mercoledì 23 febbraio 2011

Libia '10mila morti e 50mila feriti'

(Fermo immagine dal video di OneDayOnEarth.org)
Tripoli, 23 feb. - (Adnkronos/Aki/Ign) - Diecimila morti. Tante sarebbero le vittime in Libia dall'inizio delle proteste contro il leader Muammar Gheddafi. E' il tragico bilancio fornito da un esponente arabo delTribunale Penale Internazionale (Tpi), ai microfoni di al-Arabiya. Secondo la fonte, i feriti sarebbero oltre 50mila e sarebbe in corso una fuga di massa attraverso il confine con l'Algeria. L'esponente del Tpi ritiene che la situazione possa ulteriormente degenerare e arriva a ipotizzare che Gheddafi decida di usare armi chimiche per sedare la protesta.

Timore condiviso anche da una ex diplomatica libica in una testimonianza raccolta via Skype dal "Mondo di Annibale", blog sugli Esteri di Articolo21. "Il grande timore espresso è che Gheddafi usi le armi chimiche che non ha mai distrutto" spiega. "Ci si prepara ad aiutare Tripoli a combattere l'ultima battaglia. Ci si aspetta che da stasera milizia e mercenari escano in città e si teme il peggio'', scrive la ex diplomatica.

La battaglia infatti continua. Tajura, sobborgo di Tripoli, sarebbe caduto in mano ai manifestanti antigovernativi. Lo scrive il giornalista del 'New York Times' Nicholas Kristof, che su Twitter afferma di aver appreso da testimoni che i ribelli hanno piantato la loro bandiera sulla località a circa sedici chilometri dal centro di Tripoli. Sempre tramite Twitter, altri testimoni raccontano che si sentono ancora colpi di arma da fuoco per le strade di Tajura.

Intanto continua a crescere il numero di militari che voltano le spalle al regime di Muammar Gheddafi. E' di stamattina la notizia di due piloti che per non eseguire l'ordine di bombardare Bengasi, si sono lanciati col paracadute e hanno lasciato precipitare l'aereo. Il fatto, riportato dal sito del quotidiano libico 'Quryna' considerato vicino a Seifulislam Gheddafi, è avvenuto a ovest di Adjabiya. Fonti militari hanno confermato la notizia, sostenendo che il caccia, un Sukhoi 22 di fabbricazione russa, era decollato da Tripoli. "I due piloti a bordo, Abdel Salam Atiya al-Abdali e Ali Omar Gheddafi - ha spiegato un colonnello dell'aviazione - si sono rifiutati di eseguire l'ordine di bombardare Bengasi e hanno fatto precipitare il velivolo dopo essersi lanciati con il paracadute".
Continua ...

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