sabato 15 ottobre 2011

Le telefonate che accusano il ministro Romano "Era al servizio di una lobby d'affari mafiosa"

L'ordinanza del gip che invia alle Camere, per autorizzarne l'utilizzo, 25 telefonate che riguardano il titolare dell'Agricoltura. C'era un "rapporto di stabile disponibilità" con il prestanome di Ciancimino. Che gli ordinava: "Devi far cambiare quella legge"di SALVO PALAZZOLO

PALERMO - C'era un "sistema affaristico-politico-mafioso" attorno alla società Gas, il gioiello di famiglia di don Vito Ciancimino, l'ex sindaco boss di Palermo. Questo ha scritto il gip Piergiorgio Morosini dopo aver letto le intercettazioni fra il principale prestanome dei Ciancimino, l'avvocato Gianni Lapis, e Saverio Romano, oggi ministro dell'Agricoltura. "Quei colloqui del settembre 2003-marzo 2004 sono rilevanti", ha deciso il giudice, dunque devono essere trasmessi alla Camera dei deputati, che dovrà autorizzarne l'utilizzazione. Era quanto chiedevano i pm Nino Di Matteo, Sergio Demontis e Paolo Guido, che da due anni ormai indagano su Saverio Romano per corruzione aggravata dall'aver favorito Cosa nostra. "Secondo l'accusa - ricorda il gip - Romano, nello svolgimento delle sue funzioni pubbliche, si sarebbe messo al servizio degli interessi delle predette società". Il ministro ha sempre negato di aver ricevuto soldi da Lapis o dal gruppo che rappresentava. Ha negato soprattutto di avere fatto favori all'insospettabile prestanome dei Ciancimino, che ufficialmente era solo un avvocato tributarista e docente universitario. Ma 25 intercettazioni sembrano dire diversamente. Il gip le ripercorre in un'ordinanza di 40 pagine, che si conclude in maniera pesante per il ministro: ha avuto un rapporto di "stabile disponibilità" con Lapis.
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