mercoledì 7 settembre 2011

Il Csm boccia il processo lungo: "Dirompente" "Ha la capacità di rallentare a dismisura tutti i procedimenti"

Il documento che boccia il processo lungo e’ stato approvato con 18 voti a favore e 3 contrari dei laici del Pdl. Il no di questi ultimi e’ stato motivato dalla convinzione che il Csm non possa censurare un ddl all’esame del Parlamento.

Roma, 7 settembre 2011 - Il Csm lancia l'allarme: "Avra’ una portata dirompente sul sistema Giustizia il ddl Lussana sul 'processo lungo', approvato dal Senato a fine luglio", perche’ ‘’legittimando’’ le piu’ varie tattiche dilatorie da parte degli imputati avra’ la ‘’capacita’ di rallentare a dismisura la durata di tutti i procedimenti in corso’’.

Il documento che boccia il processo lungo e’ stato approvato con 18 voti a favore e 3 contrari dei laici del Pdl. Il no di questi ultimi e’ stato motivato dalla convinzione che il Csm non possa censurare un ddl all’esame del Parlamento, pena una interferenza nell’attivita’ delle Camere; non invece dalla condivisione del ddl Lussana, che presenta aspetti ‘’contestabili e non condivisibili’’, come hanno riconosciuto i laici del Pdl Niccolo’ Zanon e Bartolomeo Romano.

Il provvedimento - che consente alla difesa di portare in aula un numero illimitato di testimoni, cancellando il potere del giudice di escludere le prove superflue - va in ‘’direzione opposta’’, avverte il Csm, al principio costituzionale della ragionevole durata del processo e alle ‘’esigenze’’ della Giustizia italiana, la cui ‘’principale causa di criticita’’’ e’ la lunghezza dei processi. E se i suoi effetti si sommeranno a quelli del ddl sulla prescrizione breve, il risultato non potra’ che essere quello di ‘’negare le condizioni per pervenire ad un accertamento dei fatti oggetto delle imputazioni in tempi ragionevoli’’; il che vuol dire ‘’vanificare ogni tentativo di offrire un servizio di giustizia efficiente per i cittadini nel rispetto del principio di uguaglianza e legalita’’’. Nel documento si segnala anche ‘’la portata preoccupante’’ della norma transitoria che prevede l’applicazione delle nuove regole ai processi in corso in primo grado per i quali non sia chiuso il dibattimento: potra’ ‘’determinare la necessita’ - affermano i consiglieri di Palazzo dei Marescialli - di far ricominciare daccapo tutti i processi in corso in primo grado per consentire alle parti di avvalersi della nuova disciplina’’.

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