e agosto: i pm possono esibirli in aula.

Ruby
di Claudia Guasco

MILANO - Da metà giugno al 3 agosto Ruby è stata ascoltata dai pm Piero Forno e Antonio Sangermano ben ventidue volte. Ma i verbali sono solo quattro, cinque se si considera che l’ultimo è diviso in due parti. Sono inseriti tra le fonti di prova della richiesta di rito immediato che la procura di Milano ha inviato al gip Cristina Di Censo, la quale a sua volta li riporta nel decreto in cui ha accolto la tesi dell’accusa. I verbali di assunzione informazioni rese da Karima El Marough sono datati 2 luglio, 6 luglio, 22 luglio e 3 agosto. Quindi ne mancano all’appello diciassette e poiché i magistrati si sono mossi con assoluta correttezza, anche in considerazione del fatto che si trattava di una minore, è da escludere che quanto raccontato in quelle occasioni da Ruby non sia stato verbalizzato. Probabile, invece, che facciano parte della scorta di munizioni che l’accusa tiene in serbo per lo scontro in aula con Niccolò Ghedini e Piero Longo, i difensori di Silvio Berlusconi.
Lo scorso giugno Ruby era più o meno una delle tante ragazze in difficoltà di cui si occupano i pm del dipartimento fasce protette, fuggita dalla comunità La Glicine Cirs di Messina e approdata alla struttura Sant’Ilario di Genova. Se non che tra l’una e l’altra comunità c’è stato uno strano passaggio della diciassettenne alla questura di Milano: per tirarla fuori a tempo di record dagli uffici di via Fatebenefratelli ha chiamato addirittura il presidente del Consiglio e per convincere i funzionari a lasciarla andare ha mandato una consigliera della Regione, Nicole Minetti. Che, una volta fuori dal portone, la scarica immediatamente a Michele De Conceicao Santos Oliveira. Ruby finisce così in un appartamento di via Villoresi, dove il 5 giugno litiga furiosamente con la brasiliana tanto che i vicini chiamano la polizia. Così la vicenda di Karima viene segnalata alla Procura e davanti ai magistrati accade quello che Berlusconi è riuscito per un soffio a evitare succedesse in questura: la giovane marocchina comincia a raccontare delle feste ad Arcore, dei suoi rapporti con Berlusconi, dei soldi e dei regali.
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Perché il Pd abbraccia Fini e respinge Vendola

Forse è il caso che Bersani la smetta con la solita tiritera de “Le primarie le abbiamo inventate noi” che in realtà sta a significare “Non venite a rompermi le scatole, le primarie le faremo quando saremo sicuri di non perderle”.

La paura di essere stracciati da Vendola è oramai sotto gli occhi di tutti. I vertici del Partito Democratico sanno benissimo che, se le facessero oggi, il leader di Sinistra e Libertàbrucerebbe tutti i suoi avversari sullo scatto. È quindi opportuno eludere le domande, glissare sulle pressioni, e cambiare argomento. Le primarie, per ora, non sono in programma.

Se da un lato la società non manchi di palesare il suo disappunto e il suo disgusto per la politica di Pdl eLega, dall’altro la dirigenza del principale partito d'opposizione difende il suo piano politico, evidentemente utopistico, pur di non perdere potere e poltrone. E allora va avanti con proposte che – si sa – verranno rispedite al mittente. L’idea di una Santa Alleanza per battere Berlusconi, che vada daVendola a Casini, da Bersani a Fini, fa ribrezzo. A tutti. Una strategia che, nel medio termine, si rivelerebbe perdente.

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http://www.agoravox.it/Perche-il-Pd-abbraccia-Fini-e.html

Il processo. Imputato: Silvio Berlusconi. Colpevoli? Tutti

Il prossimo 6 Aprile, alle 9 e 30, davanti alla quarta sezione penale del tribunale di Milano, inizierà il processo con tiro immediato nei confronti di Silvio Berlusconi, imputato dei reati di concussione e prostituzione minorile. Sarà, quel giorno, una delle date più infauste nella storia della Repubblica.

Il processo. Imputato: Silvio Berlusconi. Colpevoli? Tutti

Chi mi ha letto in questi anni sa quanto io sia decisamente anti-berlusconiano; proprio questa mia insofferenza verso il berlusconismo m’impedisce di gioire di quel che sta accadendo.

Il processo che si dovrebbe tenere a Milano - scuserete i condizionali, ma sono d'obbligo - per i reati che Silvio Berlusconi avrebbe commesso, per placare i sintomi di quello che appare come un disturbo psico-sessuale, rappresenterà uno dei punti più bassi della nostra vita pubblica come pure un punto di non ritorno nella lotta al berlusconismo: una sconfitta per chi, come me, si ostina a credere nella democrazia e nella maturità dei cittadini italiani.

Non intendo affatto dire che il processo non si dovrebbe tenere né, tanto meno, che i giudici milanesi abbiano commesso la benché minima irregolarità; per quel che ne so, anzi, essi stanno semplicemente compiendo il proprio dovere e solo spero che il dibattimento duri poco e comporti, per l’Italia, il minor danno d’immagine possibile.

Quel che mi lascia con l’amaro in bocca è che si debba arrivare a questo per veder terminare la carriera politica di Silvio Berlusconi; che il Presidente del Consiglio Berlusconi, rappresentante del peggio d’Italia e dell’occidente, non sia stato sconfitto politicamente, ancor prima che in parlamento e, quindi, elettoralmente.

La morte politica di Berlusconi, in realtà avvenuta il giorno stesso in cui ha formato con nani e ballerine il proprio governo, è, da qualunque punto di vista si guardi, un suicidio. Le opposizioni non hanno giocato, in questo, il minimo ruolo; avrebbero benissimo potuto non esserci e, ancora oggi, continuano ad essere quasi ininfluenti.

Un’eventuale loro vittoria nelle elezioni, che ritengo ormai prossime, non cambierà questo giudizio; saranno consultazioni in ogni caso segnate dal Bunga Bunga e saranno i difetti umani - evidentissimi - di Silvio Berlusconi, la sua senilità, ad essere il centro del dibattito, non il berlusconismo in sé.

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Libia, sono 84 i morti negli scontri Berlusconi: "Non voglio disturbare Gheddafi"

Il nuovo dato fornito dall'organizzazione umanitaria Human Rights Watch. Nella notte bloccato il traffico internet in tutto il paese. Tensione in Algeria, migliaia in piazza e la polizia carica i manifestanti: in coma un deputato. Il re del Bahrein chiede di avviare il dialogo con l'opposizione, i blindati lasciano piazza delle Perle a Manama. Obama: "Basta violenze". Un morto in Yemen.

TRIPOLI - Sarebbero almeno 84 le vittime degli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti che da tre giorni infiammano la Libia. A fornire la cifra è l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch citando testimonianze di fonti mediche e di residenti. Ieri sera Amnesty international aveva parlato invece di 46 morti. "Le autorità libiche devono porre fine immediatamente agli attacchi contro i manifestanti pacifici e proteggerli da gruppi antigovernativi", si legge in un comunicato dell'organizzazione umanitaria che ha sede a New York.
Bilancio drammatico anche quello riferito dall'emittente al Jazeera, secondo cui le forze della sicurezza libica hanno ucciso almeno 70 manifestanti a Bengasi, seconda città del paese. "L'ho visto con i miei occhi: almeno 70 cadaveri in ospedale", ha raccontato un medico, Wuwufaq al-Zuwail, aggiungendo che le forze della sicurezza hanno impedito alle ambulanze di recarsi nei luoghi delle proteste.
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rlusconi, le memorie di Sarah Brown "Quando chiese il numero alla Campbell"

I giornali stranieri continuano a occuparsi dei guai del premier. Su Times ed Herald Tribune le testimonianze di italiani che vivono all'estero: "Le donne lo stanno abbandonando". E il Financial Times lo paragona a Gheddafi e Mubarak
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Anche oggi molti articoli su Berlusconi sulla stampa internazionale. Il Times gli dedica due pagine, con un servizio sulle "mamme-nonne d'Italia che hanno perso l'istinto materno" nei confronti del premier e un mini-sondaggio tra alcuni italiani famosi che risiedono a Londra o girano il mondo, per sentire il loro parere sul Cavaliere. "La situazione è atroce", dice per esempio l'architetto Massimilano Fuksas. "Quando incontro gente a New York o in Cina, la prima cosa che mi dicono, ridendo, è bunga-bunga. Chiedono se tutti noi italiani siamo così, e se non lo siamo, domandano perché non ci liberiamo di lui. L'Italia è diventata un paese di cui l'Unione Europea dovrebbe preoccuparsi".
In difesa del premier interviene invece Santo Versace, presidente della casa di moda omonima, secondo cui "i magistrati stanno cercando di rovesciare il verdetto delle urne in modo simile a quanto fatto nel 1992 quando un piccolo gruppo di inquirenti fece cadere le teste di tutta la Prima Repubblica, comunisti esclusi". La regista Lina Wertmuller, pur dichiarandosi di sinistra, dice: "Non mi piace l'idea di liberarci di Berlusconi attraverso i tribunali". Lo scrittore Roberto Saviano afferma che ciò che Berlusconi più teme, in caso di una condanna, è "di non poter più occupare incarichi pubblici".
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G20, c'è l'accordo sugli squilibri "Ripresa più solida ma disomogenea"

Intesa sui cinque indicatori per misurare gli scompensi economici globali. Superate le divergenze tra i paesi del G7 e quelli dell'area 'Bric' (Brasile, Russia, India, Cina), che avevano proposto il ricorso alla bilancia commerciale al posto di quella delle partite correnti

PARIGI - La ripresa economica globale si sta rafforzando, anche se procede ancora in maniera disomogenea. E restano "rischi al ribasso". È quanto si legge nel comunicato finale del G20 dei ministri delle Finanze e i governatori della banche centrali che, al vertice di Parigi, hanno raggiunto un accordo sui cinque indicatori per misurare gli squilibri globali economici. Un'intesa che il commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn, ha definito un "decisivo passo avanti". Sarebbero quindi state superate le divergenze tra i paesi del G7 e quelli dell'area 'Bric' (Brasile, Russia, India, Cina), che avevano proposto il ricorso alla bilancia commerciale al posto di quella delle partite correnti. La lista degli indicatori non tiene in considerazione le riserve di cambio, una delle misure più controverse.
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Berlusconi: "Riformeremo la Consulta" Nuovo affondo contro magistrati e Fini

Il premier interviene telefonicamente a un convegno del Pdl a Cosenza: "Mi vogliono eliminare con l'arma giudiziaria, ripresenteremo tutti i provvedimenti sulla giustizia". Per la Consulta annuncia: "Servirà il quorum di due terzi per abrogare le leggi"

ROMA - Silvio Berlusconi è intenzionato ad andare avanti con la riforma della giustizia e annuncia che la maggioranza ripresenterà tutti i provvedimenti in materia, "dalla divisione degli ordini, ai due Csm, al metodo di elezione dei membri del Csm". La rifondazione del sistema giudiziario delineata dal premier in un intervento telefonico a un convegno del Pdl a Cosenza coinvolge anche la Corte costituzionale: "Saranno necessari i due terzi dei componenti per abrogare le leggi in modo da evitare che si ripetano le situazioni oggi, quando il Parlamento discute una legge, la approva e se non piace ai magistrati di sinistra, la impugnano davanti alla Consulta che, essendo costituita in prevalenza da giudici che provengono dalla sinistra, la abroga anche se è una legge giusta e giustissima".
"Io mi sono impegnato per evitare il prevalere della sinistra attraverso l'arma giudiziaria. Dobbiamo resistere, continuare a governare con serenità rispondendo ai problemi che si presentano ogni giorno. La nostra maggioranza è solida, in Senato ma anche alla Camera. Abbiamo i numeri per andare avanti fino al termine naturale della legislatura - dice il presidente del Consiglio - Stiamo lavorando per la piena attuazione del Piano per il Sud, per le infrastrutture, e per tutte quelle riforme istituzionali, tra noi ampiamente condivise, a cominciare da quella della giustizia, indispensabile per il nostro Paese".
E la riforma della Giustizia è al centro dell'intervento di Berlusconi che lancia l'ennesimo attacco alla magistratura partendo dalla "persecuzione" attuata nei suoi confronti: "Me ne hanno fatte di tutti i colori", sono "l'uomo più perseguitato della storia dalla giustizia", ma non sono "mai arrivati a condanna" e "continuano perché hanno ben chiaro che se non mi eliminano attraverso l'arma giudiziaria non potranno mai farlo attraverso le elezioni. Io mi sono impegnato per evitare il prevalere della sinistra attraverso l'arma giudiziaria".
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La lista completa dei vip del Pio Albergo Trivulzio

Affitti a prezzo stracciato e nomi eccellenti: Libero pubblica la lista completa di politici e vip che hanno avuto le case. Tra gli altri Carla Fracci, il figlio di Pillitteri, il direttore generale del Milan Ariedo Braida. Ma anche il dirigente della Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Milano, impegnata nell’inchiesta sul caso Ruby, Maria José Falcicchia.

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Sondaggi, Vendola mai così in alto. Il Pd tiene. Silvio ora è a -1

Le ultime rilevazioni incoraggiano la coalizione di centrosinistra. Che si avvicina a Berlusconi. Sel vola oltre l’8%.

Mai così in alto. Nichi Vendolavola nei sondaggi. I numeri degli ultimi giorni parlano chiaro:Sinistra Ecologia Libertà è una forza alla quale il Pd non può rinunciare nel mettere a punto una alternativa alla destra di Berlusconi.

CONTINUA IL BOOM DIVENDOLA – I dati diffusi dagli istituti di sondaggi descrivono il partito del governatore pugliese, in media, oltre l’8% (8,3). Si va dal 6,3% di Cfi group (rilevazione del 10-11 febbraio) al 9,4% di Ispos (14 febbraio), passando per i 7,7 punti percentuali di Digis (11-12 febbraio), gli 8,2 di Demos&Pi (9-11 febbraio), gli 8,6 di Demopolis (4-7 febbraio), i 9 di Fullsearch (11-14 febbraio) i 9,2 di Emg (3-6 febbraio). Per Sel è un crescendo. A dicembre oscillava tra il 6 e il 7%. A novembre valeva, in media, il 5,3%.

PD IN RIPRESA – E se a fine 2010 il boom di Vendola coincideva con una flessione del PartitoDemcoratico, oggi, la crescita non sembra danneggiare Pier Luigi Bersani e soci. I democratici sono in ripresa, seppur lieve. Il Pd vale il 25,6% ed oscilla dal 24,3% di Demos%Pi al 30,6% di Cfi group. E’ lo stesso dato di fine ottobre. A fine anno, la media settimanale, oscillava perennemente tra il 24 e il 25%. Con qualche sondaggista che lo stimava al 23% netto. Perde ancora qualcosa l’Italia dei Valori, che vale oggi in media il 5,6%. A dicembre valeva almeno il 6. A fine ottobre era al 6,8. Complessivamente Sel, Pd e Idv, insieme ottengono il 39,6%, il massimo degli ultimi mesi. Negli ultimi mesi del 2010 il trio non era mai andato oltre il 37,9% di media.

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Nasce l’alleanza contro il Papa

La visita berlinese di Benedetto XVI suscita forti proteste

Le associazioni critiche sulle posizioni della Chiesa cattolica in materia di diritti civili e sessualità hanno fondato un’alleanza per organizzare la protesta nei giorni in cuiBenedetto XVI sarà a Berlino. Il direttore di una casa editrice gay Bruno Gmünder, è intenzionato a donare una sede temporanea del comitato, che è immediatamente operativo e che dovrà mobilitare le forze da ora fino a settembre, data prevista per l’arrivo del Papa. ALLEANZA CONTRO IL PAPA Giovedì sera, informa Queer.de, nella sede dell’associazione berlinese dei gay e delle lesbiche tedesche, la LSVD, si sono incontrate una ventina di gruppi e movimenti attivi sui temi etici, con posizioni laiche. C’erano molte associazioni omosessuali, ma la maggioranza era composta da gruppi etero. La LSVD, tramite il suo , Manfred Bruns, aveva parlato già criticato in autunno la visita del Papaal Bundestag, definendola un’inaccettabile inginocchiarsi di fronte ad un leader religioso, che, “senza alcun dubbio rifiuta alcuni diritti fondamentali difesi dalla nostra Costituzione in materia di uguaglianza e divieto di discriminazione”. Bruns aveva rimarcato come il Papa durante la sua vita dovrebbe visitare il monumento alle vittime omosessuali cadute del regime nazionalsocialista. MOBILITAZIONE PERMANENTE – Il comitato contro la visita di Benedetto XVI ha intenzione di attivarsi da subito per organizzare una serie di eventi capaci di attrarre l’opinione pubblica in termini critici sul pensiero del Papa sui temi che riguardano l’autodeterminazione sessuale. Il coordinamento delle attività è stato dato alla LSVD, l’associazione più strutturata tra quelle che hanno fondato il gruppo di lavoro anti Ratzinger. Il prestigioso editore Bruno Gmünder, che dirige una casa di pubblicazioni omosessuali tra le più seguite in Germania, si è dichiarato disponibile a finanziare una sede per le attività del comitato, che è aperto ed auspica un coinvolgimento significato da parte degli attivisti esperti sul tema della Chiesa cattolica e della sessualità. Sono diverse comunque le opinioni all’interno delle forze che compongono l’alleanza in vista della visita del Papa. Günter Dworek, un membro della LSVD, ha comunque rimarcato l’intenzione di organizzare manifestazioni che non debbono ferire la sensibilità religiosa altrui, una dichiarazione citata anche da un’agenzia di notizie cattoliche. Le associazioni berlinesi sperano comunque di replicare il buon esito delle proteste organizzate a Londra nel 2010 e a Sidney nel 2008 in occasione dell’arrivo di Benedetto XVI.

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