giovedì 24 febbraio 2011

Fonti Ue: allo studio opzione intervento militare umanitario

Bruxelles, 24 feb. - (Adnkronos) - Tra le opzioni che l'Unione Europea sta considerando nella preparazione dei piani sulla Libia c'è anche l'ipotesi di un intervento militare a carattere umanitario. Lo hanno rivelato fonti Ue, secondo cui "questa è una possibilità su cui stiamo lavorando". Si tratta di "una questione difficile e complessa", hanno sottolineato le fonti, ricordando che "qualsiasi tipo di intervento militare richiede ovviamente una cornice legale".

Un intervento militare di questo tipo potrebbe essere organizzato "sulla base di un'emergenza umanitaria, come mancanza di cibo, acqua, medicinali, ma per il momento non abbiamo informazioni di questo tipo dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni internazionali", hanno spiegato ancora le fonti a Bruxelles, ricordando che al momento l'Ue sostiene il lavoro che le agenzie dell'Onu e le ong stanno facendo in Tunsia ed Egitto, con la messa a punto di piani d'emergenza per ricevere i profughi che dovessero arrivare dalla Libia.

Secondo le cifre fornite dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), tra le 5mila e le ottomila persone si trovano al confine la Tunisia ed un numero minore alla frontiera con l'Egitto. Ma "per il momento - hanno precisato le fonti Ue - non registriamo movimenti verso l'Europa".

L'Ue inoltre sta "passando al vaglio la possibilità di evacuazioni via mare, incluso attraverso il ricorso a navi militari che si trovano al momento nell'area mediterranea", ha poi affermato il portavoce della commissaria Ue alla gestione delle crisi e aiuti umanitari Kristalina Georgieva.

La Cina ha offerto all'Ue la sua disponibilità ad evacuare con una nave che ha nella regione diverse centinaia di cittadini europei, ha affermato Raphael Brigandi. "C'è una nave attualmente coordinata dalla Cina che ha 500 posti disponibili per i cittadini Ue", ha detto il portavoce, ricordando che il problema principale è quello dell'evacuazione degli europei rimasti bloccati a Bengasi, dove l'aeroporto è fuori uso.Per questo grazie all'attivazione del Mic, il sistema di coordinamento tra gli stati membri in caso di emergenza umanitaria, tutti i paesi Ue ora stanno "cercando di identificare i mezzi di trasporto disponibili per metterli in comune e accelerare i tempi dei rimpatri", ha sottolineato Brigandi. I costi dei mezzi messi a disposizione dai paesi Ue saranno rimborsati da Bruxelles.

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