Gli inglesi mandano in galera, senza il beneficio della libertà condizionata, un membro della Camera che aveva fatto la cresta sui rimborsi spese; gli americani cacciano via i loro parlamentari dopo una bugia o un comportamento sconveniente, come farsi fotografare a torso nudo; i tedeschi mandano a casa il Ministro della Difesa, barone Guttenberg, uomo politico competente e brillante, stella nascente del firmamento politico, vicino alla cancelliera Angela Merkel, per avere copiato un brano della tesi di dottorato. In Italia il Presidente del Consiglio, imputato in quattro processi, resta dov’è, anzi rafforza la sua maggioranza in Parlamento grazie all’arrivo di deputati da altri schieramenti, che formano un gruppo e lo chiamano “Responsabili”. E questa maggioranza cerca di impedire ad un tribunale della Repubblica di giudicare il suo leader che deve rispondere di accuse infamanti, come la prostituzione minorile.
L’Italia subisce l’influenza morale dalla Chiesa di Roma. La sua sensibilità sui temi dell’etica pubblica dovrebbe essere maggiore che altro. Invece non è così. L’area politica cattolica, infatti, è la più indulgente, la più propensa a “perdonare” ed a vedere dietro l’azione dei magistrati una persecuzione politica.
Una anomalia, dunque.
Indulgenza plenaria, interesse politico, partiti “anomali” e proprietari o nel nostro Paese l’etica pubblica ha subito una modificazione genetica che ci ha allontanato dal resto del mondo in modo irreparabile?
Siamo figli delle indulgenze a pagamento, laici e cattolici, oppure partiti e istituzioni sono condizionati gravemente da un confronto impari, perché il contendente più forte, Silvio Berlusconi, possiede di tutto e di più e può comprare ogni cosa, i voti e il Parlamento? E ammesso che le cose stessero così, quella italiana sarebbe davvero un’opinione pubblica facilmente influenzabile, disposta ad accettare ogni nefandezza senza che siano scalfiti i suoi giudizi sui personaggi più rappresentativi?
L’area cattolica attende che i peccati divengano reati per esprimere in modo netto e inequivocabile il suo giudizio, l’area laica usa linguaggi e contenuti diversi e non manifesta un sentire comune. Questi sono dati di fatto. In più il “one mal only” tiene desta l’attenzione su di lui “opponendosi” ad ogni altro organismo o avversario politico con ogni mezzo. E’ il primo caso al mondo di un uomo di governo che “si oppone”. I giornali, i poteri forti, il Parlamento, la Corte costituzionale, il Quirinale, i partiti di opposizioni, il dissenso. Una lotta titanica senza risparmio di colpi e uso delle armi.
Pier Luigi Battista, vice direttore del Corriere della Sera, ritiene che Silvio Berlusconi sia in campagna elettorale, altrimenti sarebbe inspiegabile la conflittualità permanente che ha instaurato. Pur con intensità diversa, invero, è stato sempre così: stare sul ring lo fa vincere. A spese della governabilità? Certamente sì.
I comportamenti del Premier invece che subire le punizioni dagli elettori e dall’opinione pubblica pare che suscitino “apprezzamento” o, comunque, non provocano indignazione. Per quale ragione?
Continua ...
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