martedì 26 aprile 2011

Quale liberazione?

Quale liberazione?
Mai dalla fine della Seconda guerra mondiale, l’Italia ha conosciuto crisi più grave: crisi sociale, economica, morale e soprattutto politica, nel senso forte del termine. Aver cercato di cambiare classe dirigente per via giudiziaria, ignorando la reale composizione sociale del Paese e i mutamenti geopolitici derivanti dalla scomparsa dell’Unione Sovietica, ha impedito all’Italia di maturare, nel corso di questi ultimi due decenni, una cultura politica tale da permettere al Paese di liberarsi definitivamente di un passato che, comunque la si pensi, non può essere più in grado di fungere da fondamento della vita politica e sociale della nazione. Non si tratta di mettere in questione la memoria storica ma appunto di considerarla per quello che è, ossia “memoria”, e di comprendere che se non può forse essere “condivisa”, deve purtuttavia essere accettata o meglio, per usare un lessico tipicamente hegeliano, “tolta e conservata”. Invece la strumentalizzazione ideologica del passato, ha contribuito in modo determinante a rafforzare una società di mercato che non è che un “sottosistema” della potenza occidentale predominante, l’America, che da decenni occupa militarmente (e non solo militarmente) l’Italia. Ed è questo il vero problema del nostro Paese, che ha condotto alla degenerazione del sistema politico, trasformandolo in un campo di battaglia tra organizzazioni affaristico-criminali, i cui membri non esitano, pur di guadagnarsi i favori del padrone d’oltreoceano e di far dimenticare il loro passato di comunisti o di neofascisti, a fare scempio sia del patrimonio pubblico sia di quel minimo di sovranità nazionale che ancora rimane. Tanto che si è giunti a condannare ogni critica di “questo sistema”, in nome di una democrazia che si vuole liberale e che altro non è che un metodo di istituzionalizzazione del conflitto, affinché nessuno possa cambiare le regole del gioco, su cui si basa il potere del denaro e del grande capitale internazionale. Un potere che è l’altra faccia della medaglia dell’Occidente, vale dire degli Usa e dell’oligarchia atlantista che governa “Eurolandia”. Sicché, fino a quando si continuerà ad interpretare la lotta politica e sociale dell’attuale fase storica con categorie ideologiche del passato, è inevitabile che, nel caso si sia in buonafede, si reciti la parte degli idioti politicamente e socialmente utili. Mentre chi è in malafede, ossia i rinnegati e i voltagabbana di ogni colore e di ogni specie, da un pezzo sono la “guardia bianca” dei cosiddetti “poteri forti”, al fine di garantire che vengano attuate e rispettate le direttive delle “forze occidentali”.
Continua ...

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