giovedì 5 gennaio 2012

Il mandante del delitto Rostagno si dice povero così lo Stato paga gli avvocati al superboss


Vincenzo Virga, ritenuto uno dei capimafia più ricchi e potenti della provincia di Trapani, è riuscito a farsi ammettere al gratuito patrocinio, previsto dalla legge per i non abbienti. Sostiene di essere rimasto sul lastrico a causa dei sequestri e delle confische subite in questi ultimi anni. Insorgono i pm e le parti civili: "La legge va modificata al più presto"

di SALVO PALAZZOLO Ha sempre un’aria serafica durante le udienze del processo per l’omicidio di Mauro Rostagno. Il capomafia di Trapani Vincenzo Virga si concede ogni tanto pure qualche sorrisetto, che arriva in primo piano sui monitor della corte d’assise: lui, il padrino ritenuto il mandante del delitto Rostagno, se ne sta seduto in una saletta del carcere di Parma, e non sembra curarsi più di tanto delle accuse che gli piovono addosso. Un avvocato è sempre accanto a lui. Un altro è nell’aula di Trapani. Il capomafia Vincenzo Virga non ha problemi di spese legali, paga tutto lo Stato. Sì, perché il boss è diventato povero, così ha dichiarato. E ai giudici della corte d’Assise di Trapani non è rimasto che concedergli il gratuito patrocinio previsto dalla legge per i non abbienti. 

Eccola, l’ultima beffa dell’antimafia. La legge consente ancora che i padrini del gotha di Cosa nostra possano dichiararsi poveri in canna. I controlli scattano solo successivamente, e non sempre sono incisivi, perché ufficialmente ai boss è stato confiscato molto. Ma, di certo, non è tutto. 

Nel 2008, il pacchetto sicurezza del governo aveva provato a mettere un argine al fiume di soldi pubblici utilizzati per le difese dei capimafia. Ma qualche tempo dopo, la Corte Costituzionale bacchettò le nuove norme, ritenendole troppo generiche e confuse. Così, in pratica, la legge annunciata dal governo Berlusconi come una rivoluzione nella lotta alla mafia è rimasta lettera morta. 

Dice l’avvocato Fabio Lanfranca, che nel processo Rostagno rappresenta la sorella del giornalista ucciso nel 1988, Carla: "Siamo davvero al paradosso: mentre lo Stato sostiene le spese legali di uno dei mafiosi più potenti di Trapani, le parti civili sono costrette a sobbarcarsi sacrifici enormi per presenziare alle udienze".

Anche il sostituto procuratore Gaetano Paci, che nel processo Rostagno rappresenta la pubblica accusa assieme al collega Francesco Del Bene, ha parecchie riserve sul sistema del gratuito patrocinio concesso ai capimafia. "Non voglio entrare nel merito — tiene a ribadire — del caso Virga, perché c’è un processo in corso ma c’è un problema più generale che va affrontato". Il magistrato spiega: "La legge dovrebbe modificare il sistema dei controlli. I giudici non dovrebbero verificare soltanto la situazione del singolo, ma di tutto il suo gruppo mafioso di riferimento. Perché spesso, i prestanome del clan sono ancora in libertà, e su questi le indagini patrimoniali proseguono. I giudici dovrebbero accertare dunque i collegamenti che il capomafia imputato continua a mantenere con il suo territorio: come ci dicono le inchieste, la cassa comune dei clan si occupa proprio del mantenimento dei detenuti e del pagamento delle loro spese legali". 

Continua ...
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/01/05/news/lavvocato_del_superboss_lo_paga_lo_stato_il_mandante_del_delitto_rostagno_si_dice_povero-27603768/

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