Se non è un ultimatum poco ci manca, e arriva da uno dei fedelissimi del premier, l'ex ministro Claudio Scajola, pronto ad avviare una scissione interna al Pdl se non otterrà, sono parole dei suoi uomini, «il giusto riconoscimento politico». Che, fuor di metafora, significa soprattutto un ruolo di prestigio in quel partito che lui ha contribuito a far nascere. Nel suo entourage la mettono giù così. «Claudio vorrebbe prendere il posto di Sandro Bondi come coordinatore del Pdl, ma insomma il presidente Berlusconi saprà trovare il modo di valorizzarlo».
Il nodo rimpasto preoccupa il Cavaliere
Insomma, la richiesta è chiara e domani o al più tardi lunedì Scajola si ritroverà faccia a faccia con il premier già alle prese con il nodo rimpasto. Annunciato più volte e ora rinviato sia per le perplessità della Lega (che chiede poltrone dopo aver rinunciato a piazzare uno dei suoi all'Agricoltura) sia per le difficoltà legate a uno dei nomi del riassetto: l'ex UdcSaverio Romano, destinato a subentrare a Galan e la cui nomina pare aver sollevato più di qualche dubbio al Quirinale (guarda il ritratto). Per non dire poi dei mal di pancia nel partito del Cavaliere, preoccupato di rimanere fuori da un nuovo allargamento della squadra dell'esecutivo (per ora l'unico nome è quello di Anna Maria Bernini come viceministro dello Sviluppo, ma i berlusconianiaspirano anche a qualche sottosegretariato).
Continua ...
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