Il ministro: "Era riunione informale, avevo già deciso di non partecipare per la concomitanza col milleproroghe. Poi, ahimé, è diventata importante"
di MARCO BRACCONI
Il ministro: "Era riunione informale, avevo già deciso di non partecipare per la concomitanza col milleproroghe. Poi, ahimé, è diventata importante"
ROMA - Una guerra civile a un passo dai nostri confini, e un vertice Nato urgente che discute di come affrontare una emergenza di dimensioni e conseguenze ancora indecifrabili. Ma il nostro ministro della Difesa non c'è. Ignazio La Russa fa spallucce e spiega: "Avrei dovuto essere a Budapest, dove, in maniera imprevista si è recato Rasmussen, ad una riunione informale. Avevo in origine deciso non partecipare per la concomitanza con il voto di fiducia. Solo che una riunione di scarso rilievo è diventata poi importante. Ho chiesto che partecipasse per mio conto l'ambasciatore italiano, che mi riferirà".
Dunque il ministro della Difesa prima aveva deciso di "non partecipare", poi - quando la riunione è diventata importante - non si è comunque imbarcato sul primo aereo di Stato, magari chiedendo ai colleghi Nato di rinviare di un paio d'ore, ma è rimasto in aula a votare per l'esecutivo.
L'episodio rivela quanto i famosi "numeri" di cui parla Berlusconi siano fragili e appesi ad incognite imprevedibili. L'assenza di La Russa in aula sul milleproroghe non sarebbe stata decisiva. Il provvedimento sarebbe passato lo stesso. Ma la "mobilitazione permanente" che la risicata maggioranza impone a Pdl e Lega in Parlamento comporta non solo il ricorso continuo alla fiducia, ma anche il condizionamento dell'attività non solo dei deputati, ma anche dei sottosegretari e dei ministri.
Continua ...
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