martedì 26 aprile 2011

Libia, Emergency se ne va: "Massacri di civili, i feriti sono bersagli"

Libia, Emergency se ne va: 'Massacri di civili, i feriti sono bersagli'

Berlusconi: "A Bossi ci penso io, sui bombardamenti".

MISURATA (LIBIA) - Non c'è pace per la città di Misurata, in Libia. Adesso, oltre ai continui bombardamenti che subisce, perde anche l'apporto - essenziale, per la cura - di Emergency, che ha deciso di lasciare il Paese. E lo fa con un duro comunicato, in cui sottolinea che i bombardamenti non stanno aiutando la popolazione civile, ma anzi, si crea il paradosso per cui gli ospedali - anche quelli improvvisati - sono meno sicuri che altrove, dato che i feriti diventano bersagli degli attacchi da parte dei ribelli. Poi aggiunge: "Il governo italiano continua a delinquere contro la Costituzione e sceglie la data del 25 aprile per precipitare il Paese in una nuova spirale di violenza. Le bombe non sono uno strumento per proteggere i civili: infatti non sono servite a proteggere la popolazione di Misurata. La città di Misurata, assediata e bombardata da oltre due mesi, nelle ultime 24 ore ha vissuto sotto pesantissimi attacchi che hanno raso al suolo quartieri densamente popolati, anche per l'impiego di missili balistici a medio raggio. Ancora una volta a farne le spese è la popolazione civile. Tra sabato e domenica, sono arrivati all'ospedale Hikmat, dove dal 10 aprile lavorava il team chirurgico di Emergency, duecento feriti e oltre sessanta morti. Negli ultimi giorni i combattimenti sono arrivati alle porte dell'ospedale. L'ospedale, i suoi pazienti e i medici che li curano sono diventati un bersaglio della guerra. Per questa ragione lunedì 25 aprile la direzione sanitaria ci ha dato l'ordine di evacuare. I sette membri del team di Emergency sono in questo momento in viaggio verso Malta in attesa di poter riprendere l'intervento umanitario in Libia. Misurata dimostra ancora una volta la vera faccia della guerra. I civili e il personale umanitario sono privi di qualunque protezione. Emergency chiede all'Onu di negoziare un cessate il fuoco e garantire un corridoio umanitario per soccorrere la popolazione civile". Intanto resta la tensione all'interno del Pdl, dopo l'annuncio fatto da Berlusconi che l'Italia parteciperà attivamente ai bombardamenti sulla Libia e il deciso no della Lega Nord. Una tensione che Berlusconi, nella serata di ieri ha cercato di smorzare con dichiarazioni concilianti: "A Bossi spiegherò che non potevamo più tirarci indietro. Ma non cambia nulla nella nostra missione, attaccheremo solo carri armati e postazioni di artiglieria. Mi hanno spiegato che non occorre un nuovo voto del Parlamento, dunque non ci sarà nessuna spaccatura tra noi e la Lega come spera l'opposizione". Anche se in realtà appare evidente che l'annuncio di attacchi aerei alla Libia sia più che altro una misura legata all'odierno incontro tra Berlusconi e il presidente francese Sarkozy, un estremo tentativo di mostrare una soldità di governo che in realtà non esiste da un pezzo.

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