mercoledì 13 aprile 2011

Libia, oggi vertice a Doha della Coalizione Raid, Frattini prende tempo, La Russa: "No"

Francia e Gran Bretagna chiedono più impegno agli altri Stati. Frattini non ha chiuso le porte all’ipotesi di bombardamenti italiani, ma La Russa: "Ce l'hanno chiesto, ma c'è riluttanza".

Roma, 13 aprile 2011 - Alla vigilia del vertice del Gruppo di contatto a Doha - in agenda oggi - e a due giorni dal summit Nato di Berlino, Francia e Gran Bretagna hanno lamentato di essere costrette a sostenere “la parte essenziale” delle operazioni internazionali per l’applicazione della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu in Libia e hanno chiesto maggior impegno agli altri Stati.

E da Lussemburgo, il ministro degli Esteri italiano Frattini non ha chiuso le porte all’ipotesi di una partecipazione diretta degli aerei italiani ai bombardamenti ma ha specificato che su questo decideranno il governo e la Nato mentre il titolare della difesa La Russa ribadisce una certa “riluttanza”.

Intanto, il presidente francese Nicolas Sarkozy riceverà oggi all’Eliseo il primo ministro britannico David Cameron per una cena di lavoro consacrata “essenzialmente” al conflitto in Libia. Lo rende noto una fonte della presidenza transalpina.

Oggi a Doha verrà ascoltata anche una delegazione del Consiglio Nazionale di Transizione ribelle, che ha scelto di partecipare direttamente ai lavori. Alla riunione parteciperà anche l’ex ministro libico degli Affari Esteri, Mussa Kussa, che è riparato a Londra dopo avere fatto defezione.

Il Cnt, da parte sua, ha fatto sapere di attendersi il pieno riconoscimento della comunità internazionale, ribadendo di non avere intenzione di discutere alcuna proposta di accordo che non preveda l’abbandono del potere da parte di Gheddafi e dei suoi figli.

Di fatto, si tratta della stessa posizione già confermata alla delegazione africana che ha provato una mediazione tra le parti in conflitto. L’Ua ha comunque lasciato la porta “socchiusa” per proseguire i negoziati in vista di una soluzione pacifica alla crisi: in Libia “abbiamo lasciato la porta socchiusa per proseguire le discussioni”, ha dichiarato il presidente congolese Denis Sassou Nguesso al suo ritorno dalla Libia e dall’Algeria.

“Occorre sempre sperare nei negoziati. Non bisogna pensare che si possa ottenere tutto in una sola volta”, ha aggiunto.

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